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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
IL VESTITO DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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STENDERE I "MANTELLI" »

LA DIGNITÀ
In primo luogo il "mantello", quando è proposto come "'addoeroet" , e lo è per 12 volte nella Bibbia ebraica, è inteso come ornamento e decoro specifico della persona.
La prima volta questo termine si trova nel versetto Genesi 25,25.
Si è al momento della nascita da Rebecca dei due gemelli Esaù e Giacobbe, figli di Isacco:

"Uscì il primo, rossiccio
e tutto come un mantello di pelo,
e fu chiamato Esaù."


Il testo pare veramente ironico.
Sta parlando di Esaù, che è anche detto Edom, appunto il "rossiccio", progenitore di popoli nemici giurati dei discendenti del fratello Giacobbe - Israele.
Esaù esce dal seno della madre rivestito come da un "mantello di pelo", così scritto vale a dire "'addoeroet sea'r".
Per comprendere quanto poteva evocare l'accostamento di queste parole ebraiche è da andare a frugare nel vocabolario e cercare quali termini sono scritti con quelle lettere , sia con come "sin", sia come "shin".
Tenuto conto che "a'r" in ebraico significa "nemico", le lettere di da sole già subito suggeriscono la nascita di un "acceso Nemico ".
Il radicale con la lettera "sin" è relativo ad "inorridire, avere orrore, avere ribrezzo, avere paura" o anche "turbinare, l'infuriare della tempesta".
Da quel radicale discende "se'ar" e "se'arah" "pelo", "capello", "se'orah" "orzo" (perché peloso), "se'er" e "se'erah" "orrore", "turbine", ma anche "sa'ir" "becco, capra, capro", quindi, pure demonio.
Il radicale con la lettera "shin" indica "pensare, stimare", poi c'è "sha'ar" "porta, entrata" ed ancora "sho'ar" "orrido, cattivo e fico".
In definitiva Esaù aveva un aspetto che rivelava essere portatore della dignità di un demonio.
Che bella dignità!
Ripeto, c'era dell'ironia, perché il portare mantelli di pelo, era proprio dei profeti. Nel caso specifico, quindi, Esaù era proprio un profeta di sventure.
Vestiva con un mantello di pelo anche Giovanni Battista (Matteo 3,4; Marco 1,4), ma il pelo era di cammello "gamal" .
Quel radicale implica l'idea di "compiere e maturare".
Il Battista perciò era un profeta di buone notizie.
Annunciava che i tempi erano maturi; di fatto era la porta che apre al Messia.

Per mantello ritroviamo questo stesso termine di "'addoeroet" nel racconto della sconfitta di A'i nel libro di Giosuè, quando scoprirono che un israelita, un certo Acan, s'era comportato scorrettamente nei riguardi degli ordini ricevuti ed aveva portato via oggetti preziosi come bottino da Gerico, mentre la città e gli abitanti erano votati alla distruzione.
Questa è la confessione di Acan: "Avevo visto nel bottino un bel mantello di Sennaar, duecento sicli d'argento e un lingotto d'oro del peso di cinquanta sicli; ne sentii bramosia e li presi ed eccoli nascosti in terra in mezzo alla mia tenda e l'argento è sotto. Giosuè mandò allora messaggeri che corsero alla tenda, ed ecco tutto era nascosto nella tenda e l'argento era sotto. Li presero dalla tenda, li portarono a Giosuè e a tutti gli Israeliti e li deposero davanti al Signore. Giosuè allora prese Acan di Zerach e l'argento, il mantello, il lingotto d'oro, i suoi figli, le sue figlie, il suo bue, il suo asino, le sue pecore, la sua tenda e quanto gli apparteneva. Tutto Israele lo seguiva ed egli li condusse alla valle di Acor." (Giosuè 7,21-21)

Poi tutto Israele li lapidò e li bruciarono tutti dopo lapidati.
Quel mantello di Sennaar ricorda la località della famosa torre di Babele (Genesi 11,2) e il testo tende a far intuire che evidentemente era come se "si rinnovasse ()" la presenza del "nemico " il famoso angelo ribelle, il demonio .

Dove si comprende bene che il mantello come "'addoeroet" rappresenta la dignità della persona, la sua personalità, la sua autorità, il suo prestigio, la sua stessa missione, è proprio nel racconto dei profeti Elia ed Eliseo.
Dopo che Elia aveva dimostrato l'inconsistenza della fede negli idoli, e dopo che al torrente Kison aveva fatto uccidere i profeti di Baal, Gezabele, moglie di Acab re d'Israele, minacciò Elia di morte.
Questi, allora, fuggi verso il monte Oreb e lì incontrò prima un angelo e poi, stando in una caverna sul monte, ebbe una teofania.
Elia portava un mantello, che fu al cospetto di Dio e gli servì da scudo, quando sentì la voce divina che gli parlava.
"Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello , uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: Che fai qui, Elia?" (1Re 19,13)

Dio s'impossessa dei profeti, investendoli dal Suo Spirito, essi parlano così a nome di Dio, ed il mantello è un segno che indica quella investitura.
Il mantello era stata per Elia l'unica separazione dal cospetto di Dio ed il portarlo era come portare la difesa che gli aveva consentito di non morire perché era consolidata l'idea che "...non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo". (Esodo 33,20)
Con tali pensieri, usando i significati delle lettere costituenti mantello "'oeddoeret" , tenuto conto che è il radicale di abitare, da cui abitazione ( = ) si ha che "l'Unico Abita ( = ) nel prescelto .
Altro pensiero è "la nube (questa) testa ha prescelto ".
(Vedi: "Da Elia a Eliseo: il mio Dio è Iahwèh, il Signore Gesù" e "Elia rapito in cielo. Un Giubileo")

Proseguendo nel racconto, "Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino,

gli gettò addosso il suo mantello .

Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò. Elia disse: Và e torna, perché sai che cosa ho fatto per te. Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio." (1Re 19,19-21)

Elia aveva con tale atto proceduto ad una vera e propria "investitura".
Eliseo era un ricco agricoltore aveva tanta terra da arare, infatti, usava contemporaneamente 12 aratri, quindi aveva anche molti aiutanti.
Lasciò tutto per seguire Elia.
La brusca investitura profetica di Eliseo fu così commentata dal cardinale Martini: "Il mantello è simbolo della persona e, in qualche modo, anche dei suoi diritti. Gettare il mantello su qualcuno costituisce un segno di acquisto, di desiderio di alleanza." (C.M.M., "Il Dio vivente, riflessioni sul profeta Elia", p.118).
Quello di Elia è un gesto simbolico che sta a significare l'irreversibile chiamata di Dio: "Il mantello è simbolo del carisma profetico; esso è gettato sulle spalle dell'eletto in una specie di investitura divina." (G. Ravasi)
Evidentemente dopo quel gesto il mantello rimase ad Elia, ma quando verrà assunto in cielo col carro di fuoco Elia lascerà cadere quel mantello che fu ripreso da Eliseo.
Questo è il racconto:

"Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. Elia prese il suo mantello, l'arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull'asciutto. Appena furono passati, Elia disse a Eliseo: Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te. Eliseo rispose: Due terzi del tuo spirito siano in me. Egli soggiunse: Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà. Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guardava e gridava: Padre mio, padre mio, carro d'Israele e suoi destrieri! E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Prese il mantello, che era caduto a Elia, e percosse le acque, dicendo: ov'è il Signore, Dio di Elia? Quando anch'egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là, ed Eliseo le attraversò. Se lo videro di fronte, i figli dei profeti di Gerico, e dissero: Lo spirito di Elia si è posato su Eliseo." (2Re 2,7-15)


Elia e il mantello


Elia ha lo stesso potere autorità e dignità che Dio aveva dato a Mosè, che compiva prodigi col bastone che gli aveva consegnato; così, infatti, aveva detto a Mosè: "Terrai in mano questo bastone, con il quale tu compirai i prodigi" (Esodo 4,17)
"Elia prese il suo mantello, l'arrotolò e percosse le acque", cioè lo trattò come fosse il bastone che aprì il mare, d'altronde quel mantello era come se l'avesse ricevuto da Dio, perché, come abbiamo notato, fu il suo unico riparo nella teofania sull'Oreb e Dio glielo lasciò addosso.
Il mantello poi è ricordato tre volte ed è sempre :
  • Elia apre con questi il Giordano, come Mosè il Mar Rosso;
  • Eliseo getta le sue vesti e prende il mantello fatto cadere da Elia;
  • Eliseo apre il Giordano col mantello, quindi ha ricevuto un potere come Elia.
Eliseo aveva chiesto "Due terzi del tuo spirito siano in me" e ha ricevuto un potere che non aveva.
Guardando alle lettere dei due loro nomi, perché in "nomen omen", ossia nel nome il destino, si ha che nel nome ciascuno di questi due profeti vi sono cinque lettere e ne avevano 3/5 in comune:
  • Elia ;
  • Eliseo .
Elia però era investito dall'Essere supremo.
Dopo l'assunzione in cielo di Elia, con la consegna del mantello, Dio accetta di investire anche Eliseo.
Prova che anche Eliseo è stato investito dall'Essere supremo sta oltre che nel poter indossare lo stesso mantello, è che, grazie all'investitura ricevuta, può aprire anche lui le acque del Giordano.
Ecco che se si prende in modo radicale questa idea e s'inserisce una yod quel Essere e si aggiunge nei due nomi si ha:


Accade allora che le lettere di ciascuno dei due nomi divengono 6 e quelle in comune sono 4 , equivalenti appunto ai 2/3 auspicati da Eliseo.
Ciò avvenne proprio come aveva previsto Elia, che in pratica aveva detto non dipende da me.
"Tu pretendi una cosa difficile!" ma... "Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà."
Eliseo a quei tempi ancora non vestiva da profeta, ma in quella occasione afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi ed indossò il mantello che era caduto dal carro di fuoco; questa volta aveva proprio avuto un'investitura dall'alto.

Ancora è da ricordare che nella Tenak si parla di mantello come in:
  • Zaccaria 13,4 - "In quel giorno ogni profeta si vergognerà della visione che avrà annunziata, né indosserà più il mantello di pelo per raccontare bugie".
    Ciò avverrà alla venuta del Messia, quando "...vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare i peccati." (Zaccaria 13,1)
  • Giona 3,6 - "Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere."
    Il sedere nella cenere porta a pensare al personaggio di Giobbe questi scese dalla sua dignità per fare penitenza e Gesù ricorda nei Vangeli tale atto "Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona!" (Matteo 12,41 e Luca 11,32)
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