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IL PATTO DI SICHEM E IL "PARTO DEL MESSIA"

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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GLI HARIBÙ
In Canaan con le dinastie dei faraoni XIX, XX, XXI, l'Egitto, interessato a garantire le libere comunicazioni con la Siria, aveva ormai solo una blanda sovranità e si accontentava di riscuotere tributi in natura con commissari che risiedevano in centri principali con guarnigioni militari.
Il territorio era suddiviso in una pletora di piccoli stati alcuni muniti di fortezze militari che si comportavano in modo ambivalente, con una lealtà solo di facciata con l'Egitto.
Ad esempio Sichem è nominata "Shakmi" già nei documenti cuneiformi di Tell el- 'Amarnah, e risulta allora come occupata dai rivoluzionari Khabiri a spese del faraone egiziano che ne era il legittimo sovrano.
I vari re del Canaan disponevano di città-fortezze fortificate contro gli attacchi dei nemici il che traspare anche dal rapporto degli esploratori inviati da Mosè in Canaan (Numeri 13,17) e dallo stesso libro di Giosuè (6,1; 10,20).
Più che di grandi città quelle riportate alla luce dall'archeologia erano luoghi di rifugio in caso di pericolo e di guerra, con piccole rocche come quelle medioevali, il che fa ritenere che oltre a guerre tra di loro ci potessero essere nel territorio anche bande di seminomadi armate che facevano razzie nei campi seminati e per rubare armenti.
Trattatasi questi di beduini e di gente appunto definita "Habiru, Hapirù, Apiru, Habiri", un popolo - non popolo, disperso tra i due fiumi dall'Eufrate al Nilo ricordati in Monumenti Egizi ed in tavolette mesopotamiche.


Alcune etnie dell'antico medio oriente


Le iscrizioni Sesostri III, quinto sovrano della XII dinastia egizia - XIX secolo a.C. riferiscono che a Sekmen la Sichem della Bibbia, ci fu una spedizione militare che riconquistò la città e vennero contrastate le incursioni dei nomadi.
In un monumento, databile al tempo di Tutmosi III (1470 a.C.), scavata nella pietra delle pareti vi è una scena di uomini che pigiano uva con titolo "Estrazione del vino degli Apiru".
I riferimenti più antichi riguardanti gli Habiru provengono dai Sumeri proprio nel periodo storico della storia di Abramo nella Terza Dinastia di Ur a metà del XVIII secolo a.C.
I documenti sumeri riportano che gli Habiri nomadi erano attivi in diverse funzioni sociali, nello stesso modo che gli Israeliti lo erano in Egitto e poi anche nella corte di Nabucodonosor.
Negli scavi di Kultepe ed Alishar in Anatolia, regione vicina a Carran alla residenza della famiglia di Abraham fu trovata una lettera di un mercante Assiro che richiede il rilascio di certi Habiri detenuti nel palazzo di un certo Shalahshuwe.
Ai tempi di Abram un regno Amorita dominava la Mesopotamia, da Babilonia a Carran fino al Mediterraneo (le terre che Avraham percorse da Ur dei Caldei ad Haran e poi Canaan) e sono trovate varie tavolette che parlano dei Habiri come soldati di quel regno.
In definitiva, appunto, erano degli Amorrei erranti.
Gli antichi popoli attribuivano agli Habiru una misteriosa relazione con la divinità che veniva denominata "gli dèi" quindi gli 'Elohim degli Apiri ed erano ritenuti una stirpe speciale.
Gli Ebrei/Habiri perciò erano i figli di Eber, e quella linea genetica fu ricordata dagli scribi Giudei nello scrivere il libro della Genesi e volevano così proprio chiarire che Abramo era sia Ebreo - Habiri - che il progenitore degli Ebrei - Israeliti.


Carovana di Hapirù verso l'Egitto - nel sito del cimitero egizio
di Beni Hasan, 1880 a.C., Medio Egitto a 20 chilometri a sud
della moderna Minya, tra Assyut e Menfi


A Beni Hasan, villaggio a 240 chilometri a sud del Cairo, sulla costa est del fiume Nilo, in una caverna fu trovato un dipinto lungo 2,5 metri e alto 45 cm, databile al XIX secolo a.C. mostra degli "Asiatici", otto uomini, quattro donne e tre bambini, e due ufficiali egiziani. Gli uomini hanno folta capigliatura e la barba mentre gli egiziani la rasavano. Uomini e donne hanno vestiti di più colori, ricordano la tunica di tanti colori di Giuseppe Genesi 37,3; e di Tamar 2Samuele 13,18.

Abramo entrerà in Egitto, come racconta la Genesi, nel periodo appena precedente a quello che si considera il tempo dell'influenza Icsos o Hycsos.
Questi per oltre 200 anni storicamente produssero due dinastie di faraoni detti dei re "pastori" di cui la principale fu la XV.
Un certo collegamento tra gli Hycsos e gli Apirù quindi non è un'utopia e la Bibbia ricorda in Genesi 10 che anche Abram andò in Egitto e poi la storia di Giuseppe.
(Vedi: "Abramo, l'arameo errante e i pastori di Betlemme" in particolare il paragrafo "Re pastori in Egitto" e "Giuseppe vicefaraone d'Egitto") Tra l'altro ciò spiega perché "Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani" di cui è detto in Genesi 46,34.
È da notare che tra le tribù d'Israele entrarono anche quelle dei due figli di Giuseppe Manasse ed Efraim che erano del tutto egiziani, anche se furono educati sulle ginocchia di Isacco, infatti: "...nacquero a Giuseppe due figli, prima che venisse l'anno della carestia; glieli partori` Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe chiamo` il primogenito Manasse, perche“ - disse - Dio mi ha fatto dimenticare ogni affanno e tutta la casa di mio padre. E il secondo lo chiamo` Efraim, perche“ - disse - Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione". (Genesi 41,50-52)

Il libro del Deuteronomio 26,1-5 fa pronunciare questa dichiarazione ai fedeli d'Israele: "Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo possiederai e là ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci. Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all'altare del Signore tuo Dio e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa."

In definitiva gli Israeliti un gruppo di Habiri ben determinati, visitato dal Signore in Egitto, si portò fuori ed entrò in Canaan e così ebbero buon gioco della situazione che presentava un territorio con frazionamento del potere in piccoli stati grazie anche alla presenza diffusa di Habiri nel territorio.
Non è infatti da escludere l'aiuto di insurrezioni o guerriglia partigiana di Habiri già insediati in Palestina.

Nel Papyrus Leiden, attribuito al regno di Ramesse II, circa nel1250 a.C. quando gli Ebrei erano schiavi in Egitto e sottoposti a lavori forzati per costruire per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses (Esodo 1,11) c'è questa dichiarazione in una lettera: "Distribuire grano agli uomini dell'esercito e agli Apiru che trainano la pietra per il grande pilone di Ramses II".
Questi riferimenti agli Apiru nei documenti Egizi e sui monumenti mostrano la loro presenza in Egitto e la loro importanza sociale per più di tre secoli.
Er-heba, il governatore Egizio in Gerusalemme, scrisse una serie di lettere al re nelle quali si lamentava degli "Hapiru" perché stavano saccheggiando le terre del re. Er-heba voleva sapere perché il re li lasciasse comportare in questo modo e perché non inviasse arcieri a proteggere le sue (del re) proprietà. Se non avesse inviato dell'aiuto militare l'intera terra sarebbe passato in mano agli Habiru.
In definitiva c'erano Hapirù in Canaan come c'erano in Egitto!
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