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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL PATTO DI SICHEM E IL "PARTO DEL MESSIA"

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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GLI HARIBÙ »
IL POPOLO DELL'ALLEANZA »
GIOSUÈ 23 E 24 - DECRIPTAZIONE »
DECRIPTATO DI GIOSUÈ 23 »
DECRIPTATO DI GIOSUÈ 24 »

IL "PARTO DEL MESSIA"
Come si può rilevare il decriptato di questi due capitoli 23 e 24 del libro di Giosuè procede con molte ripetizione nel testo.
L'uso di ripetere almeno due volte i concetti con perifrasi diverse è quello proprio in genere dei testi sacri ebraici sapienziali.
Le ripetizioni peraltro sono utili perché, pur su brevi brani, si può cogliere il senso del messaggio.
Il risultato è uno scorcio sintetico delle vicende del Messia.
Ciò è comune a tutto il substrato che s'ottiene come pagine di secondo livello secondo i criteri della mia ricerca di cui segnalo alcuni passi importanti sulle proprietà delle lettere ebraiche e del perché e del per come ci si possa attendere nella Tenak o Bibbia ebraica anche la presenza di testi nascosti:

Da quei due brani Giosuè 23 e 24 che precedono e propongono l'accoglimento da parte del popolo di incarnare nella storia il popolo di Dio esce un racconto che nobilita il popolo che si unisce nel Suo nome.
Ne risulta chiaro che questo popolo è figura escatologica del popolo - Chiesa di Dio - che aiuta a far nascere figli di Dio in questa terra.

In grassetto nel testo del decriptato ho evidenziato talune frasi in cui alcune parole sono dense di significato.
Ho infatti preso sotto attenta considerazione le seguenti parole:
  • Sposa nei versetti 1, 14, 15 del capitolo 23 e 1, 17, 20, 27 e 28 del 24.
  • Donna, nei versetti 15 e 16 del capitolo 23 e 5, 27 e 30 del 24.
  • Madre, nei versetti 1, 15 e 16 del capitolo 23 e 1, 2, 3, 19 e 32 del 24.
  • Sangue, nei versetti 10 e 15 del capitolo 23 e 8 del 24.
  • Acqua, nei versetti 14, 15 e 16 del capitolo 23 e 3, 27 e 31 del 24.
Quei versetti e quelle parole sottendono il racconto di una nascita.
È questo il "parto del Messia".
Nasce la Chiesa dal costato di Cristo.

Per comprendere questo brano è da rifarsi alla sintesi che il Vangelo di Giovanni ha fatto sulla Madre di Cristo che sta sotto la croce.
"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quella ora il discepolo l'accolse con sé." (Giovanni 19,25-27)

Poco dopo lo stesso Vangelo con particolare enfasi dirà:
"Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate." (Giovanni 19,33-35)

Acqua e sangue sono il prodotto di un parto!
E chi stava sotto la Croce?
Maria la Madre che diviene la madre di tutti i discepoli di Gesù.
Diviene così icona della Chiesa che partorisce i figli di Dio nell'acqua del battesimo e li nutre con l'Eucaristia.
È Lei la nuova Eva.
Come Eva è nata dal costato di Adamo mentre dormiva, così la Chiesa nasce dal costato di Cristo.


La Crocifissione Gesù tra la Vergine Maria che pare uscire dal Suo costato e san Giovanni. Cappella della "Casa incontri cristiani" Capiago (CO) - Italia


Diviene quindi profetico per Cristo il racconto della Genesi:
"Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta." (Genesi 2,21-23)

L'uomo "'ish" in una lettura profetica è proprio Lui, Gesù di Nazaret, perché è "il primo che sarà Risorto ".

La donna "'ishah" , che in ebraico sta anche per "moglie", è proprio Lei che esce dal costato di quel "uomo", quella madre, e sposa che dal quel "primo alla luce Esce ".

Ecco che "Donna" è un termine che nel Vangelo di Giovanni è denso di tale significato da non dimenticare quando si legge l'episodio delle nozze di Cana.
Egualmente, stesso pathos si ha per la Donna vestita di sole nel libro dell'Apocalisse.
(Vedi: "La Donna che annuncia gli ultimi tempi" e "Il marito della donna perfetta")

Tali pensieri erano chiari ai vescovi e scrittori cristiani dei primi secoli d. C., detti Padri della Chiesa.
A conclusione riporto una omelia di San Giovanni Crisostomo.
Questi è anche detto Giovanni d'Antiochia (344-407). Fu arcivescovo e teologo, secondo Patriarca di Costantinopoli, santo per la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa e venerato dalla Chiesa copta, uno dei 33 Dottori della Chiesa.
È detto "Crisostomo", in greco antico "khrysóstomos", cioè "bocca d'oro" per la sua eloquenza.

"Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell'Antico Testamento.
Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte. Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l'uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell'antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo.
Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta l'Evangelo, s'avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. L'una simbolo del Battesimo, l'altro dell'Eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accade per l'Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima ed io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio.
E uscì dal fianco sangue ed acqua. Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell'acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell'Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo per mezzo del Battesimo e dell'Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell'Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formava Eva.
Per questo Mosè, parlando del primo uomo, usa l'espressione: 'Osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne', per indicarci il costato del Signore.
Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l'acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l'acqua durante il sonno della sua morte.
Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con qualche cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita.
Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.
" (Dalle "Catechesi" di san Giovanni Crisostomo - Catech. 3, 13-19)

a.contipuorger@gmail.com

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