BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2014  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRicerche di verità - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

VANGELI E PROTOVANGELI...

 
DA DISCEPOLI DELLA PAROLA
AD APOSTOLI DEL VERBO

di Alessandro Conti Puorger
 

LE SACRE SCRITTURE E IL RAPPORTO DISCEPOLO MAESTRO
Le Sacre Scritture degli ebrei, definite TeNaK nell'ebraismo (acronimo di Torah, Nevi'im, Ketuvim, le tre sezioni in cui è suddivisa), accolta integralmente nel così detto Antico Testamento dai cristiani assieme ad altri libri in greco detti deuterocanonici ed implementate ed aperte dai Vangeli e da altri scritti definiti nel complesso Nuovo Testamento, sono come il territorio del paradiso terrestre, il giardino dell'Eden.
Tale complesso è in terra, ma non viene dalla terra, vi ha accesso l'uomo e vi circola il Signore.
Appena vi s'entra si trova una rete di canali che si collegano ai fiumi principali che sono appunto i libri più antichi che la tradizione attribuisce a Mosè, vale a dire i cinque libri o Pentateuco detti nell'ebraismo "Torah" .
L'acqua o meglio la vita e lo spirito che soffiano in tutte quelle Sacre Scritture è la corrente che conduce chi vi entra e si fa trasportare fino al cuore del giardino, ove c'è l'albero della vita.
Con tale paragone voglio semplicemente dire che ogni argomento seguito e scrutato in tale complesso di scritti prima o poi, senza ombra di dubbio, porta a considerare vicende che profetizzano la venuta del Messia e parlano di Lui, il Cristo e del suo mistero pasquale.
Ciò è ancora più immediato se si vanno a considerare quei Sacri Scritti della TeNaK proprio nel testo in ebraico con i 22 sacri segni di tale alfabeto costituito da sole consonanti.
Sul perché di ciò ho ampiamente detto in "Scrutatio cristiana del Testo Masoretico della Bibbia" tanto che con apposito metodo di lettura si possono estrarre da quei testi continue profezie riguardanti la storia del Messia.
In questo articolo per arrivare all'albero della vita, che in definitiva è il risultato atteso, provo a seguire il filone discepolo - maestro.

Il mondo giudaico presenta con particolare intensità l'importanza proprio il rapporto discepolo - maestro per l'approccio con le Sacre Scritture.
In estrema sintesi, come in generale il maestro è chi è riconosciuto essere in grado d'insegnare i segreti di un'arte, di un mestiere, di una specifica conoscenza, o addirittura introduce in una filosofia di vita, nel caso specifico è colui che indirizza l'allievo allo studio, ma soprattutto all'amore per quelle Sacre Scritture che vengono sia dal maestro sia dai discepoli di continuo meditate e scrutate.
Il bravo discepolo, con rispetto, ammirazione, dedizione e gran desiderio d'imparare e di crescere in quella disciplina che lo coinvolgerà per tutta la vita, cerca d'acquisire il massimo apprendimento nozionistico sulla Torah, e sui libri che lo commentano per poi proseguire ad arricchire quel mondo con commenti personali.
In ciò si realizza un superamento della contingenza del tempo, perché un discepolo di oggi può continuare ragionamenti di saggi e maestri di ieri ed apportarvi le proprie eventuali aggiornate e felici chiose.
Ognuno, infatti, è chiamato a rivisitarla per tutta la vita cogliendone sempre aspetti nuovi e soprattutto prestando il proprio sé stesso - corpo, anima, spirito, intelletto e forze materiali - perché diventi carne in sé curandosi anche dell'accrescimento del prossimo in tale vitale settore.
Ai risultati, oltre lo studio personale, contribuisce soprattutto il contatto col maestro, l'esempio del suo approccio con la Scrittura e con la vita reale che, se positivo, produce frutto nel discepolo, perché da quel tesoro fioriranno in lui i semi lasciati dal maestro.
A seconda poi del proprio talento, coltivato e assecondato dall'intuito del maestro stesso e con l'aiuto dello Spirito Santo, l'allievo progredirà in quel cammino.
Vale anche al riguardo lo sprone dell'aforisma di Leonardo da Vinci che incita l'allievo a superare il maestro.

"Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro." (Codici Forster)

Se però si cerca la parola "discepolo" nelle traduzioni della Bibbia in italiano quel termine, che in ebraico deriva dal radicale LMD del verbo "imparare, apprendere, ammaestrare, ammaestrarsi", in effetti, si trova poche volte nell'Antico Testamento.
La 12a lettera dell'alfabeto ebraico , valore numerale 30, prende il nome proprio da tale radicale e si chiama "lamed" e dicono voglia dire "pungolo" che si usa per far muovere i buoi davanti all'aratro.
Se si guarda a come è fatta la lettera "lamed" si ha una lettera che in definitiva è una testa con una forza sopra, come accade con l'insegnamento che pungola la testa.
In questi brani si trova tradotto in italiano il termine discepolo:
  • 1Cronache 25,8 per i turni di servizio per la musica sacra con cetre, arpe e cembali "...furono sorteggiati i piccoli come i grandi, i maestri come i discepoli", ove discepoli è "talemid" .
  • Isaia 8,16 "Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli" e qui discepoli è "lemodì" .
  • Isaia 54,13 "Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli" e qui discepoli è "lemodì" , profezia riferita a Gerusalemme e ai figli della Torah che si attuerà come vedremo con la nuova Gerusalemme e con il maestro che secondo i Vangeli sarà Gesù, il Signore stesso venuto nella carne.
Al riguardo è da considerare che l'apprendimento nel rapporto discepolo - maestro fu attività che ebbe inizio più generalizzato e non sporadico col giudaismo, quindi solo dopo il ritorno dall'esilio babilonese, mentre prima era un rapporto più personalizzato che riguardava profeti e sacerdoti e loro pupilli.
Dopo tale esilio (VI secolo a.C.) lo "scriba" designava chi era dedito alla rigorosa trascrizione della Torah e dei testi di culto, mentre prima era solo un funzionario della corte reale.
A questi s'aggiungevano i farisei più colti, formatori e trasmettitori della Torah orale, che approfondivano la Torah scritta arricchendola dei commenti della tradizione.
I migliori tra scribi e farisei erano definiti "i dottori della Legge", ossia i massimi conoscitori delle Scritture in quanto le studiavano ed interpretavano in discussioni, producevano sentenze e fondavano scuole ove offrivano studi superiori, per la trasmissione orale della Torah.
Il discepolo dello scriba doveva imprimere nella memoria e ripetere continuamente i "detti" del maestro e, se padrone della materia, era proclamato a sua volta "scriba" e "maestro" mediante l'imposizione delle mani.
Il maestro in ebraico è "moroeh" come si trova in 2Cronache 15,3 e Gioele 2,23, con le stesse lettere di pioggia.
È colui infatti che fa cadere la Torah , appunto come pioggia sui discepoli.
Il libro del Siracide tratteggia i sapienti e maestri d'Israele nei seguenti termini:

"...chi si applica e medita la legge dell'Altissimo
indaga la sapienza di tutti gli antichi,
si dedica allo studio delle profezie.
Conserva i detti degli uomini famosi,
penetra le sottigliezze delle parabole,
indaga il senso recondito dei proverbi
e s'occupa degli enigmi delle parabole.
...
Di buon mattino rivolge il cuore
al Signore, che lo ha creato, prega davanti all'Altissimo,
apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati.
Se questa è la volontà del Signore grande,
egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza,
come pioggia effonderà parole di sapienza,
nella preghiera renderà lode al Signore.
Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza,
mediterà sui misteri di Dio.
Farà brillare la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell'alleanza del Signore.
Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato,
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione." (Siracide 39,1-9)

In tal modo con l'imposizione delle mani il maestro era inserito nella catena di maestri della tradizione orale che veniva fatta risalire addirittura a Mosè; quindi, era detto "rabbi", portava l'abito lungo e otteneva nella sinagoga il posto d'onore, sulla cattedra di Mosè.


Sinagoga di Corazim - cattedra di Mosè


Al riguardo è da ricordare il commento di Gesù: "Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente." (Matteo 23,1-7)
Tutto ciò ebbe proprio attuazione ai tempi di Gesù.
Ecco perché di tale rapporto discepolo - maestro non si ha una grande eco nel libri della Tenak il cui libro più recente riconosciuto dal canone era stato completato e definito da circa due secoli.
Si pensi però a Samuele ed Elì, ad Eliseo ed Elia e ai profeti che andavano a scuola di profeti, onde esistevano corporazioni o scuole i cui membri erano detti sinteticamente i "figli dei profeti" (1Re 20,35; 2Re 2,3-4, 7, 15; 2Re 4,1, 38; 2Re 5,22; 2Re 6,1; 2Re 9,1).
Più o meno contemporanei a Gesù c'erano, infatti, maestri importanti in Israele come Hillel (I secolo a.C.), Shammai (50 a.C. - 30 d.C.), e poi quelli ricordati nei Vangeli:
  • Gamaliele (I secolo a.C.) "Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo." (Atti 5,34)
  • lo stesso Nicodemo: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?" (Giovanni 3,10)
Solo dopo, nel II secolo d.C., ci furono gli albori della raccolta del "Talmud", che appunto significa insegnamento.
Questo rapporto discepolo - maestro nel campo sia dell'apprendimento delle Sacre Scritture giudeo cristiane - la Tenak degli ebrei e il così detto Antico Testamento dei cristiani - sia, soprattutto, nel rapportarsi con la propria religione per entrare a farne parte da adulti nell'assemblea dei fedeli con la "bar mitzva" per gli ebrei, e con la confermazione per i cristiani, sottende pur sempre una paternità spirituale, come è rimasto con la figura dei padrini in campo cristiano.
Nell'ebraismo si era, infatti, conservato il rapporto essenzialmente del tipo padre - figlio, come d'altronde era stato fin dalle origini.
Questo rapporto è infatti sintetizzabile con la parola "pietra" - "'aboen" che, contenendo fuse assieme le parole ebraiche di padre "'ab" e di figlio "ben" ci parla d'una tradizione stabile, perché appunto sulla pietra, da passare da padre a figlio.
Viene al riguardo commentato che Dio consegnò la Torah su un monte, in ebraico "her" , che ha le stesse lettere del radicale di concepire e generare, e questa era scritta solo su pietra perché fosse trasmessa in modo diretto, a voce, da padre a figlio e, di conseguenza, da maestro a discepolo.
Che c'è, infatti, di più duraturo di una tradizione stabile passata in modo "religioso" di padre in figlio; è questa proprio simile alla pietra.
In tal modo furono educati i primogeniti dei patriarchi, poi Mosè, nella semplice casa ebrea d'origine, quindi Samuele dalla mamma Anna, e Davide nella casa di Iesse a Betlemme, tanto per dire solo alcuni, e così nello stesso modo poi Gesù da San Giuseppe e da Maria.
Così è stato evidentemente per generazioni e generazioni ed è ancora in essere nell'ebraismo.
Questo discorso della "pietra", peraltro, aiuta a chiarire alcune parole ai farisei, che appunto seguivano bene quel pensiero, che Gesù ha detto nell'episodio della sua entrata messianica a Gerusalemme, l'episodio di cui si fa memoria nella Domenica delle Palme.

Nel brano del Vangelo di Luca 19,35-40 si legge:
"Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli! Alcuni farisei tra la folla gli dissero: Maestro, rimprovera i tuoi discepoli. Ma egli rispose: Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre."

I discepoli proclamavano il Salmo 118,26.
In definitiva Gesù sosteneva con quel dire che tutta la tradizione padre-figlio è piena di profezia su questo momento messianico.

Il comandamento base d'Israele, infatti, è:
"Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do', ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte." (Deuteronomio 6,4-9)

Con ciò ognuno che si accosti alla Sacra Scrittura è invitato da questa ad approfondirla ed a studiarla per tutta la vita, sia di giorno, sia di notte:
"Solo sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, perché tu abbia successo in qualunque tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte, perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo." (Giosuè 1,7s)

Rabban Jochanan che ricevette la tradizione da Hillel e da Shammai era solito dire: "...se hai studiato molto la legge, non fartene un merito, perché per tale scopo fosti creato." (Pirkeh Avot)

Oltre alla Torah scritta i farisei appunto erano i propugnatori della Torah orale.
Il versetto Esodo 24,12 che recita: "Il Signore disse a Mosè: Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge, i precetti, e i comandamenti che io ho scritto per istruirli" è stato così interpretato dall'ebraismo:
  • "tavole" sono i 10 comandamenti o 10 parole;
  • "Legge" è la Torah (Pentateuco);
  • "precetti" sono la Misnah;
  • "scritto" sono Profeti (Neviim) e gli Agiografi (Ketuvim, scritti, il resto del Tanach);
  • "insegnamento" è il Talmud (Studio, Insegnamento).
"Da qui si rileva che tutti questi testi (Torah Scritta e Torah Orale) furono dati a Moshé sul Sinai." (Rabbi Levi Bar Hama disse a nome di Rabbi Shimon Ben Laqish in Talmud Bavli, Massechet Berachot 5a).

Con lo studio della Torah scritta cresceva sempre più il corpus della Torah orale per i commenti dei saggi di Israele e col giudaismo venne sempre più approfondito lo studio comparato della Torah con tali commenti raccolti poi nel Talmud e furono costituite le scuole.
Se, infatti, come ritenevano i Sadducei, che non accettavano la "Torah orale" dei farisei, tutto si fosse ridotto all'unica lettura della "Torah scritta", sarebbe stata estremamente diminuita la relazione maestro - discepolo.
Lo studio della Torah per l'ebreo è così il vero scopo dell'esistenza voluta dal Creatore.
Al riguardo il Talmud sostiene:

"Per quanto siano fondamentali i doveri che impongono di salvare la vita del prossimo, di partecipare alla ricostruzione del Tempio, di rispettare i genitori, lo studio della Torà li supera tutti quanti." (Meghillà 16b)
"Essa è superiore alla preghiera, superiore ai sacrifici; la corona della legge è al di sopra della corona della regalità e del racerdozio." (Avoth 4,13)

Il Maimonide riassume tutto ciò in questo modo:
"Ogni uomo in Israele è obbligato allo studio della Torah, sia egli ricco o povero, in buona salute o malato, giovane o vecchio; anche se è talmente povero da dover ricorrere alla pubblica carità, anche se è il padre di una famiglia numerosa, deve fissare per sé un tempo per lo studio della Torah, durante il giorno e durante la notte... Tra i grandi Maestri di Israele ci sono stati taglialegna e acquaioli, ci sono stati persino dei ciechi che tuttavia erano occupati giorno e notte nelle studio della Torah ed hanno un posto tra i Maestri della Tradizione la cui catena risale, di generazione in generazione, a Moshe nostro Maestro. Fino a quando uno è obbligato a studiare la Torah? Fino al giorno della sua morte poiché è detto: Fai attenzione che queste parole non si allontanino dal tuo cuore, né di giorno, né di notte." (Hilkhoth Talmud Torà)

Attualmente in molte comunità ebraiche, c'è la Scuola Ebraica ove i bambini studiano Torah dall'asilo fino alle superiori e un Bet HaMidrash con Yeshivah e Accademia Talmudica, in cui gli studenti si consacrano esclusivamente alla Torah ed agli studi rabbinici.
Ai tempi di Gesù ormai ogni paese aveva accanto alla propria sinagoga un ambiente adibito a uso scolastico "bet ha-Sefer", casa del libro per bambini dai 5 ai 12 anni e la Torah era l'abbecedario da cui s'apprendeva a leggere ed a scrivere.
Gesù predicava spesso nelle sinagoghe e così era possibile che gli capitasse d'imbattersi con bambini della scuola.
Forse proprio alla semplicità e alla gioia con cui i bambini accoglievano la Torah possono riferirsi i commenti nei Vangeli di Gesù su di loro come in Matteo 18,3: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli."
Dicono i saggi d'Israele: Quale è lo stato d'animo con cui dobbiamo studiare Torah?
La Torah, infatti, è da studiare come un bambino, con il cuore puro.
Come è scritto: "Il Mondo si regge a causa delle voci dei bambini che studiano Torah".
Il Rabbino Mose Cordovero sostiene che "...quando questi bambini studiano Torah, la Shekhinah arriva e dà loro forza e coraggio per studiare Torah. Se non fosse per l'assistenza del Santo e Benedetto i bambini non potrebbero tollerarlo" quindi "Essa non si ritirerà mai da sopra loro".

Nel mondo ebraico in genere la Torah s'impara studiando in coppia - "Chevruta" - cioè in società attraverso lo studio con un compagno, un amico.
Le coppie inizialmente sono formate dal Rabbi, ma crescendo ognuno si trova il compagno più adatto e ciascuno diventa un educatore dell'altro.
Lo studio in Chevruta è spesso ad alta voce e fatto con allegria.
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2014 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  VANGELI E PROTOVANGELI...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy