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IL DEMONIO E GLI IDOLI NELL'ANTICO TESTAMENTO »

UN UOMO NUOVO
È da dire subito che nel cattolicesimo il diavolo è identificato con il serpente nel Giardino dell'Eden, col dragone nell'Apocalisse di Giovanni e col tentatore dei Vangeli.
Questi è un angelo caduto per lussuria e superbia, oppositore del disegno di Dio e accusatore davanti a Lui dell'umanità definito da San Paolo "principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli" (Efesini 2,2), quindi capo degli "spiriti del male che abitano nelle regioni celesti". (Efesini, 6,12)

Interessante è il pensiero dell'Islam nel Corano su un tale essere che è chiamato Iblis e che Dio creò con tutti gli altri Jinn dal "fuoco senza fumo", ma creò l'uomo dall'argilla.
Questo Iblis ha solo il potere di suggestionare malvagiamente i cuori dei viventi.
Iblis sarebbe stato espulso quando scelse di non rendere omaggio ad Adamo, perché riteneva d'essergli superiore non essendo fatto di terra.
Per tale espulsione divenne nemico dell'uomo.
Per il Corano la missione del Diavolo durerà fino al Giorno della Resurrezione in cui sarà punito.

Era però attesa la venuta di un uomo nuovo che continuasse la storia con Dio dal momento in cui la lasciò Adamo quando cadde nella disobbedienza narrata in Genesi 3 coinvolgendo tutti i discendenti figli di Eva.
Questo uomo nuovo non doveva essere figlio di Eva, ma doveva nascere in un modo diverso da tutti gli uomini, senza una unione carnale, quindi da una donna nuova in cui operasse solo lo Spirito Santo.
Adamo, infatti, non aveva avuto genitori terreni, ma fu formato da Dio "con polvere del suolo" e gli "soffiò nelle sue narici un alito di vita". (Genesi 2,7)
I Vangeli riportano la buona notizia di questo uomo che viene da Dio nato per volontà dello Spirito Santo, Gesù di Nazaret.
Due evangelisti, per sottolineare l'attesa che era sin dagli inizi, ne presentano la genealogia; così Matteo lo collega alle promesse fatte ad Abramo, mentre Luca direttamente ad "...Adamo, figlio di Dio", perché la promessa coinvolgeva anche i pagani.

Nel cuore dell'uomo era entrato il tarlo che aveva portato per conto di Satana il serpente di Genesi 3, sua personificazione, che provocò la caduta della prima coppia umana.
Dopo l'entrata del seme del serpente nei loro cuori erano stati come rimpastati, come con una nuova rugiada "tal" , veramente rugiada non luminosa ma solo notturna, rugiada di Lilit, la sposa di Satana secondo la tradizione.
La morte fisica avrebbe potato un termine a quel seme causa d'incitamento al peccare.
Occorreva rinnestare nell'uomo l'amore del Potente e la rugiada dello Spirito Santo, lo stesso amore che lega il Padre al Figlio.
In definitiva occorreva lavare l'uomo nella rugiada primitiva.
Diceva, infatti, Giovanni: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)
Era attesa una nuova acqua salutare che venisse dal cielo.
Questa doveva bagnare il mondo e rinnovare gli uomini.
Doveva essere un'acqua che provenisse dall'Eterno.
Fisicamente il segno era che provenisse dall'Ermon.
Il Giordano è alimentato dalle nevi di quel monte.
Gesù fece il segno d'immergervisi, infatti "...Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". (Marco 1,9-11)
L'acqua salutare sarebbe uscita dalla parte destra del Tempio secondo Ezechiele 47.
Gesù fece il segno di entrare in questa profezia e con forza proclamò: "Distruggete questo tempio e in 3 giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in 46 anni e tu in 3 giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21) e il Salmo 22,15 propone "Io sono come acqua versata".
Questa acqua perciò l'avrebbe portata il Messia e Lui, Gesù di Nazaret è il Messia.
Ecco che in questa tensione l'evangelista Giovanni 19,33-35 assevera con forza e nella gioia che: "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate."
Era nato quanto serviva per plasmare l'uomo nuovo.
L'uomo di terra, immergendosi nel costato di Cristo trova la rugiada in cui essere nuovamente plasmato e nel contempo è sostenuto in questa vita terrena col nutrimento per la vita eterna.
Questo si attende che si completi in noi e s'invoca liturgicamente ogni anno:

"O cieli stillate rugiada:
le nubi piovano il Giusto
si apra la terra
e germogli il Salvatore.
"
(Antifona al II Salmo delle lodi del Sabato prima del 24 dicembre)

Sant'Ireneo vescovo di Lione (nato a Smirne nel 135-140; fu alla scuola del Vescovo Policarpo, discepolo dell'apostolo Giovanni) di cui scrive Eusebio nel quinto libro della "Storia Ecclesiastica" "Contro le eresie" (Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306) parla dello Spirito Santo e lo somiglia alla rugiada che serve per rimpastare l'uomo.

"Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28,19). È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso dicesse anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo. Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in una unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare una unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'Acqua che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la Pioggia mandata liberamente dall'alto. Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte. Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio. Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra... Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato. Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore."
(Vedi il paragrafo "Plasmare l'uomo nuovo " nell'articolo "La rugiada luminosa che viene dal Messia")

Tutti e tre i sinottici (Matteo 4,1-11; Marco 1,11.12; Luca 4,1-13), prima dell'inizio del suo ministero, riportano l'episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto ed in particolare Luca la fa precedere proprio da quella genealogia (Luca 3,25-38) che ci riporta alla storia di Adamo.
Ecco che "l'uomo" Gesù, nato senza intervento naturale di genitori terreni come Adamo si trova davanti al diavolo che lo tenta.
L'episodio presenta le tentazioni fondamentali della vita umana, quella del pane, quella di cambiare la propria storia e di diventare potenti.
Tutti gli uomini sono stati o sono sottoposti a tentazioni e tutti sono caduti, perché figli di una generazione colpita alle radici dallo spirito del male e dall'istinto cattivo che vi ha inserito come abbiamo detto.
Solo un "uomo nuovo", integro di una generazione nuova poteva resistere.
I Vangeli così sottolineano con la vittoria di Gesù sul tentatore.
L'articolo "Tentazioni del figlio di Adamo, figlio di Dio, il Carpentiere" discute nel dettaglio anche tale episodio dei Vangeli.
Si pensi che lo stesso Mosè non superò la tentazione a Massa e Meriba.
massa infatti in ebraico è la parola che indica tentazione.
A Massa e Meriba Mosè colpì la roccia e non ebbe fiducia solo di parlarle come invece gli aveva detto il Signore: "Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame".(Numeri 20,8)
Il Signore, allora, non lo fece entrare nella terra promessa: "...Poiché non avete avuto fiducia in me... non introdurrete questa comunità nel paese che io le do'" (Numeri 20,12) e poi la introdurrà Giosuè.
Il Nuovo Testamento riprende l'evento e presenta il superamento delle tentazioni = massa nel deserto da parte di Gesù e l'apertura del paradiso per tutti come si arguisce dalla risposta "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso" a quel compagno in croce che chiedeva: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno." (Luca 23,42s - "La Roccia che scaturisce acqua viva")

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