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IL DIVENIRE E L'ATTRITO DELL'ESSERE
di Alessandro Conti Puorger

LE COSMOGONIE E LA COSMOLOGIA
L'esperienza comune della vita, del suo svilupparsi ed il mistero della morte che ci circonda propone l'esistenza come una continua lotta contro un qualcosa che gli si contrappone.
Basta vedere con che forza spunta la gemma dal seme sotterrato e come quella tenue vita riesce addirittura a spostare e penetrare la terra che la ricopre o ad abbarbicarsi sulle rocce.
Questa esperienza millenaria che ha inciso profondamente la vita umana fin dalle origini, ha contribuito ad idee formative addirittura su tutto il creato dando luogo a cosmogonie ed alla cosmologia.
La cosmologia è la scienza fisica con vari rami - astronomia, astrofisica, fisica delle particelle, relatività generale - per lo studio dell'origine e dell'evoluzione dell'universo.

Due sono le fondamentali teorie sotto esame, quella del Big Bang e quella di un universo stazionario.
L'evento del Big Bang è ritenuto avvenuto 15 miliardi d'anni or sono, dando luogo all'universo o ad un sub - universo in espansione a cui sarebbe seguita 1 miliardo d'anni fa la formazione delle galassie.
Del Big Bang la scienza può ora ovviamente solo esplorare la radiazione cosmica di microonde, vale a dire l'eco del Big Bang, ma resta perplessa sulla scoperta della materia oscura.
Non si può però concludere che la materia abbia avuto un inizio perché nell'infinità dello spazio - tempo non possiamo sapere se fuori della nostra portata esplorativa limitatissima ci siano già stati precedenti eventi di quel tipo o ce ne siano stati di successivi di cui non sentiamo ancora gli effetti.

Per la teoria dell'"Universo Stazionario" questo esisterebbe da sempre e continuerà ad esistere con densità costante pur espandendosi onde si formerebbe, in qualche modo ancora da comprendere, della materia che garantirebbe una densità costante.
Certo è poi che non possiamo sapere se questo è l'unico universo o ve ne sono anche altri e quindi se ci sono stati Big Bang diversi in ciascuno di essi e se non vi siano universi con altre dimensioni che noi non possiamo percepire.

La scienza che studia fenomeni fisici osservabili non può così mettere sotto osservazione l'eventualità di un "creatore - ordinatore", bensì solo i riflessi che sono seguiti all'origine del nostro mondo, e non può esplorare oltre l'origine ed oltre lo spazio - tempo e non può spiegare cosa c'era prima e cosa ha causato l'inizio.
Tale branca scientifica, la cosmologia, in effetti, è anche il tentativo pratico di risposta razionale alle cosmogonie, cioè alle narrazioni religiose, alle teorie metafisiche ed ai sistemi filosofici sull'origine dell'universo stesso ed ai sistemi scientifici pre - moderni che hanno tentato di inquadrare il sistema solare ed oltre, come quello di Aristarco di Samo e poi il Tolemaico.
Tra i sapienti degli antichi greci opinione generale era però che l'universo fosse immutabile, non creato ed eterno, mentre in particolare gli stoici ritenevano fossero esistite infinite formazioni e distruzioni e che il tutto si fosse ogni volta ripetuto allo stesso modo.
L'uomo però non si è mai rassegnato a non investigare in qualche modo con le proprie capacità ivi compreso l'intuizioni dello spirito che superano la sola ragione su quanto è ancora per lui misterioso, vale a dire cosa vela l'universo e cosa c'è oltre il creato.

Ecco che nei secoli, come dicevo, si sono formate e sono giunte sino a noi idee "religiose" che hanno prodotto cosmogonie.
Queste convengono in racconti di una graduale formazione a causa di un ordinatore eterno che da un "caos" primigenio provoca la creazione del tutto.
Certamente di grande importanza è quella giudeo - cristiana che si trova nei primi capitoli del libro della Genesi, ma che di fatto permea, precede ed accompagna tutto il pensiero dei vari libri che compongono la Bibbia.


Uomo medievale che cerca di vedere cosa c'è oltre l'Universo


Proviamo però prima a rivisitare il pensiero degli antichi miti.
È in primo luogo da confrontare l'idea che abbiamo di caos - disordine, confusione, trambusto, sinonimo di babele e baraonda - e vedere cosa intendevano con tale termine gli antichi miti greci tra cui in particolare preminenza è la Teogonia di Esiodo (VIII secolo a.C., 1022 esametri) su storia e genealogia degli dèi.
Tale Teogonia parte dal primordiale Caos, fino a Zeus re degli dèi.
Il Caos però non è il disordine.
È con tale nome personalizzata una potenzialità preesistente alla creazione dell'universo, un abisso infinito, che essendo buio "appare" vuoto, ma da questi proviene il tutto.

"Dunque, per primo fu il Chaos, e poi Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti gli immortali che tengono le vette dell'Olimpo nevoso, e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade, e poi Eros, il più bello fra gli dèi immortali, che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini doma nel petto il cuore e il saggio consiglio. Da Chaos nacquero Erebo e nera Nyx. Da Nyx provennero Etere e Hemere che lei partorì concepiti con Erebo unita in amore." (Teogonia di Esiodo)

Direi che è l'idea di un utero dell'Esistenza.
D'altronde l'uomo è nato da un utero... e gli antichi si dicevano ci deve pur essere stato un utero anche per tutto ciò che esiste, universo, cielo, terra, uomini e dèi.

Gli sviluppi di tale Teogonia sinteticamente sono:
  • Caos l'abisso di cui ho detto.
  • Cosmogenesi, con formazione della terra Gea "Gê", degli inferi Tartaro "Tártaros", del cielo Urano "Ouranós" e del mare Ponto "Póntos".
  • Erogenesi, generazione del principio dell'amore "Éros".
  • Buio e luce con generazione delle tenebre ";Érebos" e della notte "Nyx" dalla cui unione si ebbe l'etere luminoso "Aithar" e il giorno "Hïméra".
  • Stirpe di Ouranós da Gê, i "Titânes".
  • Emanazioni di Ouranós di esseri generati dal suo sangue dopo la sua evirazione da parte del Titano Crono e nacquero le "Erinni", i "Gígantes" e le ninfe "Melíe" nonché Venere "Aphrodítï".
  • Emanazioni di Nyx ed Éros, personaggi negativi o che possono esserlo come fato "Móros", sventura "Kar", morte "Thánatos", sonno "Hipnos", biasimo "Mômos", miseria "Oïzes", vendetta "Némesis", inganno "Apátï", vecchiaia "Gêras", amicizia "Philótes" e discordia ";Éris", quindi i figli di "Éris", pena "Pónos", oblio "Lathï", fame "Limós", dolori Álgoi, lotte "Hysmínai", battaglie "Mâchai", delitti "Phónoi", omicidi "Androktasíai", contesa "Neîkos", menzogna "Pseûdos", i discorsi retti "Lógoi" e ambigui "Amphilógoi", anarchia "Disnomía", illusione "Átï", giuramento "Hórkos", le "Hesperídes" e le "Kêres".
  • Stirpe di Póntos con "Gê", esseri mostruosi avversari di dèi ed eroi.
  • Stirpe di Krónos tra cui "Poseidôn" dio del mare e dei terremoti e "Zeús" dio del cielo e del tuono, sovrano dell'Olimpo, e padre di molti dèi.
La cosgomonia egizia non è univoca, ma ha avuto sviluppi diversi nelle varie località, ma grande rilevanza ebbero quelle di Eliopoli e di Ermopoli.

LA COSGOMONIA DI ELIOPOLI
(antica città sita nei pressi dell'attuale Cairo)
Evidentemente i sapienti d'Egitto. preso atto della particolare conformazione della loro terra ed e dell'inondazione annuale del Nilo, opinarono che il tutto dovesse essere nato dalle acque, il Nilo primordiale.
In principio era il Nun il dio dell'oceano primigenio.




Dal Nun, per sedimentazioni successive del fertile limo, nacque il "monticello primordiale".
C'erano delle acque, un mare di energia, ed un abisso che in effetti non era il disordine caotico, ma era un dio, una divinità promanatrice di energia di tipo deterministico, onde c'è chi al limite definisce l'insieme degli dèi Egizi un monoteismo polimorfo.

Il determinismo esclude la casualità nelle cose in quanto presuppone che ogni fenomeno sia predeterminato dalle leggi fisiche, note o non note, con una relazione di causa - effetto e s'oppone all'indeterminismo o probabilismo, concezione filosofica che ammette l'esistenza del caso e dell'imprevedibilità.
Su quel monte nacque il primo fiore di loto, la lettera dell'Esistenza, da cui scaturi Atum.
Nun, quindi, promanò Atum-Ra e pronunciò il proprio nome e prese posto sul tumulo primordiale che emerge dall'acqua.
Si trova scritto di lui "Io ero nel Nun, solitario ed inerte. Io non trovavo un luogo in cui potessi stare in piedi, non trovavo un luogo in cui potessi sedermi." (dai "Testi dei Sarcofaghi", XX secolo a.C.)
Ra, il dio solare generò Shu, il dio dell'aria e Tefnout, la dea dell'umidità.
Questi due a loro volta genereranno Geb, dio della terra e Nut, dea del cielo che accoppiandosi dettero luogo alle due coppie, Osiride - Iside, e Seth - Nefhti.
Osiride è il dio della morte e dell'oltretomba e della risurrezione.
Da Osiride ed Iside, per opera della magia di Iside nonostante Osiride fosse stato ucciso da Seth, nacque, infatti Horus.
Seth, raffigurato con testa di sciacallo e dal corpo umano rossastro è dio della guerra e della forza bruta, signore del deserto.


Seth


Ecco che Osiride è il Dio buono, motore della rigenerazione stagionale della terra Nera, mentre Seth è il protettore nume del Deserto.

LA COSMOGONIA DI ERMOPOLI
(capitale del 15º distretto dell'Alto Egitto sulla riva occidentale del Nilo detta anche "Khemnu" ovvero "Città degli Otto")
Gli otto o Ogagle erano le 4 coppie divine primordiali:
  • Nun e Nunet, le acque primordiali;
  • Keku e Keket, l'oscurità;
  • Huh ed Huhet, l'infinito;
  • Amon ed Amonet, l'ignoto.
In questa cosmogonia, Thot, è l'artefice del mondo ed è la divinità egizia della sapienza, scrittura, magia, misura del tempo, matematica e geometria.
Questi è rappresentato da un uccello, l'Ibis che vola sulle sponde del Nilo.
La primigenia collina, quella che nella cosmologia di Eliopoli era scaturita da Nun, per quella di Ermopoli in effetti lo fu ad opera della Oglade.
Nella tomba di Ramesse VI la barca di Ra è trainata verso "Colui che è nell'abisso" ed è raffigurato mentre regge la barca solare che trasporta Kheper e gli dèi primigeni che avevano dato inizio alla creazione del mondo.
La simbologia identifica, sotto la barca, le acque primordiali e sopra, l'alba del primo giorno del tempo che comincia ad esistere.

Su questa collina l'Ibis depositò un uovo che fu covato dalle otto entità elementari, quattro dei maschili dalle teste di rana e la loro contropartita femminile delle teste di serpente.
Da quel uovo nacque il sole, Ammon - Ra ed emanazione di Ra fu la dea Maat che nella religione egizia rappresenta l'ordine cosmico, la giustizia e la verità.

Questa idea di un artefice del mondo, di un demiurgo sul tipo di Thot, fu ripresa da Platone nel Timeo quale intelligenza che progetta il mondo, avendo le idee a modello e la materia come strumento.
È da tenere presente che demiurgo è "un lavoratore del popolo" un artigiano, un carpentiere; infatti, questi ordina la materia che ha disposizione.
Così faceva Thot attingendo con sapienza dall'oceano di tutte l'energia potenziali dell'abisso primigenio.
Poi gli uomini ed in particolare il faraone doveva conservare - legge di Maat - per consentire il mantenimento dell'equilibrio cosmico.

Per Platone però l'abisso primigenio sarebbe il mondo delle idee, teorico, puro quello del sommo bene che deve tradursi in pratica con un divenire provocato dal demiurgo che tende al migliore dei mondi possibili passando per la materia a disposizione e nel caso specifico... anche attraverso la volontà dell'uomo.

In definitiva tutti questi miti che ho accennato convergono nel pensiero di un artefice divino che da un oceano primigenio, illimitato, ignoto, oscuro, misterioso, preesistente, anch'esso divino, ha ordinato l'energia infinita con sapienza, scienza, forza e potere ottenendo tutto ciò che esiste ed in particolare il mondo ed i suoi abitanti, gli esseri viventi.

Ecco che con nuova ispirazione, dalla Torah che la tradizione considera ricevuta da Mosè ex principe egiziano così inizia:
"In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'"abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque." (Genesi 1,1-2)

ESTRARRE CON ORDINE
Per aiutarmi nella comprensione, mi sono proposto una parabola intuitiva, ma non tanto campata in aria secondo alcuni pensieri della tradizione sulle lettere ebraiche, tra l'altro apportatrici anche di efficaci messaggi grafici.
Al riguardo propongo questi miei articoli:
Ho così immaginato di sostituire "l'abisso" del "principio" di Genesi 1,1-2 con un insieme infinito d'energia di varie qualità e proprietà.
Immagino, però, questa energia non disposta in modo caotico, ma preconfezionata in infiniti pacchetti contenenti ciascuno una infinità d'energia ma della stesso tipo.
Suppongo poi che i tipi d'energia potenziali diversi siano 22, proprio quante sono le lettere dell'alfabeto ebraico.
Sono così disponibili 22 tipi d'infiniti pacchetti e ciascun tipo era sotto il trono dell'Altissimo.
Estraendo quei pacchetti nel dovuto modo ed ordine l'Architetto degli architetti, il Creatore, secondo la tradizione ebraica, ha creato e crea tutto ciò che ha desiderato e che desidera e lo mantiene in efficienza.
Ciascun tipo di energia di tali ampolle, come è il caso dell'energia elettrica, può essere usata per aiutare a conseguire l'ordine desiderato, quindi è "pulita" come quella proveniente da una dinamo, ma può essere malefica se è usata per la "sedia elettrica".
Il racconto biblico propone, infatti, queste azioni da parte di Dio, azioni portate avanti tutte con intenzioni pulite.
Esaminiamo ciò che accade nei primi tre "giorni".
Si verifica che:
  • "Dio disse: Sia la luce! E la luce fu. " (Genesi 1,3)
  • "Dio disse", quindi creò con l'intermediario della "Parola", vale a dire del "Verbo" e dello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque.
Pronunciò delle lettere ebraiche, scelse opportunamente i quanti d'energia necessari tra i pacchetti predefiniti ed ottenne il risultato secondo l'ordine voluto.
Prese uno dei pacchetti d'energia di tipo 1= , poi uno dai pacchetti di tipo 6 = , indi un pacchetto tipo 20 ossia un e disse "'or" come solo Lui poteva e sapeva fare e... la luce "'or" fu!
Quello fu il Big Bang, uno scoppio luminoso, di una potenza infinita... ed iniziarono a portarsi i corpi .
Questi corpi si faranno visibili nelle fasi successive.
"Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre." (Genesi 1,4)
Ecco che appare l'ordine... la cosa buona e Dio la separò dalle tenebre.
È cosa buona, quindi, il distinguere le tenebre dalla luce e soprattutto è cosa buona dare un ordine.
Tenebre "chasek" è "chiudere/nascondere una fiamma/fuoco/luce in un vaso ", cioè luce spenta, soffocata... l'evangelica fiaccola sotto il moggio e non sopra il candelabro o lucerniere!
"Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte." (Genesi 1,5)
Questa prima cosa buona, la luce, la definì "jom" giorno , ma i singoli pacchetti d'energia, cioè quelle lettere, dicono anche d'essere apportatori di vita .

Il resto è regno delle tenebre, la notte "leilah" .
Il primo atto della creazione pare proprio essere l'atto dovuto per un giusto ordine, per un distinguo necessario che deve portarsi gradualmente fino all'uomo.
Credenza antica dell'umanità peraltro era che il disordine fosse lo stato degli inferi come s'arguisce anche dal libro di Giobbe: "Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto! Sarei come se non fossi mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba! E non son poca cosa i giorni della mia vita? Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte, terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre." (Giobbe 10,18-22)
(In "Tentazioni del figlio di Adamo, figlio di Dio, il Carpentiere" tra l'altro ho riportato Giobbe 10 integralmente decriptato secondo i criteri di "Parlano le lettere")
Nel termine notte in ebraico vi sono due lettere "lamed" = .
La lettera "lamed" = è l'unica di quelle 22 lettere che si alza al disopra di tutte.
Se questa corrisponde ad un'energia che si riferisce a Dio non v'è nulla da eccepire, ma se tale potenza o proprietà od energia è fatta propria da altri e vantata ed usata per scopi egoistici darebbe luogo a distorsioni e disordini, a tentativi di sopravanzare sugli altri.
Ecco che quel porta a pensare a "un potente che è dal Potente uscito " ed apre il discorso ad un angelo = energia, ribelle, che porterà poi "alla potenza che sarà in un serpente ad entrare ".
Quel potente è un traditore che si vestirà da serpente.
D'altronde è produttore di tenebra e nasconde la luce e si nasconde da essa o finge di essere luce.
Dice San Paolo al riguardo "E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio." (2Corinzi 4,3s)
San Paolo lo chiama "il dio di questo mondo" un idolo che di fatto con le sue tentazioni e i suoi desideri ha preso in terra e nei cuori degli uomini il ruolo di Dio.
In ebraico con le lettere "nachash" si indica il serpente "angelo che nasconde la luce " o "angelo che si nasconde dalla luce " e che poi in Genesi 3 si presenterà alla donna.

Dice San Paolo "Satana si maschera da angelo di luce." (2Corinzi 11,14) e mascherarsi è, infatti, fingere e nascondere.
La notte poi è l'archetipo delle tenebre spirituali e del personaggio demoniaco femminile di Lilit, che la tradizione dell'Ebraismo indica - come del resto era nella cultura babilonese - quale demone notturno, prima e sola compagna di Adamo fino a che venne il rimedio "Il Signore Dio disse: Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda" (Genesi 2,18).
D'altronde Adamo, l'umanità, era una coppia maschio - femmina, ma ciò mon era ancora una soluzione.
Dio poi estrasse dalla coppia Adamo la moglie "l'aiuto che gli corrisponde" che da Adamo stesso, divenuto marito, fu dopo il peccato chiamata Eva.
L'uomo infatti aveva avuto fino ad allora come compagna di tipo "femminile" solo la notte e la propria parte femminile, ma non era sufficiente, aveva bisogno di un altro se stesso.
Lilit evoca le negatività d'adulterio, stregoneria e lussuria.

Per la tradizione ebraica c'è l'assurdo pensiero che i demoni si sarebbero propagati attraverso i loro rapporti con la prima coppia umana.
Certo non sono rapporti sessuali, ma d'altro tipo, come il consentire, l'astuto graduale insinuarsi di quelli nella psiche e nell'anima fino a modificare lo spirito del soggetto che è invaso.
Ecco cosa dice il Talmud:
  • "Dei demoni, il Santo che benedetto Egli sia, creò le anime. Quando però venne a crearne i corpi, osservò il Shabbath e non li creò" (Gen. R., VII,5); sarebbero, perciò spiriti disincarnati creati tardivamente.
  • "Durante il periodo di centotrenta anni nel quale Adamo visse separato di Eva, dopo che erano stati cacciati dall'Eden, gli spiriti maschi si innamorarono di Eva ed essa ebbe figli da loro, e gli spiriti femmina si innamorarono di Adamo ed ebbero figli da lui" (Gen. R., XX, II)
  • "Durante gli anni in cui fu sottoposto al bando, Adamo generò spiriti, demoni e diavoli della notte; come è detto: 'Adamo visse centotrenta anni e generò un figlio a sua somiglianza, secondo la sua immagine'. Si deve quindi dedurre che prima non aveva generato a sua somiglianza". (Erub., 18 b)
Secondo la Qabbala vi sarebbero demoni:
  • del Fuoco, abitano gli Inferi;
  • dell'Aria, intorno agli uomini;
  • della Terra, si mescolano agli uomini per tentarli;
  • dell'Acqua, oceani, mari e fiumi provocando burrasche e naufragi;
  • Sotterranei, celati nei pozzi, causa di terremoti e delle eruzioni vulcaniche;
  • delle Tenebre, vivono lontani dal sole;
  • del Ghiaccio e abitano i ghiacciai.
Questi demoni apparterrebbero ai seguenti gruppi sotto la guida di un capo demonio.
  • THAMIEL con doppia testa sotto Satana e Moloch.
  • CHAIGIDEL, spiriti di menzogna guidati da Belzebù.
  • SATARIEL, spiriti della falsità, sotto Lucifero.
  • GAMCHICOLH, spiriti impuri, perturbatori di anime, governati da Astaroth.
  • GOLACHAB, incendiari, spiriti della collera dominati da Asmodeo.
  • TAGARIRIM, i litigiosi, spiriti della discordia guidati da Belphegor.
  • HARAB SERAPHEL, i corvi della morte governati da Baal.
  • SAMAEL, i battaglieri, spiriti ferocia guidati da Adramelech.
  • GAMALIEL, spiriti osceni capeggiati da Lilith.
  • RESHAIM, malvagi e crudeli sotto da Nahenia.

  • (da Thomas Karlsson, La Kabbalah e la Magia Goetica)
Poi, "Dio disse: Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque." (Genesi 1,6)
È questo firmamento una linea di separazione tra l'abisso primigenio e l'universo che Dio andava creando.
Per firmamento "raqia'" Dio usò questi pacchetti d'energia atti a definire un campo di forze ove i "corpi che rovescerà saranno visibili/attivi ".
Quelle che definisce acque di sopra sono l'energia potenziale creatrice, "acque che sono del Vivente ", e le acque di sotto sono le acque fisiche "maim" , quelle "acque che sono per i viventi ."
"Dio chiamò il firmamento cielo." (Genesi 1,8)
Quel campo di forze "raqia'" fu definito cielo "shamaim" e si può vedere come - un campo di fuoco tra le acque di sopra e di sotto che tiene separate le due realtà.

"Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l'asciutto. E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona." (Genesi 1,9-10)

Ecco che dalle acque appare l'asciutto , la collina primigenia come nella cosmogonia egizia.
Questo asciutto richiama alla mente "sarà ad abitarvi la luce del mondo ".
Gesù, infatti, disse: "io sono la luce del mondo" (Giovanni 9,5)
Questo asciutto Dio lo chiama terra "'ares" ove "inizieranno corpi ad alzarsi ", ma anche dove "la luce ( = ) scenderà ", pensando alla futura incarnazione.

Dirà al riguardo Gesù: "Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo." (Giovanni 9,4s)

E il motore?
Perché questo creare?
Tutto è molto ordinato... ma vi sono anche le tenebre, appunto quelle che furono chiamate "notte".
Dio ovviamente sa bene che quelle stesse energie possono alla bisogna generare anche realtà negative, ma il suo motore era l'ordine e strettamente collegato a questo l'amore.
Non vi può non essere amore nell'ordine, né un amore vero se disordinato!
L'ordine porta alla pace vera come osserva San Paolo "...perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace." (1Corinzi 14,13) e pace vera c'è solo tra persone che si amano.
Santa Caterina da Siena intuisce nella "carità incerata" la volontà della creazione: "...Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l'uomo a tua immagine e somiglianza. Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l'avevi elevata. Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi. Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie. Ubbidì al comando che tu, Eterno Padre, gli desti quando lo rivestisti della nostra umanità. O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza, cioè alla condizione della nostra umanità? Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l'unione che hai stabilito fra te e l'uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell'umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l'amore. Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature."
(Dal "Dialogo della Divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena, Cap. 13)

San Paolo ancora, ai fratelli in Cristo il cui unico comandamento è l'amore, dice: "...fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi." (2Corinzi 13,11)
La prima parola che dice il Risorto alla Chiesa nascente nel cenacolo fu "Pace a voi", infatti "La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: Pace a voi! Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati." (Giovanni 20,19-23)
(Vedi: "Le parole del Risorto, lettera per lettera")
E poi è da considerare che il Creatore possiede la somma sapienza e certamente non è uno stolto perché: "Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell'uomo saggio. Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista i cuori." (Proverbi 11,29-30)
(Dell'intero capitolo 11 dei Proverbi in fondo a questo articolo presenterò la decriptazione con i criteri di "Parlano le lettere")

Lo stolto in ebraico è "'oevil" e le lettere ci dicono che è stolto chi "desidera () essere potente ".
Ecco che il primo di tutti gli stolti sarebbe colui che "desiderò essere il Potente" cercando di scimmiottarlo e provocando il disordine, ma che ha perso il senso del creare, cioè l'amore.

Plotino, filosofo greco del III secolo a.C., definì il male come privazione, "privatio boni", cioè mancanza dì bene.
S. Agostino poi sostiene appunto che il male consiste nel disordine, il disordine morale, ossia nell'allontanamento per libero arbitrio da Dio sommo bene per attaccarsi a beni inferiori onde ne deriva anche il disordine materiale, il male fisico.
S. Tommaso presenta anche lui il male come mancanza:
  • di ordine al fine proprio "malum culpae", il male morale;
  • mancanza di un elemento naturale, "malum penae", poiché il male fisico in tutte le sue forme - corruzione, dolore, morte - sarebbe conseguenza della colpa e del peccato.
Per l'ordine dato da Dio con l'alfabeto ebraico che era con Lui al Principio, dopo l'1 viene il 2 e dopo la prima lettera la "'alef" rappresentante il Primo, l'Unico, l'Artefice misericordioso creatore non poteva che aprirsi al 2 cioè alla lettera bet descrivendo la parola base della motivazione del creare cioè amare e amore.
L'Unico , il cui Spirito aleggia su tutta la Bibbia non poteva che aprire quel testo che con la lettera ; forse è proprio questo il motivo per cui la Genesi, primo libro della Bibbia, inizia con "In Principio" "Bereshit" .
L'amore implica libertà, quella che Dio ha inteso dare all'uomo... anche la libertà di ucciderlo in questo mondo, come comporta il credo cristiano.

L'ACCIDENTE DEL DISORDINE
Nasce così il pensiero che la creazione è un atto d'amore diffusivo della divinità per far partecipare creature e cooptarle alla dimensione divina della perfezione.
Dalla non esistenza, passando nel divenire del vivere, il vertice della creazione verrà accolto nell'esistenza assoluta.
A ciò perverrà per accettazione con libera scelta, riconoscendo ed accogliendo la grazia alla partecipazione a cui è chiamato.
Ecco che riferendo all'uomo l'elezione al vertice di tale creazione, questi vi perverrà per grazia, ma superando continuamente dei bivi, che comportano un cammino di crescita ed in cui l'uomo può esercitare la libertà di scelta.
Ogni bivio comporta un attrito in quanto in ogni contingenza che si presenta è da superare un gradino per pervenire all'Essere e l'individuo lo fa quando accetta il dono della luce che sente proposto rispetto alla tenebra.
Il passaggio inizia in questa vita e quindi è graduale, implica la libertà e l'accettazione di un dono.
È quindi una continua prova.
La proposta ha quindi sempre due facce.
C'è una lotta da intraprendere per la crescita.
Come riferisce Genesi 2,7 Dio "plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente."
Rispetto agli animali che hanno solo il "noefoesh" il respiro di vita, l'uomo ha anche il soffio di Dio, l'anima eterna, perché dall'intimo dell'Eterno, che implica un progetto di cambiamento di natura.
Questo soffio è una marcia in più, un progetto di vita superiore che, appunto, attrae l'uomo e lo incita a superare l'istinto e la vita animale.
Tale salto comporta una fatica, uno sforzo da compiere con la volontà, ma con possibilità di esito favorevole con l'aiuto di Dio grazie al suo soffio operativo che è pronto su richiesta ad operare in favore dell'uomo.

Nel racconto detto della caduta di Adamo ed Eva in Genesi 3, appare la figura del serpente con queste parole: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici..." (Genesi 3,1)
Questo serpente nasconde però un nemico dell'uomo.
Le lettere delle prime parole "Il serpente era il più astuto...", lette in altro modo, ci possono, infatti, dire che "Si portò al mondo l'angelo che nasconde la luce ai viventi ; da nemico si portò del vivere ."
Poi continua "...di tutti gli animali selvatici..." lettere che possono essere lette "nei viventi della rettitudine il vigore sarà a finire per l'entrata del demonio nel mondo ".
Il demonio "shad" , infatti, è colui che la luce impedisce/sbarra .
Questo è il nemico della creazione e suggerisce il disordine per impedirla.
L'uomo agli inizi ha così trovato nel proprio percorso di crescita verso la divinità un gradino su cui è inciampato, gradino che trova ogni uomo e lo incita a seguire una via più facile senza gradini da superare, ma questa via porta al comportamento bestiale vale a dire alla morte, evento che nella Bibbia segue al Là, nel racconto di Caino ed Abele in Genesi 4, si legge: "Il Signore disse allora a Caino: Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai." (Genesi 4,6-7)
Questo istinto porta al peccato.
Qui si parla di peccato come una realtà e di un istinto di peccato nell'uomo.
Dio ne parla dopo la caduta e ribadisce poi in un suo commento nel racconto del diluvio "...l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza..."(Genesi 8,21)
L'uomo Adamo, fin dall'adolescenza, cioè nei primi tempi della formazione, ha ricevuto una inclinazione al male che Dio non intendeva dargli, ma che Adamo ha scelto nell'ambito dei margini della propria libertà ed ha trasmesso a tutti i propri figli.
Si pensi che, morto Abele, quando nacque Set, Adamo aveva vissuto meno del 14% della propria vita (Adamo a 130 anni ebbe il figlio Set - Genesi 5,3 - e visse 930 anni - Genesi 5,5).

In pratica Adamo quando incontrò l'inciampo in cui fece il sacramento di mangiare dell'albero proibito, infatti, era poco più che un ragazzo.
Il mangiare di quel albero è ciò che nel cristianesimo fu definito il peccato originale!
Quello fu il primo disordine commesso dall'uomo, inteso come diniego ad un ordine o comando dato da Dio.
Al primo ostacolo l'uomo, inciampò.
Fermò in se stesso il progetto di Dio ricevuto col soffio, la "nismat" .
Per l'uomo rimase viva sono la "nofoesh" la vita come hanno gli animali, per di più sotto l'ordine schiavizzante di un angelo orgoglioso .
Vale purtroppo quanto sottolinea la lettera di Giacomo: "...se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrena, carnale, diabolica; poiché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace." (Giacomo 3,14-18)

Come abbiamo sottolineato Dio avverte di peccato Caino in Genesi 4,6-7 e peccato ed anche peccatore in ebraico è "chita't" che si può dividere in che porta al concetto di grano e in che ricorda il verbo venire , cioè ecco il pensiero "viene col grano" o anche col grano () l'Unico lo finirà .
Questo peccato o meglio personificato peccatore di nascosto nel cuore venne ().
Ce n'è a sufficienza per cogliere la stretta conseguenza di ciò con la parabola di Gesù sul grano e la zizzania: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio." (Matteo 13,24-30)
Secondo l'autorevole pensiero di Gesù un nemico dell'uomo venne mentre tutti dormono, quindi, nella notte come ho anticipato con le lettere dal racconto della creazione appena apparve la parola notte.
Gesù stesso spiegò poi così questa parabola: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!" (Matteo 13,37-43)
Ed ancora, se si considera la parola ebraica per grano e la lettera "tet" come il germe, il chicco, la gemma, ciò che porta la vita, utero della vita, l'amore che deve aprirsi, tenuto conto che la "chet" è come una tomba o luogo chiuso e nascosto, si ha "dalla tomba chi ama uscirà ".
Si comprende allora che il detto di Gesù "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Giovanni 12,24) è strettamente connesso alla lettura della parola grano con l'uso delle lettere come icone, perché si ha nascondendo "nel chiuso il chicco si aprirà ".

In definitiva il progetto di Dio sull'uomo parve subire una sosta.
La Bibbia ci propone che proseguì solo con sporadiche ispirazioni ad Abramo e alla sua discendenza, quindi destò in un popolo, che liberò dalla schiavitù, l'attesa del Messia, di un consacrato, vero Dio e vero uomo, salvatore e redentore dell'umanità in grado di portare la grazia di Dio e riattivare il disegno d'elezione per tutti gli uomini annullando la maledizione del serpente, del peccato e della morte.

SALMO 23,1-6 - TESTO C.E.I. E DECRIPTAZIONE
Il progetto di Dio, di salvare l'uomo attraverso l'incarnazione di suo Figlio il Verbo, è idea che permea le radici della Bibbia anche grazie alle lettere ebraiche.
Questa idea, infatti, si può formare con lettura diversa dall'usuale del testo primitivo separando in modo diverso le parole e leggendo all'occorrenza anche alcune lettere singole con i messaggi grafici che sono loro propri.
Questo mio Sito è stracolmo d'esempi che dimostrano tale fatto con decriptazioni chiare e lampanti tutte ottenute con le stesse regole dai testi ebraici.
Per far comprendere sinteticamente tale asserzione comunque propongo la decriptazione con tali criteri del breve, ma noto Salmo 23.
La più recente traduzione in italiano della C.E.I. di tale bellissimo Salmo recita:

Salmo 23,1 - Salmo. Di Davide. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Salmo 23,2 - Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.

Salmo 23,3 - Rinfranca l'anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.

Salmo 23,4 - Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Salmo 23,5 - Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.

Salmo 23,6 - Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.

Criteri, regole e significati delle lettere ebraiche per la decriptazione sono quelli di "Parlano le lettere".
Con tale metodo, ottengo tale profezia sul Messia, come si conosce nel cristianesimo.

Sottolineo in particolare le seguenti parole dai versetti:

Salmo 23,1 - "Il Signore è il mio pastore: non" .
Tali lettere dicono anche, "dal Signore al male c'è stato il rifiuto ".

Salmo 23,3 - "il giusto cammino a motivo del suo nome" .
Tali lettere dicono anche, "Il Giusto la potenza ai viventi in azione col soffio () riportò ."

Salmo 23,4 - "il bastone e il tuo vincastro" .
Tali lettere dicono anche, "Si riaccenderà dentro i cuori la rettitudine che porterà a salvare () dall'azione dell'angelo (ribelle) oppressore .

Salmo 23,5 - "Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca." .

Le lettere dicono altresì: "...aiuterà a rinnovarsi (). Tutti a casa nell'ottavo (giorno, la domenica eterna) vedranno () il Risorto che sarà sul trono ; si era nel corpo portato IH(WH) ."

Ed ecco la decriptazione tutta di seguito.

Salmo 23,1 - I viventi colpiti cambieranno.
La potenza dell'essere impuro sbarrerà.
Dal Signore al male c'è stato il rifiuto.
Dai fratelli di cui ha riempito i corpi...

Salmo 23,2 -...il Figlio desidera finirlo.
Sbarrerà con la risurrezione i guai delle moltitudini.
Sarà a scendere l'angelo.
Spazzerà via il serpente dai viventi.
(Quando) sarà dai viventi con energia costretto portato in croce ci sarà un ruscello d'energia ad esistere.

Salmo 23,3 - Invierà il Verbo il dono, sarà la risurrezione a portare da dentro.
Da dentro sarà ad inviare la grazia.
Sarà da dentro al seno a rivelarla.
Il Giusto la potenza ai viventi in azione col soffio riportò.
(Per soffio si trova "nishmah" come il soffio che Dio portò per formare Adamo)

Salmo 23,4 - Scorrerà dalla piaga.
Sarà la divina rettitudine da dentro a scorrere.
Sarà l'originaria immagine a riportare dalla croce.
Il rifiuto l'Unico sarà nei corpi ad originare per il male.
Retti saranno a venire i popoli.
Sarà a riaccendersi dentro i cuori la rettitudine che porterà a salvare dall'azione dell'angelo (ribelle) oppressore.
Rientreranno i viventi del mondo a riessere guidati.
A vivere da angeli saranno.

Salmo 23,5 - Finirà il nemico da tutte le persone.
Sarà con la risurrezione il vigore inviato.
Rinvierà la fortuna giù nei corpi.
I corpi saranno aiutati a rinnovarsi.
Tutti a casa nell'ottavo (giorno, la domenica eterna) vedranno il Risorto che sarà sul trono; si era nel corpo portato IH(WH).

Salmo 23,6 - All'Unico retti al bene li riporterà.
Fedeli saranno stati dal disceso Verbo riportati.
Tra gli angeli saranno tutti dai giorni della vita.
Saranno riportati un sabato.
Saranno a casa nel Tempio del Signore per lunghi giorni.

IL DEMONIO E GLI IDOLI NELL'ANTICO TESTAMENTO
Erano dibattute le tesi se esista o non esista uno "spirito sovrumano" o invece il male è intrinseco al comportamento umano ed inevitabile alla sua natura.
Il demonio, satana, il maligno, il diavolo e simili e tutto ciò che riguarda lo spirito del male, lo spirito cattivo, era una realtà o l'astrazione di ciò che era l'aspetto negativo dei comportamenti umano?
È comunque l'essenza di ciò che si oppone all'ordinata crescita dell'uomo.
Eppure questo spirito del male, ha una gran rilevanza sul comportamento umano ed anche se è poco nominato nell'Antico Testamento come preciserò di seguito, se ne trova comunque la sua presenza, perché forte era la coscienza di questi nel popolo d'Israele.

Di fatto lo "spirito cattivo" si incontra nel racconti della vita del re Saul che ne era investito 1Samuele 16,14; 16,16; 16,23; 19,9.
Tale spirito cattivo spesso ha la qualifica di "sovrumano" e "un cattivo spirito sovrumano" in 1Samuele 16,15.
Lo "spirito cattivo" si trova anche nel deuterocanonico Tobia 6,8 ove poi in Tobia 3,8.17 si dice di "asmodeo, il cattivo demonio".
Come il serpente di fatto servì da accusatore davanti a Dio per Adamo ed Eva sul loro voler diventare simili a lui, si trova poi satana accusatore e tentatore/ seduttore nominato per 18 volte:
  • 1 in 1Cronache 21,1 quale suggeritore a Davide del censimento;
  • 14 in Giobbe 1,6.7.8.9.12 e 2,1.2.3.4.6.7 che suggerisce al Signore di tentare Giobbe per provarne la sua ingiustizia;
  • 3 volte in Zaccaria 3,1.2 che accusa il sommo sacerdote Giosuè davanti a Dio per distruggerne il piano salvifico.
  • (La traduzione in greco detta dei Settanta in luogo di "ha-satan" utilizza il termine "diabolos" in Giobbe e Zaccaria 3,1)
Si legge poi che nel deserto gli Ebrei offrirono sacrifici ai demoni "Se'Irim", in Levitico 17,7 e 2Cronache 11,15, agli "Scedim" in Deuteronomio 32,17 e Salmo 106,37 nonché ai "satiri" in Isaia 13,21; 34,14.
Gli Ebrei erano a conoscenza dell'esistenza di uno spirito notturno femminile o spettro notturno, chiamato Lilith in Isaia 34,14.
In Levitico 16 poi si parla del demonio Azazel a cui uno dei due caproni da sacrificare nel giorno dell'Espiazione, chiamato "il capro espiatorio" gli era offerto e inviato nel deserto.
È mia opinione che nell'Anttico Testamento poco si parla dello spirito del male per evitare di dare consistenza agli idoli, alla magia nera e al satanismo.
Era, infatti, chiaro che la lotta era impari, in quanto anche il migliore degli uomini era soggetto a cadute.
Dice il profeta Michea: "Ahimè! Sono diventato come uno spigolatore d'estate, come un racimolatore dopo la vendemmia! Non un grappolo da mangiare, non un fico per la mia voglia. L'uomo pio è scomparso dalla terra, non c'è più un giusto fra gli uomini: tutti stanno in agguato per spargere sangue; ognuno dà la caccia con la rete al fratello. Le loro mani sono pronte per il male; il principe avanza pretese, il giudice si lascia comprare, il grande manifesta la cupidigia e così distorcono tutto." (Michea 7,1-3 in "Gerusalemme e Babele roccaforti di guerra apocalittica" e tra l'altro decriptato Michea 7)
Al riguardo è però da considerare il connesso divieto all'idolatria condannato dalla Bibbia ed è da tener conto che il culto pagano, di fatto, è rivolto ai demoni come dice San Paolo: "...fuggite l'idolatria... i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni... non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni... " (1Corinzi 10,14-21)

Questi sono i tanti passi dell'Antico Testamento relativi a idolatria e ad idoli:
  • Esodo 20,4.
  • Levitico 19,4; 26,1-30.
  • Deuteronomio 4:16; 7,5; 12,3; 16,21; 29,16; 32,21.
  • Giudici 2,11-13; 3,7.19,26; 6,25-30; 8,33; 10,6; 17,5; 18,14-20.
  • 1Samuele 7,3.4; 12,10; 15,23; 19,13.16; 31,9.
  • 2Samuele 5,21.
  • 1Re 14,15.23; 15,12; 16,13.26.33; 21,26.
  • 2Re 13,6; 17,10-16.41; 18,4; 21,3-11.21; 23,5.14.15.24.
  • 1Cronache 10,9; 16,26.
  • 2Cronache 14,2; 17,6; 19,3; 24,18; 31,1; 33,3-19; 34,3-7.
  • Salmi 78,58; 96,5; 97,7; 106,36.38; 115,4; 135,15.
  • Isaia 2,8.18.20; 10,10.11; 17,8; 19,1.3; 27,9; 31,7; 44,9-19; 45,16.20; 46,1; 48,5; 57,13; 66,3.17.
  • Geremia 10,5; 14,22; 16,18; 17,2; 18:15; 43,12; 50,2.38.
  • Ezechiele 6,4-13; 8,3-10; 14,3-7; 16,36; 18,6-15; 20,7.8; 20,16-24; 20,30.31.39; 21,26; 22,3.4.7; 23,30.37.39.49; 30,13; 33,25; 36,18.25; 37,23; 44,10.12.
  • Osea 3,4; 4,17; 8,4; 10,5.6; 13,2; 14,8; Giona 2,9; Michea 1,7; Michea 5,13; Abacuc 2,18: Sofonia 1,4 ed in Zaccaria 10,2 e 13,2.
In questa lotta impari tra lo spirito del male, in definitiva un angelo di luce decaduto secondo la tradizione, furbo, poliedrico e nascosto, e la natura umana ormai così fragile e schiava di questo, s'attendeva un rimedio sostanziale ed esistenziale che mutasse le sorti dell'uomo.
"Tutti hanno peccato contro di me" dice il Signore in Osea 4,7.
(Vedi: "Sul libro del profeta Osea")

Di ciò parlano i profeti nell'Antico Testamento in modo esplicito e soprattutto implicito attraverso le lettere ebraiche che consentono di ricavare per decriptazione testi messianici dai vari passi della Tenak.
Zaccaria in 10,2 lamenta che non c'è pastore... e in 13,2 profetizza: "In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità. In quel giorno - dice il Signore degli eserciti - io estirperò dal paese i nomi degli idoli, né più saranno ricordati: anche i profeti e lo spirito immondo farò sparire dal paese." (Zaccaria 13,1s - Ho integralmente decriptato il profeta Zaccaria; i capitoli 1-8 si trovano in "Aggeo e Zaccaria - protovangeli del Messia" e 9-14 in "Profezie nei Vangeli: il protovangelo di Zaccaria")

Perciò l'attesa di un redentore che liberasse l'uomo dalla schiavitù del demonio era grande.

UN UOMO NUOVO
È da dire subito che nel cattolicesimo il diavolo è identificato con il serpente nel Giardino dell'Eden, col dragone nell'Apocalisse di Giovanni e col tentatore dei Vangeli.
Questi è un angelo caduto per lussuria e superbia, oppositore del disegno di Dio e accusatore davanti a Lui dell'umanità definito da San Paolo "principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli" (Efesini 2,2), quindi capo degli "spiriti del male che abitano nelle regioni celesti". (Efesini, 6,12)

Interessante è il pensiero dell'Islam nel Corano su un tale essere che è chiamato Iblis e che Dio creò con tutti gli altri Jinn dal "fuoco senza fumo", ma creò l'uomo dall'argilla.
Questo Iblis ha solo il potere di suggestionare malvagiamente i cuori dei viventi.
Iblis sarebbe stato espulso quando scelse di non rendere omaggio ad Adamo, perché riteneva d'essergli superiore non essendo fatto di terra.
Per tale espulsione divenne nemico dell'uomo.
Per il Corano la missione del Diavolo durerà fino al Giorno della Resurrezione in cui sarà punito.

Era però attesa la venuta di un uomo nuovo che continuasse la storia con Dio dal momento in cui la lasciò Adamo quando cadde nella disobbedienza narrata in Genesi 3 coinvolgendo tutti i discendenti figli di Eva.
Questo uomo nuovo non doveva essere figlio di Eva, ma doveva nascere in un modo diverso da tutti gli uomini, senza una unione carnale, quindi da una donna nuova in cui operasse solo lo Spirito Santo.
Adamo, infatti, non aveva avuto genitori terreni, ma fu formato da Dio "con polvere del suolo" e gli "soffiò nelle sue narici un alito di vita". (Genesi 2,7)
I Vangeli riportano la buona notizia di questo uomo che viene da Dio nato per volontà dello Spirito Santo, Gesù di Nazaret.
Due evangelisti, per sottolineare l'attesa che era sin dagli inizi, ne presentano la genealogia; così Matteo lo collega alle promesse fatte ad Abramo, mentre Luca direttamente ad "...Adamo, figlio di Dio", perché la promessa coinvolgeva anche i pagani.

Nel cuore dell'uomo era entrato il tarlo che aveva portato per conto di Satana il serpente di Genesi 3, sua personificazione, che provocò la caduta della prima coppia umana.
Dopo l'entrata del seme del serpente nei loro cuori erano stati come rimpastati, come con una nuova rugiada "tal" , veramente rugiada non luminosa ma solo notturna, rugiada di Lilit, la sposa di Satana secondo la tradizione.
La morte fisica avrebbe potato un termine a quel seme causa d'incitamento al peccare.
Occorreva rinnestare nell'uomo l'amore del Potente e la rugiada dello Spirito Santo, lo stesso amore che lega il Padre al Figlio.
In definitiva occorreva lavare l'uomo nella rugiada primitiva.
Diceva, infatti, Giovanni: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)
Era attesa una nuova acqua salutare che venisse dal cielo.
Questa doveva bagnare il mondo e rinnovare gli uomini.
Doveva essere un'acqua che provenisse dall'Eterno.
Fisicamente il segno era che provenisse dall'Ermon.
Il Giordano è alimentato dalle nevi di quel monte.
Gesù fece il segno d'immergervisi, infatti "...Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". (Marco 1,9-11)
L'acqua salutare sarebbe uscita dalla parte destra del Tempio secondo Ezechiele 47.
Gesù fece il segno di entrare in questa profezia e con forza proclamò: "Distruggete questo tempio e in 3 giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in 46 anni e tu in 3 giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21) e il Salmo 22,15 propone "Io sono come acqua versata".
Questa acqua perciò l'avrebbe portata il Messia e Lui, Gesù di Nazaret è il Messia.
Ecco che in questa tensione l'evangelista Giovanni 19,33-35 assevera con forza e nella gioia che: "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate."
Era nato quanto serviva per plasmare l'uomo nuovo.
L'uomo di terra, immergendosi nel costato di Cristo trova la rugiada in cui essere nuovamente plasmato e nel contempo è sostenuto in questa vita terrena col nutrimento per la vita eterna.
Questo si attende che si completi in noi e s'invoca liturgicamente ogni anno:

"O cieli stillate rugiada:
le nubi piovano il Giusto
si apra la terra
e germogli il Salvatore.
"
(Antifona al II Salmo delle lodi del Sabato prima del 24 dicembre)

Sant'Ireneo vescovo di Lione (nato a Smirne nel 135-140; fu alla scuola del Vescovo Policarpo, discepolo dell'apostolo Giovanni) di cui scrive Eusebio nel quinto libro della "Storia Ecclesiastica" "Contro le eresie" (Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306) parla dello Spirito Santo e lo somiglia alla rugiada che serve per rimpastare l'uomo.

"Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28,19). È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso dicesse anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo. Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in una unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare una unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'Acqua che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la Pioggia mandata liberamente dall'alto. Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte. Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio. Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra... Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato. Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore."
(Vedi il paragrafo "Plasmare l'uomo nuovo " nell'articolo "La rugiada luminosa che viene dal Messia")

Tutti e tre i sinottici (Matteo 4,1-11; Marco 1,11.12; Luca 4,1-13), prima dell'inizio del suo ministero, riportano l'episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto ed in particolare Luca la fa precedere proprio da quella genealogia (Luca 3,25-38) che ci riporta alla storia di Adamo.
Ecco che "l'uomo" Gesù, nato senza intervento naturale di genitori terreni come Adamo si trova davanti al diavolo che lo tenta.
L'episodio presenta le tentazioni fondamentali della vita umana, quella del pane, quella di cambiare la propria storia e di diventare potenti.
Tutti gli uomini sono stati o sono sottoposti a tentazioni e tutti sono caduti, perché figli di una generazione colpita alle radici dallo spirito del male e dall'istinto cattivo che vi ha inserito come abbiamo detto.
Solo un "uomo nuovo", integro di una generazione nuova poteva resistere.
I Vangeli così sottolineano con la vittoria di Gesù sul tentatore.
L'articolo "Tentazioni del figlio di Adamo, figlio di Dio, il Carpentiere" discute nel dettaglio anche tale episodio dei Vangeli.
Si pensi che lo stesso Mosè non superò la tentazione a Massa e Meriba.
massa infatti in ebraico è la parola che indica tentazione.
A Massa e Meriba Mosè colpì la roccia e non ebbe fiducia solo di parlarle come invece gli aveva detto il Signore: "Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame".(Numeri 20,8)
Il Signore, allora, non lo fece entrare nella terra promessa: "...Poiché non avete avuto fiducia in me... non introdurrete questa comunità nel paese che io le do'" (Numeri 20,12) e poi la introdurrà Giosuè.
Il Nuovo Testamento riprende l'evento e presenta il superamento delle tentazioni = massa nel deserto da parte di Gesù e l'apertura del paradiso per tutti come si arguisce dalla risposta "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso" a quel compagno in croce che chiedeva: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno." (Luca 23,42s - "La Roccia che scaturisce acqua viva")

GLI INDEMONIATI E GESÙ
Propongo un pensiero sulla illegittimità sostanziale davanti a Dio dei figli di Adamo-Eva secondo i criteri del matrimonio proposto dal testo della Bibbia.
Tra l'altro al riguardo Gesù disse ai Giudei, ma vale per tutti: "Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna." (Giovanni 8,44)
Quando Dio presentò ad Adamo la moglie che gli aveva tratto fuori dal costato i due di fatto si sposarono davanti a Dio secondo la sua volontà che rivestì l'unione matrimoniale anche di dignità divina, ma tralignarono peccando.
Il matrimonio però è un patto sacro a tre, i due sposi e Dio.
Quindi la loro unione fu nel peccato che aveva annullato la sacralità di quel matrimonio.
Un cenno a ciò si può trovare col fatto che Adamo subito incolpò Eva "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato." (Genesi 3,12); come a dire io mi sono fidato di colei che tu Dio mi o mi hai dato.
Ciò rivela che l'unione di pace completa era stata rotta.
I figli che nacquero poi da Adamo ed Eva non erano venuti da una coppia pacificata, ma da rapporti solamente umani.
Nel giardino dell'Eden le leggi erano leggi di Dio, la nascita è avvenuta fuori da quelle leggi quindi in condizioni di matrimonio non più valido perché dopo la caduta le leggi sono solo quelle degli uomini fino alla Torah data sul Sinai. Il "mamzer" , nell'ebraismo, è il figlio di una donna sposata che vive con un altro uomo, generalmente "straniero" e nel senso spirituale certo c'è stato una coabitazione con un estraneo, il demonio tentatore.
Il figlio che nasce fuori dal matrimonio è ebreo, ma non può sposarsi con membri della comunità, non potrà cioè mai entrare nella "congregazione del Signore" (Deuteronomio 23,3), ma può sposarsi solo con altri "mamzer" o con convertiti, ma il marchio passa da una generazione all'altra.
C'è poi nel pensiero tradizionale ebraico che nell'età messianica i "mamzerim" saranno purificati.
Ma torniamo al matrimonio di Adamo ed Eva.
È accaduto che il demonio, che nel "midrash" del Genesi 3 ha avuto l'obbedienza e la tacita sottomissione della prima coppia sì che questa s'allontanò dal cammino che gli indicava Dio, ha fatto sì che la prima coppia ha prodotto figli "illegittimi" davanti a Dio stesso, perché aveva mangiato dell'albero della conoscenza del bene e del male.
Ciò che ne nacque furono degli ibridi.
Prova è che Caino è di fatto un "mamzer" rispetto alla volontà di Dio.
Tra l'altro le lettere ebraico del nome di Caino dicono "vi si rovesciò per esistere l'angelo (ribelle)" e lui Caino ha nel nome il destino, infatti, "rovescerà opprimendo ()", atto che compì sul fratello Abele.
Risulta così evidente da questo pensiero che l'umanità in senso stretto è una assemblea tutta di "illegittimi" davanti a Dio, perché nati tutti sotto il medesimo influsso che ha portato alla nascita dei primi figli di Adamo.
Questa è la razza in cui si uccidono tra fratelli ed in cui la pace non esiste.
Ecco l'attesa di un figlio legittimo, il Figlio dell'Uomo.
Questi libererà tutti restituendo la paternità perduta all'origine.
Ecco che tutti gli uomini, di fatto sono "indemoniati", perché nati sotto l'influsso del demonio, che viene ad agire sull'umanità come se avesse una malattia mortale ereditaria.
I Vangeli risentono di queste idee e Gesù come sana i malati, libera dai demoni, quindi è Lui il Messia che purifica i "mamzerim" e riporta agli uomini il Regno di Dio, come di fatto Lui stesso propone: "Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio." (Matteo 12,28)

Nel 4 Q 511 dai rotoli di Qumran, frammenti 48-51, punto 11 del libro di Berger si trova questa perla:
  • "Egli mi ha posto nel cuore l'inno della sua giustizia, e tramite la mia bocca scaccia tutti gli spiriti illegittimi, per sottomettere ogni impurità.
    Infatti nelle membra del mio corpo c'è conflitto, e nel mio corpo c'è lotta.
    Le leggi di Dio sono nel mio cuore e io ho vinto il demonio.
    "
Risulta quasi palpabile il collegamento col pensiero di San Paolo nella lettera ai Romani 7,22-25 "...acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato."

Ulteriori conferme sull'idea del peccato originale da parte degli Esseni vengono dai seguenti brani tratti dai rotoli di Qumran:
  • 1QS 11, 9-10: "Ma io (appartengo) all'empio Adamo al consiglio della carne di ingiustizia! /Le mie iniquità, le mie trasgressioni, i miei peccati... (mi associano) al consiglio dei vermi e di coloro che camminano nelle tenebre."
  • 1QH 4,29-31: "Quale creatura d'argilla può fare miracoli? Fin dall'utero è nel peccato e fino alla vecchiaia nella colpevole iniquità. Io so che non è dell'uomo la giustizia, non è del figlio di Adamo la perfezione della via: sono del Dio Altissimo tutte le opere di giustizia..."
  • (Testi di Qumran di F.G. Martinez Paideia 2003 pag 535).
    (Vedi: "Salmi del Salterio e di Qumran - Gesù e gli Esseni")

I Vangeli riportano numerosi miracoli di Gesù che opera scacciando i demoni e da tale potere anche agli apostoli e ai discepoli.
Provo a seguire nei Vangeli gli episodi relativi agli indemoniati, agli spiriti immondi ed al cacciare i demoni, al demonio, a satana e al diavolo.

In Matteo:
  • 4,1-11 - Le tentazioni di Gesù da parte di satana.
  • 4,24 - "La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì."
  • 7,22b - "E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni?"
  • 8,16 - "Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati..."
  • 8,28-34 - l'episodio di due indemoniati Gadareni e dei porci che si precipitano in mare;
  • 9,32-34 - un muto indemoniato;
  • 10,11 - "Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità."
  • 10,8 - "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni."
  • 12,22 - un cieco muto indemoniato.
  • 12,24-28 - Gesù e Beelzebul.
  • 13,39 e 41 - il diavolo è il nemico che ha seminato la zizzania.
  • 15,21-20 - figlia con un demonio della donna Siro-Fenicia.
  • 16,23 - "...voltandosi, disse a Pietro: Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!"
  • 17,14-29 - un epilettico indemoniato.
In Marco:
  • 1,12s - Gesù tentato da satana nel deserto.
  • 1,32 - "Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati."
  • 1,39 - "E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni."
  • 3,14s - "Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni".
  • 3,22-30 - Gesù e Beelzebul.
  • 4,13-20 - Gesù spiega la parabola della zizzania.
  • 5,1-17 - L'indemoniato Geraseno e i porci.
  • 6,13 - Gli apostoli scacciavano i demoni.
  • 7,25-30 - la figlia con uno spirito immondo della donna Siro-Fenicia.
  • 8,33 - come Matteo 16,23 "...Va' dietro a me, Satana!"
  • 9,16-28 - Gesù scaccia uno spirito muto.
  • 9,38 - "Giovanni gli disse: Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva."
  • 16,9 - "Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demoni."
In Luca:
  • 4,1-13 - Tentazioni nel deserto, "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo... Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato."
  • 4,33-36 - In una sinagoga un tale aveva un essere impuro e Gesù lo scaccia e "Tutti furono presi da timore e si dicevano l'un l'altro: Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?"
  • 6,18 - "...anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti."
  • 8,12 - nella spiegazione della zizzania "I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati."
  • 8,26-37 - l'indemoniato e i porci.
  • 9,49 - un tale scaccia i demoni in nome di Gesù
  • 10,17s - "I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome. Egli disse loro: Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore."
  • 11,14-26 - Beelzebul e i sette compagni peggiori di lui.
  • 13,10 - libera in una sinagoga di sabato una donna curva da 18 anni prigioniera di satana.
  • 22,3 - "Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici."
  • 22,31 - "Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli."
In Giovanni:
  • 6,70s - "Gesù riprese: Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo! Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici."
  • 7,20 - Gesù viene accusato dalla folla di essere un indemoniato.
  • 8,44 - "Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna."
  • 8,48-52 - ancora accusato d'essere indemoniato.
  • 10,20s - idem.
  • 13,2 - "Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo..."
  • 13,27 - "Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui."
TRARRE IL BENE DAL MALE
Da tale ultima elencazione appare veramente notevole e radicale il combattimento che i Vangeli presentano tra Gesù di Nazaret e il demonio.
La stessa morte in croce è suggerita come atto ispirato da Satana, che trapela come istigatore del tradimento di Giuda, a cui Gesù si abbandona perché è stato il modo definitivo di vincere l'accusatore degli uomini davanti a Dio.
Scrittura e la Tradizione della Chiesa intravedono, infatti, l'espressione di un angelo caduto - satana, il diavolo, il divisore - capo di schiere angeliche create da Dio naturalmente buone, ma da sé trasformatisi in malvagie in quanto con libera scelta hanno rifiutato Dio.
Quel peccato è stato radicale ed irrevocabile, cioè dopo la caduta non v'è possibilità col loro pentimento di rientrare nel suo Regno, come non v'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte.
Reso cieco per odio al disegno divino chi accusava gli uomini di essere non giusti compie il più grande dei fallimenti, istigare e far uccidere in croce un giusto.
Grazie a Gesù ogni potere del male viene a cadere, ivi compresa la morte, prova n'è la sua stessa risurrezione, anticipo per tutti gli uomini.
L'amore che ha profuso per noi è più forte della morte, infatti:

"Forte è la morte, che è capace di privarci del dono della vita. Forte è l'amore, che è capace di ricondurci ad un miglior uso della vita. Forte è la morte, che è in grado di spogliarci del vestito di questo corpo. Forte è l'amore, che è capace di strappare le nostre spoglie alla morte e restituircele. Forte è la morte, a cui nessun uomo è in grado di resistere. Forte è l'amore, al punto da trionfare su di essa, spuntarne il pungiglione, smorzarne la forza, vanificarne la vittoria. Verrà il tempo in cui sarà insultata, quando si potrà dire: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Dov'è la tua forza? (Osea 13,14; 1Corinzi 15,55) "Forte come la morte è l'amore" (Cantico 8,6), perché l'amore di Cristo è la fine della morte. Perciò dice: Io sarò la tua fine o morte; io sarò il tuo flagello, o inferno (Osea 13,14). L'amore, infatti, che portiamo a Cristo, anch'esso è forte come la morte, perché deve essere una specie di morte, in quanto è distruzione della vecchia vita, abolizione dei vizi e abbandono delle opere morte. Sia questo amore una specie di contraccambio a Cristo, anche se dobbiamo ammettere che sarà sempre impari al suo amore per noi e come una sua sbiadita immagine. Egli infatti ci ha amato per primo (1Giovanni 4,10) e con l'esempio del suo amore è diventato per noi come un richiamo per renderci conformi alla sua immagine, spogliarci dell'uomo terreno e rivestirci dell'uomo celeste. Come ci ha amati, così dobbiamo amarlo. Ci ha lasciato, infatti, un esempio perché seguiamo le sue orme (1Pietro 2,21). Per questo dice: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore" (Cantico 8,6). Come se dicesse: Amami come io ti amo. Abbimi nella tua mente, nei tuoi ricordi, nei tuoi desideri, nei tuoi sospiri, nei tuoi lamenti, nei tuoi gemiti.
Non dimenticarti, o uomo, che da me viene tutto quello che sei. Ricorda come ti ho preferito a tutte le altre creature, a quale dignità ti ho innalzato, come ti ho coronato di gloria e di onore, come ti ho fatto poco meno degli angeli, e tutto ho posto sotto i tuoi piedi
(Salmi 8,6-7). Ricordati non solo di quanto ti ho donato, ma quante cose terribili ed immeritate ho sofferto per te. Solo allora potrai capire quanto sei ingiusto verso di me privandomi del tuo amore. Chi infatti ti ama come ti amo io? Chi ti ha creato, se non io? Chi ti ha redento, se non io?"
(Dai "Trattati" di Baldovino di Canterbury, vescovo)

Con la morte e risurrezione di Cristo tutto è cambiato.
"Pace a voi..." in pratica "vi ho salvati" furono le prime parole del Risorto.
Ecco che, ciò che era l'impedimento mortale, in realtà diviene il motore della storia di salvezza preparata da Dio per l'uomo grazie al mistero pasquale.
Con la risurrezione di suo Figlio rende, infatti, palese che "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Romani 8,28)
Quella dei nostri progenitori fu una "felice colpa", felix culpa come s'esprime l'Exultet pasquale del Rito romano.
Sant Agostino, infatti, sostiene che: "Dio non permetterebbe il male se non fosse così onnipotente e buono, da trarre anche dal male un bene" e San Tommaso parlando della Divina Provvidenza argomenta che il male può così rientrare nell'ordine universale delle cose.

Il male e il peccato vengono a costituire ora sì un attrito nell'esistenza, ma nel contempo sono asserviti e domati.
Il demonio quindi è l'attrito dell'esistenza, e come in fisica l'attrito provoca l'entropia e il decadimento dell'energie più raffinate in calore così, lo spirito del male intende annullare il rapporto dell'uomo con Dio, con conseguenza del non senso della vita e tende a farlo regredire ad un insieme di impulsi di istinto ed al massimo di superstizione.
Come le automobili, però, non si muoverebbero se non vi fosse l'attrito, così la crescita nella vita spirituale non vi sarebbe senza il superamento di tentazioni con l'aiuto che viene dal Signore.
L'aiuto è concreto, con l'effusione della grazia e dello Spirito Santo e permette all'uomo di rialzarsi nelle cadute grazie ai sacramenti del battesimo e della penitenza, trasformando la propria vita in un servizio con i sacramenti del matrimonio e dell'ordine.
Questo aiuto rende la vita un'eucaristia e restituisce la gioia all'esistenza.

PROVERBI 11 - TESTO C.E.I. E DECRIPTAZIONE
Riporto il testo dell'ultima versione in italiano C.E.I. di Proverbi 11.

Proverbi 11,1 - Il Signore aborrisce la bilancia falsa, ma del peso esatto egli si compiace.

Proverbi 11,2 - Dove c'è insolenza c'è anche disonore, ma la sapienza sta con gli umili.

Proverbi 11,3 - L'integrità guida gli uomini retti, la malvagità è la rovina dei perfidi.

Proverbi 11,4 - Non giova la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte.

Proverbi 11,5 - La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via, per la sua cattiveria cade il cattivo.

Proverbi 11,6 - La giustizia salva gli onesti, nella cupidigia restano presi i perfidi.

Proverbi 11,7 - Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza, l'attesa dei ricchi scompare.

Proverbi 11,8 - Il giusto è liberato dall'angoscia, al suo posto subentra il malvagio.

Proverbi 11,9 - Con la sua bocca il bugiardo rovina l'amico, i giusti con la loro scienza si salvano.

Proverbi 11,10 - Della prosperità dei giusti la città si rallegra, per la rovina dei malvagi si fa festa.

Proverbi 11,11 - La benedizione degli uomini retti fa prosperare una città, le parole dei malvagi la distruggono.

Proverbi 11,12 - Disprezza il suo prossimo chi è privo di senno, ma l'uomo prudente tace.

Proverbi 11,13 - Chi va in giro sparlando svela il segreto, ma l'uomo fidato tiene nascosto ciò che sa.

Proverbi 11,14 - Dove manca una guida il popolo va in rovina; la salvezza dipende dal numero dei consiglieri.

Proverbi 11,15 - Chi garantisce per un estraneo si troverà male, chi rifiuta garanzie vive tranquillo.

Proverbi 11,16 - La donna avvenente ottiene onore, gli uomini laboriosi ottengono ricchezze.

Proverbi 11,17 - Benefica se stesso chi è buono, il crudele invece tormenta la sua carne.

Proverbi 11,18 - L'empio realizza opere fallaci, per chi semina giustizia il salario è assicurato.

Proverbi 11,19 - Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi persegue il male va verso la morte.

Proverbi 11,20 - Un cuore perverso il Signore lo detesta: egli si compiace di chi ha una condotta integra.

Proverbi 11,21 - Certamente non resterà impunito il malvagio, ma la discendenza dei giusti sarà salva.

Proverbi 11,22 - Un anello d'oro al naso di un maiale, tale è la donna bella ma senza cervello.

Proverbi 11,23 - La brama dei giusti è solo il bene, la speranza degli empi è la collera.

Proverbi 11,24 - C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta, c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.

Proverbi 11,25 - La persona benefica prospererà e chi disseta sarà dissetato.

Proverbi 11,26 - Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione sta sul capo di chi lo vende.

Proverbi 11,27 - Chi è sollecito del bene incontra favore e chi cerca il male, male gli accadrà.

Proverbi 11,28 - Chi confida nella propria ricchezza cadrà, i giusti invece rinverdiranno come foglie.

Proverbi 11,29 - Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell'uomo di senno.

Proverbi 11,30 - Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista i cuori.

Proverbi 11,31 - Ecco, il giusto è ripagato sulla terra: tanto più l'empio e il peccatore.

Sono i 31 brevi pensieri di questo capitolo 11 dei Proverbi ad esaltare l'ordine e la giustizia nei riguardi del disordine e l'empietà ed è esaltato il giusto messo in confronto col malvagio.
Il testo decriptato parla della missione del Messia.

Prima di presentare la decriptazione tutta di seguito propongo la dimostrazione motivata degli ultimi tre versetti, riportandone anche il testo in ebraico.

Proverbi 11,29 - Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell'uomo di senno.



Proverbi 11,29 - In azione l'Agnello da casa si è alla fine portato . È stato inviato alla prigione del serpente . Nel corpo si porta a chiudersi per recarsi a servire . L'Unico ha portato ad esistere dal potente serpente chiusa la rettitudine in un vivente nel cuore .

Proverbi 11,30 - Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista i cuori.



Proverbi 11,30 - Il Verbo col corpo è a caccia . Si è versato l'albero della vita . Si è dai viventi portato per il serpente rovesciare , per la chiudere con energia la superbia ed alla fine richiudere la rettitudine nei viventi .

Proverbi 11,31 - Ecco, il giusto è ripagato sulla terra: tanto più l'empio e il peccatore.



Proverbi 11,31 - Nel mondo per l'angelo (ribelle) giù sbarrare s'è versato . Nel pozzo sceso è per bruciare il serpente nei viventi . L'ira in un braciere col fuoco al peccare reca . Dal cuore gli esce .

Proverbi 11,1 - In vita l'Unigenito a colpire inviato è 'ingannatore.
Per finirlo si reca in azione da casa.
Tutto il Signore porta del Padre lo spirito.
Al serpente escono con il corpo i precetti in casa.

Proverbi 11,2 - Dentro l'Unico questi per il giudizio porta.
È stato a casa l'Unigenito versato, dal serpente si porta a ricusarlo.
Completa, giù l'energia ha portato in azione.
È nelle midolla la rettitudine in un vivente entrata.

Proverbi 11,3 - Finalmente un uomo retto è in vita.
Indica che a vendicarsi si porta in pienezza del serpente.
Il Verbo in cammino per aiutare è i viventi.
Si porta dal demonio da vivente.

Proverbi 11,4 - Il rifiuto è a portare in azione ad esistere al serpente nel mondo.
Gli reca l'energia a casa.
Si è portato dai viventi, dall'aldilà uscito si reca giù alla polvere.
Esce per liberare i viventi dalla morte.

Proverbi 11,5 - La giustizia completa con la purezza sono in un uomo.
Sono sorte in un corpo.
In giro con la rettitudine le porta e il Figlio alla luce nel tempo si porta all'esistenza.
Il Verbo dal serpente da povero agirà.

Proverbi 11,6 - Il Giusto alla fine è sorto in un corpo, è dagli uomini giù ad esistere perché dentro al mondo si porti la fine della perfidia.
È ai viventi in cammino l'aiuto a recare.

Proverbi 11,7 - Dentro la morte degli uomini dai corpi brucerà nel tempo.
Del Padre la legge divina per abbatterla porta alla perversità ed a terminare porterà l'ammalare.
Tutta con l'Unigenito ha recato l'energia a stare in un vivente il Padre per aiutare nel mondo.

Proverbi 11,8 - Sceso per aiutare si è versato in un vivente.
Scende col corpo al mondo da inviato per salvare.
Si porta a stare a casa l'Unigenito dall'empio.
Completo lo spavento è a portargli.

Proverbi 11,9 - Da casa il Verbo esce.
La grazia col volto è alla luce.
Chiusosi per la fine del male al mondo portare da solo si vede alla fine giù.
Per aiutare è sorto.
Si è alla prigione del serpente giù portato.

Proverbi 11,10 - Da casa il Cuore porta dentro giù per aiutare.
È stato versato ad esistere in un uomo.
Dall'alto giù versato in un corpo è stato al mondo portato da casa dal Padre.
Per sbarrare l'empio è tra i viventi col corpo inviato al mondo.

Proverbi 11,11 - Dentro col Figlio la rettitudine è tutta alla luce col corpo.
È un uomo a saziarsi dalla Madre al freddo finalmente portato.
In una casa il Verbo è da povero ad agire.
È stata della vita completamente partorita la pienezza.

Proverbi 11,12 - Dentro per colpire del serpente il male si reca alla prigione del ribelle.
Il cuore ha portato in un uomo.
Confinata dentro ha recato l'energia, l'ha recata finalmente.
È sul campo da arare.

Proverbi 11,13 - Al mondo ha recato il Potente l'Agnello retto.
Sono i potenti i Magi guizzati fuori, in segreto portati dagli angeli.
L'Amen nel corpo ha portato a chiudersi in vita.
Dal trono uscì la Parola.

Proverbi 11,14 - Dentro per annullare, per finire l'ammalare si porta finalmente all'esistenza il Verbo dal serpente.
Ad agire sulla morte la risurrezione porterà.
Se ne vedrà riuscire il Figlio da dentro; si riporterà dal legno.

Proverbi 11,15 - Il corpo in Città (Gerusalemme) hanno portato alla vista i retti (Giuseppe e Maria). Sono in azione con le moltitudini da pellegrini, portatisi dell'anno all'inizio al suonare delle trombe (per un bando) è stata la Madre da casa a portarsi che il Cuore racchiudeva. (Rosch ha-Shanah nel mese di Tishri settimo mese dopo quello di Nisan considerato il primo mese dell'anno Vedi Levvitico 23,24 e si suona la tromba shofar)
Proverbi 11,16 - La Donna completamente dalla grazia segnata, pura, retta, così da dentro ha portato all'impuro in vista un corpo.
È giù ad esistere in vita, è la purezza e la rettitudine portata il decimo (dopo 10 mesi lunari, i 28x10 = 280 giorni di gestazione).

Proverbi 11,17 - In cammino all'albergo dal superbo ha portato il primogenito.
È la luce per amore portata in azione.
L'Agnello nella carne portato dall'Unico così un pellegrino è.

Proverbi 11,18 - Col corpo alla luce si vede operare il Verbo.
Dall'alto per finire il mentitore porta il seme della giustizia.
Sorge la rettitudine alla vista in un uomo.

Proverbi 11,19 - Così inviato giù alla polvere dal serpente in vita è stato dalla Madre.
Portandosi dai viventi caccerà in fuga il male dal mondo. Al serpente la morte porterà.
Proverbi 11,20 - Per la scelleratezza dentro finire il Signore in azione versatosi alla luce è.
Dal serpente alla prigione giù si porta ad abitare.
Dell'innocenza è per i viventi ad esistere la via.

Proverbi 11,21 - Sarà da un povero che sarà sbarrato il serpente.
L'annullerà, abbatterà dal mondo il male.
Ha portato la stirpe del giusto ad esistere la Madre, inviata per reciderlo.

Proverbi 11,22 - Inviato questi dai viventi per colpire esce da casa con dentro l'ira.
Chiusa questa è in un corpo.
Da Donna è stato il Verbo al mondo portato al ribelle che finirà completamente dall'agire nei viventi.

Proverbi 11,23 - Alla fine l'Unigenito si porta tutti giù ad aiutare.
È stata versata dalla Madre col primogenito la rettitudine.
Il Cuore ha portato dentro.
Una completa fune indica col corpo alla luce in vista esistere per i viventi dall'aldilà nel mondo.

Proverbi 11,24 - È alla luce dai viventi per sperdere e fugare il Verbo il peccare dell'impuro rinchiudere.
Di arderlo anela con la rettitudine.
L'Unigenito così dal serpente al rifugio si porta col corpo.

Proverbi 11,25 - Un'anima col Figlio retta esce.
Indicano la porta con la luce gli angeli che l'ha portato la Madre col corpo.
E al mondo in cammino dai viventi Lui è stato portato col corpo dall'Unico.

Proverbi 11,26 - In vita inviato dall'aldilà è stato versato da casa al mondo.
Ha portato il Potente l'Unigenito e la Madre ha portato il Figlio retto al mondo dal serpente.
Col corpo il peccare brucerà in un pozzo.

Proverbi 11,27 - A sorgere chiuso in un corpo il Cuore ha portato dentro.
È in una casa con le fasce, giù portato ad abitare si reca a cercare il male al mondo per finirlo.
Dentro si porta ad incontrarlo col bastone.

Proverbi 11,28 - Dentro si portò il Cuore nel grembo per dieci (mesi-lunari) e al mondo si portò l'Unigenito a stare.
Il volto ha portato dal Potente e così dall'alto esce il giusto; è con la Madre, si è il germoglio portato.

Proverbi 11,29 - In azione l'Agnello da casa si è alla fine portato.
È stato inviato alla prigione del serpente.
Nel corpo si porta a chiudersi per recarsi a Servire.
L'Unico ha portato ad esistere dal potente serpente chiusa la rettitudine in un vivente nel cuore.

Proverbi 11,30 - Il Verbo col corpo è a caccia.
Si è versato l'albero della vita.
Si è dai viventi portato per il serpente rovesciare, per chiudere con energia la superbia ed alla fine richiudere la rettitudine nei viventi.

Proverbi 11,31 - Nel mondo per l'angelo (ribelle) giù sbarrare s'è versato.
Nel pozzo sceso è per bruciare il serpente nei viventi.
L'ira in un braciere col fuoco al peccare reca.
Dal cuore gli esce.

a.contipuorger@gmail.com

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