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ATTESA DEL MESSIA...
GIOBBE IN PROSA, SATANA E IL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger
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LA TENTAZIONE E IL PADRE NOSTRO
Le tentazioni sono come i compiti a casa che il maestro prepara per l'allievo.
Chi vuol seguire Dio e crescere in un cammino spirituale presto s'imbatterà nella tentazione.
Dice il libro del Siracide: "Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione." (Siracide 2,1)
Al riguardo è da ricordare la lettera di Giacomo quando dice:
"Beato l'uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica: Sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte." (Giacomo 1,12-15)
Dio, in efetti, mette alla prova i giusti, ma non tenta al male nessuno.
La tentazione superata in definitiva è una via di crescita spirituale, ma la tentazione viene dal maligno che opera e l'uomo vi cade per libera scelta.
Il mondo di oggi in particolare è una totale tentazione.
Così, infatti, ci istruisce la gaudium et spes" "Costituzione Pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo in data 7 dicembre 1965 di Paolo VI al paragrafo 37. "L'attività umana corrotta dal peccato".
"La sacra Scrittura, però, con cui si accorda l'esperienza dei secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure è un grande bene dell'uomo, porta con sé una seria tentazione. Infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano solamente agli interessi propri e non a quelli degli altri; cosi il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano. Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio. Per questo la Chiesa di Cristo, fiduciosa nel piano provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia fare a meno di far risuonare il detto dell'Apostolo: Non vogliate adattarvi allo stile di questo mondo (Romani 12,2) e cioè a quello spirito di vanità e di malizia che stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell'uomo. Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se stessi, devono venir purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo, infatti, può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve: le vede come uscire dalle sue mani e le rispetta. Di esse ringrazia il divino benefattore e, usando e godendo delle creature in spirito di povertà e di libertà, viene introdotto nel vero possesso del mondo, come qualcuno che non ha niente e che possiede tutto: Tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo e il Cristo è di Dio (1Corinzii 3,22)."
La preghiera del Padre Nostro insegnataci da Gesù prevede in Matteo 6,13 una specifica richiesta per la "tentazione" con queste parole nel testo latino "...et ne inducas nos in temptationem sed libera nos a malo" e nel testo in greco c'è un non "eis eneghkhj" cioè non ci far andare "eis" verso la caduta "eneghkhj".
La traduzione C.E.I. in italiano del 1971 che prevedeva "...e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male" è stata infatti così giustamente modificata dalla traduzione C.E.I. del 2008 "...e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male."
Il catechismo della Chiesa Cattolica al riguardo della domanda del Padre Nostro di Non ci indurre in tentazione così tra l'altro precisa:
- 2846 - Questa domanda va alla radice della precedente, perché i nostri peccati sono frutto del consenso alla tentazione. Noi chiediamo al Padre nostro di non "indurci" in essa. Tradurre con una sola parola il termine greco è difficile: significa "non permettere di entrare in", "non lasciarci soccombere alla tentazione". "Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male " (Giacomo 1,13); al contrario, vuole liberarcene. Noi gli chiediamo di non lasciarci prendere la strada che conduce al peccato. Siamo impegnati nella lotta " tra la carne e lo Spirito". Questa domanda implora lo Spirito di discernimento e di fortezza.
- 2847 - Lo Spirito Santo ci porta a "discernere" tra la prova, necessaria alla crescita dell'uomo interiore in vista di una " virtù provata", e la tentazione, che conduce al peccato e alla morte. Dobbiamo anche distinguere tra "essere tentati" e "consentire" alla tentazione. Infine, il discernimento smaschera la menzogna della tentazione: apparentemente il suo oggetto è "buono, gradito agli occhi e desiderabile" (Genesi 3,6), mentre, in realtà, il suo frutto è la morte.
Sul tema infine riporto uno stralcio da "Padre nostro chiave di volta contro la pena di morte".
A Gerusalemme, nel cortile esterno d'una chiesa tradotta in varie lingue su riquadri in mattonelle di ceramica c'è la preghiera del Padre Nostro nella forma del Vangelo di Matteo.
Riporto il testo della versione in l'ebraico, con accanto l'italiano e la dimostrazione della decriptazione:
Padre nostro che sei nei cieli
Dal Padre
dove stava
ad abitare
()
l'Unigenito
Principe
da dentro
il cielo
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
fu
a versarsi
in aiuto
.
La Luce
che illumina
i viventi
dalle Scritture
si portò
dall'Unico
tra i viventi
in cammino
,
ma
in croce
per la rettitudine
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
fu
ad entrare
,
fu
nel corpo
a salirgli
un'asta
l'uccisero
()
Per la rettitudine
l'Unigenito
risorse
,
col corpo
alla casa
in cielo
si riportò
.
La rettitudine
ha inviato
dentro
la terra
Dacci oggi il nostro pane
quotidiano
Per la guerra
gli apostoli
portò
.
Integrità
con la forza
a sufficienza
nei giorni
dentro
è
portata
agli uomini
.
L'energia
nei cuori
reca
.
Al mondo
è
a recarla
la Madre
e rimetti a noi i nostri debiti
che porta
a riempire
di vigore
.
Che il serpente
rifiuterà
alla fine
annuncia
().
A casa
per riportarli
tutti
sarà
con gli angeli
a riportarsi
.
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori
Tra i retti
beati
li condurrà
l'Unigenito
tra gli angeli
recandogli
piena
del Potente
la grazia
.
Li porterà
nel cuore
dell'Altissimo
a chiudersi
,
e
dentro
i portati
finalmente
vi staranno
a pascolare
(),
e non abbandonarci alla tentazione,
ma
il maledetto
()
finirà
che c'indusse
in tentazione
ma liberaci dal male
per la rettitudine
che sarà
ricominciata
dai viventi
uscirà
.
Liberi
porteranno
la vita
dal male
.
Raccolgo tutto di seguito:
"Dal Padre dove stava ad abitare, l'Unigenito Principe da dentro il cielo fu a versarsi in aiuto.
La Luce che illumina i viventi dalle Scritture si portò dall'Unico tra i viventi in cammino, ma in croce per la rettitudine fu ad entrare, fu nel corpo a salirgli un'asta, l'uccisero.
Per la rettitudine l'Unigenito risorse, col corpo alla casa del cielo si riportò.
La rettitudine invia dentro la terra, per la guerra gli apostoli portò.
Integrità con forza a sufficienza nei giorni dentro è portata agli uomini.
L'energia nei cuori reca.
Al mondo è a recarla la Madre che porta a riempire di vigore.
Che il serpente rifiuterà alla fine annuncia.
A casa per riportarli tutti sarà con gli angeli a riportarsi.
Da beati li condurrà l'Unigenito tra gli angeli recandogli piena del Potente la grazia.
Li porterà nel cuore dell'Altissimo a chiudersi, e dentro i portati finalmente vi staranno a pascolare, ma il maledetto finirà, che c'indusse in tentazione, per la rettitudine che sarà ricominciata dai viventi, uscirà.
Liberi porteranno la vita dal male."
A questo punto l'idea che nasce spontanea è che la parte in prosa, che ha l'aspetto di favola e di parabola, contenga una particolare seconda faccia che si possa estrapolare per decriptazione.
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