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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VECCHIAIA E LA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I 70 ANZIANI
"Settanta" in ebraico è "shibe'im" ed in sé, per le lettere che lo compongono, porta a pensare anche al biletterale "shab" (pur se con la lettera ? di "sin") che, come ho prima detto, definisce il "vecchio o anziano", che secondo il Salmo 90,10 si trova oramai al massimo della propria "funzione" tra i settanta e gli ottanta anni.
Possiamo subito osservare che le lettere ebraiche di settanta dà luogo a queste idee:

  • = + + = "il vecchio pur tra le rovine vive ", che è un commento sulla sua situazione fisica;
  • = + + = fa "ardenti preghiere al Vivente ", che è un commento sulla sua attitudine al "religioso";
  • = + + + = "i vecchi vedranno colui che è il Vivente ", e questo è tema che si trova nella Torah.
Nel libro dell'Esodo, al capitolo 3, quando IHWH dal roveto ardente parla a Mosè, l'incarica così: "Va! Riunisci gli anziani d'Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto... Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re d'Egitto e gli direte: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi." (Esodo 3,16-18)

Così avvenne.
Gli anziani trasmettono, infatti, i ricordi più lontani e costituiscono la memoria delle promesse, onde testimoniano la fedeltà del Signore alle generazioni successive.
A questi anziani, a cui andrà Mosè, i loro antenati, nonni e bisnonni, avevano certamente raccontato della meravigliosa terra promessa ove aveva risieduto Israele, loro padre, e i loro avi Abramo ed Isacco con le matriarche.
Molti di loro avevano, infatti, visto la grotta di Macpela dove Giuseppe il vice - faraone, con una grande carovana partita dall'Egitto, fornita dal faraone stesso, portò a seppellire il padre Israele, là, ad Ebron, dove appunto erano stati sepolti Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, e dove Giacobbe aveva sepolto la prima moglie, Lia, come è narrato nell'ultimo capitolo del libro della Genesi:

"Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani della terra d'Egitto, tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Lasciarono nella regione di Gosen soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente." (Genesi 50,7-9)

Sono pure, ancora, gli anziani quelli che presiedettero alle incombenze ricevute da Mosè per preparare la prima Pasqua in cui la luna nuova di primavera fu testimone di Dio liberatore.
All'uscita dall'Egitto, infatti: "Mosè convocò tutti gli anziani d'Israele e disse loro: Andate a procurarvi un capo di bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolate la Pasqua." (Esodo 12,21)
Quanti poi uscirono con Mosè dall'Egitto, non erano solo giovani e forti, ma anche vecchi, donne e bambini e tutti assieme furono condotti nel deserto per subire le stesse pesanti traversie, ma uniti sotto l'ombra di Dio che li accompagnava.
Ietro, padre di Zippora, il vecchio e saggio suocero, aveva già consigliato Mosè di farsi aiutare nei suoi gravosi compiti. (Esodo 18)
Dio stesso però, poi, secondo il libro dei Numeri, gli aveva detto: "Raduna settanta uomini stimati, che tu conosci, tra gli anziani e i responsabili del popolo. Li condurrai alla tenda dell'incontro, e si presenteranno alla mia presenza accanto a te. Io interverrò per parlare con te. Prenderò un pò dello spirito che ti ho dato, per effonderlo su di loro. Così essi potranno aiutarti a portare il peso di questo popolo, e non sarai più solo a farlo". (Esodo 11,16s)
Accadde, infine, sempre secondo il racconto del libro dell'Esodo che gli anziani furono premiati!
Avevano anche loro ricevuto lo spirito che aveva investito Mosè.

Il premio fu che questi Settanta di anziani, a faccia a faccia senza morire:

"...videro il Dio d'Israele". (Esodo 24,10)

Questo è quanto dice il libro dell'Esodo al riguardo: "Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu (figli di Aronne) e i settanta anziani d'Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il cielo. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero." (Esodo 24,9-11 Vedi: "Ritorno al Sinai" ove tra l'altro ho decriptato Esodo 24 e "Un seme della Torah nella Torah!" ove o decriptato pure Numeri 11.)

Sotto i piedi del Dio d'Israele c'era un pavimento di zaffiro "saffir" .
Il Regno dei cieli, prima che fosse aperto per gli uomini grazie al sacrificio ed alla vittoria sulla morte di Cristo risorto "Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte?" (Osea 13,14), era, infatti, intravedibile dall'ebraismo solo attraverso le Sacre Scritture ed in particolare dal "Sofer" libro, rotolo, della Torah le cui lettere praticamente sono anche in "Saffir" che viene a costituirne un'immagine poetica.
Gli anziani d'Israele tanto hanno scrutato quel libro , che poeticamente ricorda lo zaffiro "saffir" , il colore del cielo, e vi hanno intravisto il Messia che rappresenta in modo criptico appunto i piedi "ragelai" del Dio d'Israele; infatti, questi col Messia "col corpo a rivelarsi () sarà ".
(Vedi: "Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia")

L'annuncio è che ciò che profetizzano le scritture, in modo palese con le profezie esterne ed in modo criptato nel substrato delle lettere, si è portato fuori dal libro ".
Questi, appunto, è il Messia, Gesù di Nazaret, che disse:
  • Giovanni 5,39 - "Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me."
  • Giovanni 5.46s - "Mosè... ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?"
  • (Vedi: "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche")
Quei 70 anziani con a capo il Sommo Sacerdote, quindi 71 in tutto, sono l'anticipo di ciò che poi sarà nell'ebraismo il famoso Sinedrio, il "Sanhedrin", cioè "assemblea o consiglio", l'organo preposto all'emanazione delle leggi ed alla gestione della giustizia in Gerusalemme e che rappresentava il popolo ebreo presso l'autorità romana nel I secolo a.C. e d.C..
(Fu menzionato per la prima volta, con il nome di "gerousìa" - consiglio degli anziani- al tempo del re Antioco III di Siria 223-187 a.C..)

Sappiamo, peraltro, che all'epoca di Gesù i membri del Sinedrio erano:
  • i "presbuteroi" o rappresentanti più responsabili del popolo, di stirpe non sacerdotale;
  • gli "arkieréis", sommi sacerdoti retrocessi e membri delle quattro famiglie dalle quali si sceglievano i sommi sacerdoti;
  • i "grammatèis", o scribi, per lo più di tendenza farisaica.
Ciascun membro in definitiva era o un sadduceo o un fariseo ed in genere era anche stato uno scriba (Atti 5:17; 7,1; 23,1-2.6).

Funzione basilare nell'ebraismo da parte degli anziani della famiglia è il presiedere al memoriale della Pasqua.
Ciò si evince dallo stesso antico libro dell'Esodo 12,21-27:

"Mosè convocò tutti gli anziani d'Israele e disse loro: Andate a procurarvi un capo di bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolate la pasqua. Prenderete un fascio di issopo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spruzzerete l'architrave e gli stipiti con il sangue del catino. Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua casa fino al mattino. Il Signore passerà per colpire l'Egitto, vedrà il sangue sull'architrave e sugli stipiti: allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire. Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i tuoi figli per sempre. Quando poi sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito. Allora i vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di culto? Voi direte loro: È il sacrificio della pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case".

Così nelle case degli ebrei, ancor oggi dopo circa XXXIII secoli, secondo il rito dell'Haggadah di Pesach, per tutta la durata di una notte, in una cena, ove si alternano racconti biblici e lodi al Signore, attorno alla mensa, con molti segni stabiliti dal "Seder" o Rituale si fa memoriale e il vecchio della casa presiede ed è basilare per la trasmissione della fede.
In quella notte, infatti, i più giovani della famiglia si alzano per chiedere al più anziano di fare il proprio memoriale dell'evento storico e personale della Pasqua e questi oltre a ricordare gli eventi biblici racconta la storia anche della famiglia e propria per ringraziare il Signore delle grazie liberatorie che gli sono state concesse.

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