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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VECCHIAIA E LA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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VECCHIO IN EBRAICO »
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LA GIUSTA VECCHIAIA
Dal profeta Daniele, come abbiamo visto nel libro omonimo, in Daniele 7,9.13.22, Dio è detto "il Vegliardo".
I vegliardi giusti perciò sono proprio la massima immagine e somiglianza dell'uomo col Creatore.
I capelli bianchi sono segno di stabilità.
Divenuti canuti, infatti, il colore di questi permane e non cambia oltre.
Quel colore dei capelli avverte che l'uomo è un veterano che deve aver superato, comunque, varie traversie.
Il candore delle chiome richiama, peraltro, quello delle cime innevate dell'Ermon; quindi, pensando al "Vegliardo", la Torah dispone: "Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi , onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore." (Levitico 19,32)

Ecco che di fatto: "Vanto dei giovani è la loro forza, ornamento dei vecchi è la canizie." (Proverbi 20,29)
Ciò, indipendentemente se il soggetto canuto abbia o meno attinto alla sapienza.
La canizie piace al Signore, perché è il colore della Colomba, lo Spirito Santo.
Il libro della Sapienza in merito però, come ho già citato, avverte: "Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un'età senile è una vita senza macchia." (Sapienza 4,8s)
Il giusto, qualsiasi età terrena abbia, è da considerare come se fosse canuto, perché s'è comportato secondo sapienza, infatti: "Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita; una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto." (Sapienza 4,16)

In "Padre Nostro chiave di volta contro la pena di morte" ho tra l'altro riportato decriptato l'intero capitolo 19 del Levitico e quel versetto che ho sopra citato di Levitico 19 ha fornito la seguente idea sulla risurrezione che riporto in color seppia:

Levitico 19,32 - "Per i viventi il soffio d'energia sarà un dono, dentro entrerà in tutti per risorgerli e usciranno delle generazioni tutte le persone a riesistere, i vecchi si riporteranno ad essere nei corpi nella pienezza/nella maturità, la forza della rettitudine delle origini inviata sarà stata dal Signore."

Poco più oltre lo stesso decriptato informa come sarebbero i risorti:

Levitico 19,32 - "Per la potenza riverranno nell'agire simili a fanciulli, dentro i viventi il fuoco soffiato nei cuori dall'oppressione li ha liberati, ad arrostire ha portato dentro l'insidiatore che uscì."

In quell'articolo, infatti, tra l'altro mi domandavo: "Visto che col variare dell'età, oltre all'aspetto del corpo, a seconda dei momenti, delle condizioni, delle situazioni, delle occasioni e degli incontri, al variare della conoscenza, muta, intelletto, l'impegno sociale, sentimenti e disposizione dello spirito, quando ci sarà l'attesa resurrezione della carne, quale sarà l'io, cioè il complesso glorioso di carne - anima che sarà risorto nell'eternità?"

Dopo il giudizio, quanto di negativo, non avrà seguito, Dio l'annullerà e questo è il perdono dei peccati!
...
Certo è che Dio, dell'aspetto di ciascuno nelle varie età - fisico, etico, sociale e spirituale - saprà scegliere, a proprio giudizio, ciò che è stato il meglio o che vi tendeva, per fare poi sviluppare ai maggiori livelli, che Lui vorrà, gli impulsi, la linearità e la spontaneità che nei rapporti l'individuo avrà saputo in libertà solo accennare nelle varie esperienze.
Ciò che sarà, Lui lo sa; sicuro è che l'uomo si riconoscerà in quel se stesso risorto ed anche gli altri lo riconosceranno e lui li riconoscerà.
L'uomo, che alla luce del pensiero di Dio avrebbe dovuto essere, ma che lo è stato solo per attimi, perché solo per attimi - e magari lo fosse - ha fatto la volontà di Dio, sarà allora alla luce e s'attuerà senza intralci.
Questo avverrà nella vita eterna.
Dio saprà cogliere i migliori attimi personali e dilatarli e creare di ciascuno l'io eterno in un'intima connessione di quanto personale e Suo, senza semi o tracce non voluti e ci riconosceremo in Lui, questa è la comunione dei santi!
Una nuova giovinezza per sempre; questa è la risurrezione della carne!
A scuola della Sua santità e questa è la vita eterna!

Con questo pensiero, la dilatazione della vita terrena col tempo della vecchiaia è da considerare quale atto d'amore di Dio.
Il soggetto, infatti, viene aiutato dal Signore con un maggior tempo di vita per dargli una maggiore opportunità di riparazione col compiere opere buone di cui era carente e che altrimenti non avrebbe compiuto e nello stesso tempo provarne più a lungo la fede, o per portare a termine qualche compito particolare che gli ha assegnato.

Si può leggere sotto tale profilo il seguente monito della 2Pietro ove la magnanimità del Signore è dare più tempo per convertirsi:

"Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza..." (2Pietro 3,8-15)
Pur se è da considerare che:
"Se non hai raccolto in gioventù, che cosa vuoi trovare nella vecchiaia? Quanto s'addice il giudicare ai capelli bianchi e agli anziani il saper dare consigli! Quanto s'addice la sapienza agli anziani, il discernimento e il consiglio alle persone onorate! Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice, loro vanto è temere il Signore." (Siracide 25,3-6),
è anche vero che è grande la misericordia di Dio, onde tutto è possibile.

La vecchiaia invece di essere un tempo di decadimento, può essere, ad opera della parola di Dio, un tempo di grazia, fecondo, pieno di nuovi frutti dal punto di vista spirituale per testimoniare la fede, infatti:

"Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore: mia roccia, in lui non c'è ingiustizia." (Salmo 92,13-16)

San Paolo, divenuto anziano nella fede, può così affermare:

"Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione, ci produce un sempre più grande, smisurato, peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne." (2Corinzi 4,16-18)

Per il rinnovamento che ci attende con la gloria della risurrezione, di cui abbiamo detto la vecchiaia è così la vigilia che annuncia il ringiovanimento!

Il patriarca ed il giusto nel morire è "sazio di giorni" "sheba' maim" ( è qui la sin) come:

  • "Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio (anche di giorni), e si riunì ai suoi antenati." (Genesi 25,8)
  • "Poi Isacco spirò, morì e si riunì ai suoi antenati, vecchio e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe." (Genesi 35,29)
  • "Davide, ormai vecchio e sazio di giorni, costituì re su Israele suo figlio Salomone. (1 Cronache 23,1)
  • "Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni." (Giobbe 42,17)
  • "Ioiadà, divenuto vecchio e sazio di anni, morì a centotrenta anni. Lo seppellirono nella città di Davide con i re, perché aveva agito bene in Israele per il servizio del Signore e per il suo tempio." (2Cronache 24,15s)
È da notare che per Abramo e per Isacco il testo sottolinea che "spirò e morì", cioè come se avessero emesso lo spirito senza agonia, quindi senza dolore fisico.
Mosè poi aveva 120 anni quando morì e dice il testo in Deuteronomio 24 "...gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno".
(Vedi: "Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè" in particolare il paragrafo "Morte di Mosè")

Pare proprio potersi concludere chi ha agito bene può morire sazio!

Il desiderio terreno del vecchio giusto è rivolto verso il conservarsi del proprio lascito spirituale.
Ilibro del Siracide coglie in questo modo quel santo desiderio:

"Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità, i loro nipoti.
La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri." (Siracide 44,11s)

Sazietà della vita si può trovare solo in Dio, padrone e signore della vita.
Abbiamo, infatti, visto come quei vari personaggi biblici ebbero la benedizione di una sazietà di vita grazie all'intimo rapporto personale col Creatore.
Tale comunione è dono grande più dell'onore e del rispetto, più della maturità e della saggezza, ed è in definitiva il sigillo di una vita terrena ben vissuta.
L'anziano, se gode di tale dono, è testimone alla sua famiglia, alla sua comunità, al popolo di Dio ed al suo mondo che lo circonda che il Dio in cui crede è un Dio fedele che sta portando con lui a buon fine la promessa come dice il profeta Isaia:

"Fino alla vostra vecchiaia io sarò sempre lo stesso,
io vi porterò fino alla canizie.
Come ho già fatto, io vi porterò e vi salverò." (Isaia 46,4)

Questo della salvezza, infatti, è un sogno che grazie a Dio vivranno anche gli anziani come dice il profeta Gioele: "Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni." (Giole 3,1) ed i sogni in Dio divengono realtà salvifiche, basta al riguardo ricordare ai sogni di Giuseppe viceré d'Egitto e di Giuseppe lo sposo di Maria e padre vergine di Gesù.
I vecchi così potranno ancora sognare sogni che si realizzeranno!
Il cammino verso Dio non termina mai in questa vita e l'anziano è pari agli altri, ad ogni altro discepolo con un itinerario di fede da compiere, e testimone dell'itinerario di fede compiuto.
Sant Agostino, il grande Vescovo di Ippona che a 72 anni, 4 prima della morte fattosi sostituire nell'episcopato disse riguardo alla propria condizione di vecchio: "In questa vita siamo tutti mortali, ma l'ultimo giorno di questa vita è per ogni individuo sempre incerto. Tuttavia nell'infanzia si spera di giungere all'adolescenza, nell'adolescenza alla giovinezza, nella giovinezza all'età adulta, nell'età adulta all'età matura, nell'età matura alla vecchiaia. Non si è sicuri di giungervi, ma si spera. La vecchiaia, al contrario, non ha davanti a sé alcun altro periodo da poter sperare; la sua stessa durata è incerta... Io per volontà di Dio giunsi in questa città nel vigore della mia vita; ma ora la mia giovinezza è passata e io sono ormai vecchio." (Ep. 213,1) e designò il successore il prete Eraclio.
In tale occasione indicò che il propositi per il suo futuro era dedicarsi a un più intenso studio delle Sacre Scritture (Ep. 213,6), come peraltro ha fatto in tempi recenti anche il cardinale Martini e lo stesso papa emerito Benedetto XVI.
Vi furono così per Sant Agostino quattro anni di straordinaria attività ed ultimò ed iniziò opere importanti.

A conclusione della propria vita, per un uomo che ha seguito il Signore non c'è nulla di più bello di poter dire come San Paolo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione." (2Timoteo 4,7s)

A conclusione di questo paragrafo riporto alcuni stralci del discorso che fece Benedetto XVI nel corso della visita che fece il 13.11.2012 alla Casa-Famiglia "Viva gli Anziani" della Comunità di Sant'Egidio.

"...rivolgendomi idealmente a tutti gli anziani, pur nella consapevolezza delle difficoltà che la nostra età comporta, vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche "acciacco" e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza... Cari amici, alla nostra età facciamo spesso l'esperienza del bisogno dell'aiuto degli altri; e questo avviene anche per il Papa. Nel Vangelo leggiamo che Gesù disse all'apostolo Pietro: "Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi." (Giovanni 21,18) ...Il Signore si riferiva al modo in cui l'Apostolo avrebbe testimoniato la sua fede fino al martirio, ma questa frase ci fa riflettere sul fatto che il bisogno di aiuto è una condizione dell'anziano. Vorrei invitarvi a vedere anche in questo un dono del Signore, perché è una grazia essere sostenuti e accompagnati, sentire l'affetto degli altri! Questo è importante in ogni fase della vita: nessuno può vivere solo e senza aiuto; l'essere umano è relazionale. E in questa casa vedo, con piacere, che quanti aiutano e quanti sono aiutati formano un'unica famiglia, che ha come linfa vitale l'amore... E questa fase della vita è un dono anche per approfondire il rapporto con Dio."

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