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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VECCHIAIA E LA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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VECCHI NEI VANGELI
Sovente accade che nella vecchiaia, per l'egoismo che s'esaspera in relazione alla comprovata realtà della prospettiva sempre più prossima della vita che fugge, i vizzi e le concupiscenze giovanili si possono acuire ed incancrenire.
Quindi di per sé i vecchi in genere, se non li abbandonano le forze fisiche, sono più deboli difronte a certe tentazioni.
Visto però che un peccato tira l'altro spesso alla lussuria s'accompagnano l'ira, l'ingiustizia, l'avarizia, ecc..
Ecco così che San Paolo chiede a Tito una particolare attenzione agli anziani: "Tu però insegna quello che è conforme alla sana dottrina. Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all'amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata." (Tito 2,1-4)

Circa la lussuria degli anziani è esemplificativo l'episodio del brano in greco inserito al capitolo XIII del libro del profeta Daniele, detto "di Susanna e i vecchioni".
A Babilonia, Susanna, donna "di rara bellezza e timorata di Dio", perché "i suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè" è insidiata da due vecchi da poco nominati giudici che frequentano la casa del marito Ioakim che "era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa".
Questi che l'hanno veduta mentre fà il bagno nel suo giardino si fanno avanti a lei con proposte piene di lussuria, minacciando di accusarla ingiustamente di averla sorpresa con un fantomatico giovane amante che ovviamente era prontamente fuggito.

L'inciso che si trova in quel testo a commento di come era trattata la giustizia a Babilonia è il seguente: "In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo." (Daniele 13,5)

Questi due, all'insaputa l'uno dell'altro, s'erano invaghiti della casta Susanna.
Commenta il testo che avevano perso "il lume della ragione" avevano distolto, "gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi". (Daniele 13,9)
Al rifiuto di Susanna di concedersi loro, impavidi ed ottenebrati, l'accusano pubblicamente di adulterio.
Susanna però aveva ben concluso piangendo: "Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!" (Daniele 13,23)

In tribunale Susanna per le false testimonianze, ritenuta colpevole, è condannata a morte per lapidazione, ma il giovane profeta Daniele la salva e accusa quei vecchi che furono lapidati al posto di lei.
Da sottolineare è un inciso che riporta il testo che accosta sapienza e vecchiaia con cui gli anziani del popolo commentano sul giovane Daniele: "...Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell'anzianità". (Daniele 13,50)

Il dono dell'anzianità, che può venire solo da Dio che lo elargisce è la saggezza, merce rara anche nei vecchi in questi tempi.
Certamente l'episodio di Susanna e i vecchioni è da accostare a quello più celebre dell'adultera che si trova al capitolo 8 del Vangelo di Giovanni ove ove c'é un evidente accostamento con quegli anziani: "...gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù disse: Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più." (Giovanni 8,4-11)

Al riguardo è però fondamentale tener conto che:

  • "...se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove." (2Corinzi 5,17)
  • "Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato." (Romani 6,6s)
  • "Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità". (1Corinzi 5,7s)
D'altronde, Gesù stesso ha detto: "Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore, né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". (Matteo 9,16s)

Accade così che se il Kerigma di Cristo trapassa il cuore dell'ascoltatore, grazie allo Spirito Santo che viene a ricevere, il contenitore della buona notizia, qualunque età abbia, diviene un otre nuovo.
Non vi sono allora più giovani o vecchi, ma tutti sono uno in Cristo.
Questi dispensa la propria grazia dando la possibilità all'anziano, in virtù della fede, di poter godere di uno sguardo positivo sulla propria vita e sul proprio futuro per l'attesa in Cristo della rinascita con la stessa risurrezione dai morti che Lui ha conseguito riscattando la vita eterna per l'umanità tutta.
"La vecchiaia si offre all'uomo come la possibilità straordinaria di vivere non per dovere, ma per grazia" (Karl Barth)
Tutti se entrati in Cristo, così, indipendentemente dall'età, operano fattivamente, limitati solo dalle proprie condizioni fisiche e non da questioni psicologiche o legate a fatti depressivi che le aggravano.
Se sotto questa idea si rileggono i Vangeli con occhio attento alle parole anziano e vecchiaia ci si rende conto che non vi s'incontrano discepoli vecchi o anziani, ma questi in genere solo tali prima dell'incontro con Cristo, che provvederà comunque a qualche mutazione in loro.

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