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NICODEMO
Racconta il Vangelo di Giovanni che Gesù disse a Nicodemo, uno dei capi dei giudei, quindi ad un anziano: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". (Giovanni 3,3)
Era ben conscio Nicodemo di com'era strutturato ed indurito, quindi, valutando le proprie forze e le proprie impossibilità, disilluso risponde "Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?" (Giovanni 3,4)
Come a dire per me non c'è possibilità, dovrei poter ricominciare da capo, ma come rinascere?
Aveva fatto evidentemente un esame di coscienza e si era trovato carente, condizione questa che aveva evidentemente comporta un silenzioso grido d'aiuto al Signore che poi l'aveva spinto, pur se di notte, ad andare da Gesù.
Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito." (Giovanni 3,5-7)
Nicodemo sarà poi discepolo di Gesù.
Lo ritroviamo sotto la croce quando con Giuseppe d'Arimatea provvede alla deposizione del corpo di Gesù nel sepolcro (Giovanni 19,39-42).
Trattò il corpo di Gesù come quello di un re con "una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre" pari a circa 30 kg.
Sì, occorre una nuova nascita, quella tramite il battesimo, grazie all'azione dello Spirito Santo, dopo una gestazione nel seno di una nuova madre, la Chiesa, madre del corpo di Cristo.
Nella Chiesa, così, tutti sono giovani, perché rinati nello spirito e non nella carne.
Basta pensare alla figura di Giovanni Paolo II che ha incarnato nei tempi moderni e davanti a tutto il mondo l'icona della sofferenza di Cristo sulla croce, in pienezza come sofferenza e debolezza di un corpo fragile, risultando in tal modo una grazia di alta testimonianza di fede confermando che in Cristo "la forza si manifesta pienamente nella debolezza". (2Corinzi 12,9).
Nella "Christifideles laici" nel 1988 Giovanni Paolo II, scriveva: "Alle persone anziane, spesso ingiustamente ritenute inutili se non addirittura d'insopportabile peso, ricordo che la Chiesa chiede e attende esse abbiano a continuare la loro missione apostolica e missionaria, non solo possibile e doverosa a questa età, ma da questa età resa in qualche modo specifica e originale. La Bibbia ama presentare l'anziano come il simbolo della persona ricca di sapienza e di timore di Dio (Siracide 25,4-6). In questo senso il dono dell'anziano potrebbe qualificarsi come quello di essere, nella Chiesa e nella società, il testimone della tradizione della fede (Salmo 44,2; Esodo 12,26-27), il maestro di vita (Siracide 6,34: 8,11-12), l'operatore di carità."
Scrisse poi lo stesso Giovanni Paolo II con la Lettera agli anziani il 1 Ottobre 1999: "...Anziano è Mosè, quando Dio gli affida la missione di far uscire il popolo eletto dall'Egitto. Le grandi opere che per mandato del Signore egli compie in favore di Israele non occupano gli anni della giovinezza, ma della vecchiaia. Tra altri esempi offerti da anziani, vorrei citare la vicenda di Tobi, il quale con umiltà e coraggio si impegna ad osservare la legge di Dio, ad aiutare i bisognosi, a sopportare con pazienza la cecità fino a sperimentare l'intervento risolutore dell'angelo di Dio (Tobia 3,16-17); ed ancora quella di Eleazaro, il cui martirio è testimonianza di singolare generosità e fortezza (2Maccabei 6,18-31). ...E che dire dell'anziano Pietro, chiamato a testimoniare la sua fede con il martirio? Gli aveva detto un giorno Gesù: "Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi " (Giovanni 21,18). Sono parole che, in quanto successore di Pietro, mi toccano da vicino e mi fanno sentire forte il bisogno di tendere le mani verso quelle di Cristo, in obbedienza al suo comando: Seguimi! (Giovanni 21,19)".
Che Gesù incide profondamente sul concetto di vecchiaia trasformandola in tempo fecondo si evince chiaramente dai Vangeli che presentano alcuni personaggi anziani toccati dalla fede nel Cristo.