GLI ESPLORATORI DELLA TERRA PROMESSA
di Alessandro Conti Puorger
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IL GRAPPOLO D'UVA
Nella prima spedizione una coppia di esploratori, evidentemente al ritorno della spedizione stessa, dopo essere stati nei luoghi che s'erano previsti di esplorare, per provare ai fratelli accampati a Kadesh Barnea la ricchezza della Terra Promessa da loro attraversata, raccolsero delle prove in un posto il cui nome Escol "'eshcol"
ricorderà l'evento, in quanto là presero tra l'altro un grappolo enorme di uva che appunto in ebraico si dice "'eshcol".
Questi due esploratori furono certamente i due che dissero bene di quella terra e furono testimoni veraci che il Signore poi premierà, ossia Kaleb e Giosuè.
Quando gli altri 10 vedevano giganti invincibili, i due vedevano Dio, per cui le città con mura elevate, per loro in Dio erano già crollate e sconfitte ed ove per gli altri c'erano avversari difficili da sconfiggere vedevano frutta da raccogliere.
Questi due, infatti, "
Giunsero fino alla valle di Escol e là tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche melagrane e fichi."
Nell'articolo già segnalato "
Caleb figlio di Iefunne, lo scout amico di Giosuè" ho tra l'altro decriptato l'intero capitolo 13 del libro dei Numeri ove si trova quel versetto.
Di tale versetto ora riporto il testo ebraico e la dimostrazione del risultato ottenuto.
Numeri 13,23 - E
Sarà
a casa
dall'Unico
a portarli
nell'eternità
.
Degli angeli
nell'assemblea
del Potente
l'Unigenito
risorti
tutti
porterà
.
Sarà stata
la rettitudine
nei corpi
di tutti
portata
che avrà salvato
(
)
i viventi
.
Colpi
nei viventi
avrà portato
nei corpi
alla perversità
(
)
,
dell'Unigenito
avrà arso
con la rettitudine
il serpente
,
per l'azione
energica
che dentro
ci sarà stata
rivivranno
i fratelli
,
l'essere impuro
(
)
sarà stato
bruciato
.
Dall'origine
la perversità
(
)
che abita
nei viventi
portata
nel cuore
dentro
brucerà
,
per l'energia
risarà
ai viventi
riportata
la vita
,
per l'energia
uscirà
il verme
(
)
dell'angelo
che era
nei viventi
,
e
la vita
degli angeli
uscirà
completa
delle origini
,
per l'energia
risaranno
viventi
.
Numeri 13,23 - E sarà a casa dall'Unico a portarli nell'eternità. Degli angeli nell'assemblea del Potente l'Unigenito risorti tutti porterà. Sarà stata la rettitudine nei corpi di tutti portata che avrà salvato i viventi. Colpi nei viventi avrà portato nei corpi alla perversità, dell'Unigenito con la rettitudine avrà arso il serpente, per l'azione energica che dentro ci sarà stata rivivranno i fratelli, l'essere impuro sarà stato bruciato. Dall'origine la perversità che abita nei viventi portata nel cuore dentro brucerà, per l'energia risarà ai viventi riportata la vita, per l'energia uscirà il verme dell'angelo che era nei viventi, e la vita degli angeli uscirà completa delle origini, per l'energia risaranno viventi.
Risulta così evidente che quel grappolo "'eshcol"
ci parla del Cristo, "
Io sono la vite, voi i tralci." (Giovanni 15,5)
Lui, infatti, sarà "'eshcol"
,
il "Primogenito
che risorgerà
Tutti
."
È invalso il pensiero di riconoscere in quei due personaggi che trasportano il grappolo, un'allegoria.
Nel primo esploratore si può intravedere Israele, popolo della speranza, che guarda davanti a sé nella direzione dov'è accampata l'arca dell'alleanza e dove è presente la "shekinah" di Dio e nel secondo la Chiesa che nel guardare al ritorno vede avanti a sé anche il grappolo simbolo del Cristo che dalla croce effonde il suo succo, medicina d'immortalità.
Esiste così attraverso il Cristo una continuità e contiguità fra i due popoli, sia per il legame dell'unica asta che entrambi gli esploratori sostengono, sia per l'orizzonte comune a cui volgono lo sguardo, sia perché in definitiva sono portatori per il mondo dell'annuncio del Dio unico e vero.
Sussiste quindi il significato messianico dei due popoli, l'uno dell'attesa e il secondo del compimento.