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VANGELI E PROTOVANGELI...

 
VANGELI INIZIO, PRIME PAROLE DI GESÙ
E ULTIME DALLA CROCE

di Alessandro Conti Puorger
 

L'INIZIO DEI VANGELI CANONICI
L'articolo intende sondare alcuni aspetti dei Vangeli canonici alla luce del particolare modo di leggere i testi ebraici della Tenak, o Bibbia ebraica relativa all'Antico Testamento, col mio metodo, riportato in "Parlano le lettere", capace d'evocare profezie sul Messia, certo che tutte le parole di Gesù, il Cristo che si trovano nei Vangeli, trovano fondamento in quelle Sacre Scritture della Bibbia scritte in ebraico od aramaico pur se non si riesce a trovare subito la connessione.
Tali scritture, infatti, se lette nella loro primitiva forma con le lettere ebraiche, non perdono il significato che voleva trasmettere l'autore per errori, disguidi o equivoci dovuti alle traduzioni, e permangono i messaggi propri delle lettere originarie che hanno proprietà peculiari intrinseche capaci anche di trasmettere messaggi grafici.
Quegli scritti assumono, infatti, una valenza più ampia di quella ricavabile dalla lingua scritta con i 22 segni di quell'alfabeto, all'occorrenza usati pure come numerali, se si tiene conto della loro attitudine di icone (vedi: le schede delle lettere cliccando sui simboli a destra della home di questo mio Sito) in grado di suscitare anche per immagini profezie su profezie diventate realtà in Gesù di Nazaret, molte non captabili dalla lettura usuale, ma con metodi che ritengo ritrovati, evidentemente noti dai tempi antichissimi e che hanno reso possibile criptare e consentire letture a vari livelli.
A tale riguardo segnalo gli articoli:
Accadrà così che alcune parole in ebraico che saranno esaminate nel seguito della trattazione verranno spezzate in modo inusuale anche in base ai significati grafici che si possono annettere a quei segni.
Presenterò poi anche dei brani decriptati con tale metodo, dimostrativi di quanto vado a dire.

Com'è noto, i quattro Vangeli, detti "canonici" - quello di Giovanni assieme ai tre sinottici Matteo, Marco e Luca - tutti del I secolo d.C., nel loro assieme è tutto ciò che il cristianesimo ed in particolare la Chiesa Cattolica assevera come verità su vita, predicazione e rivelazione di Gesù di Nazaret, riconosciuto dai suoi seguaci in Palestina nel I secolo d.C. quale il Messia, figlio di Dio atteso nell'ebraismo contemporaneo e come tale accolto secondo i racconti degli Atti degli Apostoli, accreditato in tale veste dai segni comprovati della risurrezione dai morti, dall'ascensione in cielo e dall'invio dello Spirito Santo alla Chiesa allora nascente.
Quei tre Vangeli - Matteo, Marco e Luca - si dicono sinottici, perché se il testo si dispone su tre colonne, in uno sguardo d'insieme - sinossi - si esaltano somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi e nei singoli brani si rinvengono frasi uguali o con lievi differenze.
A quei Vangeli si aggiungono tanti altri scritti, detti apocrifi, che non hanno la stessa importanza di quei quattro, molti di questi comunque entrati nella tradizione popolare, utili per ricordare posizioni particolari, ma non accettabili in toto perché contengono vari elementi non rispondenti alla linea ufficiale, perciò ritenuti portatori di tradizioni misteriose od esoteriche, quindi in contraddizione con l'ortodossia cristiana.
Il termine "apocrifo", da " nascondere" o "riservato a pochi", fu introdotto dalle prime comunità cristiane.
Nel Concilio di Nicea, indetto dall'Imperatore Costantino nel 325 dopo Cristo, la Chiesa Cattolica però fece chiarezza ed adottò appunto quei quattro Vangeli come canonici, rigettando tutti gli altri.
Già dal II secolo d.C., in effetti, il teologo Ireneo di Lione, considerava quei quattro Vangeli come gli unici veritieri.
I Vangeli canonici derivano da raccolte di precedenti detti di Gesù che evidentemente circolavano tra i primi cristiani, appunti riuniti a cura di discepoli durante le prime predicazione degli apostoli.
La Tradizione della Chiesa ritiene che il primo Vangelo, che fu scritto, fu quello di Marco, sulla base delle catechesi di Pietro.
I Vangeli di Marco, con Matteo in aramaico, Luca e gli Atti degli Apostoli sono stati scritti tra il 50 ed il 60 d.C. e dopo il 70 apparve il Vangelo di Matteo nella edizione in greco, mentre per quello detto di Giovanni occorse attendere il 90 ed il 100 d.C..
In ogni caso i primi manoscritti originali che possediamo di questi quattro Vangeli risalgono tutti al II secolo d.C..
L'idea che se ne trae è che ciascuno di quei quattro Vangeli manifesta un aspetto della solida realtà storica, perché fu vista, interpretata e spesso rivisitata da molti testimoni, ma ciò che è da doversi concludere è il solo combinato disposto armonico del coro che i quattro risultano costituire nel loro assieme.
Entrando poi nel vivo di questi Vangeli ho pensato che è importante considerare qual è l'inizio di ciascuno di questi, perché aiuta a comprendere l'intenzione che muoveva l'autore.
Seguendo tale idea ecco che qui di seguito riporto gli inizi di quei Vangeli secondo l'ultima traduzione C.E.I., quella del 2008.

Matteo, versetto iniziale
"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo." (Matteo 1,1)
Emerge chiaramente la volontà dell'evangelista di collegare la venuta della divinità nella carne di Gesù come attuazione delle promesse fatte ad Abramo; quindi, un pensiero nettamente collegato alla storia della salvezza sviluppata nei libri sacri ebraici della Tenak ed in particolare della Torah.
È da segnalare che la prima parola di questo Vangelo è "genealogia".
Ora, il capitolo 5 del libro della Genesi per la prima volta riporta in ebraico la parola genealogia in questi termini: "Questo è il libro della genealogia di Adamo" (Genesi 5,1), mentre qui nel Vangelo si parte da Abramo, confermando ed indirizzando sull'idea di ricercare nella storia di Abramo eventi riferibili al Cristo, quindi al Messia.
Lì in Genesi "genealogia" è "toledot" .
Dalle lettere ebraiche di tale parola pare intravedersi il tema di cosa farà Gesù:
  • "scelto per portare del Potente la legge divina ";
  • "dalla croce porterà la rinascita () per tutti ";
  • "alla fine porterà al serpente uno sbarramento completo ".
Marco, versetto iniziale
"Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio." (Marco 1,1)
Pare proprio che l'intento sia il comunicare ed esplicitare il "vangelo" in se stesso, inteso nel significato intrinseco della parola, vale a dire di "buona notizia", come vedremo, onde lo scritto di Marco che supera i confini dell'ebraismo, pare proprio voler essere l'annuncio di una buona notizia per tutti i popoli.
Sin dal primo versetto è annunciato lo speciale legame di sostanza di Gesù con la divinità: Gesù, Cristo, Figlio di Dio, quindi è il Messia.
È Figlio, "ben" di Dio, ossia "dentro ha l'energia " di Dio.
Essendo Dio Unico non essendovi altri all'infuori di lui, è l'unico Signore, e come poi preciserà il Vangelo di Giovanni 1,14, è il Figlio Unigenito del Padre.
Non è allora da confondere agli angeli che in Giobbe 1,6; 2,1 e 38,7 sono chiamati "figli di Dio", di 'Elohim che è Dio con la sua assemblea angelica, compreso Satana.
Gli angeli, infatti, hanno energia che viene da Dio, ma volontà propria, mentre il Figlio, compartecipa dell'essenza stessa dell'esistenza, ed ha volontà propria sempre coincidente con quella del Padre, onde è vero e unico Figlio generato, l'Unigenito, quindi , la pietra angolare.
Lo stesso Marco precisa, infatti, che Lui, Gesù, poi "verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi" (Marco 8,38), cioè distinto dagli angeli, perché Figlio, e senza gli angeli ribelli.

Luca, versetto iniziale
"Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto." (Luca 1,1-4)
L'intento dell'evangelista è perciò di presentare l'intera ordinata vita di Gesù Cristo, narrata da testimoni oculari, integrandola anche con episodi dell'infanzia.
Al riguardo Luca conferma d'aver fatto accurate ricerche per produrre un racconto ordinato e il più possibile completo, sì che la tradizione ritiene che alcune notizie siano state attinte direttamente dalla vergine Maria.
Il verbo "cercare" in ebraico ha il radicale da cui discende il termine "midrash" che nel caso dell'esegesi biblica ha il senso di una ricerca con parabole e racconti, ma in pratica significa soprattutto ricercare, scrutare, esaminare, studiare.
Penso, infatti, che i primi anni del cristianesimo molti cultori della parola di origine ebraica scrutarono attentamente i testi ebraici della Tenak alla ricerca di profezie su Gesù, come d'altronde suggerisce Gesù stesso nell'episodio dei discepoli di Emmaus in Luca 24.

Giovanni, versetto iniziale
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio."
L'iniziare il Vangelo con la parola "In principio", mette in evidenza l'intento esplicito di richiamare quello che in ebraico è "ber'eshit" , vale a dire proprio la prima parola con cui inizia la Torah o Pentateuco: Genesi, Esodo Levitico, Numeri e Deuteronomio.
Tra l'altro "Ber'eshit" è proprio il titolo del libro della Genesi in ebraico.
Appare così la volontà meditata dell'autore di considerare gli eventi su Gesù di Nazaret quale sviluppo conclusivo della creazione descritta in quei famosi sette giorni da quel sacro testo, quindi, l'attuazione attesa del disegno di Dio sui destini dell'uomo.
Ecco che i Vangeli aprono gli ultimi tempi.
Ne consegue che Gesù è proprio il Verbo, il "carpentiere" dell'universo, immagine del Padre, a lui legato in stretta ed eterna comunione con lo Spirito Santo che viene per chiudere il tempo dell'esilio dell'uomo da Dio e riportarlo alla casa del Padre.
Si può spezzare la parola "ber'eshit" in tanti modi, ma nel caso specifico è interessante ai fini dell'articolo segnalare questi:
  • "dentro il principe sarà in croce " e "dentro il corpo di un primo a risorgere sarà dalla croce" .
  • "creare il dono finale " e questo dono è la risurrezione per tutti onde "ricreerà con la risurrezione l'esistenza di tutti ."
  • "da dentro del corpo dell'Unigenito la risurrezione ci sarà dalla croce ".
In seguito approfondirò queste idee suscitate dalle frasi con cui iniziano i Vangeli canonici ed esaminerò, discutendole, le prime parole e le ultime che dalla croce, secondo ciascun Vangelo, avrebbe detto lo stesso Gesù.
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