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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL GIUSTO CAMMINO DELLA VERITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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NEL DEDALO DI GERUSALEMME CON LA CROCE
Dopo tutte queste premesse, conseguenza naturale è allora guardare, con gli occhi - fisici, della mente e del cuore - al cammino percorso da Gesù Cristo.
Nella sua vita terrena, venuto con una precisa missione, passato per questo mondo, ne riuscì per consentire d'uscirne con Lui e tornare al Padre.
Facendo ciò viene così spontaneo introdurre sia il tema della sua personale "Via Crucis", sia questa come pratica di devozione da parte del credente, atto volontario per sigillare in modo esteriore la manifestazione della propria ferma decisione di assumer a pieno la propria storia, con le proprie sofferenze, e seguire le orme del Buon Pastore per uscire in modo efficace assieme a Lui dalle spire di questo mondo.
D'altronde ciò è conforme all'invito di Gesù in Matteo 16,24 quando disse ai discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua."

Ora, la vita di Gesù Cristo dalla nascita alla morte in croce è tutta una tensione per salire a Gerusalemme; questa città, infatti, è situata a circa 760 metri sul livello del mare, quota relativamente alta per l'orografia del territorio d'Israele.
La tensione fu a manifestarsi in pratica con ripetute salite dalle piane di Moab, dalle zone infossate del Giordano, delle varie pianure di Israele e dai complessi collinari circostanti sempre verso la città santa, salite che manifestavano fisicamente la sua intima tensione spirituale.
Dalla stessa parola ebraica per salita "mae'leh" , dal radicale che appunto indica il "salire", viene anche il termine "olocausto" con le stesse lettere, ma con vocalizzazione che lo fa leggere come "o'lah", perché quanto offerto s'innalza a Dio arso nel fuoco.
Gesù s'è proprio fatto ardere di passione per l'umanità che amava come l'amata del Cantico dei Cantici che disse al suo diletto: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!" (Cantico dei Cantici 8,6)

In tutto ciò però non c'è atmosfera di sofferenza, bensì di gioia, perché queste salite sono sempre collegate a una festa - Pasqua, Pentecoste, Capanne - nello spirito del Salmo 122, che al primo versetto recita: "Quale gioia, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore".

Con ciò non voglio certo negare la sofferenza come uomo per il dolore fisico del sacrificio e morale per i tradimenti, ma intendo evidenziare il senso di gioia che volle infondere ai suoi discepoli nel fare la volontà del Padre.
La tensione di Gesù fu proprio d'offrirsi da olocausto volontario, come prende atto la lettera agli Ebrei (10,12-14): "Egli... avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati."

Come riferito da credibili testimoni, in conformità a quanto è nei Vangeli, Gesù, l'uomo retto e giusto senza peccati, salito sulla croce a Gerusalemme, per e con tutti i peccati degli uomini che l'uccisero, prima di morire li perdonò, poi gli squarciarono il costato aprendo una via di comunicazione col cuore di lui che era in presa diretta col Padre, indi portatone il corpo nella tomba, il terzo giorno fu arso dal battesimo di fuoco della risurrezione, lo videro, quindi, risorto, istruì gli apostoli e, dopo 40 giorni, fu elevato "in cielo" nella nube del Padre.
Un primo uomo era ormai entrato in cielo e in Lui "...abbiamo come un'ancora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell'interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek." (Ebrei 6,19s)

Il buon esito nel futuro non è più una pia speranza, ma è certezza, perché la barca su cui siamo sulle acque instabili del vivere con la paura della morte, sono state vinte e il nostro vascello ha già fissa l'àncora in porto sicuro.
Tutta la vita di Cristo, dopo il battesimo al Giordano, fu un continuo camminare annunciando l'amore e il Regno di Dio.
Segni e prodigi hanno accompagnato il suo procedere sempre con grande amore per tutti a cominciare dagli ultimi e dai peccatori, sanando ogni specie di malattia per suscitare la fede negli ascoltatori.
Molti lo seguirono uomini e donne avendo intravisto in Lui il Messia atteso da secoli, i Vangeli riportano la sua predicazione, i suoi miracoli, ma assieme segnalano il continuo accrescersi dell'opposizione da parte di alcuni spinti dallo spirito del male, fino a che ne decisero la fine a cui contribuì anche un traditore, uno dei più stretti, uno dei dodici che aveva scelto.
I Vangeli canonici ne riportano la passione, l'arresto, le torture, i giudizi da parte del sinedrio, l'incontro con Erode e la sentenza di Pilato, il cammino fino al calvario, la crocifissione, la morte e la sepoltura, il tutto con inizio e fine in una notte e in un giorno, riportato con molti particolari, da integrare tra di loro, da:

  • Matteo, nei capitoli 26 e 27 per complessivi 141 versetti;
  • Marco, nei capitoli 14 e 15 per 119 versetti;
  • Luca, nei capitoli 22 e 23 per 127 versetti;
  • Giovanni, nei capitoli 18 e 19 in 82 versetti.
La Città di Gerusalemme ai tempi di Gesù era munita di mura con un dedalo di vie con case basse, in genere a due piani, frammezzate da palazzi dei più ricchi e oltre al Tempio c'erano alcuni edifici importanti quali la Torre Antonia, il palazzo di Erode Antipa.
Un percorso intricato, ma preciso, segnalato dai Vangeli come percorso da Gesù, trasformò quel dedalo di strade e stradine di Gerusalemme in un labirinto con una sola soluzione d'uscita, quella vittoriosa della croce gloriosa.
I Vangeli attestano che:
  • giovedì sera Gesù celebra la Pasqua con i discepoli nel Cenacolo in Sion;
  • dopo la cena Gesù con i discepoli scende nella valle del torrente Cedron fuori Gerusalemme nel giardino del Getsemani ove Giuda conduce le guardie dei sacerdoti che l'arrestano;
  • Gesù è condotto al palazzo di Caifa, il Sommo Sacerdote ed processato dal Sinedrio durante la notte e la seduta termina al canto del gallo ad alba vicina;
  • la mattina del venerdì i sacerdoti conducono Gesù da Ponzio Pilato, nella Fortezza Antonia, all'angolo nord-occidentale della spianata del Tempio, da cui secondo Luca, Pilato inviò Gesù da Erode che interrogatolo lo rimandò via;
  • in mattinata ci fu il processo con la fustigazione e la condanna alla croce.
  • caricato della croce dal palazzo di Pilato avvenne il trasferimento al Golgota appena fuori le mura e attorno a mezzogiorno Gesù fu crocifisso.
  • Gesù muore sulla croce alle tre del pomeriggio del venerdì; per la maggior parte degli storici presumibilmente era il 7 aprile del 30.

Gerusalemme al tempo di Gesù - Probabili tappe della Passione
(Sinedrio presso Caifa, Pretorio presso l'Antonia)

Schematicamente, qui sopra, ripreso da Wikipedia, ho riportato il presumibile tracciato dei percorsi di Gesù durante la passione, nel dedalo delle vie della città vecchia, indi dalla Fortezza Antonia alla Via Dolorosa e poi al Calvario e mostrano come fosse veramente simile al percorso in un labirinto.
La Via Dolorosa è una strada di Gerusalemme che secondo la tradizione corrisponde al percorso che Gesù fece con la croce dalla Torre Antonia al Golgota, lunga meno di un chilometro; in salita raggiunge la Chiesa del Santo Sepolcro, che ingloba il Calvario e il sepolcro in cui fu deposto Gesù, il luogo della sua risurrezione.


La città vecchia di Gerusalemme assieme al Tempio fu distrutta nel 70 d.C. dall'imperatore Tito e per sedare la rivolta di Simone Bar Kokeba nel 132 d.C. subì un'ulteriore devastazione da parte dei legionari dell'imperatore Adriano. L'imperatore Costantino e i successori fecero restaurare i luoghi evangelici ed erigere la prima chiesa cristiana, quella del Santo Sepolcro e a Sant'Elena, madre di Costantino è attribuito il rinvenimento della croce nel 326 d.C..
Risulta che la Chiesa di Gerusalemme manifestò subito la sua attenzione per i "luoghi santi", come hanno poi attestato reperti dell'esistenza del culto cristiano del secolo II nell'area del santo sepolcro.
La pellegrina Eteria alla fine del IV secolo da notizia di tre edifici sacri eretti sulla cima del Golgota: l'"Anastasis", la chiesetta "ad Crucem", la grande chiesa - il "Martyrium" - ("Peregrinatio Etheriae" 30) e informa di una processione che in certi giorni si snodava dall'"Anastasis" al "Martyrium".
Cronache di viaggi di altri pellegrini del V e VI secolo confermano percorsi di visite ai santuari di Gerusalemme.
Non era però ancora una "via Crucis".

Dal 614 al 1099 d.C., però, per circa cinque secoli, Gerusalemme fu in mano alla mezza luna dell'Islam e non fu più alla portata dei visitatori cristiani, onde il visitarla restò un pio desiderio per generazioni di fedeli.
Nel 1099 fu occupata dai crociati e divenne capitale del Regno Latino di Gerusalemme, ma fu riconquistata dai musulmani di Saladino nel 1187 e restò sotto la dominazione musulmana, salvo che per un breve periodo dal 1229 al 1232 in occasione della 5a crociata, tempo in cui i Frati Minori di San Francesco s'insediarono presso la V Stazione della Via Crucis.
San Francesco, morto nel 1226, tanto cercò, infatti, d'operare per la pace in quelle terre, e compì un viaggio in Egitto e Palestina per parlare col (nipote del) Saladino e mettere fine alle ostilità in corso della 5a crociata.
I Frati Minori continuarono poi ad essere presenti tanto che nel 1333 riscattarono il Cenacolo e presso di esso fondarono un convento.
I musulmani, nello stesso anno, riconobbero i Frati Minori come officianti abituali della basilica del Santo Sepolcro in quanto il re di Napoli di allora, Roberto d'Angiò, terziario francescano, concesse la somma richiesta dal Sultano d'Egitto per assicurare ai Francescani il diritto a vivere presso il Santo Cenacolo e svolgervi le celebrazioni nel Santo Sepolcro come rappresentanti della Chiesa di Roma, che nel 1342 con Papa Clemente VI, li riconobbe quali propri mandati nei luoghi santi.
Per quasi un secolo, quindi, i crociati e in particolare i cavalieri Templari e poi per lungo tempo i Francescani ebbero a disposizione i luoghi sacri e fecero ricerche efficaci in tutti i campi delle orme lasciate dal cristianesimo delle origini e verificarono in modo puntuale la rispondenza dei Vangeli allo stato dei luoghi, individuando i punti singolari del cammino della passione di Cristo in Gerusalemme.
In quel periodo iniziò evidentemente la pratica di andare a pregare nei punti rinvenuti del tracciato della passione dei Vangeli, man mano che erano rinvenuti e ben localizzati, quelli che poi divennero le "stazioni" della Via Crucis.
Coevi a quei periodi ecco apparire nelle chiese i tracciati dei labirinti che intendono portare con la mente alla città santa, ed ecco quel significativo affresco di Alatri di cui ho detto nel primo paragrafo del presente articolo.
Il dominio ottomano poi durò fino al 1917 quando Gerusalemme fu occupata dagli inglesi.

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