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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL GIUSTO CAMMINO DELLA VERITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'OMBELICO DEL MONDO »
NEL DEDALO DI GERUSALEMME CON LA CROCE »
CENNI STORICI SULLA "VIA CRUCIS" »
LE STAZIONI, PRIMA DELLA CONDANNA A MORTE »
LE STAZIONI PRESSO PILATO »
LE STAZIONI PORTANDO LA CROCE »

LE STAZIONI SULLA CROCE
Sono tre le stazioni 11, 12 e 13, che riguardano Gesù in croce.

11a - Gesù promette il suo regno al buon ladrone
I Vangelo di Matteo al capitolo 27 dice dei ladroni in due occasione, versetti 38 e 44, e li accomuna senza distinzioni:

  • Matteo 27,38 - "Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra."
  • Matteo 27,44 - "Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo."
È confermato dal parallelo Vangelo di Marco ai versetti 15,27 e 32.
In tal modo si compì la profezia: "È stato annoverato tra gli empi." (Isaia 53,12)
Il Vangelo di Giovanni, invece, non segnala l'episodio.

La stazione 11 della Via Crucis "biblica", di fatto, prende spunto dal Vangelo di Luca in quanto tale Vangelo in 23,32 conferma il fatto della crocefissione tra i due malfattori detta da Matteo 27,38 e Marco 15,27, ma poi in 23,39-43 distingue tra quei due malfattori in questo modo: "Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi! L'altro invece lo rimproverava dicendo: Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male. E disse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso."

I due malfattori rappresentano la totalità degli uomini, perché non c'è uomo che non pecchi, quindi ognuno è meritevole di pena, a ciascuno però è comunque vicino Gesù che conosce bene ognuno ed è pieno di misericordia.
Nel Vangelo di Luca c'è, infatti, un versetto prezioso su cui poi tornerò: "Gesù diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Luca 23,34) e lo diceva proprio mentre era messo in croce!

Vi è una parte di uomini che ha un certo timore di Dio, ne riconosce la presenza e ne è consolata, ma non per questo Gesù non è vicino e amorevole con tutti, per la cui salvezza, in effetti, muore.
Su Golgota, calvo come un teschio umano, per questo detto Calvario, appena fuori della città santa, vicino al Tempio, c'erano tre croci, ai due lati i due malfattori, al centro il Verbo, la Parola di Dio, il servo di IHWH in croce.

In ebraico IHWH è scritto in questo modo

Nel sinaitico il segno corrisponde alla figura di un orante , ma se si guarda il primo di quei tre schemi pare un crocifisso schematizzabile col segno mineo-sabeo di e la lettera ebraica waw , pare un bastone.
Come ho detto in "Tracce di geroglifici nel Pentateuco - Prima Parte" e in "Tracce di geroglifici nel Pentateuco - Seconda Parte" nei geroglifici egizi il bastone dritto o rovesciato , rispettivamente significano, il primo MeDU sia "bastone", sia "parola" e il secondo HM il "servo".
Posso ora leggere in questo modo il tetragramma sacro:
È il Servo = la Parola tra due crocifissi , quindi, è la scena sul Golgota.


12a - Gesù in croce, la madre e il discepolo
Il racconto dell'episodio della stazione n 12 si trova soltanto nel Vangelo di Giovanni che riferisce: "Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé." (Giovanni 19,25-27)

È da ricordare che nello stesso racconto della passione si trova: "...Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora l'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro." (Giovanni 18,15-16)

Pietro segue Gesù con un altro discepolo e pur se non c'è il commento "il discepolo che Gesù amava" tutto fa presumere che quegli fosse Giovanni, perché poi il Vangelo riferisce del colloquio tra Gesù e il Sommo Sacerdote, e solo il discepolo che v'entrò l'ha potuto riferire.

Ora, il primo versetto, il 19,25 dell'episodio di questa stazione non nomina Giovanni, ma Maria di Cleopa e la Maddalena.
Maria di Cleofa, da vari esegeti è indicata come moglie di Cleopa, fratello di San Giuseppe e madre dei cosiddetti fratelli-cugini di Gesù, Giacomo e Ioses.
In taluni è nato il dubbio che il discepolo che Gesù amava fosse la Maddalena, ma quel primo versetto fornisce soltanto l'indicazione delle donne sotto la croce.
Giovanni, peraltro, non vuole dire che egli era l'unico degli apostoli a essere presente, perché indirettamente sarebbe stato un atto di vanagloria e, pur se non parla di un discepolo specifico, il discepolo che Giovanni prima aveva citato, quello che conosceva il Sommo Sacerdote è logico e implicito che, poi, uscito, abbia continuato a seguire il corteo della passione, da solo, in quanto Pietro ormai era restato indietro impaurito.
L'episodio del discepolo e di Maria sotto la croce ci parla di Gesù, il primogenito e unico figlio di Maria che sta per lasciare la madre: è perciò l'ora di un affidamento, atto da inquadrare nei grandi avvenimenti biblici pieni di significato.
Gesù incaricò Maria di prendersi cura del discepolo e a questi di prendersi cura di lei, come Mosè incaricò Giosuè, di prendersi cura, in sua vece, del popolo ebraico, rappresentato da Maria da cui nascerà, appunto, il nuovo Israele. (Efrem siro IV secolo)

Maria è chiamata in questo episodio "Donna" come nel racconto delle nozze di Cana, chiaro riferimento alla Donna" di Genesi 3 che schiaccerà la testa al serpente, la nuova Eva.
Questo discepolo che rappresenta chi volendo seguire Gesù prende con sé Maria è un nuovo Giosuè, destinato a entrare nella terra promessa.
È perciò questo discepolo "amato", vale a dire eletto: chi segue il Signore è ora figlio della Sua stessa madre, quindi, fratello, coerede di Cristo come poi lui stesso confermerà alla Maddalena al sepolcro: "Gesù le disse: Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro. Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: Ho visto il Signore! e ciò che le aveva detto." (Giovanni 20,17s)

È qui da aprire una parentesi: è questo discepolo amato, come un bambino, perché i figli della nuova Eva entreranno nella Terra Promessa.
D'altronde, proseguendo col parallelo di Giosuè, della generazione dell'antico esodo solo i figli dei fuoriusciti dall'Egitto entrarono nella terra promessa.
Al ritorno degli esploratori della terra promessa, dopo la mormorazione del popolo, infatti, Dio, disse: "...vi entrerà Giosuè, figlio di Nun...e i vostri bambini, ...a loro lo darò ed essi lo possiederanno". (Deuteronomio 1,38s)

Il Discepolo che Gesù amava rappresenta perciò quei bambini figli della promessa e figli di Maria, icona della Chiesa, tramite la quale è dato agli uomini un seno da cui poter nascere a vita nuova.

13a - Gesù muore sulla croce
I Vangeli sinottici riportano in modo diverso i segni manifestatisi nell'agonia di Gesù, ma sono concordi su due fatti, si fece buio e il velo del Tempio si squarciò, infatti:
  • Matteo 27,45 e 27,51-53 - "A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio" e dopo che Gesù spirò - "...il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti."
  • Marco 15,33 e 38 - "Quando fu mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio" e dopo che Gesù spirò "Il velo del Tempio si squarciò in due da cima a fondo".
  • Luca 23,44s - "Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del Tempio si squarciò a metà."
I Padri della Chiesa vedono nell'evento della rottura del velo del Tempio l'apertura del cielo in virtù del sacrificio di Cristo; grazie a Gesù l'umano e il divino non sono più separati.

Da tutti gli evangelisti è però riportato in modo univoco il seguente fatto compiuto da Gesù sulla croce: Matteo 27,50 "...emise lo spirito"; Marco 15,37 e Luca 23,46 "...spirò"; Giovanni 19,30 "...consegnò lo spirito".

Dico "compì", perché pare che l'evento sia avvenuto come a comando: in effetti, c'erano tutte le condizioni naturali per morire, ma la morte fu ritenuta prematura, almeno fu così giudicata da molti.
Dai Vangeli in tale occasione non è però usata la semplice parola "morto" o "morì", che poi usarono soldati romani, quando furono sorpresi della rapida morte di quel condannato rispetto agli altri; infatti, nel Vangelo di Giovanni 19,33 è detto che: "Venuti da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe..." sì che la profezia del Salmo 34,21 fu rispettata e nessun osso gli fu rotto; del resto anche "Pilato si meravigliò che fosse già morto." (Marco 15,44)

È comunque certo che Gesù essendo anche vero uomo morì.
Il Vangelo di Giovanni a tale evento: "...Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: Ho sete. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto! E, chinato il capo, consegnò lo spirito." (Giovanni 19,28-30)

Gesù, sul monte degli Ulivi, aveva accettato la propria sorte quando, sudando sangue, aveva detto: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà." (Luca 22,42)

Ora sulla croce rinnova la decisione di bere il calice e dice: "ho sete".
Poi, su quel "Ho sete" di Gesù è da ricordare che:

in ebraico "sete" è "tzam'a/tzam'ah" o "sale la mia vita all'Unico " come offerta gradita e "scenderà Acqua dell'Unico per il mondo " e per berla "saliranno le centinaia ", infatti "...un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Giovanni 19,37) e Gesù stesso disse "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". (Giovanni 7,37s) ed alla Samaritana disse "...chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". (Giovanni 4,13s)

Questi passi dei Salmi:
  • Salmo 42,2s - "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?"
    Pare proprio che anche il Salmo 42 fosse recitato da Gesù in croce.
  • Salmo 69,22 - "Hanno messo nel mio cibo veleno e quando avevo sete mi hanno dato aceto."
Accogliendo in pieno la propria missione Gesù voleva, infatti, morire come ogni altro figlio di Adamo per essere accumunato alla sorte di chi voleva salvare e dimostrare l'inettitudine del demonio, che in tal caso avrebbe ucciso il "giusto".
È il demonio, infatti, che della morte ha il potere, come chiaramente si legge in Ebrei 2,14s: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita."

Pare potersi intuire che Gesù, vero Dio e vero uomo, per poter subire, pur senza peccato, la sorte d'ogni figlio di Adamo, soggetto alla maledizione del demonio, e morire, non voleva detenere alcuna prerogativa vantaggiosa rispetto agli altri uomini, se non i meriti degli atti del proprio vivere da uomo nella giustizia, quindi, innocente, affidandosi al cielo, sceglie di non godere della natura divina che era in Lui: difatti, Gesù, consegnato lo spirito, morì!
È così da verificare se ammissibile teologicamente che lo spirito divino che era in Gesù che pure era vero uomo, fu restituito al Padre, perché si compisse ogni giustizia, cioè perché l'uomo Gesù potesse veramente morire come ogni uomo e si potesse mostrare la volontà divina, che se avesse ritenuto di accogliere il sacrificio di questo uomo risorgendolo, gli riconsegnerà, come avvenne, il suo spirito immortale, per donare la stessa sorte, vale a dire proprio quel suo stesso spirito, a tutta l'umanità perdonata e redenta dalla sua morte in croce, onde Adamo e tutti i suoi figli morti nel peccato potessero uscire dagli inferi.

Al riguardo è chiarificatore quanto è detto poi dal Vangelo di Giovanni 7,37-39 in occasione della festa detta delle Capanne: "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti, non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato."
Lo spirito di Gesù, garanzia di risurrezione, fu poi alitato dal Risorto sui dodici e nella notte della prima Pentecoste cristiana discese come colomba con lingue di fuoco sulla Chiesa nascente riunita nel cenacolo.

Ecco, infine, la frase finale di Gesù in croce "È compiuto!", in greco tetelestai, cioè ho portato a termine la mia missione terrena.
Al riguardo pare opportuno ricordare le parole del libro della Genesi alla fine dei sei giorni della creazione: "Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere." (Genesi 2,1)

Il Signore là pare riposarsi nel settimo giorno, giorno che, di fatto, dura tutt'ora.
Continuò invece la creazione tessendo la storia di salvezza fino a incarnarsi per salvare l'uomo che nel frattempo, comportandosi incautamente, era stato schiavizzato dal maligno.
Gesù nel suo ministero aveva più volte accennato alla propria missione e alla necessità di portare un compimento e aveva iniziato la predicazione con l'annuncio che era il tempo del compimento, infatti:
  • Marco 1,14s - "...Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".
  • Luca 12,50 - "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!"
  • Luca 22,37 - "Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori (Isaia 53,12)..."
  • Luca 24,44-47 - "Poi disse... bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi..."
  • Matteo 5,17s - "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento..."
Ogni uomo dovrebbe rivolgersi la domanda che propone Paul Claudel nel commento alla Via Crucis di questa stazione: " "Perché, tutto a un tratto, ti raddrizzi e gridi: 'Sitio'? Hai sete, Signore? È a me che ti rivolgi? È di me e dei miei peccati che hai bisogno ancora? Manco dunque solo io, prima che tutto sia compiuto?"

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