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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA LUCE DEL SERVO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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CHANNUKKAH E CRISTIANESIMO
Per il cristianesimo il Messia, oltre duemila anni fa è venuto in Gesù di Nazaret nella debolezza per aprire il tempo finale della conversione e per annunciare con la sua morte, la sua resurrezione e la sua ascensione al cielo, il perdono e l'amore di Dio, la vittoria sulla morte nonché l'apertura della natura divina per gli uomini, caparra versata da Lui per tutti sin d'ora, natura che sarà rivelata con la risurrezione finale al momento della sua vittoria conclusiva sul male. Gesù, di fatto, in sintesi è la buona notizia dell'amore di Dio per ogni uomo, perché ha portato a tutti gli uomini la grazia di Dio Padre.
Appena, infatti, l'angelo ne annuncia la nascita a Maria, immagine della Chiesa, madre di tutta la nuova generazione dei salvati, con insistenza il testo evangelico propone la parola grazia.
Un angelo Le fece l'annuncio in questo modo: "...l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine." (Luca 1,26-33)
Al momento della nascita di Gesù, fissata dalla tradizione per il 25 dicembre, secondo i più, è il 7 a.C., corrispondente in quel anno al tempo della festa di Channukkat .
Luca, nel suo Vangelo, continua a sottolineare che Gesù è pieno e latore di grazia:

  • Luca 2,40 - "Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui."
  • Luca 2,52 - "E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini."
  • Luca 4,17-19 - "Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per... predicare un anno di grazia del Signore."
Ricordo ancora una volta che nella parola "Channukkah" , in italiano "Dedicazione", è subito esaltata la parola "grazia" "Chen".
La festa di "Channukkah" o della Dedicazione è ricordata pure nel Vangelo di Giovanni : "Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. Gesù passeggiava nel Tempio, sotto il portico di Salomone." (Giovanni 10,22-23) Ha perciò un senso che anche i cristiani riflettano su questa festa.
Gesù, infatti, il Servo di IHWH, prese l'occasione in tale festa ebraica per illuminare il mondo su di Lui che è il Cristo e su Dio che è suo Padre.
Gli chiesero, infatti, i Giudei:
"Se tu sei il Cristo diccelo apertamente." (Giovanni 10,22-23)
Gesù rispose loro:

"Ve l'ho detto, e non lo credete." (Giovanni 10,25)
"Io e il Padre siamo una cosa sola." (Giovanni 10,30)

Ecco che alcune famiglie cristiane, specialmente in Palestina e in Germania, accendono la "Chanukkiah" e n'osservano il rito collegando il miracolo della luce, avvenuto nel Tempio, proprio alla nascita di Gesù, nuovo Tempio, "Luce del mondo ".
Danno così fondamento biblico alla tradizionale data di nascita di Gesù, il 25 di Dicembre, corrispondente al 25 di Kislev, con la festa "Chanukkiah", data che nel mondo occidentale si considera abbia avuto origine dall'antica festa pagana "Dies Natalis Solis ", giorno della nascita del Sole invincibile.

Il nome di "shammash" , il servo o il servente, dato alla lampada centrale della "Cannukkiyah", in ebraico ha le stesse lettere, ma con altra vocalizzazione, della parola "sole", "shoemoesh" e come il sole serve per accendere con la sua luce tutte le cose e portarle così alla vista.
I mistici ebrei considerano le luci di tale lampada una manifestazione della luce del servente "shammash" ; la luce nascosta del Messia che si rivela.
Insito in quelle lettere c'è "luce che salva ()".
I cristiani possono anche leggere "il Risorto salva ()!"
Si rifà presente così l'idea dell'ottavo giorno, il giorno del Signore, la desiderata domenica eterna, il primo giorno di una nuova creazione.
(Vedi: il "midrash" "Tempo-eternità")

La candela centrale di "Channukkah", lo "Shamash", il Servitore, in definitiva ha una simbologia intrinseca che parla di Gesù, come ben si comprende dai Vangeli.
Egli ha detto di se stesso: "il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti." (Matteo 20,28).
Lo "Shamash" poi è fonte di luce per le altre candele di Channukkah, così Gesù è l'unica fonte di luce delle nostre vite.
Il Vangelo di Giovanni al riguardo conclude, "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo." (Giovanni 1,9)
Gesù disse di se stesso:
  • "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita." (Giovanni 8,12)
  • "il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti." (Matteo 20,28)
  • "Voi siete la luce del mondo" (Matteo 5,14), ossia come fa la candela servente per le luci di "Channukkah", fa diventare luce come se stesso i propri discepoli.
Questa grazia uscì per tutti i peccatori dalla croce "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". (Luca 23,34)
Lui è il servo di "Channukkah" o "Channukkat" , perché "la grazia con la rettitudine esce " o perché "la grazia da uno retto in croce " è portata nel mondo.
Quel venerdì santo era buio nonostante fosse mezzogiorno e il vero Tempio, vale a dire il corpo di Cristo, era stato profanato, infatti, così dice il Vangelo di Luca: "Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Detto questo spirò." (Luca 23,44-46)
Il sole si eclissò e rimase solo la luce che emetteva il Cristo grazie all'olio Santo della sua unzione, quello dello Spirito Santo che restituì al Padre e... stavano per accendersi le luci del sabato (Luca 24,54).
Il Vangelo di Matteo poi segnala: "Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: Davvero costui era Figlio di Dio!" (Matteo 27,54)
Accade che dei rudi soldati pagani videro un fatto che non aveva mai visto prima, videro "la santità"!
S'inchinarono a quella come, nel "midrash" che ebbi a raccontare nel paragrafo "L'evento di cui è memoria" di questo articolo, accadde che fece Alessandro Magno che ebbe ad inchinarsi davanti al Sommo Sacerdote vestito di tutta la sua dignità.

Nella notte santa, durante la Veglia Pasquale, dopo il rito del fuoco, com'è noto, ha inizio il rito del "Lucernario" durante il quale è portato in processione il cero pasquale acceso, l'unico che illumina le tenebre non solo della notte, ma del mondo intero.
Il popolo in cammino con le proprie candele accese da quel cero, servente, fa presente la pienezza della Chiesa, una "Channukkah" vivente, e questa proclama la vittoria della luce sulle tenebre per la risurrezione di Cristo, cantando:

"Cristo è la luce".

L'Exultet o preconio pasquale cantato subito dopo proclama tra l'altro:

"Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo."
Vi può essere una luce senza il sole?
Nel mondo della Bibbia si!
Questa inizia proprio col racconto nel libro della Genesi della creazione in sette giorni ove il sole, però, appare solo nel quarto giorno.
Eppure, Dio nel primo giorno creò la luce.
"Dio disse: Sia la luce! E la luce fu." (Genesi 1,3)
Potremmo così pensare che nei primi tre giorni sono state create cose non visibili con gli occhi fisici e che quella luce del primo giorno è visibile con occhi diversi. (Vedi: il "midrash" "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico")

Quali sono, allora, gli occhi che riescono a vedere la luce del primo giorno.
Direi gli occhi della fede nel Dio Unico.
Quando si accende quella luce, tutto si vede in modo pieno che gli occhi fisici da soli non consentono.
Nel primo giorno, così, si vede una luce, nel secondo ci si rende conto che sarebbe da seguire l'ordine esistente nel creato e nel terzo s'iniziano a vedere i frutti nello spirito.
Senza quella luce la bellezza del creato che si vede grazie al sole, in effetti, non s'accende completamente, in quanto non prende il suo pieno senso.
L'estetica, il bello per il bello, pare proprio non avere senso, perché oltre che ingannevole addirittura può essere pericoloso.
Il sapiente Re Salomone, sintetizza ciò in questo proverbio: "Un anello d'oro al naso di un maiale, tale è la donna bella ma senza cervello." (Proverbi 11,22)
Non solo con un anello d'oro al naso il maiale diventa ridicolo, ma anche il gioiello perde il suo valore.
Ogni cosa ha una faccia che rivela la luce, ma ha anche un intimo che la luce del sole da sola non rivela.
Se sono belle entrambi, le qualità esteriori come le interiori, si ha la vera bellezza, che supera quella che vedono solo gli ingannevoli occhi umani.
Gli ebrei mettono in evidenza ciò facendo uso come al solito della particolare espressività della loro lingua, infatti, la facciata.
Il volto "paniim" è sempre duplice, e non solo perché ha due facce o lati, "panoe" , ma l'intimo, l'interiorità è più che duplice.
Questa si dice "penimiyyot" e spezzandola le lettere dicono vi si parla come la "persona () nei giorni si porta Completamente ".
L'uomo ha tante maschere, all'esterno volta per volta ne propone solo alcune, onde per conoscere bene un uomo occorre vedere come ha portato le sue facce tutti i giorni fino alla fine.
Solo dopo si può soppesare la vera consistenza e così fa la Chiesa quando proclama i beati e i santi.

"...un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso." (Salmo 64,7)

Proprio questa è la differenza tra il concetto di bellezza greco e quello secondo le Sacre Scritture giudaico - cristiane.
Una bella cerimonia non è tale solo perché la chiesa è bella, è bene addobbata, i suoi ministranti sono con vesti di pregio e curate, v'è un coro ben addestrato di voci educate, un buon organo che suona musiche di pregio, vi sono bei canti e tutto è fatto in gran ordine, ma perché, soprattutto, vi si percepisce che v'è un popolo che la illumina con la sua fede e allora in tal caso non stona che...
qualcuno possa anche suonare semplicemente delle chitarre.
Il Messia, Gesù Cristo, ha portato questa luce nel mondo e ora la Sua estetica è disponibile per tutti i popoli.
Torno, infine, alla parola "lampada" che ho presentato quando ho parlato della "lampada perenne".
La parola lampada nell'intera traduzione C.E.I. della Bibbia ante 2008 si trova 24 volte di cui 16 nell'Antico Testamento, ove la prima è in Esodo 27,20 "Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada" ed è proprio la stessa "lampada perenne" di cui parla Levitico 24,2-4.
Seguire sui testi ove è stata usata quella traduzione rafforza due concetti:
  • la lampada rappresenta la continuazione della vera fede di Israele;
  • una lampada non si spegnerà mai nella famiglia di Davide.
Gesù, poi, parla della lampada da mettere ben in vista sul lucerniere in Marco 4,21 e Luca 8,16 e del Battista in Giovanni 5,35 che, appunto con la sua fese, era una lampada.
Concludo questo paragrafo ricordando quanto dice sulla lampada il libro dell'Apocalisse:
  • Apocalisse 21,22.s - parlando della visione della Gerusalemme celeste, "Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello."
  • Apocalisse 22,1-5 - "Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni. E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli."
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