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ATTESA DEL MESSIA...

 
DAL DESERTO AL GIARDINO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL MISTERO DEL MALE
Il segno del Figlio dell'uomo che comparirà in cielo di cui parla Gesù in Matteo 24,29-31 è certamente quello della prima alleanza, individuato nel fenomeno dell'arcobaleno che accompagna il ritorno del sole dopo una tempesta.
Il Signore dopo il diluvio nella sua misericordia aveva costatato e commentato "...l'istinto del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza..." (Genesi 8,21)
Eppure l'aveva creato Lui, ma come dice Gesù nella parabola della zizzania, un nemico aveva alterato il progetto.
(Vedi: "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?")

Ed ecco l'alleanza in Genesi 9,16-17: "L'arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra. Disse Dio a Noè: Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra" e quell'arco in ebraico è "qoeshoet" , le cui lettere, con le regole di decriptazione di "Parlano le lettere", forniscono i predicati:

  • si verserà la risurrezione alla fine :
  • si verserà Luce su tutti .
In Appendice a "Carpentieri giusti per l'Arca che entra nell'ottavo giorno" riportai, tra l'altro, la seguente decriptazione ottenuta con quei criteri di quei due versetti Genesi 9,16 e 17:
  • Genesi 9,16 - Si porterà ad entrare per starvi (nell'assemblea) il Crocifisso, entrato, fuori verserà luce per tutti, dentro si vedrà con gli angeli. Un fuoco l'Unigenito sarà per tutti, essendo stato nel mondo del Potente il colpito agnello che dentro col corpo fu crocifisso per l'iniquità dei viventi. Dentro l'oppresse il maledetto e fu dai viventi per un'asta dentro ad essere ucciso. Per il potente energico soffio della risurrezione dalla tomba fu a uscire. Dentro la rettitudine nel cuore lo risorse. Videro il risorto corpo innalzarsi dalla terra.
  • Genesi 9,17 - A riportarsi fu dall'Unico per vivere. Col corpo Dio nel mondo era stato. In un vivente la divinità aveva inviato nel petto. Venne dell'Unico a recare il segno al mondo che dentro nel corpo Gli stava la forza completa dell'Unico che ne risorse il corpo. Riuscì a rovesciarsi dai morti per ristare a casa dov'erano gli apostoli. E dentro erano gli apostoli nel pianto; potente il Risorto videro, (poi) il risorto corpo s'innalzò dalla terra.

Cristo Pantocrator in mandorla con arcobaleno
a S. Salvatore Macra, Val di Maira, secolo XII

Nelle iconografie, infatti, il Cristo Pantocrator, come nell'immagine di cui sopra, spesso è in una mandorla circondata dai colori dell'arcobaleno.
Il libro dell'Apocalisse al capitolo 4 attribuisce al Figlio dell'uomo le caratteristiche di Dio, l'Antico dei giorni, con questa visione che rimanda a quella di Ezechiele 1,26-28 dove Dio appare circondato dall'arcobaleno: "...fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono." (Apocalisse 4,3)

Apro una parentesi che mi pare importante.
Ciò che pare come un "nascondersi" di Dio ritengo essere una sua scelta per garantire un grado di libertà all'uomo, ma ha comporta un rischio che Dio corre per amore dell'uomo stesso, perché lo vuole a immagine e somiglianza di sé medesimo, quindi, anche e soprattutto libero offrendogli la scelta.
Recita Davide nel Salmo 40,7 "Sacrificio e offerta non gradisci...", ma Dio cerca e vuol dare amore e comunione.
Il male apparve e continua a manifestarsi nel mondo da appena l'uomo mise in dubbio, come del resto accade ancora, l'esistenza di Dio o, comunque, da quando, pur ammettendone l'esistenza, cadde ed entrò nell'inganno di credere che il Creatore non l'amasse, sobillato dal serpente tentatore personificazione del male come si deduce dal racconto di Genesi 3 e da allora ad oggi il male tolse e toglie la gioia dalla vita e ha come conseguenza odio, guerre e morte.
Principio della gioia vera in una persona è la certezza che Dio ha creato tutto per amore e che da Dio è amato onde, come dice la lettera ai Romani; "Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 8,38s)

Fondamento di tutto il bene, ancor prima dell'approfondimento delle Scritture, è l'accendersi nella mente e nel cuore di una scintilla, la luce dell'esistenza, l'intima consapevolezza cioè che esiste un Creatore che ha creato il mondo e lo guida con continuità, onde con misericordia s'interessa d'ogni uomo.
Senza questa scintilla si rischia di studiare la Torah, la Tenak e la Bibbia con approccio sbagliato, considerandoli solo libri di morale o di saggezza.

Nell'ebraismo si agita la domanda: perché la Torah inizia la lettera "bet" di "Ber'ashit" "In principio..." (Genesi 1,1) ove "bet" è la seconda lettera dell'alfabeto ebraico e non inizia invece con la prima, la "'alef"?
Tra le varie possibili risposte conclude Rashì (1040-1105, acronimo di Rabbi Shlomo Yitzhaqi famoso commentatore della Bibbia): perché il mondo è stato creato per due = "bet" principi ("bet" è anche il numerale due) la Torah e Israele.
Il Rebbe di Lubavitch del movimento chassidico approfondisce e precisa: "la Torah inizia con la 'bet', la seconda lettera, perché lo studio della Torah è solo una seconda fase, che deve seguire una seria preparazione, in cui è necessario meditare sulla santità e la grandezza di Colui che ci ha dato la Torah.
Solo dopo questo percorso di riflessione è possibile passare alla seconda fase - quella dello studio vero e proprio - il cui scopo essenziale è di avvicinarci e di unirci a Hashèm.
"

Come scrivono i saggi, infatti, per studiare la Torà occorre "'Emunah", fede, che inizia con la "'alef", la prima lettera dell'alfabeto e su questo torneremo.
Sul tema del peccato, densi per contenuto, sono i seguenti punti del Catechismo della Chiesa Cattolica:

311 - Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare o camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. È così che nel mondo è entrato "il male morale", incommensurabilmente più grave del male fisico. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale. Però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene: Infatti Dio onnipotente, essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene.

312 - Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle sue creature... Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene.

Come scrive San Paolo in Romani 8,28 è una misteriosa, ma grande verità, che in definitiva "Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio."

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