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SAN GIUSEPPE...

 
VEDERE IL SANTO VOLTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

IL DIO MISTERIOSO
Il profeta Isaia cosi definisce Dio d'Israele:

"Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio d'Israele, salvatore." (Isaia 45,15)

Quel nascosto "misettatter" in ebraico viene dal radicale del verbo "nascondere".

Le lettere di quel radicale, lette con i loro significati grafici, spiegano che è "avvolto completamente il corpo ", ossia è del tutto velato.


Mosaico del volto di Cristo
della cappella Palatina di Palermo

È nascosto e misterioso come d'altronde era il suo Nome.

Così, infatti, disse l'angelo del Signore al padre di Sansone che gli chiedeva il nome:

"Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso." (Giudici 13,18)
Questo misterioso in quel testo è "poel'i" dal radicale o che significa anche "essere singolare", "essere meraviglioso", "essere distinto" ed anche "essere separato", quindi Santo e che compie meraviglie, come dice il Salmo 86:

"Fra gli dei nessuno è come te, Signore,
e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie ("nipel'aot" ):
tu solo sei Dio." (Salmo 86,8-10)

I racconti biblici effettivamente mettono in evidenza che il Dio d'Israele è meraviglioso e compie meraviglie.
Al riguardo basta ricordare il famoso cantico di Mosè "Precipitò nel mare cavallo e cavaliere" al capitolo 15 del libro dell'Esodo - cantato anche da Maria e dalle donne dopo il miracolo dell'apertura del mare - ove al versetto Esodo 15,11 parla di prodigi "poeloe'" : "Chi è come te fra gli dei, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi?"

Quando l'uomo, di solito disattento e incredulo, si rende conto in modo incontrovertibile che Dio opera meraviglie, è quando è spettatore di un miracolo, ed ecco che allora comprende che Dio esiste ed è presente.
È come se Dio facesse vedere il suo volto!
Questo pensiero è insito anche nelle lettere ebraiche di quel radicale ove:
  • la prima lettera, la "peh", che in ebraico significa bocca, in forma normale e a fine parola, inequivocabilmente rappresenta un volto, un viso, una faccia.
  • la seconda lettera, la "lamed" è la lettera che si erge sopra tutte le altre dell'alfabeto ebraico e visivamente è il profilo di una testa con sopra un diadema... è un Potente.
  • la terza, poi è la lettera "he" , come un recinto aperto ed equivale ad aperto, entrare, uscire.
In definitiva, così, leggendo quel come una striscia di figure, suggerisce appunto "il volto del Potente esce/si apre ", quindi si disvela. (""Scrutatio" cristiana del Testo Masoretico della Bibbia")

Ciò premesso, questo Dio misterioso e nascosto si è rivelato in modo graduale, prima svelando il Nome segreto a Mosè, poi si è formato un popolo, cui si è manifestato in modo arcano, come insegna la Sacra Scrittura, continuando poi ad ispirare personaggi scelti di quel popolo, i profeti d'Israele che sentirono la sua voce, ebbero visioni e interpretarono e previdero eventi.
Pur rimanendo invisibile si è fatto conoscere con fatti e parole, insomma, attraverso la storia. Questi profeti hanno tradotto in parole, prima pronunciate e poi scritte, cioè hanno compreso quanto Lui intendeva trasmettere, le sue leggi, i suoi decreti, le disposizioni per le feste e il modo per conservare la Sua grazia.
Questi scritti che lo rivelano con gradualità nell'arco di più di un millennio, man mano, dal XIII secolo a.C. fino ai profeti Malachia e Daniele il cui libro secondo gli studiosi avrebbe avuto la definitiva redazione in Giudea attorno al 164 a.C., sono stati riportati, rivisti più volte, nella Bibbia, nella parte definita Antico Testamento, detta Tenak in ebraico che esclude i testi deuterocanonici i cui originali furono scritti in lingua greca.
Ecco che accadde che, tramite le Sacre Scritture, Dio che non si può vedere, in qualche modo però, con miracoli e profeti, si rapportò con quel popolo per cominciare a farsi ascoltare.
Ora, nei verbi di rivelare e di disvelare è insito in modo evidente il richiamo al concetto di togliere un velo.
Questo velo ovviamente è sui nostri occhi, incapaci di vederlo e di capirlo nella sua dimensione divina, non essendo in grado da soli di svincolarci dai legacci della nostra umanità appesantita da comportamenti atavici animaleschi.
Quando non comprendiamo una persona o una realtà diciamo che essa è avvolta da un mistero; quindi, ecco che Dio è relegato in tale ambito.
La Bibbia esprime però la propria convinzione che Dio alla persona umana - non sempre capace con la sola forza della ragione di conoscerlo - svela il suo mistero, cioè, se stesso e la sua volontà verso di lui.
Questo "svelamento" riguarda le sue opere meravigliose, i suoi modi di agire a nostro favore che restano nascosti a molti, purtroppo, sovente, anche ai potenti chiamati a guidare i popoli del mondo, ma su cui agisce la Provvidenza divina.

Ogni potere, infatti, viene da Lui; Lui è "signore di ogni autorità" (Ester 4,17t) come conferma anche il libro della Sapienza: "Ascoltate, o re, e cercate di comprendere; imparate, governanti di tutta la terra. Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli. La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi... sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa... sovrani dei popoli... onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre... L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo; un re saggio è la salvezza di un popolo." (Sapienza 6,1-3-8-21-24)

Tanti sono gli episodi narrati dalla Bibbia in cui, infatti, nonostante tutti gli errori degli uomini, s'intravede l'opera di Dio.
Nel libro del profeta Daniele, dopo l'episodio in cui questi rivelò un sogno al re, si trova "Allora il re Nabucodonosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. Quindi, rivolto a Daniele gli disse: Certo, il vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero." (Daniele 2,46s)

Le parole "rivelatore" "galeh" e "svelare" "migele'" che si trovano in questo brano nel testo originario in aramaico discendono entrambe dal radicale GLH le cui lettere, viste come icone, implicano di fare un cammino con Lui; "nel cammino il Potente si apre ".
"Misteri" in aramaico è "razin" e al singolare anche in ebraico "razah" .
Mistero nel linguaggio biblico, sappiamo bene, che non sta a significare che è impossibile poterlo rivelare, ma che verrà rivelato se si prende la "giusta" via, usando la chiave giusta della lettura della storia, allora il mistero "razah" è tale che "nella testa questo entrerà ".
E tutto il mistero è che il Potente stesso "Con il corpo questi uscirà ", verrà in terra il Figlio e ci rivelerà la vita eterna: "Questa è la vita eterna: conoscere te, o Padre, e colui che hai inviato, Gesù Cristo." (Giovanni 17,3)

Questo Dio misterioso e ignoto fu rivelato ai greci da un ebreo, San Paolo, affascinato dal Cristo risorto, quando ad Atene alzatosi in mezzo all'Areopago, disse: "Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo." (Atti 17,22-28)

Questo Dio che effettivamente era ignoto, grazie al Cristo e ai suoi apostoli che l'hanno annunciato anche ai pagani è, finalmente, pure arrivato fino a noi.

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