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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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CRISTO LO SPECCHIO DEI CRISTIANI
Lo specchio, con la propria insita capacità di riflettere le immagini, è un oggetto che, rimandando all'occhio ed alla vista, gli importanti strumenti di conoscenza a disposizione dell'uomo sul mondo esteriore, consente un potenziamento dei poteri umani.
Lo specchio, infatti, permette di scorgere anche ciò che non possiamo vedere, perché dietro di noi, ma soprattutto di vedere come siamo in quanto i nostri occhi non possono uscire fuori di noi stessi e guardarci direttamente.
Abbiamo già considerato che in ebraico specchio si dice "re'i", e si scrive e questo dal punto di vista grammaticale riferito al verbo vedere corrisponde a "vedermi", ossia "vedere () il (proprio) essere .
Lo specchio così ha eccitato anche la fantasia, entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli ed ha portato ad immaginare specchi capaci di vedere il mondo interiore, fino a divenire oggetto superstizioso tanto che nel passato è stato pure strumento di divinazione da parte di stregoni e di maghi.

Al riguardo basta ricordare la favola di Cenerentola in cui la regina cattiva che era anche una strega consulta il proprio specchio magico e gli chiede "specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
Oggi, va tanto di moda il "selfie" (termine derivato dalla lingua inglese), che è un autoritratto fotografico realizzato con uno telefonino multimediale, un tablet o una fotocamera digitale, puntando verso se stessi o verso uno specchio l'apparecchio e scattando, similmente a quanto avviene con la tecnica dell'autoscatto che utilizza un dispositivo che permette lo scatto ritardato di una fotografia.
I pittori, per farsi un autoritratto non potevano che rimirarsi attraverso uno specchio.
Ibn Arabi (1165-1240) filosofo, mistico e poeta arabo noto, come Doctor Maximus, ha sostenuto che "Il soggetto che riceve la rivelazione essenziale vedrà unicamente la propria forma nello specchio di Dio; non vedrà Dio, è impossibile che Lo veda, pur sapendo di non vedere la propria forma se non in virtù di quello specchio divino. Ciò è del tutto analogo a quanto avviene in uno specchio materiale: contemplandovi delle forme, non vedi lo specchio pur sapendo che vedi quelle forme o la tua propria forma solo in virtù dello specchio. Dio è dunque lo specchio nel quale vedi te stesso, come tu sei il Suo specchio nel quale Egli contempla i Suoi Nomi. Ebbene, questi non sono nient'altro che Lui stesso."

L'idea che lega lo specchio a Dio si trova già nel libro deuterocanonico della Sapienza quando in 7,24-27 dice: "La sapienza è il più agile di tutti i moti; per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra. È un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà. Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti."

Certo è che se si avvicina l'idea dello specchio a quella di Dio e in particolare a IHWH la cui prima lettera è la iod , ecco che si può pensare che l'archetipo di tutti gli specchi è quello che permette di "vedere () l'Essere " assoluto cioè Lui, il Signore, IHWH.

Abbiamo visto che il Salmo 42,6 dice tra l'altro: "Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza (= Gesù) è del mio volto e mio Dio."
Salvezza è Gesù, quindi il mio volto è Gesù, idea questa che è entrata nel pensiero di San Paolo.
La Sapienza di Dio è frutto del Suo Spirito e San Paolo traspone questa sapienza come immagine riflessa nei cristiani.
Man mano che crescono nel cammino della fede divengono specchi, sempre più tersi, dell'immagine di Dio; infatti: "Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto." (1Corinzi 13,12)

Questi, ricevendo il suo spirito col battesimo continuamente sono invasi dallo stesso Spirito che scende dalla madre Chiesa sin dalla prima Pentecoste e così divengono specchi della Sapienza divina per il mondo: "Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore." (2Corinzi 3,17s)

La legge perfetta di Dio è l'immagine del Figlio che il Creatore ricerca in quelli che alla fine intende adottare tra i figli dell'uomo.
Non basta specchiarsi in essa, ma occorre consentire che tale immagine plasmi chi la guarda, infatti, dice la lettera di Giacomo: "Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla." (Giacomo 1,22-25)

Il pericolo del cristiano è, infatti, di trasmettere un'immagine alterata del Signore.

Teofilo, vescovo nel II secolo di Antiochia, nella sua opera, di cui già ho detto, "Apologia ad Autolico" scrive ancora sugli "occhi dell'anima e sugli orecchi del cuore": "Iddio è visto da coloro che possono comprenderlo, perché hanno aperti gli occhi dell'animo. Tutti hanno gli occhi, ma alcuni cosparsi di caligine e non scorgono la luce del sole; e non perché ciechi non possono percepire la luce splendente del sole, essa non esiste, ma essi devono farne risalire la causa a loro stessi e ai loro occhi. Così anche tu hai gli occhi del tuo animo offuscati da caligine, per le nefandezze e i peccati tuoi. L'uomo deve mantenere l'anima pura come terso specchio. Quando la ruggine si posa su uno specchio, in esso non si può rispecchiare l'immagine dell'uomo; così quando il peccato si radica nell'animo dell'uomo; egli non può avere la visione di Dio... Dio si mostra a coloro che possono vederlo, quando hanno aperti gli occhi dell'anima. Tutti hanno i loro bravi occhi, ma qualcuno li ha velati, incapaci di vedere la luce del sole. Il fatto però che i ciechi non vedono, non dimostra affatto come la luce del sole non appaia. I ciechi se la prendano con loro stessi, e con i loro occhi... Allo stesso modo, ragazzo mio, se tu hai gli occhi dell'anima velati dalle tue colpe e dalle tue cattive abitudini, non potrai vedere la luce. Come uno specchio limpido: ecco come l'uomo deve tenere la propria anima pura."

"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio." (Matteo 5,8)
È questa situazione ben sintetizzata nel canto:

Ecco: lo specchio nostro è il Signore!
Aprite gli occhi e guardatevi in lui e imparate com'è il vostro viso.
E togliete la sporcizia dalle vostre facce.
Amate la sua santità e rivestitevene; e sarete immacolati sempre davanti a lui.
Alleluja; date gloria al Suo Spirito!


a.contipuorger@gmail.com


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