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LE CRONOLOGIE NELLA BIBBIA »
EBRAICO LINGUA DEL PARADISO
Suggerisce il libro della Genesi che "Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole." (Genesi 11,1)
L'autore bilico fa così passare anche l'idea che la lingua insegnata da Dio ad Adamo, che con lui parlava nel giardino dell'Eden, evidentemente l'ebraico, s'era conservata nella linea dei primogeniti, quindi, certamente era stata conservata integra da Noè e dalla sua famiglia.
Lo stesso libro del Genesi al Cap 10, infatti, precisa le genealogie dei figli di Noè, le loro lingue, i loro territori e i loro popoli (Genesi 10,5-20-31), ed elenca quelle di Jafet e di Cam, poi di Sem, e tra queste (almeno la Bibbia dei LXX) evidenza Eber, il cui nome evoca gli "ebrei", con la nota: "Anche a Sem, padre di tutti i figli d'Eber, fratello maggiore di Iafet, nacque una discendenza. I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram." (Genesi 10,21s)
Il versetto 5,32 aveva osservato che i tre figli Sem, Cam e Iafet nacquero quando Noè aveva 500 anni, ma quando parla delle lingue l'autore del Genesi sente il bisogno di precisare, proprio per passare l'idea che la lingua di Dio è l'ebraico, che Sem è maggiore di Jafet ed al versetto 11,10 poi precisa che in effetti il primo figlio di Sem fu Arpacsad, nonno di Eber, nato "due anni dopo il diluvio.", anche se in 10,21s è nominato come terzo.
Ne consegue che la Bibbia vuole dire che non solo la lingua di Eber è inquadrabile tra le lingue semitiche come quelle di Elam, di Assur, della Lidia e di Aram, ma anche che è la lingua dei primogeniti, di Noè, proprio quella imparata da Adamo direttamente da Dio nel paradiso terrestre.
Tutti i discendenti di Noè s'insediarono nella pianura di Sennar, per tradizione sede della città di Babilonia: "Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennar e vi si stabilirono." (Genesi 11,2)
Là, si verificò la dispersione e la diversità delle lingue al tempo di Peleg figlio di Eber "perché ai suoi tempi fu divisa la terra" (Genesi 10,24) ma questi, con Noè vivente, conservò la lingua d'Adamo.
La Bibbia così fa concludere che la lingua di Eber, progenitore degli Ebrei nella linea dei primogeniti, è quella parlata da Noè (prima del diluvio, della torre di Babele e della dispersione), perché precisa che "Noè visse dopo il diluvio 350 anni" (Genesi 9,28) e con ciò viene a suggerire che dopo il diluvio la lingua si conservò almeno tra questi.
Si deduce poi che l'informazione passata da Cam sul monoteismo originario era perlomeno viziata, prova ne è che questo figlio di Noè, da cui discesero gli Egitto e Canaan, (Genesi 10,25) maledetto da Noè, mentre Sem e Jafet furono benedetti.
Quindi tutti i popoli e tutte le nazioni del mondo tramite i patriarchi - Sem, Jafet e Cam - avevano ricevuto l'informazione, più o meno distorta, sulla "verità" del Dio Unico che, però, man mano s'era diluita e mischiata nelle varie culture già piena di politeismi, ma in cui un qualche bagliore di reminiscenza sul Creatore unico era rimasta.
In proposito, infatti, è da meditare che pur nel politeismo imperante, nella maggior parte delle varie cosmologie e cosmogonie in genere si trova l'idea di un dio padre degli altri dei, come Zeus per i greci e Amon per gli Egizi, sia pure in questi con forme zoomorfiche aberranti.
Si evince poi che i più lontani da questa idea dovevano proprio essere in particolare Egiziani e Cananei, discendenti appunto di Cam per i quali era più necessaria una correzione di rotta.