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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
STORIA E MITO DEGLI EBREI IN EGITTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I PATRIARCHI EBREI E L'EGITTO
Torniamo al libro della Genesi.
Quel libro, il primo dei cinque del Pentateuco o Torah, che iniziando dalla "creazione", in forma pseudostorica - midrashica, racconta nei suoi 50 capitoli gli eventi dei primi uomini, i patriarchi di prima e dopo il diluvio, dal 12° capitolo in avanti fa convergere l'attenzione sugli "eroi" - Abramo, Isacco e Giacobbe poi chiamato Israele - con vicende tutte preparatorie e profetiche sulla storia successiva dei nati da questo ultimo.
Questi tre, infatti, formarono l'embrione che, secondo gli altri libri della Torah ebbe la sua data di nascita con l'uscita, per intervento divino, dalla schiavitù d'Egitto assieme a una gran massa promiscua di altri fuoriusciti.
Loro ricevettero l'elezione a popolo di Dio con la consegna della Torah sul Sinai e con l'accettazione delle due Tavole della Legge che costituirono la testimonianza dell'intervenuto patto e furono poste nella famosa Arca dell'Alleanza che li accompagnò in tutto il loro peregrinare fino a quando ci fu l'insediamento di un regno a Gerusalemme.
Riferimenti storici extrabiblici che suffraghino in modo incontrovertibile l'esistenza di quei personaggi non sono stati trovati, perciò molti studiosi confinano quei personaggi nel mito.
L'opinione degli archeologi biblici però oscilla tra il considerare la Bibbia una guida utile per la ricerca, come è stato spesso dimostrato, e continuano a sperare in utili ritrovamenti, e quella che la fa ritenere un testo religioso privo oggettività.

È mia opinione che un substrato storico vi sia, perché quanto raccontato in genere ben s'inquadra con quanto noto nelle epoche che sono attraversate dalle narrazioni.
È poi da considerare che notizie meno incerte sulle dinastie di faraoni iniziano da dopo la fine del III millennio a.C., attorno al tempo del primo dopo diluvio secondo la Bibbia, epoca che Manetone, il più noto degli informatori delle Liste reali egizie, fa corrispondere alla XII Dinastia, ma solo dalla XVIII dal XVI secolo a.C. in avanti, si ha qualche certezza in più.
(La lista reale in greco di Manetone, storico dei tempi di Tolomeo III secolo a.C., c'è pervenuta attraverso Giuseppe Flavio, Sesto Africano e Eusebio di Cesarea)

La Bibbia, secondo Genesi 10,60 fa corrispondere la nascita del popolo egiziano da Egitto, "Mitzarim" in ebraico, secondogenito di Cam, nato dopo il diluvio, quindi, secondo il calendario rabbinico nel XXII secolo a.C..
Quello del 2000-2200 a.C., corrispondente al "Primo periodo intermedio" delle dinastie dei faraoni, era evidentemente il periodo più antico in cui per cognizione dai reperti, monumenti e lapidi allora esistenti e per trasmissione orale per l'autore del libro della Genesi (la cui redazione si concluse nel VI secolo a.C. tre secoli prima di Manetone) cominciavano le informazioni ritenute affidabili sul popolo degli egizi e sui loro re.
L'archeologia, infatti, propone per i "Regni" egizi qualcosa del genere:

  • Antico Regno 2700 - 2200 a.C.;
  • Primo Periodo Intermedio 2200 - 2050 a.C.;
  • Medio Regno 2050 - 1800 a.C.;
  • Secondo Periodo Intermedio 1800 - 1550 a.C.;
  • Nuovo Regno 1550 - 1100 a.C.;
  • Terzo Periodo Intermedio 1100 - 525 a.C.;
  • Epoca tarda 525 - 332 a.C.;
  • Epoca tolemaica 332 - 30 a.C..
Ora, nella genealogia dei patriarchi, nella linea diretta dei primogeniti, appare il nome di "Eber", il bisnipote - 4° generazione - di Sem figlio di Noè, da cui deriva il nome di "ebrei" il cui significato è "coloro che vengono da oltre" ...il fiume, dalla zona del Tigri e dell'Eufrate; infatti, Eber con i suoi figli abitava il territorio della Mesopotamia.
Un discendente della 6° generazione di Eber, Abram figlio di Terach, dalle lontane terre dell'Eufrate, in Ur dei Caldei, seguendo il vecchio padre Terach e i fratelli Nacor e Aran che morì lasciando il figlio Lot, tutti pastori che vivevano nella città di Ur, si spostò a Carran, nella Mesopotamia settentrionale, oggi Turchia, territorio prossimo a quello degli Hittiti, terra poi degli Hurriti e dei Mitanni, la "Naharina" dei testi egizi, territorio che ebbe il massimo fulgore nel XV secolo a.C..
I Mitanni sappiamo essere un'aristocrazia proveniente dall'Iran che attorno al 1500 a.C. fondò il suo impero nella Mesopotamia settentrionale regnando sulle popolazioni Hurrite.
Abramo, era sposato con la sorellastra sterile Sarai, nome che significa "mia principessa", figlia dello stesso padre, ma di madre diversa.
Lì a Carran in Anatolia Abram, quando ormai aveva 75 anni, sentì la chiamata d'uscire da quella terra, ove lasciò il padre e il fratello Nacor con la di lui famiglia, per portarsi col gregge in Palestina, ove lo seguì la moglie Sarai e il nipote Lot.

Tra l'altro, secondo la Bibbia Terach, morì all'età di 205 anni, aveva generato Abramo all'età di 70 anni (Genesi 11,32) quindi morì 40 anni prima della morte di Abramo, quando Abramo aveva 135 anni.
Dando fede alla Bibbia e ai conteggi che essa propone, Abram, infatti, nacque nell'anno 1948 dalla creazione, corrispondente al 1812 a.C., entrò in Palestina nel 1737 a.C. e morì che aveva 175 anni, quando era il 1637 a.C..
Si portò nella terra di Canaan e fu sottoposto subito a una prima prova per la presenza in quella terra di una carestia onde dovette portarsi in Egitto e convinse Sarai di dire che era sua sorella per timore che essendo molto bella gli attirasse ritorsioni da parte gli egiziani.
Sopraggiunta la carestia Abram: "...scese in Egitto per soggiornarvi..." (Genesi 12,10b) e poi c'è uno strano racconto (12,10-20).

Abram, che viveva nelle tende, doveva risolvere il problema di portare dietro tutto, persone e beni, senza venire scambiato per un nomade, gente non gradita agli Egiziani, infatti "tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani" (Genesi 46,34) tanto che poi i discendenti futuri di Abramo furono ricevuti ed ospitati ad est del delta del Nilo al limitare col deserto.
Fu così che per Abram il non conoscere bene la lingua di Canaan e l'avere un accento straniero si trasformarono in vantaggi.
Il nome della moglie Sarai = principessa e il suo nobile portamento gli fece escogitare una soluzione.
Pensò evidentemente che nel presentare la moglie col vero nome gli Egiziani avrebbero potuto credere che lui stesso fosse il principe; infatti il suono SR sia nella lingua di Eber sia in Egiziano indica "un principe".
In Egitto, inoltre, SRI, (le consonanti del nome della moglie), vogliono dire "io sono principe", perché in egizio " I " è anche il pronome "io/me".
Così viene in mente ad Abram dal nome della moglie Sarai SRI' che vuole dire "Io (Io sono) SR" , cioè "Io sono un principe" di definirsi in tal modo e allora lo considereranno un principe straniero, ambasciatore d'una terra lontana "ambasciatore, nobile, magistrato"; perciò, Abram propone a Sarai di presentarsi con il proprio nome dicendo che Abram è suo fratello e gli Egiziani lo riterranno un nobile con la carovana al seguito.
Era, peraltro, costume degli Hurriti dell'Alta Mesopotamia, da dove proveniva Abram (Bibbia di Gerusalemme, nota a Genesi 12,13) adottare per sorella la moglie, e Abramo poi dirà "...essa è veramente mia sorella, figlia di mio padre e non figlia di mia madre, ed è divenuta mia moglie". (Genesi 20,12)

Storicamente è il tempo dei primi tentativi d'invasione dell'Egitto da parte degli Hyksos, i re pastori che importarono in Egitto l'uso di carri da guerra e del cavallo.
Risaliamo così ai tempi della XII dinastia dei Faraoni, serie con i nomi di Amenemhat e Sesostris (1990 - 1785 a.C.), dopo la riunificazione dell'Alto e del Basso Egitto, quando la capitale era stata portata a Menfi, sulla sponda ovest del Nilo nel delta fertile, a circa 19 km a sud dell'attuale città del Cairo.
Il corpo di guardia egiziano alla frontiera sulla via che poi sarà detta dei Filistei, quella più breve lungo il mare, non solo lasciò passare Abram, ma ritenne che fosse la carovana di un corpo diplomatico al seguito di un'ambasceria del paese degli Hurriti o dei Mitanni dall'Alta Mesopotamia.
Ritennero che accompagnasse una principessa per l'harem del Faraone per sancire un patto d'alleanza, com'era uso, perciò dettero lustro alla carovana facendola accompagnare da un distaccamento fino alla capitale.
Voci sulla bellezza di Sara, così, giunsero fino al Faraone che li convocò a palazzo; la sua mira era Sara, onde cercò di unirsi con lei, ma fu punito da Dio e fu così che li mandò via con un risarcimento (Genesi 10,12-20).

Ora, non vi sono riferimenti storici sul personaggio Abramo, ma se questi è realmente vissuto, la Bibbia ci dice che lo fu tra il XVIII e il XVII secolo a.C..
Carestie in Canaan e in Medio Oriente erano episodi frequenti.
Fernand Crombette (1880-1970) studioso francese della Bibbia riferisce che ad esempio sotto il faraone Mentouthès III dell'11a Dinastia si verificò una siccità della durata di 7 anni come attestano anche altri egittologi (Hanotaux, Histoire de la Nation égyptienne. Tome 2, pp 195-196. Paris 1931).
Quale fosse il faraone che ricevette Abram non è dato sapere, ma nelle liste reali di quei tempi per le dinastie dei faraoni in genere non si danno nomi tranne alcuni anche fantastici nel Canone di Torino.

L'unica certezza è quella dei nomi della XV dinastia, costituita da sei governatori maggiori Hyksos del Basso Egitto che assunsero la funzione di faraoni.
Il nome Hyksos viene da "Heka khaset(u)" che significa in egizio di "Capo di un paese straniero", ed erano detti "re pastori" considerati provenienti dalla "fenicia".

Heka khaset

nomi di questi che influirono sulla civiltà egizia per circa tre secoli sono:
  • Saites regnò 19 anni,
  • Bnon 44,
  • Pachnan 61,
  • Staan 50,
  • Arcles 49,
  • Aphophis 61.
Con Abram in Egitto siamo nel periodo tra la XIII e XVII dinastia dei faraoni che subirono l'invasione e il governatorato degli Hyksos la cui influenza terminò verso la metà del XVI secolo con l'inizio della XVIII dinastia di faraoni a partire da Ahmosis.

Dal punto di vista della situazione storica questi racconti su Abramo del libro della Genesi suggeriscono che gruppi di ebrei, cioè di discendenti di Eber, in occasione dell'invasione Hyksos cominciarono ad avere contatti e accessi in Egitto ove erano chiamati Abirù/Apirù/Khabiru.

Tra l'altro il nome Giacobbe era anche un nome Hyksos, Yakob-Ha, com'è stato trovato in Egitto a Wadi Tumilat ove sono state scoperte più di 60 tombe a caverna sotto le case.
Alan Gardiner in "La civiltà egizia" (Einaudi 71 pag 145) segnala che sono stati trovati scarabei con quel nome Yakob-Her.
In base ai reperti è questi il Meruserra Yacob-her ossia il "Forte dell'amore di Ra, Yacob Horo", sovrano Hycsos della XV dinastia Basso Egitto (XVII secolo a.C.), considerato nelle Liste Reali essere l'Apachnan in Contra Apione di Giuseppe Flavio e il Pachnan di Sesto Africano.


Scarabeo di Jacob her. Disegno di Flinders Petrie

Da Eber, infatti, tanti furono i rami di discendenza e quella di Abramo da cui venne poi Giacobbe - Israele fu solo uno dei tanti rivoli.
È anche segnalata dal libro della Genesi la tendenza dei Faraoni e di potenti egizi dell'epoca, continuata in quelle successive, di prendere mogli per alleanze utili con principesse Hittite e Mitanne e, viceversa, principesse egizie erano cedute a potenti Hittiti e Mitanni, come si trova in corrispondenze ritrovate dagli egittologhi.

Ad esempio Nefertiti "Nfr.t jj tj" il cui nome significa "La bella è arrivata" grande sposa reale di Akhenaton, pare fosse la principessa mitanna Tadukhepa, che avrebbe sposato il faraone Amenhotep III, ma che passò poi al figlio di questi, Akhenaton e probabilmente fu co-reggente del trono.
Tra le tavolette d'argilla cuneiformi di Tell el-Amarna , infatti, sono state trovate anche lettere del re:
  • Burnaburiash III cassita (questi occuparono la mesopotania nel XVI secolo a.C., venivano dal nord dell'attuale Iran) che invia una figlia quale sposa a Amenhotep III;
  • Shutarna II dei mitanni che ugualmente invia una figlia a Amenhotep III;
  • dei mitanni che invia a Amenhotep III la principessa Tadukhepa.
D'altronde il libro della Genesi ci tiene a precisare che le matriarche Rebecca, moglie di Isacco e Rachele, moglie di Giacobbe, erano molto belle e provenivano dalla stessa famiglia di Nacor lasciata in Anatolia.

Isacco, il figlio della promessa secondo quanto dice la Genesi nacque ad Abramo e da Sara quando avevano 100 anni.
Seguendo le indicazioni di quel libro si deve concludere che:
  • Isacco per Genesi 21,5 nacque nel 2048, cioè nel 1712 a.C. e per Genesi 35,28 morì nel 2228, ossia nel 1532 a.C.;
  • Giacobbe per Genesi 25,26 nacque nel 2108, cioè nel 1652 a.C. e per Genesi 47,28 morì nel 2255, ossia nel 1505 a.C..
Ancora una carestia fu la causa che spinse Giacobbe (chiamato poi da Dio Israele) con tutta la famiglia ad andare in Egitto, ove con vicende fortunose rincontrò il proprio 11° figlio, Giuseppe, avuto come primogenito dalla moglie Rachele, figlio che ormai aveva dato per morto avendo creduto al racconto che gli avevano ammannito i 10 figli avuti dall'altra moglie Lia e dalle ancelle Zilpa e Bilha. ("Giuseppe vice faraone d'Egitto")

Giuseppe, com'è narrato in Genesi 37, era stato, infatti, ceduto dai fratelli per 20 sicli d'argento ad alcuni mercanti Ismaeliti che andavano in Egitto e là lo vendettero come schiavo.
Giuseppe, avendo la dote di svelare i misteri nascosti dai sogni, entrato nelle grazie del faraone per una serie di eventi in cui si scorge un disegno divino, era nel frattempo divenuto vice faraone d'Egitto, il che prepara il motivo del perché poi della schiavitù in Egitto del popolo d'Israele.
Quando svelò al faraone i reconditi del famoso sogno delle 7 vacche grasse e delle 7 vacche magre Giuseppe aveva 30 anni e Giacobbe 120, quindi, se si da fede a quelle indicazioni bibliche si era nel 1532 a.C..
Giacobbe aveva 130 anni quando entrò in Egitto con tutta la propria famiglia (Genesi 47,8-28) il che secondo il computo ebraico sarebbe avvenuto nell'anno della creazione 2238, quindi nel 1522 a.C..
Con questo elemento temporale se si guarda nella storia egizia le vicende di Giuseppe sarebbero da situare o sotto Aphophis, l'ultimo faraone Hyksos che regnò per circa 60 anni al limitare della loro influenza che terminò sotto Ahmose e Amenophis I che regnarono in Basso e Alto Egitto ciascuno per più di 22 anni.
Segnalo che Amosis o Ah-mosis, in effetti, aveva quel nome, perché era chiamato "j'h ms" ossia figlio della luna o nato da IAH.


Iah era il nome che gli antichi egizi attribuivano alla luna e soprattutto durante la XVIII dinastia compare in nomi di sovrani e di regine.
La divinità principale adorata dagli Habiru semiti era il dio luna Yah, conosciuto con quel nome in Egitto e in Babilonia.
Apophis il Grande o Khaion, poi, non era egiziano e può benissimo aver affidato a un fenicio "Phenix", di cui si trovano notazioni nei reperti, che poi nella fattispecie poteva essere proprio il Giuseppe ebreo, i poteri di Viceré o Gran Visir capo di tutti i distretti e governatorati dell'Alto e Basso Egitto.
Sotto il suo regno la tribù di Giacobbe poté entrare in Egitto nella terra di Goshen, a Sud del delta del Nilo.

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