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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
STORIA E MITO DEGLI EBREI IN EGITTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SEM E ABRAMO »
I PATRIARCHI EBREI E L'EGITTO »
GIUSEPPE SECONDO CROMBETTE »
I TEMPI DI AKHENATON »
PENSIERI DELL'ATONISMO »
LO SPLENDORE DI ATON »

LA SCHIAVITÙ DEGLI ISRAELITI
Il primo capitolo del libro dell'Esodo, il secondo della Torah, al riguardo degli ebrei in Egitto, propone: "Sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese." (Esodo 1,8-10)

La notazione "un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe" ci porta a pensare a un cambiamento radicale di dinastia faraonica e al periodo, un mezzo secolo circa, che occorse perché il regno del Basso Egitto, già in possesso dei re pastori Hyksos, passasse sotto il dominio dell'antica dinastia di faraoni, ritiratasi nell'Alto Egitto.

Durante la XVII dinastia ebbe inizio la riscossa nazionale promossa dai sovrani tebani e Kamose diede inizio all'attacco alle aree occupate dagli Hyksos e a riunire le due terre d'Egitto.
È da ricordare che l'influenza degli Hyhsos era arrivata a sud di Tebe e che la Nubia s'era resa indipendente con propria dinastia alleata degli Hyksos.
In quegli anni iniziò la XVIII dinastia in cui si susseguirono:

  • Amosis, fratello minore di Kamose, che regnò per 22 anni di cui 6 sull'intero Egitto e si poté definire, "colui che regna sul giunco - Basso Egitto - e sull'ape - Alto Egitto " NSW BJTY


    Pare, infatti, che la città di Avaris, capitale degli Hyhsos, fu liberata nel 16° anno di regno di Amosis.
  • Amenophis I, 21 anni di regno.
  • Tuthmosis I, 9 anni di regno, che Manetone indica che fu colui che cacciò definitivamente i re pastori dall'Egitto.
Testimoni storici degli eventi sono il papiro Sallier sulla contesa Seqnenra - Apophis, la tavoletta Carnarvon, la stele di Karnak con le imprese di Kamose e la biografia del marinaio Ahmes che nella sua tomba di El-Kab narra della presa di Avaris e dell'inseguimento degli Hyksos attuata da Ahmose o Amose.

I figli d'Israele, tra cui c'erano molti pastori, orientali, considerati fenici, fatti insediare da Giuseppe, secondo il racconto della Genesi, "nel paese di Gosen" (Genesi 45,10) terra fertile vicino ad Avaris, area della futura città di Ramses, non essendo egizi puri, ma di provenienza più prossima proprio a quei nemici, evidentemente furono temuti come coloro che avrebbero potuto cambiare orientamento e manifestarsi ostili al nuovo regime.


paese di Gosen



la capitale Hyksos: Avaris

La città di Ramses è stata localizzata presso il villaggio di "Kathana-Qantir" a 100 km a nord-est del Cairo alcuni km a nord del sito di Avaris divenuta nel Nuovo Regno zona franca dove di stabilivano gli "habiru", pastori provenienti dalla terra di Canaan.

Prosegue così quel testo del libro dell'Esodo: "Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses." (Genesi 1,11)

Pi-Atum, ossia "casa di Atum" fu costruita durante il regno del faraone Horemhab.
Ramses, è stata identificata con Pi- Ramses, ossia Casa di Ramses, capitale sotto i Ramessidi.
Quel versetto, allora, supera con un balzo secoli di storia Egizia, infatti, sono da tenere presenti i fatti della storia degli egizi di circa 220, prima di arrivare al faraone Ramsete II che regnò per ben 67 anni:
  • circa 160 anni fino Akhenaton;
  • 20 anni circa tempo di Akenaton e coreggenze prima e dopo a Tutankamon;
  • 40 anni, di Horemhab 27 anni e 13 anni di Ramsete I e Sethos I.
In questi anni avvenne che: "...quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti. Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d'Israele trattandoli con durezza. Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l'argilla e a fabbricare mattoni, e a ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza." (Esodo 1,12-14)

Quel "preparare l'argilla e a fabbricare mattoni" ci porta a ricordare i mattoni della città di Amarna, la nuova capitale di Akhenaton, di cui ho detto, costruita in gran parte in mattoni crudi di argilla.
Da là poi i "talatat", i blocchetti di pietra di tre palmi del tempio di Aton, pratici da rimuovere e trasportare, ai tempi di Ramsete II furono riutilizzati per la costruzione di monumenti a Pi - Ramses, mentre i mattoni erano fatti in sito.

Si può allora concludere che mano d'opera di schiavi orientali, tra cui gli ebrei, fu impiegata certamente a partire dal tempo di Akhenaton fino a Ramsete II.

Non tutti gli ebrei erano trattati nello stesso modo, almeno fino ai tempi di Akhenaton, infatti, è da ritenere che i discendenti dei figli Efraim e Manasse di Giuseppe, nipoti di un sacerdote di On da parte della madre Asenat, fossero diventati potenti militari e sacerdoti e come tali forse poterono suggerire anche l'orientamento "eretico" di quel faraone, mentre le altre tribù ebree considerate filo-straniere furono impiegate nei lavori forzati.

Ricerche archeologiche ad Amarna hanno rivelato la vita della gente comune che trasportava l'acqua, scaricava barche dal Nilo e costruiva case e templi.
Delle 20-30.000 persone che vi vissero nel periodo di splendore, solo meno del 10% era l'élite sepolta in tombe decorate, mentre il restante era interrata nel cimitero comune, avvolti in semplici stuoie, indice d'estrema povertà, là ove i sarcofagi erano segno di prestigio sociale.
"Abbiamo trovato gli scheletri più malati e stressati che siano mai stati scoperti fino ad oggi nell'antico Egitto", ha detto Jerome Rose, bio-archeologo dell'Università dell'Arkansas che ha condotto parte delle ricerche.

Gli scheletri degli individui di età compresa tra 3 e 25 anni mostrano segni di scorbuto e rachitismo, il 75% degli scheletri studiati mostra segni di artrite a carico degli arti e della schiena, indizio di lavori pesanti, fratture e vertebre compresse e il 67% porta segni di una frattura guarita o in via di guarigione, tassi "molto alti che indicano un elevato carico di lavoro", ha spiegato Jessica Kaiser, osteo-archeologa di Ancient Egypt Research Associates.

Si arriva così ai tempi in cui nacque Mosè quando "...il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina." (Esodo 1,22)

Mosè aveva il fratello Aronne di 3 anni più anziano (Esodo 7,7) ed evidentemente non incappò in questo editto, quindi, è da ritenere che fosse intervenuto l'avvento di un nuovo faraone che ebbe ad inasprire le misure contro gli orientali e contro quelli che avevano seguito o lavorato per gli Atoniani. Quasi certamente si tratta del faraone Haremhab.
Chi raccolse Mosè dalle acque del Nilo fu così una figlia di quel faraone.

Il libro dell'Esodo (6,20) informa che il padre di Mosè, di Aronne e di Maria (Miriam), fu "A'mram", un nipote di Levi dal figlio "Keat" e la madre fu "Iochebed", che era anche la zia di "A'mram".

Il nome "A'mram" significa "il popolo Alzo " e il nome "Iochebed" può significare "sarà a recare Gloria ".

Nel libro dei Numeri poi si trova anche che: "La moglie di A'mram si chiamava Iochebed, figlia di Levi, che nacque a Levi in Egitto; essa partorì ad A'mram Aronne, Mosè e Maria loro sorella." (Numeri 26,59)

Ne deriva che da parte di madre il nonno di Mosè sarebbe proprio Levi, mentre da parte di padre, Levi sarebbe il bisnonno, quindi un levita della 3a e 4a generazione.
Per il calendario di cui ho detto, seguendo i conteggi degli stessi rabbini Mosè in Egitto sarebbe nato il 7 di Adar (febbraio - marzo) dell'anno 2368 dalla creazione e restituì l'anima a Dio all'età di 120 anni, il 7 Adar del 2488.
Sarebbe, quindi, vissuto tra gli anni 1392 (3760-2368) e 1272 (3760-2488) a.C. il che lo fa contemporaneo anche del faraone Akhenaton.

Pur con le indeterminazioni che sussistono sulle datazioni dei regni dei vari faraoni d'Egitto accade, infatti, che il famoso Akhenaton, il faraone monoteista eretico per i sacerdoti di Ammon di Tebe, regnò i suoi 17 anni di regno tra il1367 e il 1350 a.C., con margine d'errore di 20 anni, quindi, secondo chi redasse il libro dell'Esodo, proprio mentre era in vita Mosè (1392 - 1272).
(Mosè e la generazione dei coetanei ebrei nati in Egitto, per il Talmud, è figlio spirituale della sorella Maria che convinse il padre a "risposare" la moglie pur se c'era l'editto di far morire i figli maschi nel Nilo. La questione è riportata in "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione - Prima Parte " e "Seconda Parte")

Ai tempi dell'inizio delle piaghe d'Egitto narrate dal libro dell'Esodo Mosè aveva 80 ed Aronne 83 (Esodo 7,7), per cui ne conseguirebbe che l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto col miracolo dell'apertura del mare sarebbe avvenuto attorno al 1312 a.C..
Si sarebbe, quindi, ancora sotto la XVIII dinastia dei faraoni, il che potrebbe far pensare, come causa, alle ritorsioni proseguite contro i simpatizzanti di Akhenaton dopo la morte del faraone bambino TunkhAmun già TutankhAton, tempo in cui avvenne il ritorno della corte sotto il controllo dei sacerdoti di Amon, il faraone transitorio, cui seguì il consigliere Ay e poi il capo dell'esercito Haremhab.

Freud, il celebre psicoanalista, che era di origine ebraica, in giovane età si appassionò allo studio della Bibbia e verificata la somiglianza incredibile del Salmo 104 con l'Inno al Sole di Akhenaton fece anche l'ipotesi che Mosè fosse vissuto anche alla corte di quel faraone visto quanto si deduce sul tempo della sua esistenza seguendo quanto deducibile da quelle indicazioni della Bibbia di cui ho detto.

Accade però che nel libro dell'Esodo c'è anche un'altra informazione temporale sul periodo in cui il popolo ebraico uscì dall'Egitto guidato da Mosè.
In Esodo 12,40-41, infatti, si legge: "La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent'anni. Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d'Egitto."

Abbiamo già considerato che Giacobbe aveva centotrent'anni quando entrò in Egitto con tutta la sua famiglia (Genesi 47,8-28) quindi, nell'anno 2238 dalla creazione, ossia nel1522 a.C., onde l'indicazione ci porterebbe per la prima Pasqua attorno al 1100 a.C., addirittura nella XX dinastia.
Questa indicazione però è troppo tardiva rispetto all'unico dato considerato la prima testimonianza storica extrabiblica relativa al popolo d'Israele, quello che si rileva nella stele, detta di Merenptah, conservata al Museo Egizio del Cairo.
Questa stele di granito nero fu eretta da Amenhotep III (1387-1348 a.C.) modificata poi da Merenptah (1224-1214 a.C.) in cui aggiunse l'esito vittorioso di una propria spedizione militare nel V anno del proprio regno contro Canaan e tra i popoli e le città sconfitti è elencato "ysrir" in cui gli archeologi hanno riconosciuto riferibile il popolo d'Israele: "ysrir è desolato, non ha più seme suo".


Stralcio su "Israele" dalla stele di Merenptah

Quel versetto Esodo 12,40 in ebraico, in effetti, così è traducibile alla lettera:

"La dimora dei figli d'Israele che dimorarono in Egitto fu di 430 anni", e quel "che", in ebraico "'ashoer", può portare a due valutazioni in quanto se lo si riferisce ai "figli d'Israele" quel tempo è da interpretare dall'entrata di Giacobbe in Egitto, ma se fosse da riferire a "dimora" i 430 anni dovrebbero partire dal primo ingresso di Abramo in Egitto.

Quel passo del libro dell'Esodo dalla Bibbia nella traduzione in greco detta dei LXX, infatti, è interpolato con un chiarimento che non troviamo nel testo masoretico e si presenta in questa forma: "La dimora dei figli d'Israele che essi dimorarono nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan fu di 430 anni"; del pari il "Pentateuco" samaritano ha: "Nel paese di Canaan e nel paese d'Egitto".
Giuseppe Flavio in "Antichità giudaiche", II, XV, 2 al riguardo scrive: "Lasciarono l'Egitto nel mese di xantico (mese macedone che corrisponderebbe all'ebraico "nisàn"), ...430 anni dopo la venuta del nostro antenato Abramo in Canaan".

Il commentatore medioevale Rashi pure sostiene che 430 fu il numero di anni trascorsi fra il Patto tra le Parti in Genesi 15, cioè quando fu preannunciato l'Esilio ad Abraham e l'Esodo.
Il periodo di 430 anni per l'ebraismo, in definitiva, è da contare dalla "dimora" di Abram in Canaan (Genesi 12) quando Abram aveva oltre 75 anni, così la permanenza in Egitto dall'entrata di Giacobbe sarebbe durata solo 210 anni, gli ultimi dei 430; quindi, l'uscita dall'Egitto sarebbe avvenuta nel 1312 a.C.; e si ritorna ai tempi e alle persecuzioni di dopo Akhenaton e prima dei Ramsetidi contrariamente alla segnalazione biblica chiara del tempo dei Ramsetidi stessi con la citazione in Esodo 1,11 della città di Pi-Ramses.

C'è però nel libro dell'Esodo ancora un'atra indicazione temporale da valutare.
È raccontato che Mosé fu adottato da una principessa Egiziana come figlio di faraone e fu così che "...venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente nelle parole e nelle opere." (Atti degli Apostoli 7,22), ma ebbe anche l'educazione ebrea da parte della propria famiglia d'origine.

Com'è noto poi per difendere un fratello ebreo uccise un loro sovrintendente ai lavori forzati, quindi, dovette fuggire in esilio nel deserto ove vi stette per molti anni; "Nel lungo corso di quegli anni, il re d'Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio." (Esodo 2,23)

Mosè fuggì nel deserto che era giovane - aveva certamente meno di 40 anni - e tornò nel mondo civile d'Egitto vecchio di 80 anni, appena dopo che era morto il faraone da cui era dovuto fuggire.

Nell'elenco delle dinastie nel testo in lingua italiana pubblicato nel 1971 dalla casa editrice Einaudi "La civiltà egizia" di Alan Gardiner (titolo originale: "Egypt of the pharaohs. An introduction", Oxford University Press, 1961) si trova che nella XVIII e XVIII dinastia chi dopo Amenofi III, padre di Akhenaton che regnò per 37 anni chi regnò di più fu Ramsete II con 67 anni di regno.

Con tale indicazioni il libro dell'Esodo informa che Mosè si presentò come profeta di IHWH al successore di Ramsete II, il faraone Merenptah che regnò per 10 anni tra il 1224 e 1214 nel cui periodo si verificarono le famose dieci piaghe e l'uscita miracolosa dallEgitto col miracolo dell'apertura del mare.


Possibili percorsi dell'esodo

Sulla cartina sono indicati i possibili percorsi dell'Esodo.
Tra questi, con argomentazioni, nel mio articolo "La risurrezione dei primogeniti", a cui rimando, sostengo valido il percorso più in alto, il settentrionale, con un evento prodigioso verificatosi in favore solo dei primogeniti ebrei, che armati, si presentarono come agnelli sacrificali per attirare i carri del faraone salvando in tal modo la massa dei fuoriusciti.
Questi primogeniti, salvatisi, pur lasciando sul campo svariati fratelli, si unirono il terzo giorno alla massa dei fuoriusciti riunitasi ai Laghi Amari e tutti assieme da lì sarebbero fuggiti secondo il percorso centrale.

A questo punto le informazioni fornite dalla Torah sull'evento "esodo" portano a ritenere che si verificò un continuo fuggire dall'Egitto di persone soggette a persecuzioni tra cui gli ebrei a seguito della cacciata degli Hyksos - metà XVI secolo a.C., poi alla fine del regno di Akhenaton dei simpatizzanti filo Atoniani - metà XIV secolo a.C. - quindi, di addetti a lavori forzati fino a concludersi ai tempi dopo Ramsete II verso la fine del XIII secolo a.C..

È da pensare che si fosse creata come una rete di mutuo soccorso per i fuggitivi che si raggruppavano in bande ribelli ai faraoni soprattutto nella zona dei Laghi Amari.
L'evento però del miracolo del mare verrebbe a capitare proprio negli anni di regno di Merenptah e la sua famosa stele ne è cenno.

Dopo l'Esodo gli ebrei vissero nel deserto per quarant'anni (Esodo 16,35: Numeri 14,33s e 32,13; Deuteronomio 1,3; 2,7; 8,2-4; 29,4; Giosuè 5,6), al termine dei quali Mosè morì e il suo posto fu preso da Giosuè, che condusse gli ebrei nel paese d'Israele.

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