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ABRAMO TRATTA CON DIO
Al capitolo 18 del libro della Genesi Abramo è presso le Querce di Mamre e Dio, nella figura di tre uomini, lo va ad incontrare.
In tale occasione gli annuncia la nascita del figlio Isacco, poi è narrato il seguente colloquio in cui Abramo tratta con Dio per farlo tornare sulla decisione di distruggere la città di Sodoma: "Abramo gli si avvicinò e gli disse: Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia? Rispose il Signore: Se a Sodoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo. Abramo riprese e disse: Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città? Rispose: Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque. Abramo riprese ancora a parlargli e disse: Forse là se ne troveranno quaranta. Rispose: Non lo farò, per riguardo a quei quaranta. Riprese: Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta. Rispose: Non lo farò, se ve ne troverò trenta. Riprese: Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti. Rispose: Non la distruggerò per riguardo a quei venti. Riprese: Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci. Rispose: Non la distruggerò per riguardo a quei dieci." (Genesi 18,23-32)
Il testo riporta più volte la parola "giusto/i"
"tsadiq" e
"tsadiqim", termine che nel caso in questione assume l'accezione di "innocente".
Qui si ferma il colloquio e la città sarà distrutta... non c'erano dieci giusti!
La trattativa è serrata e incalzante da parte di Abramo come quella in uso nei bazar per l'acquisto di mercanzia.
L'argomentazione portata avanti da Abramo però è nitida: "Davvero sterminerai il giusto con l'empio?"... e, due volte nel versetto 25, si trova l'espressione "lontano da te!".
Quel "lontano da te!" nel testo della Tenak è
"chalilah lak" la traduzione che fanno gli ebrei è, sarebbe un sacrilegio attribuirti una cosa simile, infatti quel termine deriva dal radicale
di "essere profanato", "essere trafitto" e "essere ucciso".
Eppure, questo sacrilegio che in termini antropomorfici corrisponde a un Dio che è trafitto, fu profetizzato VIII secolo a.C. dal profeta Isaia nel IV Canto del Servo di IHWH, riferito dai cristiani al Messia, come evento che si sarebbe verificato concretamente: "Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti." (Isaia 53,5)
Quel "trafitto" là è "mecholel"
e quella profezia verrà compiuta al momento dell'uccisione in croce del "giusto", figlio di Dio e figlio dell'uomo, Gesù di Nazaret, trafitto dai chiodi in croce e dopo morto da una lancia romana.
Per due volte, versetti Genesi 18,24 e 26, si trova nel testo tradotto "perdonerai" e "perdonerò", rispettivamente
"l'o tissha'" e
"nash'ati", ove il primo in effetti è un "non distruggerò", dal radicale
da cui viene il termine "sho'a"
,
"il fuoco
portato
dall'Unico
",
mentre il secondo è lo stesso termine usato nel racconto di Caino e Abele.
Abramo nella trattativa parte da 50 giusti e nel testo perviene fino a 10, ma non c'erano, e si salvò solo Lot con la sua famiglia?
In effetti, le città da salvare erano cinque: Sodoma, Gomorra, Admà, Tzeboim e Tzoar e 10 è il numero minimo necessario e sufficiente, il quorum, detto il "minian", di ebrei maschi adulti (che hanno cioè già superato l'età dei tredici anni della "Bar Mizvah" e hanno pieno titolo di far parte della comunità) fissato proprio perché siano validi il rito sinagogale e la preghiera pubblica ebraica.