BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2016  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRicerche di verità - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RICERCHE DI VERITÀ...

 
IL PERDONO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

VITA, TEMPO DI PROVA »
LA TORAH SUL PERDONO E LE ALTRE SACRE SCRITTURE »
LA PRIMA RICHIESTA DI PERDONO »
ABRAMO TRATTA CON DIO »
GIUSEPPE PERDONA I FRATELLI »
PERDONO PER L'IDOLATRIA E PER L'ADULTERIO »
QUARANTA ANNI NEL DESERTO »
MAI DISPERARE DELL'AMORE DI DIO »

IL RITORNO DALL'ESILIO È PROVA DEL PERDONO
In quei 40 anni dopo l'episodio degli esploratori di cui ho detto, però, nonostante la punizione, la misericordia del Signore si manifestò nei riguardi del popolo, come del resto farebbe un padre con il figlio amato che deve ricevere l'istruzione e che pur incorre in qualche inevitabile correzione.

Ben considera ciò questo passo del libro di Neemia: "Ma essi, i nostri padri, si sono comportati con superbia, hanno indurito la loro cervice e non hanno obbedito ai tuoi comandi; si sono rifiutati di obbedire e non si sono ricordati dei miracoli che tu avevi operato in loro favore; hanno indurito la loro cervice e nella loro ribellione si sono dati un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, pietoso e misericordioso, lento all'ira e di grande benevolenza e non li hai abbandonati. Anche quando si sono fatti un vitello di metallo fuso e hanno detto: Ecco il tuo Dio che ti ha fatto uscire dall'Egitto! e ti hanno insultato gravemente, tu nella tua misericordia non li hai abbandonati nel deserto: la colonna di nube che stava su di loro non ha cessato di guidarli durante il giorno per il loro cammino e la colonna di fuoco non ha cessato di rischiarar loro la strada su cui camminavano di notte. Hai concesso loro il tuo spirito buono per istruirli e non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro l'acqua quando erano assetati. Per quarant'anni li hai nutriti nel deserto e non è mancato loro nulla; le loro vesti non si sono logorate e i loro piedi non si sono gonfiati." (Neemia 9,16-21)

Quell'episodio degli esploratori che provocò la punizione che durò 40 anni fu anche un anticipo di ciò che sarà la punizione del Signore in caso di mancanza di fiducia nei suoi confronti e soprattutto in caso di continuo adulterio.
Certo, infatti, è che nella storia d'Israele quando aumentò il peccato di adulterio, che per quanto riguarda il complesso del popolo è il peccato d'idolatria, perché comporta il tradimento dell'alleanza, dopo gli avvisi inascoltati dei profeti, la punizione fu l'allontanamento dalla terra promessa.
Tale adulterio, pur con tutta la Sua pazienza per Dio divenne insopportabile molti secoli dopo e, in due occasioni, prima gli Assiri nel 722-721 a.C. portarono in esilio Israele del Nord e poi nel 587-586 a.C. i Babilonesi deportarono in esilio quelli del regno di Giuda e Beniamino e devastarono Gerusalemme.
Pur tuttavia in modo sorprendente e imprevisto, com'è narrato nei libri delle Cronache, di Esdra e di Neemia, questo esilio dopo 70 anni ebbe termine.

Il profeta Geremia l'aveva predetto con questi oracoli:

  • "Tutta questa regione sarà distrutta e desolata e queste genti serviranno il re di Babilonia per settanta anni. Quando saranno compiuti i settanta anni, punirò per i loro delitti il re di Babilonia e quel popolo - oracolo del Signore - punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne." (Geremia 25,11-12)
  • "Così dice il Signore: Quando saranno compiuti a Babilonia settant'anni, vi visiterò e realizzerò la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo. Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo - oracolo del Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò." (Geremia 29,10-12)
Il profeta Daniele nel libro omonimo "Nell'anno primo di Dario, figlio di Serse, della progenie dei Medi, il quale era stato costituito re sopra il regno dei Caldei, nel primo anno del suo regno" (Daniele 9,1-2) tentava di comprendere il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e che si dovevano compiere per le rovine di Gerusalemme, cioè i settant'anni, e riesaminata tutta la questione si rivolse al Signore Dio alla ricerca di un responso con preghiera e suppliche, col digiuno e veste di sacco e cenere e fece questa preghiera: "Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all'alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi ! Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i delitti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono ("racemi" e "selichot" ), perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per mezzo dei suoi servi, i profeti. Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è allontanato per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi la maledizione sancita con giuramento, scritto nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui... Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella legge di Mosè... Signore, ascolta! Signore, perdona! ("selachah" )" (Daniele 9.5-19)

Il "ritornare" è verbo che in ebraico ha il radicale e il "pentimento", è chiamato appunto "ritorno" una "shuvah" o meglio "Teshuvah o Teshuva" , che è il modo di espiare i peccati per raggiungere il perdono collettivo e individuale.

Nel profeta Geremia si trova "Se ritornerai, io ti farò ritornare e starai alla mia presenza..." (Geremia 15,19) e se tornerai è "teshub" "ti farò tornare" "'eshibek" si può anche intendere e "io tornerò a te".

Stesso modo d'esprimersi di Dio è nel profeta Malachia: "Fin dai tempi dei vostri padri vi siete allontanati dai miei precetti, non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti." (Malachia 3,7)

Stare col Signore è stare nella Terra Promessa, il Regno dei Cieli!

L'intenzione di tornare comporta l'idea di riavvicinarsi che in ebraico è espresso dal radicale verbale di "avvicinarsi, accostarsi", ma anche sta a indicare il gesto di chi si avvicina con buone intenzioni per ingraziarsi chi deve incontrare, ossia "di offrire" un dono, da cui viene il termine offerta sacra, una forma di sacrificio il "qarban" ricordato in Marco 7,11.

La "teshuvah" è così un movimento di ritorno che, ha intima connessione con l'idea di sacrificio, il "qorban", che vuol dire proprio avvicinamento.

Secondo il Talmud il pentimento è stato tra le prime cose predisposte da Dio prima della Creazione ("Nedarim" 39b).

Con ciò è indirettamente detto che da quei saggi che scrissero il Talmud era stato recepito che il disegno divino sull'uomo, grazie alla libertà con cui intendeva crearlo, doveva prevedere la possibilità di rimediare agli errori che avrebbe potuto compiere.

La Torah, infatti, prescrive l'osservanza di un giorno particolare, lo "Yom Kippur" "Giorno dell'espiazione" , descritto al capitolo 16 del libro del Levitico e ricordato più volte in Levitico 23,27-31 e 25,9, in Esodo 30,10 e in Numeri 29,7-11.

È quello un giorno di digiuno e valgono le stesse prescrizioni per il Sabato circa il lavoro e altre attività vietate ed è uno degli "Yamim Noraim" vale a dire dei "Giorni terribili" o "Giorni di timore reverenziale" che sono i primi due giorni e l'ultimo dei "Dieci Giorni del Pentimento", che vanno da "Rosh haShana" , il capodanno religioso, a "Yom Kippur", il tempo opportuno annuale per fare "teshuvah", il ritorno, la conversione a Dio.

In quel giorno di Yom Kippur, quando esisteva il Tempio, il Sommo Sacerdote confessava i propri peccati e quelli del popolo sopra un capro che poi veniva fatto condurre nel deserto, come appunto prescrive Levitico 16,21: "Aronne poserà entrambe le mani sul capo del capro vivo, confesserà su di esso tutte le colpe degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto."

In quei tempi il fedele ebreo portava al Tempio i vari sacrifici per i vari tipi di peccato, ma la parte essenziale del rito era che doveva confessare "viddui" i propri peccati, atto essenziale per partecipare alla "teshuvah", collettiva e individuale e godere della redenzione annuale.
Da quando non c'è più il Tempio il rito si compie in Sinagoga con lettura del brano della Torah e il servizio o lavoro "Avodah" dei sacerdoti e i sacrifici sono sostituiti dalla preghiera "Musaf".
La liturgia si conclude con la preghiera "Neilah", che significa "chiusura" con cui c'è un appello diretto a Dio e vi si chiede "suggellaci nel Libro della Vita", perché il destino di tutti gli uomini secondo l'ebraismo è suggellato e deciso negli ultimi momenti del "Giorno di Espiazione".

La preghiera speciale dice fra l'altro: "Tu stendi una mano ai trasgressori, la Tua destra è protesa a ricevere i penitenti; Tu ci hai insegnato o Signore Dio nostro, a confessare davanti a Te tutti i nostri peccati, affinché noi cessiamo di fare violenza con le nostre mani, in modo che Tu possa riceverci alla Tua presenza in assoluto pentimento..."

A ciascuno però spetta la parte del lavoro della "Teshuvah" su se stesso non solo col prepararsi a confessare i propri peccati, ma provvedendo di fare quanto possibile col prossimo eventualmente offeso nell'anno per riparare.
Il pentimento autentico comporta, infatti, che chi vuol ricevere il perdono vada dalla parte lesa e cerchi di correggere il peccato nel miglior modo possibile.
È evidente che in fin dei conti tutti i peccati sono contro Dio, anche quelli contro il prossimo, perché sono comunque una trasgressione della legge divina "amerai il tuo prossimo come te stesso" (Levitico 19,18) il che comporta che l'ebreo si deve rivolgere e confessare pentito questi peccati a Dio.
Il pentimento con purezza di cuore e buone intenzioni e propositi, è sufficiente nel caso dei peccati verso Dio, ma non per quelli verso il prossimo in quanto, appunto, questi comportano il rivolgersi, per quanto possibile, anche alla parte lesa, ossia al prossimo che ha subito per il comportamento del penitente.
La richiesta di perdono ha senso se solo c'è una coscienza della gravità della colpa e l'intenzione di non ricommetterla.
La prova di pentimento è vero è se in circostanze identiche il pentito non ricade.
Ecco che appaiono tre tipi di perdono.

Il primo livello è la "mechilah" , che non è un termine biblico, perché il radicale appare per la prima in ebraico rabbinico e significa "il rimettere" un debito o "rinunciare di un onore", quindi, l'abbandonare un reclamo per indebitamento e, come termine traslato, perdonare.
Questo è il perdono che può dare la persona offesa.
La mancanza c'è stata e rimane, ma il debito è perdonato.
L'autore del reato ovviamente deve essere sincero nel pentimento e nel rimorso, deve astenersi dal ricommettere l'atto e confessare l'atto della mancanza davanti all'offeso.
Poi l'offeso decide, e le regole della comunità per gli offesi della comunità stessa comportano che sono moralmente in obbligo di perdonare.

Il secondo tipo di perdono è la "Selichah" , atto di cuore con cui si raggiunge una comprensione più profonda del peccatore un atto di misericordia.

Il terzo tipo totalizzante del perdono è la "Kapparah" o "espiazione" ed anche "Tahorah" purificazione. Si tratta di una totale pulizia esistenziale concessa solo da Dio, perché nessun essere umano può espiare i peccati di un altro o purificare l'inquinamento spirituale di un altro.

Dal Sefer Mechilah uSlichah veKhaparah: "Libro del perdono, del condono e dell'espiazione" estraggo la seguente invocazione:

Padre nostro, nostro re, "Avinu Malkenu",
Ogni versetto inizia con "Padre nostro, nostro re" che sintetizzo con P...

P... - abbiamo peccato contro di te.
P... - non abbiamo re se non te.
P... - re agisci con noi per riguardo al tuo Nome.
P... - annulla da noi i duri decreti.
P... - rinnova per noi notizie buone.
P... - rinnova per noi un anno buono.
P... - annulla i pensieri di quanti ci odiano.
P... - fa cadere il progetto dei nostri nemici.
P... - manda piena guarigione ai malati del tuo popolo.
P... - trattieni l'epidemia dalla tua eredità.
P... - distruggi la peste, la spada, la carestia.
P... - distruggi la prigionia e l'epidemia dai figli del tuo popolo.
P... - ricordati che noi siamo polvere.
P... - strappa il cattivo decreto deciso contro di noi.
P... - cancella il documento che ci dichiara colpevoli.
P... - perdona e condona le nostre iniquità.
P... - cancella e fa sparire dai tuoi occhi le nostre colpe e i nostri peccati.
P... - facci tornare a te con pentimento perfetto.
P... - non farci tornare a mani vuote dalla tua presenza.
P... - abbi un buon ricordo di noi davanti a te.
P... - iscrivici nel libro della vita.
P... - iscrivici nel libro dei meriti.
P... - iscrivici nel libro delle salvezze e delle consolazioni.
P... - iscrivici nel libro del sostentamento e dell'alimentazione.
P... - iscrivici nel libro del perdono, del condono e dell'espiazione.
P... - fa germogliare presto per noi la salvezza.
P... - ascolta la nostra voce, abbi pietà e misericordia di noi.
P... - accogli con misericordia e gradimento la nostra preghiera.
P... - agisci riguardo a te e non riguardo a noi.
P... - agisci riguardo al tuo Nome grande, forte e tremendo.
P... - agisci riguardo alla tua grande misericordia e alle tue molte grazie.
P... - abbi misericordia di noi e salvaci.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2016 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RICERCHE DI VERITÀ...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy