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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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GENESI 12,1-9 - DECRIPTAZIONE
Riporto il testo dell'ultima traduzione C.E.I. di Genesi 12,1-9 e tutto di seguito testo decriptato di quei 9 versetti.

Genesi 12,1 - Il Signore disse ad Abram: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò.

Genesi 12,2 - Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione.

Genesi 12,3 - Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra.

Genesi 12,4 - Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

Genesi 12,5 - Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan

Genesi 12,6 - e Abram l'attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.

Genesi 12,7 - Il Signore apparve ad Abram e gli disse: Alla tua discendenza io darò questa terra. Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.

Genesi 12,8 - Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel a occidente e Ai a oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore.

Genesi 12,9 - Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.

Genesi 12,1 - A portarsi fu dall'Unico il ribelle. Uscì per recarsi nel mondo. Il serpente iniziò dentro i corpi a regnare potente. Anelava dall'origine nei corpi di scendere. La rettitudine portò nei viventi a recidere. La legge divina che la rettitudine aveva portato nei viventi, abitandovi, fu finita. L'Unico da casa fu così a maledirlo. In terra le donne si videro nei corpi afflitte.

Genesi 12,2 - E iniziò ad agire bruciante in tutti l'orgoglio che era a scorrere per l'essere impuro del serpente e dell'Unico la benedizione per la rettitudine, che si portava legata, per il serpente uscì. Una bruciante piaga si portò l'esistenza per la benedizione uscita.

Genesi 12,3 - E iniziò, per la benedizione uscita, nei viventi dentro la fiacchezza a esistere. Così si portò la putredine del serpente nel cammino. La maledizione portò, con l'energia che dentro i corpi arde. Da dentro, la rettitudine, per la vergogna accesa dal soffio racchiuso, finì, uscì dagli uomini del mondo.

Genesi 12,4 - Ed è il serpente, così dalle origini, dentro da verme ad affliggere le donne nei corpi per bloccare la creazione che per il Potente era stata portata dal Signore. E il serpente per affliggere tutti portò la potenza, la recò negli uteri ed originò dentro il verme nei figli. A racchiudersi nei viventi nel sesto (giorno) l'angelo (ribelle) fu, ma nel settimo saranno salvati. Inviato al mondo nel fango l'Unigenito finalmente porterà nella midolla d'un corpo l'energia.

Genesi 12,5 - Si recò per obbedienza dall'assemblea del Padre dentro un corpo a vivere. Venne il Principe nell'esistenza. A una Donna l'indicazione recò che si portava, che veniva la potenza a recarle nell'utero. Il figlio primogenito in vita avrebbe portato e l'originaria perfezione nel corpo con la rettitudine avrebbe riportato alla luce tra i viventi. L'Unigenito all'insidiatore la rettitudine in un simile recò. Avendo portato a venire l'angelo superbo da donna il male, una simile lo porterà giù a svanire. In cammino ai confini nel paese di Canaan entrò e fu in una casa/famiglia che Lo desiderava. L'Unigenito in un corpo scese, uscì la rettitudine, inviata in un misero.

Genesi 12,6 - E fu tra gli Ebrei l'Unigenito dentro un corpo a vivere dentro la terrà; dall'eternità nella putredine si recò per salvare con la rettitudine i viventi. Dall'eternità Dio si recò dall'angelo (ribelle) a vivere portandosi in un corpo. Alla perversità la rettitudine inviò in un misero. Fu l'Unigenito a colpirlo nel pozzo, giù nel mondo.

Genesi 12,7 - E fu alla vista il Signore Dio dal padre (Giuseppe della famiglia di David) da cui il corpo la matrice avrebbe portato; fu a dirgli che il potente seme rettamente veniva ad inviare da cui verrà l'Unigenito nel corpo giù al mondo. Nel mondo da questi veniva a portarsi per essergli figlio per il nome (per essere figlio di David). Vivrà da questi in casa nascosto/chiuso dal serpente. Del Signore entrerà l'energia nel corpo del primogenito; nel mondo Dio sarà a portarsi.

Genesi 12,8 - E fu nel tempo a versarsi nella matrice la luce dei viventi, che uscì a generare una vita, versandole nel sangue la potenza; dentro fu completa la divinità a portare. E fu in un cuore lo splendore dentro ad essere completo di Dio che a vivere fu nella madre. A portarlo alla vista sarà con l'acqua, lo verserà con il sangue, porterà all'esistenza figlio. Il Nome vivrà in questi in una famiglia nascosto al serpente; sarà una calamità a portargli. Il Diletto del Padre, per risorgere i viventi fu ad uscire portandosi nel mondo.

Genesi 12,9 - E fu in pienezza per agire per il Padre nel corpo di un vivente a entrare. La potenza recava della rettitudine e l'energia in pienezza recava per agire nel mondo sull'angelo insuperbito.

Due sono gli annunci dell'Angelo del Signore in questo criptato a Maria, versetto 5, e a Giuseppe, versetto 7, in armonia a quanto informano rispettivamente i Vangeli di Matteo e di Luca.
Maria aderendo col proprio si fu madre nella carne del Signore.
San Giuseppe, però era angosciato per la fidanzata amata che aveva trovato in stato di gravidanza.
La propria vita era a un bivio, aveva fatto tanti e bei progetti, ma tutto gli pareva svanire, quindi, sarà stato agitato tutto il giorno precedente dubbioso sulla decisione d'adottare, ma nella notte il sogno chiarificatore, e lui al mattino "fece" come aveva chiaramente compreso, "obbedì" al sogno, gli dette fede; eppure non era uno sconsiderato, era un "tecton", architetto, ingegnere, costruttore, abile a lavorare i vari materiali, uomo abituato a stare con i piedi per terra.
Il disegno di Dio, esplicitato nelle Sacre Scritture, divenuto sogno di Giuseppe, da lui accolto ha portato alla fede cristiana a cui ha aderito una moltitudine veramente significativa dell'umanità... i frutti di un sogno!?
Sogno, visione, oracolo e vino sono, infatti, realtà che lette opportunamente con riferimento alle Sacre Scritture, grazie alle lettere ebraiche, portano a vedere doppio, quindi una nuova lettura, fuori dalla realtà ordinaria ed evocano un messaggio certificato come profezia perché si consegue dalla parola di Dio.
Giuseppe per fede in quella parola ricevuta in sogno assicurò al nascituro, il figlio di Dio e di Maria, nella discendenza davidica e il nome di figlio di Davide e prese l'impegno di istruire il figlio nella via della Torah.

a.contipuorger@gmail.com


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