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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL REGNO DEI CIELI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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TEOCRAZIA E IEROCRAZIA
In questo scenario tra i tipi di governo, che si sintetizzavano in forme che tendevano a quello di pochi o di uno solo, le Sacre Scritture ebraiche informano che tra il XIII e l'XI secolo a.C. nella terra di Canaan spuntò il tentativo di una vera e propria teocrazia, cioè una forma di governo in cui la gestione delle attività umane e delle modalità governative erano conformate alla volontà del Dio che si era manifestato a Israele, infatti, "teo" significa "dio" e "crazia" da "kratos" è il "potere", da cui teocrazia letteralmente è il "potere divino".
Dio si era preservato un popolo, l'aveva liberato dalla schiavitù, gli aveva consegnato la propria Legge, la Torah e le Tavole, l'aveva forgiato in 40 anni di peregrinare nel deserto condotto dal profeta Mosè che aveva investito del potere delegato legislativo, esecutivo e giudiziario.
Questi esercitò tale potere con l'aiuto di altri, come i 70 anziani, che erano scelti secondo il volere divino e alla sua morte a Giosuè passò gran parte dei suoi poteri e questi con l'aiuto di Dio finalmente conquistò una terra, gran parte della Palestina, che divenne territorio di quel regno teocratico.
Poi quel potere fu in mano a giudici e sacerdoti che univano all'occorrenza le 12 tribù in nazione unita nel rispetto sempre della volontà divina, come si legge nei libri detti di Giosuè e dei Giudici.
Erano rimasti dei nemici "...per l'istruzione delle nuove generazioni degli Israeliti, perché imparassero la guerra, quelli, per lo meno, che prima non l'avevano mai vista: i cinque capi dei Filistei, tutti i Cananei, quei di Sidòne e gli Evei, che abitavano le montagne del Libano, dal monte Baal-Ermon fino all'ingresso di Amat. Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi, che il Signore aveva dati ai loro padri per mezzo di Mosè" (Giudici 3,2-4), ma quel tipo di regno fu di breve durata perché il popolo non obbediva pienamente ai comandi del Signore.

Mosè, che non era né re né dio, di fatto aveva assunto un potere assoluto, ma non possedeva ancora un territorio, quindi quella era teocrazia negli intenti che si presentava in pratica comunque come una ierocrazia, dal greco, "hieros" e, "kratía", letteralmente "potere dei sacri", vale a dire un sistema politico basato sul potere che si presume direttamente conferito dalla divinità alla classe sacerdotale, ossia una forma di governo di persone che incarnano o rappresentano la divinità, ritenute sacre come i sacerdoti.
La teocrazia spesso in pratica costituisce il retroterra politico-ideologico di una ierocrazia guidata da un capo religioso o da un sovrano o da un leader politico che si arroga potere divino.
Quel popolo guidato da Mosè, peraltro, era un fuoriuscito dall'Egitto ove, in effetti, c'era il governo di un re-dio, il faraone, con poteri assoluti, quindi, vi vigeva una falsa teocrazia e una ierocrazia da parte di sacerdoti di falsi dei.
Nel caso di Mosè e soprattutto poi con Giosuè, che con l'aiuto di Dio conquistò il territorio del "regno", sostengono le Sacre Scritture, fu una teocrazia vera, in quanto c'era una terra da governare e il potere legislativo, esecutivo e giudiziario giuridico era diviso tra sacerdoti e guerrieri e Giosuè aveva la funzione di visir di Dio.

La Torah, infatti, cioè i primi cinque libri delle Sacre Scritture ebraiche che hanno l'intento di rivelare il Dio unico e la sua legge evidenzia che la terra rimase di proprietà del Signore e il popolo era solo un utilizzatore, infatti, dice: "Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini." (Levitico 25,23)

Il fedele d'Israele deve, infatti, sempre ricordarsi di aver ricevuto da Dio il dono della terra per abitarla da inquilino, non da proprietario, perché l'unico e vero proprietario della terra è JHWH!
Quella primitiva teocrazia, come riferiscono i libri storici della Bibbia, si evolse in monarco-ierocrazia con Saul, Davide e poi Salomone, re unti dai sacerdoti che esercitavano il potere, ma la funzione sacerdotale era in mano alla casta sacerdotale e dei leviti.
Il termine teocrazia fu usato per la prima volta nel I secolo d.C. da Giuseppe Flavio storico per il giudaismo successivo (588 a.C.) all'esilio di Babilonia.

"Infinite, non può negarsi, sono le differenze particolari di costumanze e di leggi che si trovano sparse appo il genere umano; tutto però si potrebbe in ristretto raccoglier così. Altri alla monarchia consentirono l'assoluta autorità del governo, altri all'oligarchia, e altri al popolo; il nostro legislatore a niente di tutto questo rivolse l'occhio, ma com'altri direbbe forzando a voci non proprie il linguaggio stabilì il governo di Teocrazia, affidando alle mani di Dio il dominio e il potere, e persuaso il popolo aver l'occhio rivolto a lui, come Autore di tutti i beni, tanto di quelli che a tutti gli uomini sono comuni quanto di quelli che sono particolari a ciascuno e che nelle critiche circostanze s'impetrano con la preghiera, al cui sguardo non è possibile che si sottragga né niuna azione qual ella sia, né niun più segreto pensiero." (Contra Apione Libro II Cap. VII.IV)

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