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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL REGNO DEI CIELI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA PARABOLA DEL LIEVITO
Il Regno dei Cieli in Matteo 13,33 e Luca 13,20-21 è paragonato al lievito che fermenta tutta la pasta.
l lievito trae origine dal latino "levitus", in quanto provoca il "levare", ossia l'alzarsi per fermentazione della massa impastata in cui si formano bollicine d'aria a causa di un microrganismo, "saccharomyces", molto diffuso in natura.
Il lievito si ottiene lasciando esposto all'aria per un tempo congruo una parte d'impasto di farina e acqua, poi il lievito per agire omogeneamente deve essere mescolato intimamente e sciolto in acqua prima di aggiungerlo a nuovi impasti.
Nell'Antico Testamento, in effetti, il lievito assunse connotazione negativa edotta dal comando impartito prima della partenza dell'esodo d'Israele dall'Egitto, nella notte di Pasqua in cui Dio operò per la sua liberazione.

In tale occasione, tra gli altri, l'ordine del Signore fu: "Per sette giorni voi mangerete azzimi. Già dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà eliminata da Israele." (Esodo 12,15)

Per la proibizione di mangiare pane fermentato a "Pesach", così entrò nell'immaginario quale segno di effetto dell'istinto malvagio portando al parallelo lievito - peccato, in quanto il primo fa gonfiare la pasta come il secondo porta l'orgoglio che fa gonfiare il cuore dell'uomo.

Al proposito, dice San Paolo: "Fratelli, non sapete che un poco di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità." (1Corinzi 5, 6-8)

E lo stesso Gesù ammonisce "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia." (Luca 12,1)

La ragione pratica, invero, per cui in occasione di quella "Pesach" gli ebrei mangiarono pane azzimo è che uscirono così in fretta dall'Egitto che non potettero far lievitare il pane.
Il "seder shel Pesach" o ordinamento in base a cui le famiglie ebree celebrano quella festa prevede che prima sia fatta la ricerca in casa di tutto il pane lievitato residuo e durante la notte della vigilia tutta la famiglia a lume di candela, cerca in ogni angolo per eliminare la pur minima traccia di fermento da bruciare al mattino mentre tutta la famiglia danza attorno.

Nel testo di quel versetto Esodo 12,15 appaiono in ebraico alcune parole che è opportuno esaminare nel dettaglio:

  • lievito, "s'or" ;
  • azzimi, "matzot" , da cui "matzah" è il pane azzimo;
  • il lievitato, lo "chametz" , ossia il pane lievitato.
Questo ultimo deriva dal radicale che in ebraico vale sia per inacidirsi, fermentare, da cui "chometz" per aceto, sia per essere violento e violenza che ovviamente va evitata.
Spesso dalle lettere ebraiche delle parole viste anche separate ciascuna come un'icona si possono trarre felici spunti per l'interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del significato, insomma per la loro esegesi.

Questo è il pensiero anche di vari rabbini, infatti, ho visto che hanno suggerito di raffrontare le lettere che formano le due parole ebraiche del pane lievitato "chametz" e del pane azzimo "matzah" .

Tenuto conto che a fine parola = è evidente che i due termini, indipendentemente dalla posizione delle varie lettere all'interno di quelle parole, hanno due lettere eguali e che l'unica differenza è che la prima parola "chametz" ha una "chet" e la seconda "matzah" ha una "he" , molto simile alla "chet" , onde in definitiva la sola vera variazione resta quel piccolo spazio che c'è nella "he" rispetto alla "chet".


La "he", infatti, rappresenta lo spazio aperto e la "chet" un luogo stretto chiuso.
(Vedi: le schede delle lettere "he" e "chet" cliccando a destra della home di questo mio Sito, sui relativi simboli)

In quella Pasqua il Signore, infatti, aprì un piccolo foro nella logica del mondo e con un miracolo, il cui acme fu l'apertura del mare, spezzò il cerchio di morte che li costringeva in Egitto e combatté per loro come aveva profetizzato Mosè in Esodo 14,14 di cui ho detto nel paragrafo "Dio regna" e non a caso la c'è il termine "sarà a combattere " che, come ho ricordato, richiama sia pane, sia la guerra.
Ne consegue che alle azime "matzah" è dato un significato liberatorio, "vivi si alzano per uscire ", mentre al fermentato "chametz" un significato negativo del tipo "nelle prigioni/chiusure/strettoie i viventi scendono ".

Nell'economia cristiana, grazie al Vangelo e alle vicende di Cristo dopo la sua parabola del Regno simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta, con la sua passione morte in croce e risurrezione, assume il simbolo dello stesso annuncio evangelico e il battezzato diviene lievito che porta con la sua vita e con la sua parola a far fermentare la massa umana.

Le lettere di lievito in ebraico "s'or" che erano lette in negativo come causa di "distruzione ("sho'a" = ) del o di un corpo " evidentemente si possono leggere anche in positivo "accendere la luce" ( = )" e "accendere l'Unico nella mente/testa ".
Del pari con l'evento pasquale anche il "chametz" può assumere significato positivo "dalla prigione/dalla tomba i viventi si rialzano ".

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