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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CIRCONCISIONE E BATTESIMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I VANGELI E LA CIRCONCISIONE
Il Vangelo di Luca ricorda che Giovanni Battista e Gesù stesso, essendo ebrei, furono circoncisi l'ottavo giorno dalla nascita e, com'era ed è uso nell'ebraismo, in quello stesso giorno fu loro imposto il nome.
Questi sono i versetti di quel Vangelo che richiamano tali eventi:

  • Luca 1,59s - "Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No, si chiamerà Giovanni."
  • Luca 2,21 - "Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, com'era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo."
Fu quello il primo sangue versato dal Messia per il patto d'amore di Dio con l'umanità e poi con Abramo.
Il circoncidere il figlio maschio nell'ottavo giorno dalla nascita è imposto agli ebrei osservanti dalla Torah.
San Paolo nella lettera ai Filippesi 3,4-5 ricorda tale precetto col parlare di Legge: "Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della Legge, irreprensibile."

Su tale questione a più antica prescrizione nella Torah è nel libro del Levitico: "L'ottavo giorno si circonciderà il prepuzio del bambino" (Levitico 12,3) ove in ebraico è scritto "si circonciderà la carne del prepuzio", "immol beshar a'relatò".

Ora, "immol" deriva dal radicale di circoncidere e la carne del prepuzio è "beshar a'relatò", infatti, "a'relah" è appunto il prepuzio; da ciò viene la parola "circoncisione", "mulah" come in Esodo 4,26.
Il "mohel", in ebraico , spesso un medico, è chi provvede alla parte pratica del rituale con l'operazione del taglio.

Il termine "a'relim" , "quelli col prepuzio", indi i "non circoncisi", era riservato in Canaan per i Filistei e gli altri popoli che non adottavano tale usanza, infatti, quando fu ucciso il re Saul, la Bibbia riporta così l'episodio: "I Filistei attaccarono Israele, ma gli uomini d'Israele fuggirono davanti ai Filistei e caddero trafitti sul monte Gelboe. I Filistei si strinsero attorno a Saul e ai suoi figli e colpirono a morte Gionata, Abinadab e Malchisua, figli di Saul. La battaglia si concentrò intorno a Saul: gli arcieri lo presero di mira con gli archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri. Allora Saul disse al suo scudiero: Sfodera la spada e trafiggimi, prima che vengano quegli incirconcisi a trafiggermi e a schernirmi. Ma lo scudiero non volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra." (1Samuele 31,1-4)

Quel versetto 12,3 del Levitico che ho prima citato è conforme, come vedremo, al patto che Dio propose ad Abramo e che la Genesi riporta.
Come si trova in Giovanni 7,22-24 una sola volta Gesù parlò di circoncisione discutendo con i Giudei in questi termini: "Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!"

Prima di questo episodio la guarigione fatta in giorno di sabato da Gesù è quella alla piscina di Betzatà riportata al capitolo 5 ove sanò un paralitico.
In tale capitolo Giovanni 5, tra l'altro, Gesù iniziò una critica su com'era scrutata la Scrittura, in particolare su come era interpretata nei riguardi del sabato e la critica continuò col discorso del pane venuto dal cielo al capitolo 6 e proseguì, al capitolo 7, col tema della circoncisione che era effettuata anche di sabato.

In particolare al capitolo 5 aveva detto "...il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti, non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole? " (Giovanni 5,37-47)

In definitiva, secondo Gesù, non corretta è l'interpretazione della Scrittura nei riguardi dalla stessa circoncisione.

Gesù nel discorso che fa in Giovanni 7,22-24 ai Giudei (vedi anche nota a Giovanni 7,23 della Bibbia di Gerusalemme) contrappone il proprio guarire totale con la guarigione fisica e col dono della fede, alla circoncisione e non sembra dare a tale prassi l'importanza essenziale che era data.
La circoncisione pare, infatti, considerata da Gesù limitata a un tentativo di guarigione solo parziale di un membro, tant'è che l'individuo su cui c'era il contendere, guarito da lui in giorno di sabato, era un circonciso, ma paralitico.

In effetti, per capire di più è da ricordare che nell'ebraismo anche il membro era considerato alla stregua di "un piede", quindi, in effetti, allegoricamente l'uomo non ha due piedi i "regalim" , ma come eufemismo ne ha tre di piedi, i "regalì" , tanto che l'urina era anche detta "mimei rageleihem" "acqua dai piedi" (2Re 18,27 e Isaia 36,12) e si usava anche per dire di fare i propri bisogni (Giudici 3,24 e 1Samuele 24,4).

Forse è da considerato come + () + e, tenuto conto, che GLH è il radicale di "svelarsi, denudarsi", si ha "il corpo Denudato () è " e ciò vale sia per i piedi che sporgono dalla veste, sia quando l'uomo deve fare i propri bisogni.
La nota della Bibbia di Gerusalemme a Esodo 4,24-26 ricorda questo modo di pensare e cita i versetti Isaia 6,2 e 7,20 ove, in effetti, si ha tale uso per "regalì".
Il paralitico, quindi, aveva i due piedi, "i regalim", impediti, su cui la circoncisione ovviamente non aveva inciso positivamente.

Qui s'innesta il pensiero di Gesù che si propone agli interlocutori anche nel modo rabbinico di ragionare osservando loro che per curare un membro solo consentivano la circoncisione anche di sabato, ma a Lui che ne aveva guariti in contemporanea due di membri, i due piedi paralitici, e non solo, aveva guarito anche integralmente nell'intimo l'uomo, lo accusavano, ed ecco che esclama... "giudicate con giusto giudizio!"
Pare ridimensionare la priorità dai Giudei ritenuta essenziale della circoncisione e fa intravedere che in questa norma da parte di Mosè fu traslata un'usanza dei patriarchi, col dire: "Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi".

L'ottavo giorno è ed era ritenuto essenziale per l'esecuzione della "milah" o circoncisione e il giorno della nascita è contato già come primo giorno, onde la "milah" cade lo stesso giorno della nascita, ma nella settimana successiva.
Essa era ed è compiuta pur se detto ottavo giorno cade di "shabbàt" o è festivo nonostante le numerose "melakhòt" o lavori che l'operazione comporta e che sarebbero vietati tra i 39 da cui gli ebrei si debbono astenere in tali feste.

La "milah" è da praticare l'ottavo giorno dalla nascita nelle ore diurne in quanto Genesi 17,12 e Levitico 12,3 parlano di "yom", quindi di giorno, ad esclusione della notte e se per errore fosse fatta prima dell'ottavo giorno o durante la notte si deve far stillare una goccia di sangue dal bambino a guarigione avvenuta.
La circoncisione, come abbiamo considerato, molto prima dell'ebraismo era prassi in Egitto e nei popoli vicini - Arabia ed Etiopia - per prevenire endemiche infezioni dell'apparato urinario causate dal caldo e dalla scarsa igiene e fu inserita dagli egizi ben prima degli ebrei tra le norme di carattere religioso.
Dice appunto Gesù che la circoncisione è venuta dai patriarchi e conservata da Mosè uscito dall'Egitto e, indirettamente, pare pure sostenere che tale usanza tenderebbe a guarire un solo membro e non interamente l'uomo come s'evince dal fatto che polemizza con quel "ho guarito interamente un uomo".
Della circoncisione, quindi, è da cogliere la parte buona, il segno dell'intenzione di voler fare la volontà del Padre celeste.

San Paolo poi nella lettera ai Romani preciserà tale pensiero in questi termini: "Certo, la circoncisione è utile se osservi la Legge; ma, se trasgredisci la Legge, con la tua circoncisione sei un non circonciso. Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della Legge, la sua in-circoncisione non sarà forse considerata come circoncisione? E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la Legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della Legge e la circoncisione, sei trasgressore della Legge. Giudeo, infatti, non è chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; la sua lode non viene dagli uomini, ma da Dio." (Romani 2,25-29)

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