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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CIRCONCISIONE E BATTESIMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA CIRCONCISIONE NELLA STORIA »
I VANGELI E LA CIRCONCISIONE »

LA CIRCONCISIONE NELLA TORAH
Il testo di Genesi 17 ricorda che un patto d'alleanza fu proposto da Dio al patriarca Abram quando era già in tarda età, infatti: "Quando Abram ebbe 99 anni, il Signore gli apparve e gli disse: Io sono Dio l'Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso." (Genesi 17,1-2)

In tale occasione Dio gli cambiò nome in Abramo e mutò il nome anche alla moglie Sarai e gli disse: "Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei". (Genesi 7,15.16)

Un vecchio di 99 anni che aveva avuto un figlio 13 anni (Genesi 16,15), Ismaele, da Agar, la serva Egiziana che la moglie Sarai allora di 77 anni, ormai vecchia e sterile gli aveva proposto, grazie a tale alleanza sarebbe diventato molto numeroso anche grazie a un figlio che gli sarebbe nato dalla stessa Sara ormai novantenne come dice Genesi 17,17; incredibile!
Abramo e Sara risero e l'anno dopo nacque il figlio che fu chiamato, come Dio voleva, "risa", Isacco, in ebraico "Itschaq" , dal radicale di ridere.

In tale occasione "Abramo disse a Dio: Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te! E Dio disse: No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l'anno venturo." (Genesi 17,18-21)

L'alleanza con Dio sarà attiva se... qualcosa Abramo, e il popolo alla cui fede si deve ispirare, farà nell'intimo e renderà esplicito col comportamento.
Quanto richiesto è proprio quel "sii integro", "heieh tamim" , nel camminare davanti a Dio, per fare la sua volontà, ma essendo gli uomini non perfetti - infatti, "l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza" (Genesi 8,21) - è implicito il cadere e il rialzarsi e continuare a camminare davanti a Lui che ridarà loro l'innocenza insita nel concetto ebraico "tamim".
Nella Genesi, in effetti, due sole volte c'è il termine "tamim" e la prima volta è quando dice "Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio" (Genesi 6,9b).

Dio, allora, fu a dire ad Abramo, ricorda il tuo avo Noè che doveva generare una stirpe di giusti, sii come fu lui e tendi al cielo "shamaim" , quindi "sii integro" "heieh tamim" "nel mondo per Iah (IHWH) sgnati con le acque ", segnato/scelto (e lavato) nell'acqua come deve essere l'agnello per un corretto sacrificio davanti a Dio.
L'alleanza, quindi, col corretto comportamento del fedele, comporta in qualche modo il perdono dai peccati come grazia e risposta da parte di Dio ed è sviluppo dell'alleanza fatta a suo tempo con Noè cui aveva detto "con te io stabilisco la mia alleanza" (Genesi 6,18) e lo stesso testo prima aveva commentato: "Noè trovò grazia agli occhi del Signore." (Genesi 6,8)

Dio, insomma propone ad Abramo di essere integro "tamim" come Noè e gli promette "Porrò la mia alleanza tra me e te"; in definitiva il desiderio di Dio è che ogni uomo sii integro e giusto nella propria storia, come Noè, e questi non era circonciso!
L'alleanza di solito si fa per vincere un nemico; nella fattispecie il nemico è l'istinto che porta al male che opera nell'uomo, ma che l'uomo non riesce a vincere, onde San Paolo in Efesini 6,11s propone "Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti."

Questa alleanza, in ebraico definita "berit" , consiste nel lottare con l'aiuto di Dio contro quell'istinto e Dio userà l'esempio di Abramo e del suo popolo per farsi conoscere nel mondo pur conservando la libertà individuale degli uomini, libertà a cui Dio tanto tiene.
In quello stesso giorno Dio poi, come visto, cambiò il nome di Abram in Abramo (Genesi 17,5) e di Sarai in Sara (Genesi 17,15), da qui l'usanza di porre il nome al figlio nello stesso giorno dell'entrata del neonato nel patto.

Di seguito in quel capitolo della Genesi, ai versetti 17,9-14 viene così esplicitato il Patto del taglio, il "Berit Milah" ; infatti, "Disse Dio ad Abramo: Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio. Vi lascerete circoncidere la carne del vostro prepuzio e ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi. Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra voi ogni maschio di generazione in generazione, sia quello nato in casa sia quello comprato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comprato con denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne. Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del prepuzio, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza."

Quando accadde ciò abbiamo visto che Ismaele era tredicenne, tempo che poi sarà fissato per la "Bar mitzvah" dei figli di Israele, cioè quando il ragazzo diviene figlio del comandamento, ossia membro a pieno titolo della comunità.
L'indicazione temporale dell'ottavo giorno fu poi rispettata da Abramo per il figlio Isacco, come riporta Genesi 21,4 che fu il primo circonciso nell'ottavo giorno.
È messo ben in chiaro che quel taglio sarà il segno esterno dell'avvenuta accettazione dell'alleanza e della volontà di far parte di quel popolo.
Non essere circoncisi perciò è ritenuto vergognoso per un Israelita; salvo casi particolari d'impedimento medico, non si è considerati appartenenti alla comunità ebraica senza circoncisione.
L'obbligo di provvedere alla "milah" del bambino incombe sul padre (Kiddushìn 29a; Yorè De'à 260, 1) e se il padre è assente o non provvede, l'impegno ricade sul tribunale rabbinico, il Bet Din, ma se questi nemmeno provvede il singolo membro della Comunità deve fare in modo che non rimanga un uomo incirconciso in Israele (Rosh Chullìn 87a).

Poi se il padre non è in grado di compiere materialmente il precetto può incaricare un delegato, uno "shalìach", in genere un medico ebraico esperto, detto "mohel", "colui che circoncide", perché la esegua.
L'operazione consiste nel compimento della:

  • "milah", recisione del prepuzio che ricopre il glande;
  • "peri'à", rivoltamento della mucosa sottostante;
  • "metzitzà", aspirazione del sangue della ferita.
Sostiene l'ebraismo e in particolare Rashi, commentatore medievale della Bibbia, su quel "Sii integro": "osservando la 'mitzvah' della 'milah' diventerai perfetto (integro)".

Eliminando una parte di sé con la circoncisione, atto in contraddizione con l'integrità fisica, si diventerebbe perfetti, essendo questo il simbolo del patto con Dio che è il solo invero che rende perfetti.
Il risultato oggettivo risultante è di rendere meno sensibile l'organo sessuale maschile, il che pare un tentativo di moderare la concupiscenza carnale, ma sappiamo bene che non sono solo quelli i peccati gravi che compie l'uomo.
Qui sta la radice del problema, Dio ci ha creati perfetti nel fisico e non è la parte fisica da cambiare, ma è l'intimo dell'uomo, il suo cuore e non solo dell'uomo, ma anche della donna.
Per cose simili dice Gesù nel Vangelo di Matteo: "Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo..." (Matteo 15,19s)

Il libro del Deuteronomio ricorda la promessa fatta ad Abramo di divenire numeroso dicendo: "Egli è il tuo Dio; ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore tuo Dio ti ha reso numeroso come le stelle dei cieli." (Deuteronomio 10,21-22)

In stretto collegamento, quindi, con l'alleanza che la Genesi narra conclusa da Dio con Abramo, il passo che precede quei versetti nel Deuteronomio è veramente chiarificatore e illuminante nei riguardi della vera circoncisione che è richiesta: "Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu l'ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene? Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra nuca; perché il Signore vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese d'Egitto." (Deuteronomio 10,12-19)

Questa parola ha senso pieno e diviene concreta e non mera utopia solo se accade che "cose grandi e tremende i tuoi occhi hanno visto" non attribuibili che a Dio, come accadde proprio a Israele che fu chiamato così da Dio stesso al torrente Yabbok secondo Genesi 32,29, ove l'angelo di Dio con cui aveva combattuto tutta la notte al mattino gli disse: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!".

Si può, infatti, immaginare il nome Israele stia a significare non solo "retto davanti a Dio ", ma aggiungendo all'inizio una anche come "l'uomo che ha visto il (vero) Potente ".
Essendo il libro della Genesi, almeno nella sua interezza editoriale, posteriore agli altri quattro libri della Torah - Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio - la questione della "Berit Milah" risulta in effetti sancita, come abbiamo visto, dal Levitico e poi dal libro dell'Esodo.

Il non circonciso, infatti, non può mangiare della Pasqua, chiarisce Esodo 12,42-49 e ancora in Esodo 4,25-26 si trova l'episodio un poco difficile della circoncisione del figlio di Mosè, di cui poi darò qualche cenno.
Il fatto che Abramo fu circonciso in tarda età dimostra che in Mesopotamia, da dove proveniva, non era invalso l'uso e che il patriarca ne apprese la prassi nel suo peregrinare in Egitto.

Solo dopo l'unione di cui parla Genesi 16 con la serva di Sara, Agar, l'egiziana da cui nacque Ismaele, Abramo si circoncise e così fece a Ismaele: "Allora Abramo prese Ismaele, suo figlio, e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comprati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro prepuzio in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto. Abramo aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la carne del prepuzio. Ismaele, suo figlio, aveva tredici anni quando gli fu circoncisa la carne del prepuzio. In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele, suo figlio. E tutti gli uomini della sua casa, quelli nati in casa e quelli comprati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui." (Genesi 17,23-27)

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