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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CIRCONCISIONE E BATTESIMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA CIRCONCISIONE NELLA STORIA »
I VANGELI E LA CIRCONCISIONE »
LA CIRCONCISIONE NELLA TORAH »
COSA DICONO LE LETTERE EBRAICHE SUL TEMA »
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L'OTTAVO GIORNO E LA CIRCONCISIONE »
LA CIRCONCISIONE DA ABRAMO A GIOSUÈ »

GENESI 34 - DECRIPTAZIONE
Genesi 34,1 - E finalmente giù dalla nube fu dagli angeli a uscire da una ragazza il potente Unigenito nel mondo. Da una donna dal corpo fu a nascere. Dal serpente per spazzarlo si rovesciò in casa. La potenza in corpo l'Unico portò completa dentro al Figlio e tutta entrò in terra.

Genesi 34,2 - E fu alla vista a venire del mondo. Alla luce così la Madre il Figlio al nascosto dei viventi portò il corpo. Uscirono, ad annunciare che c'era, gli angeli. Una luce forte ci fu per l'Unigenito che entrò in terra. E per obbedienza di nascosto venne per portare l'essenza della rettitudine in una casa/famiglia; l'Unigenito scelse nel mondo di portarsi a stare tra i miseri.

Genesi 34,3 - E scelse per aiutarli dentro di versare l'anima, recandosi da solo per l'opprimere dentro finire; fu nell'oppressione dentro a recarsi. Fu per amore a venire per gli smarriti riportare. Fu ad aiutare dentro il corpo per consumare dentro al mondo l'angelo nemico.

Genesi 34,4 - E fu l'Unigenito a vivere da povero con la retta Madre. La divinità nascosta portava nel corpo. Al padre s'era portato il Potente per dirgli, versandogli da un angelo, che il Potente sarebbe venuto nel fanciullo che nel mondo uscirà da questa; verrà il Potente dalla (sua) Donna.

Genesi 34,5 - E fu a sentire che le si versava dentro, che avrebbe acceso in seno rettamente l'esistenza nell'utero della Madre, che il primogenito gli verrà. Giudicando che al mondo dentro per i segni avrebbe portato un figlio era (infatti) per portarla a uscire. (Che) era però l'Unigenito che in modo puro si versava, dall'angelo uscì, e da dentro il demonio gli usci. E nel mondo il carpentiere fu a sentire che nel ventre l'Eterno dentro il primogenito aveva vita.(L'iconografia dei monaci del monte Atos raffigura S.Giuseppe che è tentato dal demonio sul credere alla paternità divina del primogenito.)

Genesi 34,6 - A portarsi fu giù dai fratelli a vivere per recare nei corpi del Padre l'essenza della rettitudine. Dalla Madre Dio fu visto dal grembo nascere per la creazione alla fine portare.

Genesi 34,7 - Ed il Figlio sarà a spazzare il maledetto desiderando che dai viventi che si lamentano il demonio esca. La rettitudine per bruciarlo in seno ai viventi recò che sarà alla fine l'idolo a portar fuori dagli uomini (ove) è a vivere; vi si portò a stare nascosto nei corpi. Il serpente entrò nella matrice a vivere all'origine fiaccando l'esistenza. La stoltezza entrò a operare nel mondo. La vergogna nei corpi il maledetto serpente accese. La rettitudine che dentro verrà ad abitare (però) alla fine lo spazzerà. Versandogliela dentro porterà così all'angelo (ribelle) il rifiuto che sarà ad agire bruciandolo nel mondo.

Genesi 34,8 - E fu per aiutarli dentro per misericordia a portare in un corpo l'originaria purezza. Il rifiuto per l'essere ribelle, con il fuoco della rettitudine, in un vivente dentro inviati furono nel mondo. Il fuoco rovescerà nel mondo all'angelo superbo. Portandosi ad abitare dentro l'oppressione degli uomini il figlio dell'Unico venne la potenza recare, (in quanto) con il rifiuto la risurrezione uscirà.

Genesi 34,9 - Ma portandosi nel mondo di sotto da rifiutato un drago portò a venire ad abitarvi (d'altri) angeli che finirono di stare così negli uomini. In tutti abitava la potenza che l'angelo aveva recato e venivano figli. Tutti opprimono e alla fine li rovesciano nelle tombe, ma il serpente così vive.

Genesi 34,10 - Ma l'Unigenito il drago porterà a finire con il fuoco che a casa gli ha recato; si portò a entrare in terra per finirne l'esistenza. La potenza nella persona c'era; la rettitudine per salvare dentro recò e per un foro dal chiuso del corpo la recò. La calamità l'Unigenito dal petto gli portò dentro al mondo.

Genesi 34,11 - A recarsi fu l'Unigenito a vivere nel corpo per bruciare con la rettitudine nei viventi il maledetto. Del Padre c'è in Lui la potenza che nei fratelli sarà a entrare. La forza nei fratelli invierà dentro. Una sorgente ci sarà di rettitudine per i viventi che porterà l'Unigenito per risorgere i corpi; in croce l'Unigenito per i viventi, dal corpo, per un'asta del maledetto, sarà a venire l'energia.

Genesi 34,12 - Su un monte dentro lo porteranno, l'innalzeranno, sarà l'acqua dall'Unigenito con il sangue ad uscire dal corpo e dal morto da rifiuto al drago uscirà la rettitudine (fatta) donna. Dal corpo in croce dell'Unigenito ai viventi un corpo porterà. La divinità sarà recata dal Crocifisso ad abitare dal serpente che sarà a venire dall'angelo nemico per il rifiuto accendergli nel mondo.

Genesi 34,13 - E fu la risposta a portargli il Figlio nell'esistenza. Fu in azione dal grembo a venirgli alla luce con la rettitudine che ai viventi recò. Venne il veleno a portargli dal corpo. Per il Padre fu a portarla a casa dell'essere ribelle che vive nel mondo. E fu, per aiutare, da dentro il corpo a recare una Donna. Il corpo nel cuore viveva dell'Unigenito, dall'Unigenito in croce venne per aiutare; fu inviata nel mondo ai fratelli dal Crocifisso la Madre.

Genesi 34,14 - A recare fu l'Unigenito la Madre per saziare di divinità chi è nel mondo a vivere. Per il serpente scontrare portò la sposa nella quale la potenza per agire da simile al Crocifisso entrò. Con la parola uscì di Questi nel mondo, con potenti segni indica l'Unigenito Crocifisso. L'Unico nella tomba al Crocifisso l'energia riportò. Il Potente l'Unigenito fu a risorgere. Della Donna con il corpo potente si portò alla vista. Nel corpo la potenza gli rientrò per la rettitudine che c'era. Nella tomba guarì; fuori si portò per la divinità che l'abitava.

Genesi 34,15 - Dall'Unigenito la rettitudine così a questa venne inviata desiderando la portasse ai confini. In cammino alle centinaia degli uomini nel mondo è a recare la rettitudine. La Madre con gli apostoli reca al Potente nel mondo con la parola in cammino di viventi tutti puri un corpo/popolo.

Genesi 34,16 - E per dono porta a venire figli; il Crocefisso è l'energia a recarle. Nel cammino la Madre reca a venire dentro l'energia del Crocifisso che è la rettitudine; viventi puri dall'ammalare dell'angelo (ribelle) porta. E sono illuminati dentro dagli apostoli che li portano l'Unigenito Crocefisso ad anelare e fuori sono dall'oppressione a portare del serpente i popoli. Da fratelli li aiutano.

Genesi 34,17 - Recano dell'Unico la parola che viene, (se) ascoltata, a recare la divinità. È per l'energia recata il serpente ad uscire reciso ed il Potente versa la grazia e viene dentro completamente l'energia riportata. E nel mondo il Potente così abita.

Genesi 34,18 - Ed è la forza dell'amore dentro a portarsi per la Parola che è entrata nei viventi. Preghiere inviate sono nelle assemblee dai viventi portate. I corpi porta dentro le sorgenti (delle acque...battesimo) per essere illuminati. Così a vivere figli nelle assemblee la Madre reca nella Chiesa/corpo.

Genesi 34,19 - Portano il rifiuto i fratelli del corpo nel mondo all'angelo nemico. Dalla potente azione della risurrezione riportata dal Crocifisso esce aiuto. Dentro dal corpo/Chiesa la rettitudine è con la purezza giù ad abitare che da dentro il Crocifisso fu in azione dal grembo recata. Lui inviò la rettitudine dentro con il sangue per tutti. Dentro era nel Crocifisso; dal Padre fu a portarla.

Genesi 34,20 - E sono dentro i fratelli cambiati dalla portata illuminazione; la rettitudine vive dentro (di loro) con il rifiuto al serpente cattivo. Nelle città ai viventi recano una forte parola, e di Dio gli uomini sono a sentire con forza nelle teste/menti che in pienezza vive nel corpo/Chiesa.

Genesi 34,21 - Al mondo l'Unigenito ha inviato in dono la Madre (dalla quale) entra la divinità nel mondo. Nella pace sono per la Madre a entrare. Centinaia al Crocifisso gli apostoli recano e sono ad illuminarli dentro. Portata dentro la luce dei precetti è in circolo nelle assemblee. Saziati vengono, e ad entrare iniziano nel corpo/Chiesa. Scende nel mondo per gli apostoli la rigenerazione. Nelle assemblee dentro tutti sono aiutati dalla forza della parola che il Verbo ad inviare fu al mondo. Divengono figli segnandoli nell'acqua gli apostoli, (ove) li riversano nelle assemblee. La potente energia che recò il Potente inviandola in dono alla Madre li porta a venire figli. È nei figli segnati dagli apostoli la potenza ad entrare dalla Madre.

Genesi 34,22 - Dell'Unico così la rettitudine dal colpito (dal ferito) Unigenito in croce fu a venire, recando la potente energia che entrò per gli uomini a stare nella Madre. Potente, risorto, a casa il Crocefisso venne. Agli apostoli portò la potenza. Fuori fu a portarli su un colle, lo videro a centinaia. Dall'Uno a casa rientrò. Per recidere il serpente, la potente energia recò alla sposa. Dal ferito/colpito Agnello la rettitudine nella Donna nel corpo entrò; ai viventi l'inviò con la parola per essere Madre.

Genesi 34,23 - La Madre rovescia l'energia nel mondo ai viventi e versa figli che nella vita si portano rettamente. Nel cuore entra a vivere la purezza. Nel mondo il serpente, che portò la maledizione ad abitare nei viventi, affliggono. Angeli dell'Unigenito si recano ai confini del mondo (onde) il serpente esca dai viventi. E è l'illuminazione che dentro portò l'Unigenito a tutti dagli apostoli recata.

Genesi 34,24 - Ed è con l'ascolto, recato di Dio nelle assemblee il cambiamento. Recata di Dio l'illuminazione, anelano da figli a portarsi. Tutti, sono dalla sozzura liberati. Dai pastori sono nel corpo/Chiesa portati ed è la parola recata a tutti. Puri nel corpo dal maligno si rialzano. Primo, Gesù, pastore è, che li sazia.

Genesi 34,25 - Ed il Signore fu a casa nel giorno che usciva, il terzo. Dentro aperte fu a portare il Crocifisso le piaghe. Il Padre era stato la vita a riportargli. Fu a versare l'annuncio della risurrezione agli apostoli che erano in casa tra i lamenti per l'oppressione. Da dentro il Risorto dal seno portò l'energia e la potenza e furono fratelli ad essergli. Per aiutare nell'oppressione gli uomini chiusa nel corpo dentro le recano. E fu a casa dell'Unico innalzato fuori della città. Dentro l'amorevole annuncio furono per rigenerare in cammino e portarono con la sposa di Questi un retto corpo/ popolo.

Genesi 34,26 - E l'Unigenito Crocifisso nelle assemblee vivo si porta con il corpo e viene dal Risorto la rettitudine (con la quale) la Madre figli porta a generare nel cammino. La potenza il Verbo è nelle assemblee al corpo (popolo) dentro a recare. Ed in obbedienza all'annuncio viene d'aiuto ad essere agli apostoli nel mondo. Vive dentro l'esistenza il Crocifisso risorto nei viventi e (questi) sono giù a desiderarlo.

Genesi 34,27 - Il Figlio fu spazzato dal maledetto. L'Unigenito portò a innalzare. Trafitto fu da un vivente che a portargli fu dentro un colpo con un'asta fuori dalla Città (Gerusalemme) che l'Unigenito incise. La vita l'Unigenito portò ai fratelli; portò dalla croce la Madre.

Genesi 34,28 - L'Unigenito dalla croce risollevatosi a incontrare la Madre si recò. Venne di mattino dalla Madre a portarsi venendo dalla tomba. Nell'amarezza era la Madre per il portato primogenito in croce. L'Unigenito con il risorto corpo a casa a vedere fu e rivenne felice. Da casa per il Risorto aiutare uscì; con potenza versò l'annuncio.

Genesi 34,29 - Portò l'Unigenito ai confini la sposa a vivere, perché recasse dell'Unico la perfezione che nel cuore col soffio alla Madre recò il primogenito. Il Crocifisso l'inviò in dono al mondo (onde) a salvare dentro si portasse. E fu da casa Questa a portarsi per recare l'Unigenito Crocifisso a tutti. Nella Donna nel corpo dentro ad abitare è il Crocifisso.

Genesi 34,30 - E fu l'Unigenito a vivere (in quel) corpo/Chiesa l'esistenza in cui era per agire a versare la divinità con l'ascolto che si porta agli apostoli e Dio ad accompagnarli è. Dal sentire dell'Agnello crocifisso nei viventi viene la forza. La potenza che entra, dentro ad iniziare è a rinnovarne l'esistenza risordendoli, (in quanto) dentro sono illuminati. Dentro il mondo dell'Unigenito il corpo/Chiesa si alza. Dentro con rettitudine gli apostoli agiscono, inviati sono a portare il perdono. Questi sono a portarsi a incontrare chi è a vivere ai confini, (ove) sono vive le scritture a portare con la bella pienezza della Parola. E dell'Altissimo portano nel mondo la sicurezza. Sono a recare nelle anime la legge divina, che fu dall'Unico inviata; sono a portare dentro a stare in tutti la forza.

Genesi 34,31 - Ed è l'originaria amarezza ad uscire portandosi ad entrare la rettitudine. Questa reca energia (dalla quale) esce la forza per agire da risorti nel mondo. Divengono fratelli e il Crocifisso li abita.

Del pari i Filistei, come abbiamo visto, non erano circoncisi. A tal proposito è da ricordare il prezzo nunziale per la figlia chiesto da Saul a Davide: "Allora Saul disse: Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale, ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici del re. Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei" (2Samuele 18,20) e Davide ne portò duecento di prepuzi.

Pur se il libro della Genesi tende a proporre con Abramo la circoncisione, quindi la colloca nel tempo oltre XXXVIII secoli fa, l'adesione del popolo alla "milah berit" fu totale solo molto dopo.
Sostiene il Talmud Yevamòt 72a: "I nostri Padri si astennero dal praticarla di loro scelta solo durante i 40 anni trascorsi nel deserto, a causa delle condizioni climatiche difficili."

Ciò, peraltro, risulta evidente dal libro di Giosuè ove al capitolo 5,1-12 vi si legge: "Quando tutti i re degli Amorrei, a occidente del Giordano, e tutti i re dei Cananei, lungo il mare, vennero a sapere che il Signore aveva prosciugato le acque del Giordano davanti agli Israeliti, al loro passaggio, si sentirono venir meno il cuore e rimasero senza coraggio davanti agli Israeliti. In quel tempo il Signore disse a Giosuè: Fatti coltelli di selce e fa di nuovo la circoncisione agli Israeliti. Giosuè si fece coltelli di selce e circoncise gli Israeliti al colle dei Prepuzi (A'rial). La ragione di questa circoncisione praticata da Giosuè è la seguente: tutto il popolo uscito dall'Egitto, i maschi, tutti gli uomini atti alla guerra, erano morti nel deserto dopo l'uscita dall'Egitto. Tutti coloro che erano usciti erano circoncisi, mentre tutti coloro che erano nati nel deserto, dopo l'uscita dall'Egitto, non erano circoncisi. Quarant'anni infatti avevano camminato gli Israeliti nel deserto, finché non fu estinta tutta la generazione degli uomini idonei alla guerra, usciti dall'Egitto; essi non avevano ascoltato la voce del Signore e il Signore aveva giurato di non far loro vedere quella terra che il Signore aveva giurato ai loro padri di darci, terra dove scorrono latte e miele. Al loro posto suscitò i loro figli e Giosuè circoncise costoro; non erano infatti circoncisi, perché non era stata fatta la circoncisione durante il viaggio. Quando si terminò di circoncidere tutti, rimasero a riposo nell'accampamento fino al loro ristabilimento. Allora il Signore disse a Giosuè: Oggi ho allontanato da voi l'infamia dell'Egitto. Quel luogo si chiama Galgala fino ad oggi. Gli Israeliti rimasero accampati a Galgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico. Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno. E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell'anno mangiarono i frutti della terra di Canaan."

In "La conquista di Gerico" ho riportato anche decriptati i 3 versetti successivi, Giosuè 5,13-15, di cui tra l'altro del versetto 5,13 ho anche dato dimostrazione della decriptazione.
Nel prosieguo, in appendice, presento l'intero capitolo Giosuè 5 decriptato.
Ora, per il libro di Giosuè, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi della Bibbia, il tempo della redazione definitiva ad opera d'autori ignoti, è individuato nel VI-V secolo a.C. in Giudea.
Ovviamente si servirono di tradizioni orali e scritte, la cosiddetta fonte deuteronomista del VII secolo a.C., come del resto, pure per mano d'autori ignoti, coevo a quello di Giosuè è il libro della Genesi.

Ciò che accadde ai tempi precedenti il periodo dell'esodo dall'Egitto, quindi, ivi comprese le vicende dei patriarchi, non può essere che il retaggio di racconti e tradizioni.
Tra l'altro per praticare la circoncisione, come vedremo farà Zippora in Esodo 4, anche qui in Giosuè 5 si parla di coltelli di selce, il che fa intuire che la tradizione della circoncisione pesca in tempi antichi prossimi al neolitico.
Se era così ben radicata tra gli ebrei fuoriusciti la "milah berit" è ben strano che tutti gli israeliti si astenessero dal circoncidere i propri figli per 40 anni, anche se lunghe potettero essere le soste nel percorso.
Certo vivevano nella precarietà e dovevano poter partire all'improvviso, ma allora, se ne deve concludere che l'alleanza era attiva anche senza circoncisione.
Contro la credenza comune, quindi, la circoncisione non fu sempre praticata dal popolo ebraico.
Mosè stesso, già prima, quando era esule in Madian, non circoncise il figlio Gherson avuto dalla moglie Zippora.

Il racconto nel libro dell'Esodo è il seguente:

"Il Signore disse a Mosè: Mentre parti per tornare in Egitto, bada a tutti i prodigi che ti ho messo in mano: tu li compirai davanti al faraone, ma io indurirò il suo cuore ed egli non lascerà partire il popolo. Allora tu dirai al faraone: Così dice il Signore: Israele è il mio figlio primogenito. Io ti avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva! Ma tu hai rifiutato di lasciarlo partire: ecco, io farò morire il tuo figlio primogenito!" (Esodo 4,21-23)

Fin qui tutto normale; il Signore dà le ultime disposizioni a Mosè e accenna all'ultima piaga con cui affliggerà il faraone e gli egiziani, quando, e lo capiremo da disposizioni che saranno date in Esodo 12, nella notte di "Pesach" l'angelo passerà e ucciderà tutti i primogeniti, salvo quelli delle case su cui sugli stipiti della porta e sull'architrave ci sarà il segno del sangue dell'agnello pasquale.
Il fatto nuovo è che Mosè parte da casa di Ietro e conduce con sé moglie e figlio, ma il Signore non l'aveva chiesto e pare come non convenire con la decisione di Mosè, evidentemente, perché era bene che nella missione fosse libero da altri impegni.

Accadde che "Mentre era in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore lo affrontò e cercò di farlo morire. Allora Zipporà prese una selce tagliente, recise il prepuzio al figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: Tu sei per me uno sposo di sangue. Allora il Signore si ritirò da lui. Ella aveva detto sposo di sangue a motivo della circoncisione." (Esodo 4,24-26)

Mosè ripartì da solo, infatti, non è più detto nulla della moglie e del figlio e li si rivedrà in Esodo 18 con Ietro, ma la, nel deserto a Refidim, nei pressi del monte sacro, dopo il miracolo del mare e dopo il combattimento contro Amalek, i figli saranno due, Gherson (nato in terra straniera) e Elizer (Dio mi ha aiutato), onde si deve concludere, non essendoci altri riferimenti e possibilità, che fu concepito da Mosè proprio quella notte tempestosa, narrata in Esodo 4,24-26.

Li, in Esodo 18 tra l'altro c'è una conferma in quanto è affermato "Allora Ietro prese con sé Zippora, moglie di Mosè, che prima egli aveva rimandata".

Tutto il racconto di quella circoncisione del figlio provocata dalla moglie pare servire a spiegare perché nella successiva notte di "Pesach" Mosè non perse il primogenito pur se il figlio non era in una casa segnata dal sangue dell'agnello pasquale.
Durante quella notte del combattimento col Signore di Esodo 4 fu chiaro che per volontà divina i due sposi si dovevano separare per un tempo e allora Zippora segnò i "piedi" di Mosè come a dire sei tu la mia casa, la mia protezione... il mio sposo di sangue... dove sei tu potenzialmente sono anche io.
(Vedi: "Tracce di geroglifici nel Pentateuco (II Parte)"

È da rifarsi al primo matrimonio ("Il primo matrimonio con il Signore") quello della coppia, Adamo "'adam" che le lettere ebraiche c'informano come "uniti dal sangue ", la prima coppia umana di un maschio e di una femmina che, nell'Eden, si svegliarono, uniti da un legame indissolubile con un patto di amore garantito dal Signore che era lì presente, il maschio come marito e la femmina come moglie.
Se si scruta, infatti, il "midrash" di Genesi 1 e 2 "'adam" è il nome della coppia, rimasto al maschio, mentre dopo il peccato alla donna lui, e non Dio, diede il nome di Eva.
(L'intero capitolo Esodo 4 si trova decriptato col mio metodo in "Lo scettro di Dio, il bastone di Mosè e il Messia")

La parola "patto", in ebraico "berit", implica sempre un taglio, infatti "venire a patti, stringere un patto, un trattato, un'alleanza, un accordo" si dice "karet berit" e "karet" è il radicale del verbo tagliare.
A tale riguardo esemplificativo e chiarificatore è l'episodio in Genesi 15 ove è detto al versetto 18 "In quel giorno il Signore concluse quest'alleanza con Abram" (Genesi 15,18), in ebraico "karet IHWH 'at ''abram berit"

Il Signore come "fiaccola ardente" passò attraverso gli animali appunto tagliati per il patto da Abram secondo la richiesta del Signore.
Un'alleanza perciò nella sfera biblica implica sempre un taglio e uno spargimento di sangue.
Il radicale di tagliare comporta "un ariete/agnello finire ", sia finire uccidendolo, sia finire mangiandolo e quello che avanza deve essere bruciato nel fuoco, come del resto fu il comando in Esodo 12,10 a Pesach: "Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco."

Nell'alleanza con Dio poi c'è il "sangue dell'alleanza", che Mosè asperge metà sull'altare e metà sul popolo, come è scritto in Esodo 24,8 "Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!", e queste parole sono quelle sulle Tavole e della Torah.

Quel sangue è così segno di un'intervenuta nuova stretta parentela, quasi appunto di consanguineità, per chi resta fedele al patto o imprecazione di morte per chi lo rompe.
Interessante è che in ebraico il radicale ChTN è relativo all'imparentarsi e allo sposarsi; infatti, "chatan" è il marito, il promesso sposo e "choten" è il suocero, mentre in arabo "chatana", come visto nel paragrafo sulla circoncisione nell'Islam, sta per circoncidere, il che fa pensare che appunto vi sia un antico collegamento di questo atto con riti di iniziazione sessuale maschile e femminile al matrimonio al momento della pubertà.

Il patto matrimoniale include il giuramento di reciproca fedeltà che era sigillato sul talamo col sangue per la rottura dell'imene della sposa e in alcuni casi anche per rottura del frenulo del membro dello sposo, se vergine.
Tra l'altro il radicale ChTH in ebraico è strappar via, togliere via onde ChTN , forse perché porta via una figlia da casa del suocero, implica un "tagliar via () l'energia ", "strappar via () l'angelo (ribelle) ", sottinteso l'energia negativa, quella animalesca dell'istinto, l'angelo ribelle della religione, e avere una crescita completa della coppia da un rapporto superficiale a un rapporto completo di collaborazione.

Dice il libro del Levitico: "Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull'altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita." (Levitico 17,11)

A questo punto visto in quel modo nel patto del matrimonio è insito il versare il sangue l'uno per l'altro, il che implica la disposizione a dare la propria vita per lo sposo o per la sposa e viceversa, patto di amore totale.

In "Pacificarsi con la propria storia" ho decriptato anche questo versetto ed ho ottenuto:

Levitico 17,11 - Retti saranno per l'angelo superbo che uscirà dalla carne da dentro per il sangue al mondo portato dall'Unigenito. E dell'Unico il Figlio crocifisso dalla croce fu a portarlo. Guizzò da quel retto con l'acqua.
Dall'innalzato uscì. Per i viventi per quel sacrificio dal Potente il perdono dall'alto, desiderato dal Crocifisso fu così ai viventi. La rettitudine fu nel mondo.
Per aiutare fu la Madre a uscire. Recò l'Unigenito da casa gli apostoli, soffiò loro in dono la rettitudine per portar frutti. (Luca 23,34 - "Gesù diceva: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno.")

Ecco che Gesù annuncia la "nuova alleanza nel mio sangue sparso per voi" (Luca 22,20) ossia il sacrificio dell'incarnazione di Gesù con il dono della vita sulla croce da cui effuse per ogni uomo sangue e acqua, sigillata da Dio Padre con la risurrezione del Figlio.
La nuova alleanza, celebrata sugli altari di tutto il mondo unisce Dio all'umanità peccatrice con un vincolo d'amore che ci fa osare dire "Abbà, Padre" per il patto che Gesù Cristo suo Figlio Unigenito ha stipulato con l'umanità tutta intera.

Se possiamo dire "Abbà, Padre", allora, certamente abbiamo avuto il dono della vera circoncisione, quella annunciata nel libro del Deuteronomio: "Il Signore tuo Dio circonciderà il tuo cuore e il cuore della tua discendenza, perché tu ami il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima e viva." (Deuteronomio 30,6)

D'altronde il profeta Geremia poi predicherà: "Circoncidetevi per il Signore, circoncidete il vostro cuore..." (Geremia 4,4)

E Gesù versò il suo primo sangue per gli uomini, circonciso nella carne come ogni ebreo l'ottavo giorno per rispettare il credo religioso in cui era nato, e fu poi anche proprio circonciso nel cuore sulla croce dalla lancia del centurione.
Se poi c'è il sangue o la vita di mezzo addirittura lo stesso sacramento del Battesimo è superato dall'intenzione e dal desiderio di averlo; basta al riguardo ricordare quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica:

1258 - Da sempre la Chiesa è fermamente convinta che quanti subiscono la morte a motivo della fede, senza aver ricevuto il Battesimo, vengono battezzati mediante la loro stessa morte per Cristo e con lui. Questo "Battesimo di sangue", come pure il "desiderio del Battesimo", porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento.

1259 - Per i "catecumeni" che muoiono prima del Battesimo, il loro desiderio esplicito di riceverlo, unito al pentimento dei propri peccati e alla carità, assicura loro la salvezza che non hanno potuto ricevere mediante il sacramento.

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