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L'UOMO SI MASCHERA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL NUOVO TESTAMENTO E L'IPOCRISIA
Gesù nella sua predicazione ebbe a dire: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". (Matteo 13,33)
Ovviamente deve essere il giusto lievito.
Il giusto lievito per far crescere la Chiesa è il Kerigma, l'annuncio di un evento.
È nato il primogenito, c'è stata la prima vittoria sulla morte di un giusto, pieno d'amore, ucciso in croce dai peccati di ogni uomo, il primo risorto dai morti per la salvezza e la giustificazione di tutti, l'Unigenito di Dio.

Lo stesso spirito di Gesù sarà, quindi, il vero lievito, quello per cui fu risorto per primo il corpo e porterà la risurrezione a iniziare in tutto il corpo della Chiesa; "lievito", infatti, in ebraico è "she'or" .
Ora, il lievito, nell'immaginario biblico ha due aspetti, uno positivo e uno negativo, infatti, essendo un fermento fa crescere la pasta, ma anche la può portare alla distruzione.
Il lievito per la prima volta che è citato nella Bibbia è in Esodo 12,15 in occasione delle prescrizioni per la Pasqua.
Se si vanno ad analizzare le lettere che costituiscono il termine "she'or" e le si leggono con i loro significati grafici si può avere:

  • "a sorgere - illuminare inizia il corpo - la testa ".
  • "distruzione ( = ) del corpo ".
Accade, infatti, che il Signore Gesù pone in guardia i propri discepoli anche su un lievito che rovina tutta la massa.
Questo che rovina la massa, il corpo della Chiesa, il lievito da cui occorre prendere le distanze e cercare di non cadervi, è l'ipocrisia.
Gesù, infatti, ebbe a dire:
  • "Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia." (Luca 12,1b)
  • "Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei... Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei." (Matteo 16,6.12)
  • "Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!" (Marco 8,15)
Per far capire bene ai discepoli dei suoi tempi Gesù fa appunto gli esempi dei farisei, di Erode e dei sadducei.
Lo zelo dei farisei era formalista e falso zelo religioso, solo esteriore.
Erano chiamati "perushim", i "separati" dall'ebraico "pārûsh", cioè "distinto", "colui che è separato" e la separazione risale alla divisione che avvenne assieme agli Esseni (160 - 150 a.C.) in opposizione ai sacerdoti dei Maccabei, onde, "perushim" vale come dissidenti, secessionisti.
(Per caso "pārûsh" ha le stesse lettere di maschera in etrusco; vedi Paragrafo su "L'ipocrisia")

Dopo la distruzione nel Tempio del 70 il farisaismo da secessionista in pratica divenne il giudaismo residuale, autore del Talmud.
I Farisei, credevano nella risurrezione, la ricompensa dei giusti, ma negavano l'attesa apocalittica della prossima fine, erano critici verso il messianismo e davano anche alla Torah il valore di quella scritta, contrariamente ai Sadducei.
Lo zelo di Erode e del partito degli erodiani era mosso dalla brama del potere e di dominare sugli altri, onde a tal fine erano disposti a uniformarsi agli usi dei pagani per rendere la propria condizione di vita più tollerabile e faceva loro giustificare anche l'idolatria.
I Sadducei, invece, erano dei liberi pensatori, scettici nei confronti di tutto ciò che era soprannaturale.

Gesù, nostra Pasqua da San Paolo è considerato il lievito nuovo di sincerità e di verità mentre il lievito vecchio è malizia e perversità, infatti: "Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità." (1Corinzi 5,6-8)

Il famoso discorso della montagna, ai capitoli 5, 6 e 7 del Vangelo di Matteo, è tratteggiato l'uomo nuovo e sul tema dell'ipocrisia si sofferma più volte, seguiamolo:
  • Matteo,5,8 "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio."
  • Matteo 5,20 "Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli."
  • Matteo 6,1s "State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa."
  • Matteo 6,5 "E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente; in verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa."
  • Matteo 6,16 "E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa."
  • Matteo 7,4; Luca 6,42 "O come dirai al tuo fratello: "Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello."
  • Matteo 7,15-17 "Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni."
L'immagine del lupo vestito da pecora è calzante e rappresenta pienamente l'azione demoniaca della doppia faccia dell'ipocrita che cela insani desideri.
E chi è il lupo se non uno pieno del desiderio di sfamarsi che entra in un recinto in cui sono le docili prede costituite dagli agnelli di un gregge?
La prima volta che si trova "lupo" è in Genesi 49,27 nelle benedizioni di Giacobbe, quella riferita a "Beniamino è un lupo che sbrana" ove lupo è "z'eb", quindi, proprio uno "colpito dal desiderare ()" d'uccidere e sbranare.

Dice il libro del Siracide 13,17: "Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello? Lo stesso accade fra il peccatore e il pio", ma ai tempi del Messia "Il lupo dimorerà insieme con l'agnello..." (Isaia 11,6)

L'avere una doppia faccia, in effetti, riguarda un poco tutti; infatti, scagli la prima pietra chi prima o poi almeno in qualche occasione, non v'è caduto.
Del resto "Non c'è, infatti, sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non pecchi." (Qoelet 7,20)
Ipocriti! Cioè siete solo degli attori, proclama Gesù nei riguardi del popolo d'Israele, quando nel Vangelo di Matteo, ricordando le parole del profeta Isaia 29,13, dice: "Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me." (Matteo15,7-8; Marco 7,6)
Del pari "ipocriti" Gesù chiamerà i discepoli dei farisei e gli erodiani che lo tentavano con la domanda se era lecito pagare il tributo a Cesare e disse loro: "Ipocriti, perché volete mettermi alla prova?" (Matteo 22,18b)

Nello stesso Vangelo di Matteo al capitolo 23 abbiamo un brano di ben 20 versetti relativo alla ipocrisia degli scribi e dei farisei, in cui per ben sette volte viene detto loro "Guai a voi" e gli epiteti sono veramente pesanti, farisei ipocriti, guide cieche, sepolcri imbiancati, serpenti e razza di vipere; quindi, di fatto preda domata dal tentatore con le motivazioni di cui in appresso.

"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'aneto e sul cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all'esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri. Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna?" (Matteo 23,13-32)

Esempio evidente d'ipocrita è il servo infedele che quando non c'è il padrone spadroneggia e gozzoviglia, ma al ritorno senza preavviso del padrone vedendone evidente l'ipocrisia "lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti." (Matteo 24,51)

Gesù chiama ipocriti anche quelli che lo criticano perché guarisce il prossimo anche nel giorno di sabato, come nel seguente episodio: "...il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato. Il Signore gli replicò: Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?" (Luca 13,14-16)

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