IL MARE DELLA VITA
di Alessandro Conti Puorger
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IL MARE DI BRONZO
Nel Tempio di Gerusalemme che fece costruire il Re Salomone c'era una grande vasca di bronzo, fatta dall'architetto e prodigioso maestro artigiano Curam o Chiram, contenente acqua, chiamata il "Mare", che serviva per attingervi per le abluzioni dei sacerdoti.
Era un "bacino di metallo fuso", un enorme serbatoio cilindrico di bronzo dello spessore di 10 cm, alto 2,25 metri e del diametro di 4,5 metri, che si trovava nella zona a sud del cortile interno, di fronte al grande altare di bronzo.
Sotto il bacino che aveva una capacità di circa 40.000 litri d'acqua si trovavano due file di decorazioni rappresentanti zucche o melagrane.
La descrizione si trova sia in 2Cronache 4,2-6.10 che in 1Re 7,23-26.
Riporto il testo di Cronache, in quanto più completo:
"Fece il Mare, un bacino di metallo fuso di dieci cubiti da un orlo all'altro, perfettamente rotondo; la sua altezza era di cinque cubiti e una corda di trenta cubiti lo poteva cingere intorno. C'erano sotto l'orlo, tutt'intorno, figure dalla sembianza di buoi, dieci per ogni cubito, che formavano un giro all'intorno; le figure di buoi erano disposte in due file ed erano state colate insieme con il Mare. Questo poggiava su dodici buoi; tre guardavano verso settentrione, tre verso occidente, tre verso meridione e tre verso oriente. Il Mare poggiava su di essi e tutte le loro parti posteriori erano rivolte verso l'interno. Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo, fatto come l'orlo di un calice, era a forma di giglio. La sua capacità era di tremila bat. Fece poi dieci bacini per la purificazione, ponendone cinque a destra e cinque a sinistra; in essi si lavava quanto veniva usato per l'olocausto. Il Mare serviva alle abluzioni dei sacerdoti... Pose il Mare dal lato destro, a oriente, rivolto verso meridione." (2Cronache 4,2-6.10)
Rettifica poi 1Re 7,26: "Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo, fatto come l'orlo di un calice, era a forma di giglio. La sua capacità era di duemila bat."
Il cubito ebraico era l'unità di lunghezza pari 44,45 cm.
Un palmo era circa 10 cm.
Il "bat", unità di capacità, era pari a circa 22 litri.
Lo stesso Chiram costruì anche dieci lavabi di bronzo, spostabili su carrelli, contenente ciascuno circa 850 (1Re 7,27-39), da usare per lavare gli strumenti impiegati per sacrificare gli animali (2Cronache 4,6) sistemati ognuno accanto a dieci tavoli usati per preparare i sacrifici (2Cronache 4,8).
Tempio di Salomone - Il "mare" e i 10 bacili
Ricostruzione del "mare" del Tempio
Come abbiamo letto, il "mare" poggiava su 12 buoi rivolti e diretti in tutte le direzioni, come a voler rappresentare che tale "mare" intendeva estendersi al mondo intero, alle acque primordiali, quelle che erano in diretto collegamento col cielo di Genesi 1,1-2 e che quindi erano veramente in grado di purificare.
Il tutto era in metallo fuso ossia di bronzo (stagno e rame), perciò quel mare aveva tutt'attorno un limite, una porta di bronzo.
Le porte di bronzo sono anche le porte della morte come si trova nel Salmo 107,14-16, che più avanti esaminerò nel dettaglio, che recita: "Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte e spezzò le loro catene. Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini; perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le barre di ferro" (richiama Isaia 45,2).
Bronzo, come il rame, in ebraico è "nechoshoet"
o "nochoesh"
.
Le lettere
sono le stesse che servono per definire il serpente "nachash".
Quel "mare", quindi, presenta le sponde limitate
dal serpente
.
Ciò ispira il pensiero che tutta la vita umana, appunto il "Mare", è condizionata, limitata dal serpente di Genesi 3,1: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto".
Occorre allora un serpente più forte per superare quel limite un
come "il serpente
di rame
"
che Mosè in Numeri 21,9 innalzò nel deserto per vincere la moria causata dai serpenti.
Occorre un serpente speciale
che "l'energia
racchiuda
per risorgere
dalla croce
".
Nel libro dell'Apocalisse 3,7 si trova: "All'angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: Così parla il Santo, il Verace, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apre."