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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL MARE DELLA VITA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DESERTO E MARE »
LA BARCA SOLARE »
IL MARE DI BRONZO »
IL MIRACOLO DEL MARE »
ALTRO MIRACOLO DEL MARE - IL SEGNO DI GIONA »
LA BARCA NEI VANGELI »

LE TEMPESTE SEDATE
In Giovanni 20,9 dopo la risurrezione di Gesù si trova il seguente commento relativo ai discepoli: "Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti."

La vittoria sulla morte con il segno di Giona, fondamentale per l'annuncio del Kérigma, in tutta la predicazione di Gesù terrena, di fatto, non poté sviluppare il suo potenziale, perché il Signore non era stato ancora risuscitato, infatti, ebbe il suo pieno potere col primo Kérigma di Pietro nel giorno della prima Pentecoste.
Le folle seguivano Gesù perché sapevano faceva miracoli e pur parlando loro in parabole faceva discepoli con l'autorità che emanava, con l'amore che effondeva e con le verità che proclamava.
Solo i più sapienti, ben pochi, in verità, come Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea, potevano, attingendo alle profezie dell'Antico Testamento, pensarlo come il grande profeta e come il Cristo atteso.
Agli intimi, ai dodici che aveva scelto, spiegava le parabole, ma pur annunciando loro la sua passione, questi non potevano comprendere il mistero pasquale che egli stava per incarnare.
Doveva però far capire loro qualcosa sulla risurrezione, onde fossero in grado di interpretare i fatti che avrebbero visti accadere a lui nelle vicende del prima e dopo passione, e così poi, pescare gli altri con la rete della predicazione.
Da qui gli episodi della "Trasfigurazione" e delle "Tempeste sedate".
La predicazione, infatti, si sarebbe basata sull'annuncio della sua morte per il perdono e la giustificazione dei peccati e il ritorno della grazia di Dio Padre con la prova della sua risurrezione dei morti, l'ascensione al cielo e l'invio dello Spirito Santo grazie a cui col battesimo divenire suoi fratelli nella stessa morte ed essere con lui coeredi del Regno.
I prescelti per la predicazione dovevano comprendere che solo con lui avrebbero potuto attraversare il mare della vita, perché solo con Gesù che aveva vinto la morte, avrebbero avuto salvezza e successo.
Questo sarebbe stato il Kérigma della predicazione che avrebbero poi portato avanti loro.
È da considerare, infatti, che i Vangeli e gli Atti degli Apostoli in pratica fanno presente che la predicazione di Gesù aveva raccolto ad ascoltarlo molte folle, ma in sintesi, dopo la sua morte in croce i veri discepoli raccolti sono indicati in numero molto contenuto, i 120 di Atti 1,15, e poi i 500 che cita San Paolo in 1Corinzi 15,6, probabilmente riferendosi alla sua ascensione al cielo, dopo risorto.
Gesù, infatti, nel suo testamento spirituale dopo l'ultima cena aveva detto loro "In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre" (Giovanni 14,12) e ciò proprio in base al segno di Giona che grazie ai fatti avvenuti a Gesù in pienezza avrebbero potuto rappresentare.
Gesù, infatti, aveva detto parlando di quel segno e della conversione dei Niniviti "Ed ecco, ben più di Giona c'è qui." (Luca 11,32)

Occorrevano dei segni che facessero nascere interrogativi sulla natura divina di Gesù che poi sarebbero serviti nelle catechesi battesimali che i discepoli avrebbero portato avanti.
L'entrare con Gesù nella morte e risorgere!
Ecco, allora, che non restava che operare con le tempeste sedate e il camminare sul mare per rendere palesi i poteri straordinari di Gesù.
Era questo l'insegnamento esclusivo per i discepoli della prima ora, con il manifestare concretamente il proprio potere sulla vita, sugli elementi contrari e in definitiva sulla morte.
Come vedremo l'avevano preso per un fantasma quando camminava sul mare:

  • "Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: È un fantasma". (Matteo 14,25s)
  • " Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: È un fantasma" e cominciarono a gridare" (Marco 6,49)
Gesù. dopo la risurrezione, nel presentarsi nel cenacolo agli " Stupiti e spaventati" che "credevano di vedere un fantasma " egli disse "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho". (Luca 24,38s)

Come a dire, sono quello di prima che avete visto camminare sul mare, anche questa volta vi ho camminato e prova ne è che ora sono con voi... ho camminato sulla morte!
Ecco i miracoli delle tempeste sedate.

In Matteo
  • si ha una prima tempesta sedata al capitolo 8,23-27: "Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: Salvaci, Signore, siamo perduti! Ed egli disse loro: Perché avete paura, gente di poca fede. Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?"
  • una secondo episodio al capitolo 14,22-33: "Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: È un fantasma! e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: Coraggio, sono io, non abbiate paura! Pietro allora gli rispose: Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque. Ed egli disse: Vieni! Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: Signore, salvami! E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: Davvero tu sei Figlio di Dio!"
Il primo evento serve a evidenziare in Gesù il suo potere sulla natura.
Il secondo evento serve ad asseverarne anche capacità sovrannaturali.

In Marco la tempesta sedata è al capitolo 4,35-41: "In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: Passiamo all'altra riva. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: Maestro, non t'importa che siamo perduti? Si destò, minacciò il vento e disse al mare: Taci, calmati. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: Perché avete paura? Non avete ancora fede? E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?"

Riguarda solo il potere sui venti e sul mare.

In Luca la tempesta sedata è al capitolo 8,22-25: "E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: Passiamo all'altra riva del lago. E presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: Maestro, maestro, siamo perduti! Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: Dov'è la vostra fede? Essi, impauriti e stupiti, dicevano l'un l'altro: Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli obbediscono?"

Come in Marco il racconto riguarda solo il potere di Gesù sui venti e sul mare.

In Giovanni, si trova al capitolo 6,14-21: "Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto (la moltiplicazione dei pani), diceva: Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo! Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Sono io, non abbiate paura! Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti."

Sono associati i due racconti di Matteo.

I sinottici riportano il particolare che mentre si sviluppava la tempesta sul mare Gesù dormiva e lo svegliarono.
Varie sono le interpretazioni catechetiche che possono essere date su tale particolare affatto indifferente.
In primo luogo pare esservi un parallelo chiaro ed evidente con la storia del racconto di Giona, infatti, la vi si legge: " I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: Che cosa fai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo." (Giona 1,5s)

È indubbio che in entrambi gli eventi la tempesta è causata proprio da colui che dorme, da Giona stesso nel suo racconto, in quanto Dio stava tessendo una storia con lui e la tempesta era il mezzo per sconvolgergli la vita e farlo poi tornare sui suoi passi, e da Gesù che evidentemente intende provare sia la fede dei discepoli, sia dimostrar loro con i fatti qualcosa che altrimenti non sarebbe stato possibile.
Avevano, infatti, a bordo il maestro che poco prima, vista la fede del centurione cui aveva guarito il servo, aveva esclamato: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande." (Matteo 8,10b) e loro, i discepoli, alla prova ne dimostrarono ben poca.
C'è poco da fare se dei pescatori che vivono su quelle acque tutti i giorni ritengono che le condizioni sono tali che la barca sta per affondare la situazione è veramente pericolosa.
Gesù invece continua a dormire.
È segno di stanchezza per una giornata intensa e di fiducia in Dio.
Il contrasto tra l'atteggiamento di Gesù e dei discepoli è enorme!
Di fatto i discepoli, come tutti gli altri Israeliti avevano tanti aiuti dalle Sacre Scritture, che li avrebbero potuti aiutare ad aver fede, ma dalle parole ai fatti...
c'è di mezzo il mare e il mare nei riguardi della fede parlò in loro sfavore e per contro li aiutò a comprendere qualcosa di più sul loro maestro.
Circa quelle Scritture basta ricordare i seguenti passi:
  • gli antenati degli Israeliti non ebbero paura di "...entrare nel mare sull'asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra." (Esodo 14,22)
  • - "Se dovrai attraversare le acque, sarò con te" come dice il profeta Isaia nel capitolo 43,1-4 "Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore... Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo..."
  • c'è poi un passo del Salmo 107,23-30 (lo stesso che ho richiamato nel paragrafo del "Il mare di bronzo") che pare proprio descrivere il miracolo della tempesta sedata, "Altri, che scendevano in mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque, videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo. Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo. Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita. Nell'angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato."
Nell'originale greco quello che in italiano si traduce "tempesta" è simile a "grande sisma", in pratica la stessa parola del "terremoto" scoppiato alla morte di Gesù in croce.
Quel legno tra le onde per alcuni è così profezia della croce sul Golgota e il sonno di Gesù segno della sua morte col terremoto - tempesta segno che nel regno della morte era entrato il conquistatore.

C'è poi un'interpretazione d'invito alla missione per quel "passiamo all'altra riva"; dall'altra parte del lago, infatti, c'era Gadara, ossia in piena Decapoli, terra pagana ove c'erano le legioni e gli abitanti si dedicavano al commercio dei maiali e all'usura, impuri e schiavi di satana come poi evidenzieranno i racconti degli indemoniati e l'episodio dei porci invasi dai demoni che affogano nel mare.

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