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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LE LETTERE DI ADAMO
Le tre lettere ebraiche :

  • indicano la parola "'adam" che non ha femminile e non ha plurale che vuol dire sia uomo, sia umanità, come pure gente e uno qualsiasi;
  • sono il nome della prima coppia umana "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò" (Genesi 1,27), nome poi assunto dal maschio della coppia dopo che Dio stesso dalla coppia "'adam" estrasse la donna (Genesi 2,23s);
  • sono il radicale dei verbi "rosseggiare", "essere rosso" e simili.
Ne consegue che "'adam" è molto vicino al concetto di "il rosso".
Chi collega questi vari concetti e pensieri e li rende spiegabili è che in ebraico "dam" sta a indicare il "sangue" che appunto è rosso.
Nasce ora la domanda: quale immagine sta dietro alla bi - consonante DM , perché evochi il rosso e quindi il sangue o viceversa?
Posso pensare che il DM "aiuta la vita ", ma l'immagine alla base quale sarebbe?
Viene allora l'idea "dalla porta della vita - madre - matrice - acqua ".

Quale è questa porta?
La porta della vita, della madre, della matrice e o dell'acqua, sottinteso del parto, da cui nascono tutti gli uomini non è forse la "pudendo muliebre" o vulva dalla quale in periodi regolari esce il mestruo da "menstruus" che torna ogni "mensis" ossia mese, che è sangue, indice della morte dell'ovulo che avrebbe potuto se fosse stato fecondato portare un nuovo vivente, sangue che rende impura secondo i sacri testi biblici la donna?
In questo modo è spiegato il sangue con le immagini delle lettere ebraiche ed ecco che si apre anche il tri-lettere ed è così chiarito perché quel radicale si può riferire sia a uomo, sia a rosso, in quanto: "originato dalla porta della vita, della madre, della matrice e o dell'acqua ", insomma uno "nato da donna" (Galati 4,4).

Al proposito, a rafforzare quanto detto, c'è che nello stesso ebraico il radicale del verbo usato per "partorire, dare alla luce, mettere al mondo, avere un figlio, generare" è ed ancora una volta le lettere sono congruenti con l'immagine usata per i termini di cui sopra tenuto conto che la lettera "lamed" è un serpente che guizza e ne discendono i termini seguenti che propongo con la lettura della relativa immagine suggerita dalle lettere che le formano:
  • "ledah" , "la nascita, il nato", onde si legge "guizzato dalla porta nel mondo ";
  • "iloedoet", , "puerpera, partoriente, madre", "è del guizzare dalla porta al termine ";
  • "loedoet" "il nascere, il parto", "del guizzare dalla porta il termine ";
  • "ioeloed" e "ioloeddah" (maschile e femminile), "bambino, creatura, neonato, prole:, "è guizzato dalla porta ", "è guizzato dalla porta nel mondo ".
Certamente tutto ciò non vale per la prima coppia umana che come riferiscono i racconti di Genesi 1 e 2 non è nata da donna, ma è stata direttamente formata da Dio a Sua immagine "demut" dal radicale di "somigliare, sembrare", termine in cui è preponderante il bi-letterale "dam" di sangue, quindi "'adam" è "all'Unico simile ()" come avessero lo stesso sangue.
Ciò ai cristiani profetizza allora che l'Unico si farà uomo, nascendo da donna, e che l'uomo - Dio, Gesù di Nazaret, sarà proprio a esprimere la Sua somiglianza quando "il sangue porterà dalla croce, + = " onde genererà un'umanità nuova.
È altresì quello stesso nome di Adamo a fornire l'idea dell'intenzione di Dio Padre di dare a questa nuova umanità la vita eterna, perché vivrà con Dio sulla nube celeste "'ed" , infatti, "'adam" "sulla nube vivrà " ove "l'Unico lo proteggerà per la vita ".

La nube che in ebraico si esprime in vari modi è un elemento importante nella rivelazione biblica e nelle teofanie, come all'apertura del Mar Rosso, richiamata nel Nuovo Testamento nell'episodio della trasfigurazione "Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo". (Matteo 17,5)

Cristo è l'uomo nuovo!
Vediamo se tale nube si trova anche al momento della creazione del primo uomo!

Procedo quindi a seguire il filone che pare tratteggiare l'autore ispirato di Genesi 2 che può portare a spiegare la formazione "teologica" dell'uomo.
"Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo." (Genesi 2,4-6)

Questo è il momento iniziale della creazione della prima coppia di un maschio e di una femmina dell'umanità definita uomo, "'adam", di cui è detto in Genesi 1,27, parola quella scritta da destra a sinistra in ebraico con le tre lettere, , che ricordo sono solo consonanti, "'alef" + "dalet" + "mem", rispettivamente 1a, 4a e 13a di quel alfabeto.

Li si legge al versetto 5 che Dio "Non aveva ancora fatto piovere", quindi non c'era ancora acqua vera e propria, poi al 6° versetto il testo C.E.I del 2008 dice qualcosa di strano, "ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo".

La nota della Bibbia di Gerusalemme evidenzia che quella della "polla d'acqua" che sgorga o che sale dalla terra è una deduzione, perché il testo pare incerto.
Le lettere ebraiche usate, comunque, sono le seguenti:



Come ho osservato in "La rugiada luminosa che viene dal Messia", invero "'ed" è "nube, vapore", e la parola acqua non c'è, ma subito dopo c'è il versetto Genesi 7 in cui Dio plasmò l'uomo .
Beh, se non c'era pioggia, ma c'era del vapore e c'era il sole, resta la possibilità che questo vapore che salì dalla terra era l'evaporare di rugiada.
E la rugiada veniva da Lui, il Signore Dio.
Rugiada in ebraico è "tal" .
Era l'acqua di sopra che per amore di Dio veniva nel mondo.
La lettera "tèt" , valore numerale 9, graficamente è una lettera molto strana ed è considerata essere, tra l'altro, icona che esprime il concetto di bello, buono e di amore.
L'ispirazione del segno viene da fatti legati alla vita dell'uomo e della donna e potrebbe essere la rappresentazione di un occhio chiuso o socchiuso, di un utero, di un cuore.
C'è il senso di verecondia, di tappato, di cercare di tenere riservato, di sigillato, appartato, curato in particolar modo come un bocciolo di fiore.
La forma è quella di un sacchetto, che pur se si cerca tener chiuso può aprirsi, e questo pensiero mi porta a pensare all'amore: "Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto." (Cantico dei Cantici 1,13)

Interessante è "filo, cucire" = = "hwt" = "stringendo porta a tappare - sigillare ".
Si pensi a "ombelico" = = "tabur" = "Occhio chiuso - bocciolo che dentro si porta nel corpo ", se si guarda come di persona nata, ma se si pensa al momento del parto, "nell'utero dentro si porta al corpo (del neonato)".
Tra l'altro è "fossa", quindi "occhio chiuso - bocciolo in fossa ".
Nel senso di purità rituale appare tale segno in = "tahor" = puro, mondo, netto che usando i significati dei segni già letti è "sigillato - tappato fuori porta il corpo " ed anche "sigillato - tappato a perversità () il corpo ".

Rafforzativo dell'idea di utero e del resto è la parola "btn" = = "ventre, utero, parte intima penetrali del cuore", come leggo dal vocabolario ebraico, cioè "abita in l'energia " ne consegue che cuore e utero calzano perfettamente in quanto dentro tali organi c'è energia di vita cioè il sangue che tanto è importante nel pensiero teologico sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento.
Fiducia, speranza, bene, peccato hanno tutti questa lettera all'interno e i traslati sono appunto amore, carità e bellezza.
V'è poi la parola "bene, buono, felice", "tob" "cuore-amore portare dentro ", parola molto importante.
Al riguardo ricordo che le prime Tavole della Legge in Esodo 20,2-14 sono in versione leggermente differente dalle seconde in Deuteronomio 5,6-18.

Nella prima versione appaiono tutte le lettere dell'alfabeto tranne la "TET" . Nella seconda invece, appare la "TET" , nel 5° comandamento: "Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà." (Deuteronomio 5,16)

I saggi spiegano: Dio sapeva che Mosè avrebbe rotto le prime Tavole e se esse avessero contenuto la parola "tob" bontà, ciò avrebbe significato che si sarebbe spezzato tutto il bene della terra.
Per togliere all'uomo questa preoccupazione, Dio tolse la "TET" dalla prima versione. (Baba Kamma 55a)

La seconda versione delle Tavole contiene in effetti diciassette lettere più della prima e per la "gematria" di "tob" bontà è ( = 9 + = 6 + = 2) proprio 17. (Baal HaTurim)

A seguito di tante altre prove e verifiche in "Dai vocaboli ebraici ai messaggi delle lettere" sui significati grafici base delle lettere conclusi per la lettera "tèt" - numerale n. 9:
  • Base: cuore, pozzo, sigillato, utero.
  • Traslati: carità, bontà, amore, bellezza.
Quel vapore che saliva dalla terra, allora, altro non era che la Nube , valore numerico 5 ( = 1 + = 4), quella che in forma di colonna "a'mmud haa'nan" accompagnò gli Israeliti all'uscita dall'Egitto (Esodo 14,19-20).

Si sta formando l'uomo come per un processo di arricchimento.
L'Unico, il Creatore, il numero 1, lo "'Alef " , con la sua mano , valore numerico 4, porta il suo aiuto sulla terra e apre valore numerico 5 la vita per formare l'uomo.
Questo pensiero che Dio, l'Unico , sta operando con la sua mano appare chiaramente dal versetto successivo: Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente." (Genesi 2,7)

Il testo ebraico per la parte di versetto che ho evidenziato in grassetto usa le seguenti lettere:



Il primo verbo che appare è quel plasmò , verbo specifico usato per le operazione di formazione di un vaso da parte di un vasaio, ma per tale operazione non basta la polvere, ma occorre una mano abile e un giusto impasto di argilla con l'acqua.
Ora, davanti a quel verbo c'è un , quindi, Dio portò la , la sua "IOD", lettera il cui nome in pratica che vuol dire mano, quindi in modo immaginifico portò la propria mano divina.
L'operazione contempla, infatti, proprio l'uso della mano del vasaio che impasta la polvere della terra, con l'acqua che fornita direttamente da Dio stesso, l'acqua della sua rugiada di cui ho appena detto.
L'uomo, per quei testi ha una vita speciale, nasce formato direttamente dal volere divino che insufflò il quel vaso fatto di polvere e rugiada le due anime "noefoesh" e "nishmat" e questi fu un essere vivente, diverso da ogni altra creatura.

In definitiva, l'uomo, "'Adam" , è l'essere che in modo speciale "l'Unico Aiuta a vivere " e questo aiuto, "dalet" , al vivere "mem" , porta al biletterale "dam" che in ebraico significa "sangue", elemento che tanto valore assume nella religione ebraica e cristiana nei rapporti con Dio.
Sotto l'aspetto della "gimatria""dam" ha il valore di ( = 40) + ( = 4) = 44 con valore numerico di sintesi 8, che porta all'idea di infinito , di eternità, il famoso ottavo giorno acquistatoci per i meriti dal nuovo Adamo grazie al sangue dell'Unigenito.

In entrambe le religioni questo del sangue diventa il segno dell'alleanza tra Dio e assume in sintesi il volere di vita di Dio per la persona, tanto che lo stesso sangue nel racconto in Genesi 4,10 del fratricidio di Caino nei riguardi di Abele diviene loquace e Dio lo evidenzia col dire: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!"

Ecco, infatti, che per la prima parte di questa parola "'Adam" viene, appunto, l'aiuto da parte di Dio con quel cui aggiunge il suo soffio per dare la vita , valore numerico 40 e si percorre in crescita la progressione:

= 1
= 1 + 4 = 5
= 1 + 4 + 40 = 45

Ora se la lettera "mem" = ha valore numerico di 40 il numero precedente, il 39, potrebbe indicare da dove viene quella vita, ossia l'allegorico utero che l'ha prodotta.
Si verifica che proprio la parola "rugiada" "tel" ha il valore numerico di 39; infatti, "tel" = ( = 30) + ( = 9) = 39 e i significati grafici delle lettere sono congruenti con tale allegoria, essendo "tel" definibile come "del Potente l'utero "; d'altronde nella visione allegorica antropomorfica di Dio, essendo padre e madre di Adamo deve pur avere un utero.

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