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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
IL CUORE DELL'UOMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SUL "CUORE", DALLA GENESI »

PARE PROPRIO CHE NON SIAMO LIBERI
È, quindi, il cuore nell'intimo dell'uomo un luogo, una tenda, la casa abitata da un potente , ma questi può essere il Potente in assoluto o qualcuno che ha preso il suo posto, e la Bibbia suggerisce che questo sia lo spirito del male che si presentò come il serpente del "midrash" di Genesi 3.

È quello un racconto istruttivo, perché intende suggerire che sin dall'origine i progenitori dell'umanità preferirono non seguire Dio, Lo rifiutarono per seguire le proprie voglie e ascoltando un serpente tentatore.
Il pensiero che suscitò il tentatore, appunto il diavolo, ossia il divisore fu, Dio non vi ama e non vuole la nostra felicità, prova ne è che vi ha parlato di morte, quindi, è da cercare di fare il bene a se stessi nel breve tempo della vita che ci rimane.
Come domato, l'uomo ha perso la libertà e condannato a schiavitù è nell'impossibilità d'essere diverso, chiuso nell'egoismo per paura di morire a se stesso e quindi, di fatto, mette in gioco solo quanto ritiene non essenziale e ciascuno di ciò ha una misura diversa, ma pur sempre contenuta.

Quando il proprio cuore vuole aprirsi, infatti, prova che subito trova un limite all'altruismo, perché il proprio idolo egoista teme di perdere qualche cosa che gli sia necessario.
I Vangeli evidenziano che questa problematica ovviamente era ben presente in Gesù, il quale agli inizi della sua predicazione fu ben chiaro, ed avvertì "Si quis vult venire post me abneget semetipsum."

Avvertì che ciascuno si sarebbe trovato nella condizione di dover andare contro se stesso, perché tutti, di fatto, siamo contrari alla volontà di Dio, infatti: "Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà." (Marco 8,34s)

Abbiamo visto che nel racconto dell'annuncio della nascita del figlio Isacco, Sara rise "dentro di sé ", vale a dire rise in "in cuor suo".
Quel "rinneghi se stesso" che dice di Gesù corrisponde al suggerimento che fa a ciascuno di non ascoltare quanto suggerisce il proprio cuore, vale a dire di non ascoltare il serpente che vi abita.

Del resto, questo concetto che ogni uomo è falso davanti a Dio e deve cambiare completamente il proprio cuore per seguirlo corrisponde a quello di "nessuno è buono" che espliciterà al giovane ricco in Marco 10,18.
Sinteticamente la missione di Cristo riguarda proprio il liberare l'uomo dalla schiavitù del peccato d'origine che condiziona tutti gli uomini alla stregua di una modifica del sangue, quindi genetica nel DNA, come chiarisce sinteticamente la lettera agli Ebrei quando dice: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita." (Ebrei 2,14s)

Al riguardo Sant'Agostino in Sermo 330 sottolinea che l'uomo si allontanò da Dio e andò perduto amando disordinatamente se stesso, quindi non potrà avvicinarsi a Dio e salvarsi, se non rinnegando se stesso: "Amando enim se homo perdidit se, negando se inveniet se".

San Paolo nella lettera ai Romani poi sintetizza chiaramente la questione nei seguenti termini: "...nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne, invece la legge del peccato." (Romani 7,23-25)

Abbiamo in noi, insomma, un uomo vecchio da rinnegare ed è da assumere l'uomo nuovo che Cristo propone per riceverlo assieme alla sua grazia, ossia dobbiamo far morire il nostro amor proprio, rinunciando alle opere della carne. (Colossesi 3,9)

Gesù nel discorso della montagna - in Matteo 6,4; 6,6 e 6,17 - ricorda che il Padre "vede nel segreto" perciò scruta l'interno del cuore dell'uomo che è la vera "camera" in cui l'uomo deve entrare per pregare, infatti: "...quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà."

Del resto si può pregare in ogni luogo perché quella camera segreta è sempre a nostra disposizione, ma non lo è sempre per Lui se è occupata perennemente da un altro.
Occorre una conversione ad opera dello Spirito Santo che ci può essere donato se lo chiediamo con insistenza nella verità e col cuore.

Al riguardo dice San Gregorio di Nissa (IV secolo): "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate" (2Corinzi 5,17) del resto ha chiamato nuova creazione l'in-abitazione dello Spirito Santo che rende il cuore puro, senza colpa e libero da ogni malizia, cattiveria e vergogna. Quando un'anima si converte, odia il peccato, si dedica con tutto l'impegno al bene, accoglie in sé la grazia dello Spirito Santo e diviene un essere completamente nuovo. Si avvera allora la parola della Scrittura: "Togliete via il lievito vecchio per essere una pasta nuova" (1Corinzi 5,7) e anche questo detto: "Celebriamo la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e di verità" (1Corinzi 5,8). Queste affermazioni, dico, concordano con quanto è stato detto della nuova creazione. Il tentatore tende molti lacci alla nostra anima, e la natura umana è troppo debole per poter riportare vittoria su di lui. Per questo l'Apostolo ci raccomanda di armarci con le armi celesti: Rivestitevi con la corazza di giustizia e calzate i vostri piedi per annunziare il vangelo della pace, e cingete i vostri fianchi con la verità (Efesini 6,14). (Da "La vita cristiana" di san Gregorio di Nissa, vescovo)

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