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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CONOSCERE IL PADRE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

FIGLI O CREATURE DI DIO?
Ogni uomo a qualunque razza, popolo, lingua, appartenga, ateo o religioso è ben coscio che, alla stregua degli animali e delle piante, non s'è fatto da solo e si dibatte nel dilemma d'essere frutto di creazione o di sviluppi insiti nella materia che, pur se pare assurdo, allora sarebbe eterna, soggetta a leggi automatiche di sviluppo e di annichilimento con cicli auto-determinantisi e autorigenerantisi.
Per contro l'uomo ha un intelletto che gli fa valutare in modo critico la propria esistenza e le proprie capacità ed è uso a ricercare le cause degli effetti.
Un Dio creatore, perciò, è un pensiero che l'uomo s'è posto, pur se con la sola ragione non se ne può facilmente dimostrare la verità, ma nemmeno può essere confutata da chi dice d'essere ateo.
L'uomo, infatti, può tentare di provare l'esistenza di Dio con percorsi filosofici e logici, ma non può arrivare alla Sua conoscenza con il solo intelletto, perché se si devono investigare altre dimensioni, e se queste esistessero, occorrerebbe usare, altre doti, non note in quanto, allora, l'uomo stesso non sarebbe solo carne razionale che da sola non può dirci nulla oltre la propria sfera.
Del resto sull'esistenza Dio anche gli atei più radicali sono colpiti da scintille di dubbi e accade che molti uomini ritengono d'essere creatura tra le creature e altri ancora, grazie a particolari ricettori ritenuti attivatisi, reputano d'essere un gradino più in alto rispetto a quelle.
Sta che Dio, se esistesse, sarebbe conoscibile da parte dell'uomo solo se Egli stesso gli si rivelasse, il che avverrebbe quando l'uomo non si rifiutasse di cercarlo e se avvenisse solo nell'incontro quei ricettori particolari dell'uomo diverrebbero attivi.
Pare proprio che Il Creatore stesso abbia fatto ciò con alcuni nel passato e continua a farlo nel presente, infatti, molti sono quelli che sostengono di aver avuto un'esperienza spirituale e ricevuto un nuovo spirito.
Al riguardo, in questi suscitano adesione le vibranti parole di San Paolo apostolo della lettera ai Romani quando vi attesta: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo." (Romani 8,14-17)

Nel Nuovo Testamento sussiste poi un distinguo tra "creatura" e "nuova creatura" (Romani 5,17 e Galati 6,15), tra "figlio di Dio" e il "Figlio di Dio, l'Unigenito del Padre" e tra i "figli adottivi", i "coeredi di Cristo".

Il "prologo" del Vangelo di Giovanni nei riguardi del Verbo, il Cristo, il Messia, che per i cristiani s'è fatto carne oltre XX secoli orsono in Gesù di Nazaret, propone: "Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati." (Giovanni 1,11-13)

Il che assevera che solo attraverso il Verbo si diventa figli di Dio e che Questi è venuto tra gli uomini concretamente in un corpo di carne in un ben determinato tempo dando luogo alla nascita della Chiesa, la Sua Sposa, che tramite il sacramento del battesimo perdona dal "peccato originale" e fa divenire il catecumeno, cioè chi ascolta, "nuova creatura" e "figlio adottivo" di Dio.
Pare lecito poter convenire che "figli di Dio", sia pure adottivi, tramite i meriti di Cristo fattosi uomo e morto per noi, sono coloro che desiderano, riconoscono e accolgono l'amore di Dio manifestato in Cristo Gesù, il quale è il solo giudice che deciderà se un tale desiderio o adesione da parte di un uomo ci sia stato.
Nel giudizio finale comunque Cristo stesso si manifesterà a ogni vivente e ciascuno si troverà davanti al giudizio di Dio.

Il Battesimo che ridona l'originaria "verginità" dal peccato originale che separa ogni uomo da Dio non è un atto magico, ma l'impegno di un'alleanza efficace del Padre celeste con lui che la Chiesa in nome di Gesù Cristo fornisce e identifica già quaggiù come figlio adottivi e fratello di Cristo.
È questo però il primo atto di un cammino da iniziare, cammino che dura tutta la vita, lungo cui si rivela la grazia del Signore e pacifica l'esistenza in previsione dell'incontro finale con lui.
Che ne è allora dei non battezzati?
Su di loro decide sempre l'unico giudice Gesù Cristo che si farà conoscere direttamente e condurrà con ciascun individuo una storia, in questa vita o dopo, inventandosi, dove, come e quando.
È certo però che ognuno sarà tentato come Adamo, con le stesse tentazioni avute da Gesù Cristo e sarà chiamato a fare un cammino con lui.
Nessuno, però, è escluso dalla misericordia di Dio e nessuno è escluso dal poter entrare a lavorare nel Regno di Dio, ma il poterlo fare presto è già di per sé un grande regalo; in effetti, chi ha ricevuto la chiamata al battesimo, prototipo del cammino che occorre per semplificarsi e accogliere la proposta di Cristo e del Suo Spirito, ha avuto un'opportunità anticipata che è bene per lui non lasciarsi fuggire per entrare nella gloria e nella lode del suo vero Padre.
Ecco perché è bene ed efficace portare la buona notizia del Vangelo di Cristo.

Intendo approfondire questi argomenti alla luce di una lettura meditata di quanto nelle Sacre Scritture, attingendo anche alla fonte diretta del testo ebraico accolto integralmente dalla Bibbia cristiana.
Nel far ciò m'aiuterò di quanto ha prodotto la mia ricerca su quei testi i cui risultati ho riportato in questo mio Sito ed in particolare del mio metodo di lettura di parole e testi di cui in "Parlano le lettere" e dei significati di icona delle singole lettere ebraiche di cui alle singole schede nella colonna a destra della "home" di questo Sito.

Altro punto da non sottovalutare è che il Vangelo di Luca assevera senza mezzi termini e in modo che non lascia dubbi di sorta con la genealogia di Gesù che questi solo "come si riteneva" (Luca 3,23) era figlio di Giuseppe, sposo di Maria, e che Giuseppe era "...figlio di Adamo, figlio di Dio" (Luca 3,38)

Per il cristianesimo Cristo è Dio, precisamente il Figlio Unigenito di Dio, la seconda persona della SS Trinità e come uomo non è figlio di Dio perché figlio di Giuseppe sposo di Maria, ma perché figlio di Maria e dello Spirito Santo.

Il Vangelo di Giovanni poi propone "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità". (Giovanni 2,14)

V'è, quindi, un netto distinguo tra il Verbo, Unigenito del Padre, e la creatura Adamo che pure è "figlio di Dio" reso tale per il modo speciale con cui fu creato.
Tutti gli uomini, allora, sono figli di Dio visto che nascono tutti da Adamo che è riconosciuto dal Vangelo di Luca essere figlio di Dio?
Perché si parla di figli adottivi in Romani 5,15 e Efesini 1,5?
Intendo approfondire ciò nei paragrafi che seguono.

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