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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CONOSCERE IL PADRE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA SAPIENZA
Il Verbo porta con sé i doni dello Spirito Santo - sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio, ma si può convenire che la "sapienza" li sovrintende e li implica tutti.
Nel libro dei Proverbi il tema della Sapienza è particolarmente considerato e tutto il relativo capitolo n 8 che si sviluppa in 36 versetti è dedicato alla Sapienza stessa e ne lo riporto il testo secondo la traduzione C.E.I. 2008.

Proverbi 8,1 - La sapienza forse non chiama e l'intelligenza non fa udire la sua voce?

Proverbi 8,2 - In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta,

Proverbi 8,3 - presso le porte, all'ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida:

Proverbi 8,4 - A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell'uomo è diretta la mia voce.

Proverbi 8,5 - Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati.

Proverbi 8,6 - Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste,

Proverbi 8,7 - perché la mia bocca proclama la verità e l'empietà è orrore per le mie labbra.

Proverbi 8,8 - Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso;

Proverbi 8,9 - sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza.

Proverbi 8,10 - Accettate la mia istruzione e non l'argento, la scienza anziché l'oro fino,

Proverbi 8,11 - perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l'eguaglia.

Proverbi 8,12 - Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione.

Proverbi 8,13 - Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l'arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa.

Proverbi 8,14 - A me appartengono consiglio e successo, mia è l'intelligenza, mia è la potenza.

Proverbi 8,15 - Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti;

Proverbi 8,16 - per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia.

Proverbi 8,17 - Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano.

Proverbi 8,18 - Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia.

Proverbi 8,19 - Il mio frutto è migliore dell'oro più fino, il mio prodotto è migliore dell'argento pregiato.

Proverbi 8,20 - Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell'equità,

Proverbi 8,21 - per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori.

Proverbi 8,22 - Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all'origine.

Proverbi 8,23 - Dall'eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.

Proverbi 8,24 - Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;

Proverbi 8,25 - prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata,

Proverbi 8,26 - quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo.

Proverbi 8,27 - Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso,

Proverbi 8,28 - quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso,

Proverbi 8,29 - quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra,

Proverbi 8,30 - io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante,

Proverbi 8,31 - giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.

Proverbi 8,32 - Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie!

Proverbi 8,33 - Ascoltate l'esortazione e siate saggi, non trascuratela!

Proverbi 8,34 - Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia.

Proverbi 8,35 - Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore;

Proverbi 8,36 - ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte.

Com'è facile verificare, è chiaramente detto che la Sapienza operava assieme al Verbo al momento della creazione.
È la stessa Sapienza, infatti, che viene a costituire e a suggerire tutto il bene che gli uomini possono operare.

Lei, la Sapienza, resa come persona, dice di se stessa: "Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano." (Proverbi 8,15-17) e in quei versetti paiono proprio echeggiano le parole del Signore del discorso della montagna quando esclama: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto." (Matteo 7,7s) e certamente se si chiede la sapienza ci sarà donata.

Quello della sapienza fu, infatti, il dono chiesto da Salomone per ben regnare che il Signore gli concesse a larghe mani.
In ebraico "sapienza" viene dal radicale di essere o diventare saggio, ossia "chakam" esperto, capace, artigiano da cui sapienza "chakmah" .
Il versetto Proverbi 8,35 propone "chi trova me trova la vita" e la lettera di vita = si trova nella parola ebraica di "sapienza" "chakmah" che in base al significato delle lettere si può leggere "nascosta in un vaso la vita esce " o in modo più catechetico "racchiude il modo retto di vivere nel mondo ", quindi in un saggio "chakam" si "chiude (come) in un vaso la vita ".

La prima volta che si trova la parola "saggio" è in Genesi 41,8.33.39 in occasione del racconto del sogno del Faraone interpretato da Giuseppe, figlio di Giacobbe e in tale occasione (versetto 41,8) sono chiamati prima gli indovini e i saggi del faraone che non riescono a interpretare il sogno del Faraone, ma Giuseppe, "intelligente e saggio" (termini ripetuti sia al versetto 41,33 sia al 39), riesce brillantemente spiegando che quel sogno viene dal Signore, ed è nominato vice-faraone per essere messo a capo di tutta l'operazione della raccolta e distribuzione del grano.

È da notare che nel termine "sapienza" "chakmah" le lettere sono le stesse del radicale di "venir meno, anelare, agognare, desiderare" come in Salmo 63,2 "ha sete di te l'anima mia, desidera te ( anela) la mia carne" onde in un certo senso la Sapienza contiene un desiderio dell'uomo verso Dio e di Dio verso l'uomo.

Del resto anche il radicale "di attendere, sperare, aspettare" si trova in "sapienza" "chakmah" , quindi quel dono è il modo con cui Dio risponde all'uomo che ha un'aspettativa di una rivelazione.
Osservo poi che il "chakkah" è un amo per pescare ( = ) come del resto dicono le lettere " 'chek' palato entra ", e il pescare è allegoria di come trarre fuori sapientemente il pesce dal mare.

Con questa Sapienza che da Gesù è promanata, il maestro pescò nella sua predicazione tutti i sui discepoli e apostoli e li strappò al demonio, allora, ormai, padrone del mondo e attraverso di Lui videro il Padre.

È da ricordare quanto racconta al riguardo il Vangelo di Giovanni: "Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse." (Giovanni 14,8-11)

A questo punto è da ricordare che in Giovanni 10 aveva detto anche:

  • Giovanni 10,1 - "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore."
  • Giovanni 10,9 - "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo."
  • Giovanni 10,15 - "come il Padre conosce me e io conosco il Padre", quindi, chi passa da quella porta conoscerà il Padre.
In ebraico "porta" si dice "dalet" e questo nome ricorda la 4° lettera di quel alfabeto, che appunto così si chiama, la "dalet" , che pure graficamente, come una piccola icona, la esprime.
Il singolo essere, che indico con la lettera "iod" , deve passare oltre quella porta per "vedere", e ci ricorda la lettera "'ain" , il Padre ed entrare nei suoi "pascoli"; con questo percorso indicato dal Signore, in effetti, abbiamo tracciato il radicale ebraico del verbo "conoscere" da cui viene la "conoscenza" "da'" o e "scienza" "da'at" o "medd'a" (esempio: 2Cronache 1,10ss) quando Salomone chiede: "Ora concedimi saggezza e scienza ".
Questa conoscenza o scienza non è solo teorico - razionale, ma coinvolge corpo e anima; quel "conoscere" infatti, è usato anche per dire di un marito che ha "conosciuto" carnalmente sua moglie, come abbiamo visto per Adamo con Eva e per Set con sua moglie.

La Sapienza, cioè lo Spirito Santo che proviene da Cristo, guida così il fedele alla conoscenza piena che è necessaria per conseguire la propria gioia eterna e diventare coerede di Cristo, perché passando quella porta fa parte della Chiesa sposa di Cristo e ne diviene figlio, pecora di quel gregge.
La parola scienza nella Bibbia in italiano si trova 83 volte di cui 28 nel Nuovo Testamento Importante è ricordare quanto dice Esodo 31,1-3 e 35,31: "Il Signore parlò a Mosè e gli disse: Vedi, ho chiamato per nome Besalèl, figlio di Urì, figlio di Cur, della tribù di Giuda.

L'ho riempito dello spirito di Dio,
di saggezza, intelligenza e scienza
in ogni genere di lavoro.
(Vedi: "Il faccia a faccia alla fine del settimo giorno")

Questo Besal'èl che il Signore ha riempito di Spirito Santo, il cui nome suggerisce che vi "abita l'ombra di Dio ", grazie ai talenti che Dio stesso gli aveva dato, costruì l'arca della Testimonianza, il propiziatorio su di essa, gli accessori della tenda - la tavola con i suoi accessori, il candelabro e i suoi accessori, l'altare dell'incenso e l'altare degli olocausti e i suoi accessori, il bacino con il suo piedistallo - le vesti ornamentali per esercitare il sacerdozio, l'olio dell'unzione e l'incenso aromatico per il santuario.
Dio gli diede (Esodo 31,6) come aiutanti Ooliàb in cui traspare il pensiero "lo splendore/tenda è del Padre ".
Si legge in quel brano che Dio nel cuore di ogni artista ha infuso saggezza, cioè Sapienza che ha portato la conoscenza piena, nel caso specifico di artigiano del Signore e questo Bezal'el, artigiano, è figura di San Giuseppe, il padre putativo di Gesù, che gli insegnò un mestiere e la Torah e quindi costruì in terra quanto Dio aveva preparato in cielo per la terra.
È questi figura di ogni uomo che dovrebbe preparare se stesso per essere tenda del convegno, per ricevere il Signore per essere come San Giuseppe pronto a ricevere il Signore.

Gli eventi della propria vita sono la scuola in cui l'uomo è preparato a porre attenzione all'opera del Signore che opera nella vita di tutti come del resto propone il Salmo 90,11s: "Chi conosce l'impeto della tua ira, tuo sdegno, con il timore a te dovuto? Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore."

La storia, su cui sovrintende il creatore stesso, "magistra vitae", rende ognuno inescusabile se non gli si accende certamente il desiderio a un incontro che il Signore in un modo o nell'altro proporrà e farà modo di attuare.
Tornando a Bezal'el, l'artigiano che fu chiamato nel deserto da Mosè a sovrintendere alla costruzione del Tabernacolo o "Mishkhan", la tradizione ebraica afferma che: "Sapeva disporre le lettere dell'alfabeto con le quali furono creati il cielo e la terra". (Berachot 55)

Il "Midrash" poi sostiene che la saggezza di Salomone derivava dal fatto che "Conosceva le lettere divine". (Midrash Mishlè)
Questo discorso che fa intuire il sostanziale aiuto che forniscono le lettere ebraiche nell'esegesi delle Sacre Scritture, fa comprendere anche come quella tradizione, nell'attesa per loro non risolta della rivelazione del Messia, li ha spinti a ricercare anche una conoscenza "esoterica".
(Vedi: "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta")

Solo con gli occhi della mente secondo la mistica ebraica, e questo è il limite superato con l'avvento del Cristo, si può percepire il divino, rivelato da Dio con la Torah, che è il progetto della creazione del mondo, in quanto secondo Zòhar I 134a "il Nome guardò nella Torah per creare il mondo".
In questa invece, proprio con le lettere, v'è l'annuncio continuo del Messia, immagine del Padre, ma solo Lui porterà la vera conoscenza di Lui.
Le 22 lettere dell'Alfabeto ebraico, Dio le ha escogitate, plasmate combinate insieme, pesate, le ha scambiate e per tramite loro ha prodotto l'intera creazione e tutto quanto doveva essere creato (G.Scholem, Die jùdische Mystik)

Per creare, secondo la tradizione ebraica nata dal proprio commento del libro del Genesi, Dio usò proprio le 22 lettere che sono anche numeri e un raggio della Sua luce, l'energia dalla quale sono creati i mondi (1° giorno della creazione).

Questa energia per divenire materia si trasforma (teoria della relatività ante litteram) e sarebbe stata captata da 10 ricevitori dette "Sefirot", ampolle che raccolgono e condensano la luce che le ha create e attraverso cui Dio si manifesta.

Scrive, infatti, il "sefer Yetzirà", il più antico testo di Cabalà o Tradizione, nel capitolo primo: "Dieci è il numero delle Sefirot ineffabili, dieci e non nove, dieci e non undici. Intendi con sapienza, e sii saggio con intelligenza, investiga questi numeri, e trai da loro conoscenza, il disegno è fisso nella sua purezza, e riporta il Creatore nel Suo luogo".

Queste "Sefirot" sono definite come in appresso:

Terna superiore

1. Corona Fede-Volontà (centro)

2. Sapienza Deduzione (destra - femminile F)

3. Intelletto Intuizione (sinistra - maschile M)

Terna intermedia

4. Bontà Amore - Generosità - Bontà (destra F)

5. Forza Potere - Rigore - autocontrollo (sinistra M)

6. Bellezza Armonia-Verità (centro)

Terna inferiore

7. Eternità Vittoria-Dominio (destra - femminile F)

8. Gloria Splendore-Empatia (sinistra - maschile M)

9. Fondamento Sessualità (centro)

Presenza divina

10. Regno Umiltà-Regalità (centro - M)

Shekhinah Presenza divina (centro - F)

Le "Sefirot" a sinistra intelletto-forza-gloria sono definite maschili (M), quelle a destra sapienza-bontà-eternità femminili (F); quando M e F interagiscono armonicamente il mondo ne beneficia.

Il sefer Yetzirà come s'è visto si sofferma, evidenzia e insiste che le "Sefirot" sono 10 e non 11 perché in effetti la 11a è diffusa ed è la "da'at" o conoscenza.

I cristiani, oltre alle lettere che uso anch'io per comprendere la rivelazione e leggere e scrutare, se lo si desidera, ogni aspetto delle Sacre Scritture, hanno qualcosa di essenziale e nuovo rispetto all'ebraismo.
Le lettere non portano alla totale conoscenza, ma solo a rafforzare la speranza nell'attesa dell'incontro consentendo di verificare l'intensità della profezia contenute nelle Scritture sul Messia.
I cristiani, infatti, hanno un'ulteriore rivelazione autentica diretta con l'evento Pasquale di Cristo morto e risorto che dona il proprio Spirito attraverso il battesimo amministrato dalla sua Chiesa e che fa rileggere tutta la Sacra Scrittura alla sua luce che supera ogni illuminazione di qual si voglia "Sefirot".

Oltre alla Sapienza - "Kochmah" di cui ho detto, la terna superiore delle "Sefirot" comprende la "Keter" o corona - vale a dire la rettitudine che proprio è da corona a tutto il creato, "la rettitudine che segna la testa " in quanto la Torah copre tutti gli atti di Dio - anche Intelletto o "Binah" dal radicale del verbo usato per capire, intendere, comprendere, percepire, distinguere, discernere, accorgersi, riflettere e conoscere.

Ne consegue che "Binah" è intelligenza, prudenza, accortezza, talento, intelletto, discernimento, perizia da cui viene anche "tebunah" per intelligenza, prudenza e "nabon" intelligente, giudizioso, perspicace, pronto, sperimentato, scaltro, esperto.

Le prime "Sefirot" di fatto - sapienza e intelligenza - furono comprese dalla tradizione per date con la Keter, la Torah, al popolo di Dio e viene sottolineato quando nel libro nel Deuteronomio, l'ultimo della Torah stessa, al capitolo 4, versetti 5 e 6 Mosè dice:

"Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra () saggezza e la vostra () intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio () e intelligente ()."

"Binah" nella Tenak, infatti, si trova solo 1 volta nella Torah, Deuteronomio 4,6, 1 poi altre 37 volte, in Cronache 12,32; 22,12; 2Cronache 2,12.13: Giobbe 20,3; 28,12.20.28; 34,16; 38,4.36; 39,17.26; Proverbi 1,2; 2,3; 3,5; 4,1.5.7; 7,4; 8,14; 9,6.10; 16,16; 24,4.23; 30,2; Isaia 11,2; 27,11; 29,14.24; 33,19; Geremia 23,20; Daniele 1,20; 8,15; 9,22; 10,1.

L'aprirsi del conoscere il Signore con la scienza "da'at" viene solo dal Signore stesso; a tale riguardo si trova nel libro dei Proverbi:
  • Proverbi 2,5 - "comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio";
  • Proverbi 2,6 - "perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca esce scienza ("da'at") e prudenza ("tebunah" )";
  • Proverbi 2,9-10 - "Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene, perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo."
  • Proverbi 3,19-20 - "Il Signore ha fondato la terra con la sapienza, ha consolidato i cieli con intelligenza ("tebunah" ); dalla sua scienza sono stati aperti gli abissi (tehomot) e le nubi stillano rugiada."
  • Proverbi 5,2 - "perché tu possa seguire le mie riflessioni e le tue labbra custodiscano la scienza."
  • Proverbi 8,8-9 - "Tutte le parole della mia bocca sono giuste; niente v'è in esse di fallace o perverso; tutte sono leali per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza."
  • Proverbi 9,10 - "Fondamento della sapienza è il timore di Dio, la scienza del Santo è intelligenza."
  • Proverbi 22,12 - "Gli occhi del Signore proteggono la scienza ed egli confonde le parole del perfido."
Nel libro di Giobbe poi al riguardo si trova:
  • Giobbe 21,22 - "S'insegna forse la scienza a Dio che giudica gli esseri di lassù?"
  • Giobbe 42,3 - "Chi è che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio?"
Un complesso notevole di massime sulla scienza, arte del Signore che viene e che porta al Signore, si trova ancora nel libro dei Proverbi e ne ho raccolte alcune qui di seguito:
  • Proverbi 1,7 - "Il timore del Signore è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione."
  • Proverbi 1,22 - "Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza e si compiaceranno i beffardi delle loro beffe e gli sciocchi odieranno la scienza?"
  • Proverbi 10,14 - "I saggi fanno tesoro della scienza, ma la bocca dello stolto è un pericolo imminente."
  • Proverbi 11,9 - "Con la bocca l'empio rovina il suo prossimo, ma i giusti si salvano con la scienza."
  • Proverbi 12,1 - "Chi ama la disciplina ama la scienza, chi odia la correzione è stolto."
  • Proverbi 15,2.7 - "La lingua dei saggi fa gustare la scienza, la bocca degli stolti esprime sciocchezze... Le labbra dei saggi diffondono la scienza, non così il cuore degli stolti."
  • Proverbi 17,27-28 "Chi è parco di parole possiede la scienza; uno spirito calmo è un uomo intelligente. Anche lo stolto, se tace, passa per saggio e, se tiene chiuse le labbra, per intelligente."
  • Proverbi 18,15 - "La mente intelligente acquista la scienza, l'orecchio dei saggi ricerca il sapere."
  • Proverbi 24,3-4 - "Con la sapienza si costruisce la casa e con la prudenza la si rende salda; con la scienza si riempiono le sue stanze di tutti i beni preziosi e deliziosi."
I profeta Isaia ha parlato della scienza di Dio in questo modo:
  • Isaia 33,6 - "C'è sicurezza nelle sue leggi, ricchezze salutari sono sapienza e scienza; il timore di Dio è il suo tesoro."
  • Isaia 40,13-14 - "Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza?"
  • Isaia 44,19 - "Essi non riflettono, non hanno scienza e intelligenza."
  • Isaia 44,24.25 - "Dice il Signore, che ti ha riscattato e ti ha formato fino dal seno materno: Sono io, il Signore, che ho fatto tutto, che ho spiegato i cieli da solo, ho disteso la terra; chi era con me? Io svento i presagi degli indovini, dimostro folli i maghi, costringo i sapienti a ritrattarsi e trasformo in follia la loro scienza."
Altri profeti, inoltre, hanno ammonito i sacerdoti e profetizzato pastori nuovi:
  • Geremia 3,15 - "Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza ( con la = "sin")."
  • Malachia 2,7 - "le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti."
Sulla scienza di Dio infine si trova poi nei libri deuterocanonici scritti in greco:
  • Sapienza 7,30 - "contro la sapienza la malvagità non può prevalere";
  • Siracide 21,13-15 - "La scienza del saggio cresce come una piena; il suo consiglio è come una sorgente di vita. L'interno dello stolto è come un vaso rotto, non potrà contenere alcuna scienza. Se un assennato ascolta un discorso intelligente, l'approverà e lo completerà; se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace e lo getta via dietro la schiena."
  • Siracide 26,13 - "La grazia di una donna allieta il marito, la sua scienza gli rinvigorisce le ossa."
  • Siracide 38,6 "Dio ha dato agli uomini la scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie."
Un discorso a parte si trova nel libro del Qoelet che manifesta chiaramente tutto il peso della mancanza dell'apertura al cielo alla vita dell'uomo; infatti, se tutto per l'uomo si risolvesse nello "She'ol" tutto è vanità.
Che senso ha, allora, ricercare la sapienza?

Così, infatti, s'esprime il Qoelet:
  • Qoelet 1,16-17 - "Pensavo e dicevo fra me: Ecco, io ho avuto una sapienza superiore e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me in Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza da'at. Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento...";
  • Qoelet 2,21 - "perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con (bekisheron ) successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e grande sventura";
  • Qoelet 2,26 - "Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!"
  • Qoelet 9,10 - "Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione ( "chashebon"), né scienza, né sapienza giù negli inferi (She'ol), dove stai per andare."
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