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ATTESA DEL MESSIA...
PASTORE E PORTA
di Alessandro Conti Puorger
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LA PORTA STRETTA
Prima di proseguire è opportuno fare un excursus nei Vangeli sul tema della "porta stretta" che si trova nominata da Gesù in:
- Matteo 7,13-14 - "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!"
- Luca 13,24 - ma riporto anche il precedente e il successivo: "Un tale gli chiese: Signore, sono pochi quelli che si salvano? Disse loro: Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici! Ma egli vi risponderà: Non so di dove siete."
Altro spunto interessante è in Matteo 25,10-13 ove parla di un matrimonio: "Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità io vi dico: non vi conosco".
Da Gesù così esce il tema di una "porta stretta" e di una "porta che viene chiusa" per quelli che lui dice di "non conoscere".
Questa porta stretta è proprio Gesù stesso.
"È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti" recita il Salmo 118,20.
Ma chi è giusto?
Il Salmo 143,2 peraltro afferma: "Non entrare in giudizio con il tuo servo: davanti a te nessun vivente è giusto."
Ne consegue perciò che chi passa attraverso Lui che è la porta evidentemente è da Lui stesso giustificato, perché altrimenti nessuno potrebbe passare per i propri esclusivi meriti.
Ora, chi vuole passare per quella porta stretta deve cercare di farsi "mite e umile di cuore" come propone Gesù in Matteo 11,28-30 ove si trova scritto che disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio carico leggero".
Questa di fatto è l'esegesi della Chiesa al riguardo della porta stretta.
Al riguardo sono esemplificativi i discorsi agli Angelus del:
- 26 agosto 2007 di Papa Benedetto XVI;
- 25 agosto 2013 di Papa Francesco.
Quel mite e umile di cuore pare proprio ricordare il Salmo 45 sul Messia, il più bello dei figli dell'uomo che "avanza per la verità, la mitezza e la giustizia." (Salmo 45,5)
Il verbo greco della frase "sforzatevi di entrare per la porta stretta" è "agonizeste" e richiama l'agone, il combattimento, evidentemente per il "venga il tuo Regno" in cui i suoi seguaci sono alleati e in cui implicito è l'aiuto di Dio.
Gesù, quindi, dice, vivete la vostra vita come un perenne combattimento, ossia la guerra quotidiana contro la mentalità di questo mondo, in cui si possono perdere delle battaglie, ma è necessario ogni volta rialzarsi e la vittoria solo con Lui è assicurata.
Dio, infatti, concede all'uomo l'onore di partecipare alla missione di Suo figlio sulla terra ed è l'entrare in tale opera rende l'uomo "figlio adottivo" di Dio stesso essendo collaboratore del Figlio Unigenito.
Santa Giovanna d'Arco a un giudice quando le chiese perché Dio che è Onnipotente doveva servirsi del "suo" aiuto per vincere rispose: "Bisogna dare battaglia, perché Dio conceda la vittoria", infatti, "Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie. Non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore." (Salmo 118,15-17)
Del resto dice la Torah in Deuteronomio 1,30: "Il Signore, vostro Dio, che vi precede, egli stesso combatterà per voi, come insieme a voi ha fatto, sotto i vostri occhi, in Egitto".
In "Padre Nostro chiave di volta contro la pena di morte", ove tra l'altro ho scrutato la preghiera del "Padre Nostro" nella sua edizione in ebraico, quando dopo "venga il Tuo Regno" si dice anche "dacci oggi il nostro pane quotidiano" accade che quel "pane" in ebraico
"loechoem" ha le stesse lettere pure di "lachoem" combattimento, quindi, in pratica si chiede di partecipare al combattimento quotidiano per la venuta del Suo Regno.
Nulla di moralistico, quindi, ma occorre che sia data concretezza all'alleanza non solo a parole, ma nella sostanza.
Gesù in un altro brano dei Vangeli collega l'entrata nel Regno dei cieli alla porta stretta di una cruna di un ago.
In Matteo 19,23-26 il Signore dice "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli" e prosegue "...è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli" (Marco 10,25 e Luca 18,25) e viene proposto il paragone con un passaggio angusto, la cruna di un ago, per un canapo grosso o una ipotetica porticina per un cammello, e a queste parole i discepoli costernati e pragmatici chiesero "Chi si potrà dunque salvare?" e Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".
Sussistendo l'alleanza, quanto dovesse mancare alla fine per conseguire la piena misura, l'aggiungerò io stesso dice in pratica il Signore, e questa è proprio la Sua giustificazione che supererà per "quelli che conosce" l'impossibilità connessa a tutti gli uomini causata dal peccato originale per cui comunque sono tutti peccatori.
Ora, cerchiamo le parole in ebraico del detto di Gesù "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
Tali parole si possono individuare con:
- giogo "u'l - o'l"
esempio in Genesi 27,40 e Numeri 19,2; ha le stesse lettere di "alto, su, sopra, altezza";
- dolce "matoq"
come in Giudici 14,14;
- carico "massa"
con la lettera "sin"
,
ma raddoppiata, esempio in Numeri 4 termine usato ben nove volte per il carico di un trasporto;
- leggero "qal"
esempio Isaia 5,29.
Da queste lettere, lette con i criteri di "Parlano le lettere", ne deriva questo messaggio:
"In alto
i morti - gli uomini
porterò
a riversare
salvati
( ) ;
nella distruzione
(
=
)
verserò
il serpente
."
Nei testi antichi in ebraico dell'Antico Testamento "stretto e/o angusto" è " tzar"
e al femminile è " tzarah"
.
Con le stesse lettere " tzar"
si definisce il "nemico" che angustia e mette alle strette, del tutto analogo ad "a'r"
.
Ecco alcuni versetti ove si trova il termine " tzar"
:
- Numeri 22,26 - "L'asina vide l'angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il piede di Balaam contro il muro e Balaam la percosse di nuovo. L'angelo del Signore passò di nuovo più avanti e si fermò in un luogo stretto, tanto stretto che non vi era modo di ritirarsi né a destra, né a sinistra" e quel luogo stretto è "maqom tzar"
.
- 2Re 6,1 - "I figli dei profeti dissero a Eliseo: Ecco, il luogo in cui ci raduniamo alla tua presenza è troppo stretto per noi" e quello stretto qui è "tzar"
.
- Isaia 28,20 - "Troppo corto sarà il letto per distendervisi troppo stretta la coperta per avvolgervisi" e stretta, al femminile, qui è "tzarah"
.
- Isaia 49,20 - "Di nuovo ti diranno agli orecchi i figli di cui fosti privata: Troppo stretto è per me questo posto; scostati, e mi accomoderò", ancora "tzar"
.
Questi pensieri per quella porta con l'aggettivo stretta fanno convergere a pensare a un nemico che, invece, è aduso passare per porte larghe, ma queste sono vie di perdizione.
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