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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
ODIO E AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ODIO NEI VANGELI
La prima volta che dalle traduzioni in italiano nel Nuovo Testamento appare un termine connesso con l'odio e l'odiare è nel Vangelo di Matteo nel "discorso della montagna", il Sinai dell'uomo nuovo, che vi si sviluppa nei capitoli 5, 6 e 7. Al capitolo 5,43 Gesù dice: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.", ma invero nella Torah in modo esplicito non si trova la seconda parte di quel precetto, ossia "odierai il tuo nemico" però prescrive: "Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore." (Levitico 19,18)

Parrebbe proprio allora che suggerisca che il prossimo da amare sia solo se appartenente al proprio popolo, mentre gli altri sembrerebbe fossero da amare di meno, quindi, per la terminologia ebraica, fossero da odiare, vale a dire da respingere e credo che una lettura del genere fosse possibile sia stata adottata almeno prima degli esili in Assiria e in Babilonia.

Quell'amore pareva poi essere limitato dall'altro principio della stessa Torah in Esodo 21,24s del "occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido."

Ai versetti 33 e 34 dello stesso capitolo 19 del Levitico però si trova anche: "Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio."

Analogo pensiero si rinviene nel libro di Giobbe quando dice: "Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me, che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare, e che cosa risponderei, quando aprisse l'inquisitoria? Chi ha fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo?" (Giobbe 31,13-15)

Hillel (60 a.C. - 7 d.C.), vissuto ai tempi di Erode il Grande due decenni prima del ministero di Cristo, sintetizzò il precetto di amare il prossimo in senso universale: "Ciò che ti è odioso, tu non lo farai al tuo prossimo. Questa è l'unica Legge, il resto è solo commento." (Shab. 31a) insegnamenti riportati con "Ama le creature tue simili" in Abot i. 12 ove Joshua ben Hananiha aggiunge in Abot ii. 11 "Odio per le creature simili ("sinat ha-beriyot")... emargina l'uomo dal mondo."
Questa interpretazione era in piena discussione tra i vari movimenti giudaici al tempo dei Vangeli.
Del resto poi in "Midrash Tanna debe Eliyahu" R. 28. verrà affermato: "Amerai il Signore tuo Dio; cioè, farai amare il nome di Dio alle creature comportandoti rettamente nei confronti dei Gentili come fai con gli ebrei."

Gesù, allora, in Matteo 5,44-48 conferma come giusta tale interpretazione rispetto a quella scorretta e ingiusta che implica preferenze campanilistiche e non un sentimento universale, e precisa: "Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti... siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste."

Gesù, in definitiva accoglie in pieno l'interpretazione di Hillel e dice in pratica, voi potreste dedurre dal Levitico 19,18 di amare il prossimo e odiare il tuo nemico, ma io vi dico che l'unica interpretazione corretta è, ama tutti compresi i tuoi nemici, estendendo così in modo ancora più completo il pensiero di Hillel.

Ancora sul tema del non preferire, quindi di un minore amore, esce chiara da Gesù in quel discorso la nota conclusione in Matteo 6,24; Luca 16,13: "Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza." (la famosa Mammona).

Com'è stato odiato il loro maestro, egualmente i discepoli e seguaci di Gesù saranno odiati e perseguitati, infatti:

  • Matteo 10,22 - "Sarete odiati da tutti a causa del mio nome."
  • Matteo 24,9 - "...sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome."
  • Marco 13,13 - "Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato."
  • Luca 21,17s - "Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto."
Il Vangelo di Luca 1,69-71 poi pone in bocca a Zaccaria, padre del Battista, il "Benedictus" in cui viene cantato che il Signore "...ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo... salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano."

Lo stesso Vangelo, nel discorso detto della pianura per varie somiglianze con quello della montagna in Matteo, riporta che Gesù ebbe a dire: "Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro." (Luca 6,27-30)

Nel Vangelo di Luca al capitolo 14,26 si trova poi un versetto che ha destato tante perplessità perché la traduzione sembrava rendere molto duro e radicale il pensiero di Gesù rispetto a ciò che veramente intendeva dire.
Nella traduzione in italiano della C.E.I. del 1975, infatti, si leggeva: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo."

Per contro, poiché Gesù parlava in aramaico, il verbo odiare, come del resto in ebraico e come ho in altro paragrafo messo in evidenza, quando c'è un paragone come in quel caso il verbo odiare si riduce a un confronto su amare di più o di meno ed ecco che la traduzione C.E.I. 2008 ha cosi rettificato: "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo."

Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 3 nel colloquio di notte con Nicodemo, Gesù gli disse tra l'altro: "E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio." (Giovanni 3,19-21) e poco prima aveva parlato del "serpente di bronzo" "nechesh necheshoet" che aveva innalzato Mosè nel deserto (episodio in Numeri 21,4-9) per salvare gli Israeliti dal morso dei serpenti.

Quella parola "serpente" "nachash" è nominato la prima volta dalla Bibbia in Genesi 3,1 "Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse..." e fu lui il primo nemico della luce, perché riuscì a ingannare l'uomo oscurandogli la luce che da Dio promana, ossia il suo amore, facendo credere anzi il contrario, che Dio non volesse che l'uomo crescesse in dignità e per questo motivo gli uomini, come dice quel Vangelo, di fatto "odiano" quella luce e hanno preferito le tenebre.
Le lettere ebraiche di "nachash" dicono chiaramente chi è questo serpente: è l'angelo ribelle, è "l'angelo che nasconde la luce ".

Ecco che la da parte di Dio la risposta è "odio" proprio secondo il significato delle lettere che lo sottendono.
Il Signore Dio di quella luce a causa dell'operato di quell'angelo deve rinnovare l'invio, di "nuovo () la ri-origina ".

Questa è una vera e propria nuova creazione che comporta una rinascita grazie al perdono, in quando, come Gesù ebbe a dire dalla croce... "perché non sanno quello che fanno". (Luca 23,34) BR>
La prima creazione fu per amore e, come disse a Nicodemo, occorre una seconda nascita "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio". (Giovanni 3,5)

Proprio l'amore verso l'uomo induce il Signore a distruggere quell'angelo che ha prodotto male e a perdonare le trasgressioni compiute non appena l'uomo comprende di essere a causa di questi in uno stato di schiavitù e scelga la vita vera che l'angelo gli ha nascosto.

Del resto il mondo è diventato regno del maligno per cui il mondo odia tutto ciò che porta luce autentica, per cui odia il Messia che ai "viventi illumina ciò che è nascosto ", infatti, dice Gesù: "Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive." (Giovanni 7,7)

Amare la propria vita in questo mondo di tenebra (Efesini 6,12), allora, comporta farsi dominare dal suo re che predica cupidigia, inimicizia e guerra, in definitiva alimenta l'odio e allora la conclusione di Gesù è che: "Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna." (Giovanni 12,25)

Si ha poi tutta una serie di versetti nell'ambito del testamento spirituale di Gesù dopo l'ultima cena in cui istruisce i suoi discepoli:
  • Giovanni 15,18s - "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia."
  • Giovanni 15,23-25 - "Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione."
    Citazione questa ultima dal Salmo 69,5: "Sono più numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza ragione."
  • Giovanni 17,11-14 - "Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo."
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