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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA STRAGE DEGLI INNOCENTI E LA FUGA IN EGITTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SUI VANGELI CANONICI "DELL'INFANZIA" DI GESÙ »
VESCOVI AFRICANI E LA PREDICAZIONE SUI SANTI INNOCENTI »

LA FUGA IN EGITTO DELLA SACRA FAMIGLIA
Il racconto che si trova solo in Matteo della fuga da Betlemme in Egitto della Sacra Famiglia, secondo la traduzione C.E.I. del 2008 è il seguente:

"Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio... Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino. Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: Sarà chiamato Nazareno." (Matteo 2,13-15; 19-23)

In definitiva Giuseppe in questo racconto riceve rivelazioni da parte di un angelo in tre sogni:

  • uno per fuggire da Betlemme,
  • uno che l'avverte della morte di Erode,
  • un altro sogno premonitore per cui con la famiglia si portò a Nazaret in Galilea evitando Betlemme e la Giudea che era sotto il dominio diretto di discendenti di Erode.
Giuseppe per fuggire certamente scelse la strada verso sud, per allontanarsi il più possibile da Gerusalemme e da Erode e, una volta arrivato a Ebron, avrà deviato a ovest per immettersi nella "Via del Mare".
Alcune inesattezze nel conto degli anni bisestili da parte del calendario "Giuliano" portano a ritenere che Gesù, in effetti, non nacque nell'anno 1 d.C., ma nel 7-6 a.C..
Erode il Grande invece per una grave e particolare malattia infettiva al basso ventre morì a Gerico a 77 anni d'età nell'anno 750 di Roma, vale a dire nel 4 a.C.; la Sacra Famiglia, quindi, sarebbe stata in esilio in Egitto per 2-3 anni.

Il Vangelo di Luca in 2,21-24 narra però della nascita di Gesù in una stalla di Betlemme, in quanto, cita una mangiatoia, e precisa che la Sacra Famiglia rimase per almeno 33 giorni ancora a Betlemme, infatti: "Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale (della madre, pari a 30 giorni se ha partorito un figlio maschio), secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore."

I giorni della purificazione rituale della madre, secondo Levitico 12,3-5, sono pari a 33 giorni se ha partorito un figlio maschio.
Il Vangelo di Luca, poi, non parla della fuga in Egitto raccontata da Matteo, ma dice: "Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret." (Luca 2,39)

Dal combinato dei due Vangeli è da concludere che l'evento della strage fu compiuto almeno dopo 33 giorni dalla nascita di Gesù, quando Erode si rese conto che i Magi l'avevano ingannato e per questa incertezza dilatò fino a 2 anni l'età dei bambini da uccidere.
Si conclude anche che a Betlemme la Sacra Famiglia fu certamente accolta in casa di qualche parente e i primi giorni trovarono alloggio solo nella loro stalla, perché non c'era posto visto i tanti parenti che venivano per il censimento.

Ora, vari critici, preso atto che il racconto dei Magi e della fuga in Egitto è solo in Matteo, hanno ritenuto che nella fattispecie l'intento di quel Vangelo non sia storico o di riportare la cronaca di eventi reali, ma soltanto teologico, cioè l'evangelista avrebbe composto un "midrash" cristiano.
Pur se chiaro è l'intento in Matteo di associare Gesù alla profezia di Osea 11,1 "Quando Israele era fanciullo, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio" e all'esodo degli Ebrei dall'Egitto, in cui il popolo Israele è chiamato da Dio "mio figlio", quando dice "Israele è mio figlio... lascia andare mio figlio" (Esodo 4,22s) e di attestare un parallelo tra l'antico Mosè e Gesù stesso come il nuovo Mosè da quello annunciato, non è motivo sufficiente per asseverare che racconti di quei fatti non siano relativi a eventi realmente veri avvenuti.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica al riguardo, nel confermare quei fatti, dice:

530 - La "fuga in Egitto" e la strage degli innocenti manifestano l'opposizione delle tenebre alla luce: "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" (Giovanni 1,11). L'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte. Il suo ritorno dall'Egitto ricorda l'Esodo e presenta Gesù come il liberatore definitivo.

L'Egitto di fatto fu per Gesù un rifugio, come lo fu per i patriarchi:
  • Abramo per una carestia scese in Egitto a soggiornarvi (Genesi 12,10).
  • Giuseppe venduto dai fratelli fu portato in Egitto (Genesi 37,12-36).
  • Giacobbe - Israele andò in Egitto convocato dal figlio Giuseppe (Genesi 46,1-7).
  • Tutta la famiglia di Israele entrò in Egitto e vi si stabilì (Genesi 46-50; Esodo 1,1-6).
In effetti, il racconto della fuga in Egitto della Santa famiglia è riportato anche nei racconti di vari vangeli apocrifi:
  • Pseudo Matteo,
  • il Vangelo arabo dell'infanzia,
  • il Vangelo Armeno dell'Infanzia.
Questi "apocrifi" allargano la narrazione di Matteo col fatti miracolosi come asini e buoi che trasportano le masserizie, l'incontro con draghi, leoni e leopardi che s'inchinano ad adorare il bambino, le statue delle divinità egiziane che vanno in frantumi all'entrata di Gesù in Egitto, le palme che si abbassano per dare ristoro e cibo a Maria...
Il Vangelo arabo dell'infanzia del Salvatore, vangelo gnostico, indica per la residenza della Sacra Famiglia in Egitto fosse a Matarea, ove vi si venera la "fontana della Vergine" e "l'albero di Maria".
Matarea, oggi "El Matariya", era un quartiere dell'antica città di Eliopoli, situata a 20 km a nord-nord-est delle tre piramidi di Giza terra ospitale per gli ebrei perseguitati e all'epoca di Gesù vi dimorava una nutrita colonia giudea.

Dice quell'apocrifo in 24,1: A Matarea. Si diressero poi a quel sicomoro che oggi è detto Matarea. Il signore Gesù fece scaturire una sorgente a Matarea nella quale la padrona Maria lavò la sua camicetta. Il balsamo di quella regione deriva dal sudore del signore Gesù che essa vi sparse.



La fuga in Egitto - Manoscritto d'arte etiopica

Quei Vangeli sono certamente anche frutto dell'apporto della tradizione delle chiese Egiziane, ossia quella dei copti, oggi ortodossi e cattolici, chiese di antica origine e della prima ora (I secolo) per la predicazione di San Marco evangelista che vi annunciò il Vangelo al tempo dell'imperatore Nerone.
Alessandria fu un importante centro di cultura e di fede cristiani e vi operarono i patriarchi Clemente Alessandrino (150-215) e Origene (185-250).
Nel deserto della Tebaide i monaci Paolo, Antonio e Pacomio dettero origine alla prima diffusione del monachesimo e molti dei primi monaci copti vi morirono come martiri.
Il capo della Chiesa copta è il Patriarca di Alessandria.
Il distacco dalla Chiesa latina e greca ci fu solo dopo il Concilio di Calcedonia (quartiere asiatico della odierna Istanbul) che nel 451 stabilì che Cristo era al tempo stesso Dio e uomo, mentre i copti ortodossi che si definiscono "miafisiti" gli riconoscono una sola natura, pur se speciale.
Una presenza cattolica in Egitto si manifestò solo nel 1700 con la conversione al cattolicesimo di Atanasio, vescovo copto di Gerusalemme, ma rimase sempre minoritaria, ma dopo il Concilio Vaticano II è iniziato un cammino ecumenico che portò nel 1973 al primo incontro dopo 15 secoli tra Paolo Vi e il Papa dei Copti Shenuda III.
Per tutto l'Egitto vi sono diverse chiese e santuari che sarebbero stati eretti in luoghi abitati dalla famiglia; il più importante di questi è la chiesa di San Sergio ad Abu Serghis in corrispondenza della casa di Gesù in Egitto.
Un patriarca di Alessandria, Teofilo (384-412), precisamente il ventitreesimo, contemporaneo di Sant'Agostino, riporta la rivelazione della Vergine ricevuta in sogno sulla via percorsa dalla Famiglia in Egitto per sfuggire alla ''strage degli innocenti''; da Betlemme verso il Sinai, passando per Gaza sulla via carovaniera e giungendo all'antica città di Farma, "Porta d'Egitto' indi a Bastah, nei pressi dell'attuale città di Zagazig, a Samanud e Sakha quindi nei sobborghi del Cairo, e a Haret Zuwaila, per poi cercare rifugio nella fortezza di Babilonia nell'antica Cairo.
La tradizione copta ha poi segnato il cammino che avrebbe percorso la Santa Famiglia facendo sorgere dei monasteri nelle varie tappe: Al-Arish, Famra, Bastah, Belbeis, Samanud, Sakha, Wadi al-Natrun, Matariyah, Haret Zuwaila, Babylon, poi ancora anche verso l'alto Egitto, Ma'adi, Gebel al-Tair, Al-Ashmunain, Dair Al-Muharraq, Assiut (l'antica Lycopolis) e l'Isola di Elefantina.

La Chiesa Copta d'Egitto celebra il 1° Giugno di ogni anno la festa "Entrata del Cristo Signore nella terra d'Egitto" o della "Venuta di Nostro Signore in Egitto, con Maria, Giuseppe e Salome".
Salome secondo gli apocrifi era la levatrice che ha aiutato Maria durante il parto e che sarebbe rimasta in seguito al suo servizio.

Il Sinassario, che la Chiesa Copta legge durante la Messa della festa recita:

«In questo giorno benedetto, il Messia nostro Signore venne nella terra d'Egitto. Egli aveva due anni, come è menzionato nel Vangelo. Un Angelo del Signore era apparso in sogno a Giuseppe e gli aveva detto: "Alzati, prendi il bambino e la sua madre, fuggi nella terra d'Egitto e rimani lì fino a quando non te lo dirò" (Matteo 2,13). La presenza del Signore in Egitto avvenne per due motivi. Il primo era per scongiurare la sua uccisione per le mani di Erode. Il secondo era di non privare gli abitanti dell'Egitto della grazia della sua venuta fra di loro, destinata a distruggere gli idoli che si trovavano in quel Paese, e ad adempiere la profezia che diceva: "Oracolo sull'Egitto. Ecco, il Signore cavalca una nube leggera ed entra in Egitto. Crollano gli idoli dell'Egitto davanti a lui e agli Egiziani viene meno il cuore nel petto." (Isaia 19,1)»

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