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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA STRAGE DEGLI INNOCENTI E LA FUGA IN EGITTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SUI VANGELI CANONICI "DELL'INFANZIA" DI GESÙ »
VESCOVI AFRICANI E LA PREDICAZIONE SUI SANTI INNOCENTI »
LA FUGA IN EGITTO DELLA SACRA FAMIGLIA »
IL PROTOVANGELO DI GIACOMO »
ERODE IL GRANDE 37-4 a.C. »

TEUDA E GIUDA IL GALILEO
In altro paragrafo ho accennato al personaggio Ezechia di Gamala, che molti considerano vantare una discendenza asmonea, ma pur se aveva operato e parteggiato nel regno degli asmonei quel che cercava di conseguire e affermare era un regno davidico, quindi una qualche discendenza da quella radice la doveva pur vantare, se riuscì, come riuscì a formare un movimento tenace ostinato, irriducibile e accanito.
Il movimento che nacque da lui aveva. infatti, mire messianiche con l'intento del ripristino dell'antica sovranità davidica su Israele, quindi, si dovrebbe trovare che Ezechia vantava una lontana discendenza davidica altrimenti il regno che voleva formare e per il quale trovò tanti seguaci - zeloti, sicari... e farisei - non avrebbe avuto i necessari presupposti assicurati dai profeti.
Come abbiamo visto quando Erode il Grande ancora sgomitava per farsi un nome tra i romani si fece promotore di una lotta contro gli intransigenti fondamentalisti d'Israele, capeggiati da Ezechia e riuscì a uccidere quel loro capo.
Più tardi, alla morte di Erode, il figlio di Ezechia, un Giuda, anch'egli di Gamala, erede della causa patriottico-religiosa per cui era morto il padre, animato da un odio personale nei confronti della dinastia erodiana, uscì allo scoperto con azioni antiromane, che riscossero significativi successi militari.
Egli, come ci dice il solito Giuseppe Flavio, inventò appunto, assieme al padre, la setta degli zeloti, in cui operavano anche i sicari, setta che aveva senz'altro una grossa affinità con quella degli esseni del Mar Morto.
L'ispirazione del movimento, peraltro, forse è più antica, infatti, Mattatia, padre dei Maccabei raccomandava ai figli di essere "gli zelanti della Torah".
Giuda, detto "il galileo", sollevò un'altra importante rivolta che ebbe inizio durante il censimento della Palestina supervisionato da Quirino che durò vari anni.

Sui censimenti occorre fare un chiarimento.
Luca parla di un censimento di Quirino alla nascita di Gesù 6-7 a.C. al tempo di Erode il Grande e Giuseppe Flavio di un censimento pure di Quirino, ma questi lo colloca 12 anni dopo nel 6 d.C. al tempo di Erode Antipa.

Per lo scrittore cristiano Tertulliano (155-230 d.C.) Gesù nacque in Giudea, sì durante un censimento, fatto da Senzio Saturnino che era stato console e governò l'"Africa preconsularis" nel 13 a.C., la Siria tra il 9 e il 7 a.C. e in Giudea effettuò il censimento con inizio nel 7 a.C., sotto Erode il Grande, censimento quello che Luca chiama di Quirino.

In definitiva la conclusione sarebbe: vi sarebbe stato un "primo censimento" locale indetto sotto Saturnino, in concomitanza col censimento universale proposto da Augusto dell'8 a.C. per l'amministrazione romana, mentre per Luca e per gli Ebrei quel censimento era ricordato come quello di Quirinio, il funzionario che lo completò.
Questo Quirino poi, divenuto governatore della Siria, circa 12 anni dopo, nel 6-7 d.C., indisse e portò a compimento un secondo censimento, quello ricordato da Giuseppe Flavio.
Quel censimento scatenò la ribellione finale.
Con molti suoi seguaci Giuda ci lasciò la pelle assieme a una gran quantità di zeloti, che furono crocifissi.

Gesù aveva dodici anni quando Luca racconta del viaggio della Santa Famiglia a Gerusalemme e, più o meno in concomitanza, la Giudea fu infiammata dalla rivolta guidata da Giuda e a Gamala in definitiva a pochi chilometri da Nazaret ci fu l'irruzione delle truppe romane.
Quel viaggio della Santa Famiglia, di fatto, alla luce del poi risulta anche essere stato opportuno per allontanarsi dalla zona ed evitare d'essere confusi con i davidici rivoltosi.
Giuda il Galileo di Gamala è riconosciuto essere il fondatore della setta degli zelanti o zeloti o cananiti (Giuseppe Flavio Antich. 18,1; 20,5; Guerre Giudaiche11.8,17)

Il Nuovo Testamento, peraltro, attesta che almeno uno dei 12 apostoli del Signore era uno zelota, Simone il Cananita (Matteo 10,4; Marco 3,18; Luca 6,15 e Atti 1,3).

Questo Giuda di Gamala nel 6 e 7 d.C. guidò due rivolte che i romani sedarono nel sangue; si parla di 2000 crocefissi, ma nel popolo crebbe smisuratamente l'odio per i romani e preparò il terreno alle le guerre giudaiche.
I suoi figli Simone e Giacobbe furono crocifissi dai romani sotto Tiberio, il suo discendente Menahem si impadronì di Masada all'inizio della rivolta del 66, restando a capo della rivolta in Gerusalemme fino a quando fu assassinato dai seguaci di Eleazar b. Simon.
Eleazar B. Jair, nipote di Menahem, guiderà l'ultima resistenza dei combattenti per la libertà a Masada caduta nel 74 dopo 4 anni dalla caduta di Gerusalemme.


La notazione di Luca 2,41-50 del primo viaggio a Gerusalemme della Sacra Famiglia, unica nota dei Vangeli sulla vita di Gesù prima del ministero terreno, coincide, infatti, proprio come tempistica con quella situazione che si era verificata in Galilea quando nella città di Sefforis, a meno di 5 Km da Nazaret, Giuda di Gamala raccolse il suo esercito per la prima rivolta.

Giuseppe Flavio, forse per coprire la setta dei Farisei oltre le tre "religioni" dei Farisei, dei Sadducei e degli Esseni, presenta una quarta, fondata da Giuda di Gamala figlio di Ezechia e Saddok il Fariseo, descrivendola come non avere niente in comune e che si discosta dai Farisei stessi, per una passione per la libertà che è quasi invincibile, essendo convinti che Dio solo è loro guida e signore. Giuda e Saddok proclamarono la loro filosofia al tempo del censimento di Quirino, incitando i Giudei alla rivolta contro i Romani e sostenendo che il censimento mirava a ridurre il popolo in schiavitù, una condizione intollerabile per una nazione il cui signore era Dio soltanto.
Giuseppe definisce appunto Giuda fondatore di una quarta filosofia che influenzò tutti coloro che impugnarono le armi contro i Romani e li portarono alla guerra del 66 e per non incolpare i farisei che in effetti n'erano nascosti partigiani i quali poi se la cavarono e superarono praticamente incolumi le ritorsioni romane.
È da tener conto che Giuseppe fu un voltagabbana, infatti, nella 1a guerra giudaica iniziata proprio nel 66 d.C. fu governatore militare della Galilea per i ribelli e si pensi che quelli con cui aveva guerreggiato vengono poi da lui chiamati oltre che ribelli anche briganti e rivoluzionari.
Essendo ormai i romani prossimi a espugnare Iotapata in cui con i compagni ribelli asserragliatisi era asserragliato li convinse al suicidio e, restato l'unico vivo, si consegnò ai Romani con lusinghe entrò nelle grazie di Vespasiano e divenne un loro storico, per cui quanto scrive Giuseppe Flavio, sempre è da sottoporre a severo vaglio critico.

Quanto scritto nel Talmud circa i due Messia di cui ho detto prima riporta evidentemente questioni dibattute proprio ai tempo di Gesù in cui l'attesa del Messia, era intensa com'è provato dai numerosi falsi Messia presentatisi di cui parla Gamaliele in Atti 5,34-39 nel seguente modo quando furono incarcerati gli apostoli che annunciavano che Gesù, morto e risorto, era il Cristo: "Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di farli uscire per un momento e disse: Uomini d'Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Teuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest'opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli."

Gamaliele era un membro del Sinedrio, apparteneva al partito farisaico, era un dottore della legge, ossia un maestro della legge e il Talmud parla di Gamaliele come di uno dei dottori più illustri del secolo, onorato presso tutto il popolo.

Sappiamo anche che fu maestro di Saulo di Tarso (Atti 22,3), ossia di San Paolo.
Gamaliele giustamente dice che i seguaci di quei due facinorosi ossia gli zelanti furono dispersi, quindi non tutti eliminati, infatti, poi si riordinarono e formarono l'estrema sinistra del partito farisaico e riapparvero più d'una volta, con le armi alla mano, nel corso del secolo; specialmente durante la guerra contro Vespasiano e Tito.
In quel passo Gamaliele riferisce anche di un certo Teuda, che però non è lo stesso falso profeta di cui parla Giuseppe Flavio in Antich. 20,8, capo di una insurrezione dopo la morte del re Agrippa e che, assalito dalla cavalleria del procuratore romano, di Giudea nel 44-46 Cuspio Fado, poi fu decapitato.

Il Teuda di cui dice Gamaliele precede quello di Giuseppe Flavio di una decina d'anni il che è facilmente ammissibile quando si pensi, che in quei tempi insurrezioni simili erano frequenti; infatti risulta che tre capi d'insorti ebbero per nome Giuda, quattro per nome Simone ed ecco che ci furono almeno due Teuda.
Del resto Teuda era un nome assai comune Teo-das ossia Teodato, allusivo alla funzione profetica che svolgeva, di quasi Messia dato da Dio.

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