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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
IL FRUTTO DELL'ALLEANZA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ALLEANZA E MATRIMONIO
Geremia 31,34 dicendo, "Conoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno", circa la nuova alleanza del paragrafo precedente, profetizza un diverso rapporto con Dio.

Ora è noto che nell'uso comune è entrata l'idea condivisa che il conoscere in senso biblico è un rapporto speciale che supera quelli sociali, mentali o di devozione, ma implica una completezza in parallelo a quello matrimoniale.
Ciò discende dai versetti seguenti del libro della Genesi:

  • Genesi 4,1 - "Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino";
  • Genesi 4,17 - "Ora Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc";
  • Genesi 4,25 - "Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio... Set".
Il che fa collegare Alleanza e Matrimonio e la "conoscenza" al produrre un frutto.
Pare allora conseguirne che la prima alleanza, quella del Sinai, stante che ne serviva ancora una nuova col popolo, non aveva portato il frutto atteso almeno dal Signore, tant'è che era necessario ancora un tempo perché questo frutto si manifestasse con l'avvento del Messia.
(Sull'alleanza di Dio con l'uomo e l'allegoria di un matrimonio ho trattato nei seguenti scritti:
In "Il primo matrimonio con il Signore" conclusi che il rotolo del Pentateuco o "Torah" al capitolo 2 del primo dei cinque libri che lo costituiscono, quello della Genesi, per l'ebraismo detto "Bere'eshit", con una narrazione in forma "midrashica", vale a dire di ricerca sapienziale e teologica in forma di parabola, presenta il prototipo del matrimonio secondo la volontà di Dio.
Tale matrimonio, di fatto, secondo l'ispirazione meditata dell'autore delle Sacre Scritture, costituì per il Creatore la desiderata santa unione cui s'ispira tutta la creazione espressione concreta del Suo amore gratuito.

L'amore, infatti, costituisce l'imput, la direttiva e l'impulso d'avvio assoluto del modo d'esistere desiderato da IHWH che volle rivelarsi in modo palese al massimo livello dello sviluppo gerarchico degli esseri che aveva inteso creare sulla terra, perciò all'umanità, perché liberamente lo scegliessero.
Per quanto sappiamo perciò in campo umano, propose attivamente l'unità creativa tra loro e col Signore stesso a una prima coppia di un maschio e di una femmina della razza umana, all'Adamo di Genesi 1,27.
Doveva essere quel matrimonio di lui con la prima coppia e della coppia stessa tra i due componenti l'atto costitutivo di tutta l'umanità che sarebbe stata poi da loro originata, i due avrebbero contribuito col corpo e a trasmettere la propria intelligenza e Dio con il soffio avrebbe contribuito col Suo Santo Spirito.
Voleva essere quello il patto fondante con l'umanità della terra per proseguire assieme un cammino meraviglioso.
Questo tentativo iniziale di matrimonio però, subito dopo le nozze, in una "location" particolare, il Paradiso Terrestre, fu rotto da parte degli umani alla prima prova, ma non fu rotto da Dio che ne ricercò sempre l'attuazione.
Dio, misericordia infinita, perciò l'ha di nuovo proposto nel cammino di salvezza che Lui stesso ha portato avanti nella storia con i noti eventi di cui è detto nella Bibbia e con gli sviluppi successivi dei due millenni d.C. trascorsi dalla Chiesa nel mondo, onde, tramite questa è riproposto in pienezza alle nuove generazioni.
Il tutto avvenne alla presenza di Dio che non fu un notaio passivo, ma attivo legante dell'evento, che ovviamente si può esplicare a pieno solo nella pienezza della libertà di ciascuno dei contraenti e che attende il si dell'uomo; se, infatti, non ci fosse libertà non ci potrebbe essere l'amore e se c'è l'amore di certo c'è anche libertà.
Tale unione fu il primo passo di un'alleanza totalizzante tra la coppia e Dio stesso, atta a dare la vita a figli che sarebbero stati anche figli di Dio e a favorire il donarsi l'uno all'altro onde testimoniare sulla terra l'amore del Signore, alleato e "sposo" della coppia, re e regina della terra, che dopo il superamento del necessario rodaggio sarebbe stata definitivamente elevata a dignità divina.

Un pensiero del genere, peraltro, si trova nel libro del profeta Malachia (2,14-16) quando scrive: "il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? (la coppia Adamo) Che cosa cerca quest'unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli."

Del resto propone San Paolo nella lettera ai Romani 8,22s: "Sappiamo, infatti, che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino a oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo."

Questi due umani prescelti sono il primo sposo e la prima sposa, figura del volere di Dio per i destini del mondo, uniti, appunto, per volontà di Dio che intendeva costituire così un nuovo essere, "una carne sola", un unico nuovo individuo, perché i due sarebbero stati nella libertà legati in modo inscindibile dal cemento dell'amore di Dio, cioè dallo Spirito Santo.
Sono poi da evidenziare alcune tracce importanti segnalate dal libro della Genesi che saranno riprese dai profeti sull'allegoria del matrimonio come alleanza e viceversa.

Si trova in Genesi 2,23-24 al momento del primo matrimonio: "Allora l'uomo ( "'adam") disse: Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna ("'ishah" ), perché dall'uomo ("'aish" ) è stata tolta. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà ("dabaq" ) a sua moglie ("'ashet" ), e i due saranno un'unica carne ("lebashar" "'oechad" )."

In questi versetti vi sono tre elementi importanti da tenere presente.

- uomo e donna sono due fuochi "'esh" sono che non si consumano se tra loro c'è IH , ossia se uniti con e dal Signore IHWH;

- quel verbo "si unirà" è DBQ "dabaq" ed è verbo che in senso religioso sta a indicare l'adesione per amore a Dio come in Deuteronomio 10,20 e 11,22; Giosuè 22,5 e 2Re 18,6; infatti, usando in ebraico quel verbo quei versetti dicono:
  • Deuteronomio 10,20 - "Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome."
  • Deuteronomio 11,22 - "Certamente, se osserverete con impegno tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui."
  • Giosuè 22,5 - "Tuttavia abbiate gran cura di eseguire il comandamento e la legge che Mosè, servo del Signore, vi ha dato: amare il Signore, vostro Dio, camminare in tutte le sue vie, osservare i suoi comandamenti, aderire a lui e servirlo con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima."
  • 2Re 18,6 - dice del Re Ezechia "Aderì al Signore e non si staccò da lui; osservò precetti che il Signore aveva dato a Mosè."
- "i due saranno un'unica carne", in effetti, "i due" è un'aggiunta, ma in ebraico il testo letteralmente dice soltanto e "saranno un'unica carne" il che può anche leggersi "saranno per la carne dell'Unico" il che comporta che frutto di un matrimonio perfetto è un figlio perfetto; insomma quel dire può anche essere considerato profezia che Dio si incarna in un matrimonio perfetto.

Al riguardo si può leggere:
Le alleanze di Dio con gli uomini di cui parlano le più antiche Sacre Scritture della Bibbia, quelle della Torah, dai profeti, infatti, sono state messe proprio in parallelo a un rapporto matrimoniale.

Al proposito è da ricordare che nell'ebraismo parte integrante del matrimonio tradizionale è un atto scritto, la "Ketubah", firmato dallo sposo che l'impegna con la sposa; insomma un accordo nunziale che sancisce i diritti e le responsabilità in relazione alla sposa e sostituisce il ruolo del "mohar" biblico, ossia il prezzo pagato dallo sposo alla sposa, o ai suoi genitori, per il matrimonio di cui dicono Genesi 34,12; Esodo 22,16s; Deuteronomio 20,7 e 22,29; Osea 2,19s.

Nel matrimonio di Dio con il popolo e col singolo che gli aderisce proprio come "Ketubah" è considerato il documento delle Tavole o 10 Parole scritte dal dito di Dio (Esodo 31,18; Deuteronomio 9,10) e per estensione tutta la Torah che sancisce l'alleanza.

Osea - VIII secolo a.C. - il cui nome significa "il Signore salva", il primo dei profeti minori, autore dell'omonimo libro della Bibbia, riporta l'esperienza del proprio matrimonio e presenta il rapporto di Dio con il popolo d'Israele come allegoria di un matrimonio in cui il marito innamorato cerca di riconquistare la propria moglie infedele che l'ha tradito.

Questa allegoria si trova in sintesi espressa in Osea 3,1 nel seguente modo: "Il Signore mi disse: Va' ancora, ama la tua donna: è amata dal marito ed è adultera, come il Signore ama i figli d'Israele ed essi si rivolgono ad altri dei e amano le schiacciate d'uva. Io me l'acquistai per quindici pezzi d'argento e un homer e mezzo d'orzo e le dissi: Per molti giorni starai con me, non ti prostituirai e non sarai di alcun uomo; così anch'io mi comporterò con te. Poiché per molti giorni staranno i figli d'Israele senza re e senza capo, senza sacrificio e senza stele, senza efod e senza terafìm. Poi torneranno i figli d'Israele, e cercheranno il Signore, loro Dio, e Davide, loro re, e trepidi si volgeranno al Signore e ai suoi beni, alla fine dei giorni."

Il profeta Geremia, VII e VI secolo a.C., nel libro omonimo, molti capitoli prima del capitolo 31 in cui parla di un'alleanza nuova, in 13,1-11 presenta questo episodio: "Il Signore mi disse così: Va a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell'acqua. Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi. Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va subito all'Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra. Io andai e la nascosi presso l'Eufrate, come mi aveva comandato il Signore. Dopo molto tempo il Signore mi disse: Alzati, va all'Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi. Io andai all'Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla. Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l'orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme. Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dei per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse ("idebaq" ) a me tutta la casa d'Israele e tutta la casa di Giudaoracolo del Signore, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono."

È questa una pagina particolare in cui il popolo con cui Dio ha fatto alleanza, cioè con cui si è legato, è paragonato a una cintura di lino che marcisce, il che trapela dal verbo aderire DBQ usato per l'unione tra uomo e donna in Genesi 2,23.24 e di cui ho già detto.
In Appendice presento decriptati questi 11 versetti di Geremia 13,1-11.

Pure il profeta Ezechiele riprende la similitudine matrimoniale per l'amore divino, spesso non corrisposto o mal ripagato, da Israele.
Ezechiele al capitolo 16 del suo libro, si rifà agli inizi, riandando al tempo della nascita del popolo, poi a quello del fidanzamento e infine al matrimonio.
Israele è paragonata a una neonata abbandonata, non curata, viene trovata, lavata e fasciata, e riceve affetto, calore, protezione e salvezza, da parte di Dio e in età di poter essere sposata Dio dice "Divenisti mia" (16,8), stese il lembo del mantello e lei ne divenne la prediletta sposa.
Lo stendere il lembo del mantello indica la decisione di fidanzarsi con una donna, infatti, Rut ad esempio dice a Booz: "stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto" (Rut 3,10).

La sposa ricevette doni preziosi, abiti ricamati, gioielli, cibi prelibati, ma ingrata, divenne infedele e lo tradì con amanti.
Il Signore però ha nostalgia per lei, aspetta che si converta e che torni fedele, perciò conclude: "Io mi ricorderò dell'alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinezza e stabilirò con te un'alleanza eterna." (Ezechiele 16,60)

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