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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
DALLA BIBBIA: BENEDIZIONE E MALEDIZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL VERBO BENEDIRE
Il verbo ebraico benedire è costituito dalle tre consonanti BRK da cui viene "benedizione" "berakah" e "benedetto" "baruk".
In italiano benedire con tutti i sui modi e tempi verbali si trova tradotto nella Bibbia 577 volte di cui:

  • 519 nell'Antico Testamento, con la frequenza di 157 volte nella Torah (Genesi 84; Esodo 7; Levitico 3; Numeri 14; Deuteronomio 49), 241 negli altri libri e 81 volte nei Salmi.
  • 58 volte nel Nuovo Testamento, delle quali 26 nei Vangeli e 32 negli altri libri.
È veramente istruttivo seguire la sequenza delle citazioni nel libro della Genesi di quel verbo.
Prima della santificazione dello "Shabbat" all'inizio di Genesi 2, in effetti, nel capitolo 1 il verbo "benedire" appare due volte:
  • nella 5a tappa, creati i mostri marini e gli esseri delle acque e dell'aria al versetto 22: "Dio li benedisse: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra".
  • nella 6a tappa, creati gli animali della terra e l'uomo, al versetto 28: "Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra..."
Questo benedire riappare in Genesi 5,2 quando presenta la genealogia di Adamo che ebbe figli e figlie.
Poi in Genesi 9,1: "Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra."
E in Genesi 9,26 a sua volta Noè benedì il Signore: "Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo!"

Dio poi chiamò il patriarca Abramo e gli promise la benedizione: "Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra." (Genesi 12,2s)

Già a questo punto pare chiaro che la benedizione è strettamente connessa con l'essere fecondi e col moltiplicarsi.
Il benedire da parte di Dio traccia come una sorte dall'alto che si attuerà perché rientra nella volontà del Signore.
La benedizione, infatti, come parola pronunciata, ossia che discende da Dio, non rimarrà senza effetto.
Alla benedizione di Dio l'uomo pio e giusto, qual è Noè, risponde col dire-bene del Signore che a sua volta benedice.
Noè, peraltro, la benedizione verso Dio la fa come profezia su Sem (Genesi 9,26) che sarà appunto il proprio continuatore nella fede nel Dio Unico.
Si può asserire, alla luce del poi, che questa benedizione verso Dio per contrappasso è un'invocazione al Signore onde fosse anche Lui prolifico con Sem e fosse a concedere la grazia della nascita di figli di Dio da quella stirpe.
Proseguiamo in quella disanima per avere delle conferme.

Ecco che in Genesi 14,18-20 accade che un personaggio misterioso, "Melchìsedek", riconosciuto come profezia di Cristo, unico sacerdote tra Dio e l'uomo, benedice per conto del Dio Altissimo.
Ciò che è particolare è che la benedizione che elargisce questo personaggio è duplice, verso Abram e nel contempo verso Dio, infatti, dice: "Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici."

Il Cristo, infatti, è l'unico ponte che in grado di unire in modo efficace le benedizioni di Dio verso l'uomo e dell'uomo verso Dio.
La benedizione verso Dio è ringraziamento per la vittoria conseguita e implica, del pari, la richiesta di salvezza dai nemici.

Al riguardo viene alla mente il Salmo 127,3-5, là dove recita: "Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza. Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici."

Proseguono nel libro della Genesi le citazioni che implicano sempre benedizione come discendenza:
  • Genesi 17,15s - "Dio aggiunse ad Abramo: Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più Sarài, ma Sara. 1Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei."
  • Genesi 17,20 - "Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione."
  • Genesi 18,17-19 - c'è un commento istruttivo che viene direttamente di Dio sulla benedizione: "Il Signore diceva: Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso."
La benedizione di Dio verso l'uomo è, quindi, una promessa che manterrà.

In Genesi 22 la benedizione promessa viene espressa in modo definitivo, infatti, disse il Signore ad Abramo che aveva testimoniato fede nei suoi riguardi:

Genesi 22,16-18 - "Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e rendere molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce."

Questa promessa per contraccambio implica il sacrificio del Figlio "unigenito" che si proporrà a Dio da sacrificio espiatorio per gli errori dell'umanità.

Genesi 24,1-5 Qui c'è un episodio molto istruttivo sul benedire: "Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco."

In ebraico i "genitali" maschili sono detti "iarek", tradotto in modo allusivo come "sotto la coscia", sono "discendenti" in Genesi 46,26, le persone nate da Giacobbe in Esodo 1,5 e si trova in Giudici 8,30 "Gedeone ebbe settanta figli che gli erano nati..."

Il toccare i genitali per giurare era evidentemente un uso del tempo, infatti, un evento analogo che comporta un giuramento toccando i "genitali" è riferito al capitolo 47,29-31 che riguarda Giacobbe - Israele e Giuseppe: "Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto! Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro. Rispose: Farò come hai detto. Riprese: Giuramelo! E glielo giurò. Allora Israele si prostrò sul capezzale del letto."

Del resto, anche in latino c'è un collegamento tra "testicolo" dal latino "testis", ossia "testimone", inteso come "testimone di virilità" e l'atto di questi di giurare in un processo.
Da sole, le due lettere "rek" indicano "tenero, delicato, debole, fine, finezza", come in Deuteronomio 28,56.
È evidente che vi è una connessione tra "iarek" e "rek", i genitali delicati e... facili a rompersi... e la parola ebraica che ricorda il benedire, , insomma riguarda qualcosa che ha a vedere con i genitali, quindi con i figli.
Del resto in aramaico le due lettere "bar" riguardano il "figlio", la lettera di "kaf" "palmo di una mano" poi è simile a una coppa, un vaso = (a fine parola), quindi, effettivamente il può alludere ad avere "figli nel vaso = ", promessa che si concretizza con la nascita di figli, e allora è promessa di avere "dentro corpi nel vaso ".
Il benedire può poi ricordare l'atto del padre che nel benedire il figlio pone la destra sulla testa del figlio "dentro la testa nel palmo della mano ".
Nello stesso modo che aveva fatto con Abramo, Dio poi benedì:
  • Genesi 25,11 - Isacco: "Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco."
  • Genesi 28,13-15 - Giacobbe: "Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto."
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