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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
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UNA RIVISITAZIONE DEL "MIDRASH" DEL "DILUVIO"
Dopo il mio "Cosa nasconde il racconto di Noè e del Diluvio?", m'è parso opportuno riprendere la questione, per meglio inquadrare l'evento quale profezia di una buona notizia, come d'altronde è stato letto nel cristianesimo con riferimento al sacramento del "battesimo".

Si è soliti, infatti, definire i Vangeli "buona notizia", in quanto il termine "Vangelo" deriva dalla parola greca , "eu anghélion", dal latino "evangelium" che significa "lieto annunzio", ma non è da dimenticare che anche i libri, dai cristiani chiamati Antico Testamento, integralmente considerati ispirati da Dio sia dall'ebraismo che dal cristianesimo, oltre che riportare la storia della salvezza di Dio con gli uomini, sono anche profezie di cui s'attendeva l'attuazione.
Guardando con l'occhio della fede la storia dell'umanità e l'enunciato delle Sacre Scritture giudeo-cristiane - Tenak ebraica e Bibbia cristiana - la finalità della creazione non pare ancora essere stata raggiunta come coglie San Paolo con "...la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi" (Romani 8,22), forse pensava all'archetipo "'Adam Qadmon" della Tradizione ebraica.

Pur se quanto creato da Dio non può essere imperfetto, l'uomo, creatura prodigiosa, non è ancora perfetto; infatti, non solo chi provoca genocidi, uccide, ruba e fa violenza, ma anche il migliore degli uomini alla luce della purezza di Dio s'ingannerebbe se si credesse perfetto.
Quel "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza" di Genesi 1,26 va, allora, inteso come profezia e intenzione di Dio, che lo sta attuando con la storia di salvezza che Dio stesso sta portando avanti compatibilmente alla nostra libertà, ossia, sta portando a compimento il disegno che ha nella Sua mente del modello ancestrale, celeste, di quell'uomo perfetto.

Dice, infatti, tramite Gesù: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto." (Matteo 5,17s)

È, peraltro certamente, vero che Dio desidera che la creatura finale del suo progetto, volendola pure libera, collabori spontaneamente al progetto stesso.
È allora implicito e ammissibile e che possano esservi fasi o tappe per la riuscita graduale dell'intento che coinvolgano il volontario "si" della creatura e accetti di essere portata in un cammino per il compimento.

Ora il cristianesimo annuncia la "buona notizia" che un primo uomo perfetto, figlio anche Unigenito di Dio, Gesù di Nazaret, il primogenito di tanti fratelli, secondo i Vangeli è già spuntato sulla terra e la notizia è stata acquisita dai viventi del mondo da oltre 2000 anni, infatti: "Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." (Giovanni 3,16)

Che Dio volesse distruggere quanto è il fine della sua creazione, come potrebbe apparire lo scopo del biblico "diluvio", fa nascere seri dubbi e pare sia altro il pensiero dell'autore del Genesi nello scrivere di tale evento.
La narrazione, infatti, inizia nella Bibbia al capitolo 6 del libro della Genesi col dire: "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato... perché sono pentito di averli fatti." (Genesi 6,5-7), ma in Numeri 23,19 si trova: "Dio non è un uomo da potersi smentire, non è un figlio d'uomo da potersi pentire. Forse egli dice e poi non fa? Promette una cosa che poi non adempie?"

Quel "si pentì", del Signore allora, forse è mal tradotto, fu un si dispiacque e cercò un rimedio capace di risolvere la questione alla radice, ma non commise atti distruttivi per annullare la sua creatura che se non l'avesse amata non avrebbe nemmeno creata; del resto era stata colta solo da una grave malattia.
Resta il dubbio, che l'evento diluvio, in effetti, non sia stato un evento reale, ma, profezia da compiersi, pur se il testo pare proporlo come estrapolato da vicende disastrose intervenute nel passato per poderosi eventi fisici che hanno coinvolto la terra in epoche preistoriche restate nella memoria dell'uomo.
Dopo l'evento "diluvio", del resto, solo l'atteggiamento di Dio nei confronti dell'umanità sembrò cambiare, ma le attitudini umane parvero restare immutate.
Fu però l'inizio della storia di salvezza e Dio usò la pazienza, come un maestro col proprio discepolo, dandogli ambiente idoneo, tempo ed esempi per crescere in sapienza, per cui alla luce dei Vangeli quel "Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo" pare sia da interpretare che farà in modo di convincere l'uomo ad accettare di accogliere la natura divina che intende concedergli e l'uomo vecchio sarà distrutto.

Il racconto del "diluvio", pare proprio, in forma di "midrash", certificare che "i cieli si sono aperti" e lo fa anche con le stesse lettere ebraiche di cielo che in ebraico è "shemaim" e si scrive .
Accade che secondo quel racconto questi s'aprirono e si riversarono acque "maim" sulla terra mentre in cielo apparve la lettera "shin" ; infatti, il Signore disse: "Pongo il mio arco ("qashet" ) sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra." (Genesi 9,13)
Alleanza fu definita l'arco nel cielo, letto come arcobaleno, ma la parola "arco" "qashet" con le lettere ebraiche lette come icone dice che si "riversò della "shin" il segno ", promessa di risorgere, l'iniziale della parola "shemaim" cielo che si sarebbe aperto se l'umanità avesse accettato l'alleanza.

Dio aveva scambiato una parola con una prima famiglia umana ed era apparso dalle nubi fisiche e spirituali che impedivano di vedere il cielo e il cielo dei cieli.
Era intanto scesa sulla terra l'acqua del cielo, quella separata dalle acque di sotto nel 2° giorno della creazione quando, "Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento" (Genesi 1,7) e l'ebraismo comprese che le acque erano provvidenziali e l'uomo doveva cercare di purificarsi con quelle come segno di desiderio di conversione.

Grazie alla parola cielo, "shemaim" e al racconto del "diluvio" l'acqua pura "maim" , proveniente dalla pioggia, che appunto viene dal cielo, fu intesa come la propaggine di un messaggio d'apertura del Signore.

Del resto, il profeta Isaia sulla pioggia come messaggio di Dio, scrisse: "Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata." (Isaia 55,10s)

Da ciò a ritenere che fosse segno di misericordia dal cielo, insomma una parola che alludesse al "perdono" di Dio, il passo era breve e i profeti compresero che in quelle acque vi era un segno di salvezza e furono usate per la purificazione e per entrare almeno ritualmente in stato di purità.

Si trova, infatti, nel libro di Isaia: "Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo-dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana." (Isaia 1,16-18)

Dai cieli aperti doveva accadere che apparisse finalmente il Signore!
Ho provato allora a rileggere il versetto in ebraico di Genesi 6,17 per scorgere se esistesse qualche varco per un pensiero del genere: "Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c'è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà."

"Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere ogni carne in cui c'è soffio di vita sotto il cielo quanto è sulla terra perirà ."

Può un padre e una madre com'è il Creatore per l'uomo negare l'esistenza che ha concesso solo perché il bambino s'è ammalato o per neutralizzare un rapitore uccidere anche il figlio rapito?
Intendeva evidentemente far perire solo l'esistenza della morte come situazione definitiva a Lui del tutto aliena per dare vita piena!

Ho allora scrutato ogni parola e lettera per leggerla col mio metodo che è una tecnica esegetica tipo "'al tikrei"-"non leggere" usata dai rabbini nel Talmud per dare al testo non vocalizzato della Bibbia una vocalizzazione diversa o altra forma ortografica rispetto all'usuale, ma non esclude la lettura originaria del testo, e perciò si può definire come "non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo" per una nuova interpretazione.

Mi ha colpito quanto si traduce "diluvio", l'evento fisico che reca tanta acqua da far perire tutti i viventi, in ebraico "'et hammavul", le cui lettere dicono, "verrà ai viventi dentro a riportare la potenza " e chi opererà ciò certamente è il Messia, l'unto di Dio.

Ecco aprirsi il versetto; dice il Signore: "Porterò io stesso nel mondo l'energia. Farà frutto. In un vivente ci sarà l'Unigenito. Verrà ai viventi dentro a riportare la potenza. Dalle acque si alzerà in terra. Il serpente distruggerà in tutti. Dentro lo brucerà nei corpi. L'Unigenito risorgerà i corpi. Dentro riporterà lo spirito. La vita ci risarà nei viventi. Dai morti li strapperà via. In cielo tutti felici dentro con i corpi saliranno. Saranno in un cammino portati a vederlo."

Di seguito la dimostrazione: "Porterò io (stesso) nel mondo l'energia . Farà frutto . In un vivente ci sarà l'Unigenito . Verrà ai viventi dentro a riportare la potenza . Dalle acque si alzerà in terra . Il serpente distruggerà in tutti . Dentro lo brucerà nei corpi . L'Unigenito risorgerà i corpi . Dentro riporterà lo Spirito . La vita ci risarà nei viventi . Dai morti li strapperà via . In cielo tutti tra i beati ad abitare dall'Unico con i corpi saliranno . Saranno in un cammino portati a vederlo ".

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