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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL PERDONO DI CAINO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I KENITI O QENITI »
ESAÙ SALVATO DAL FRATRICIDIO - DECRIPTAZIONE GENESI 33 »
I FIGLI DI DAVIDE »

GIUDA ISCARIOTA
Tutti e quattro i Vangeli canonici - Matteo, Marco, Luca, Giovanni - sono concordi nel riferire la scelta di Gesù di avere tra gli apostoli che aveva eletto anche quel Giuda che poi lo tradì.
I tre Vangeli sinottici - Matteo, Marco, Luca - poi sono concordi nell'indicare che gli apostoli che scelse furono 12 e riportano questi elenchi di nominativi:

  • Matteo 11,1-4 - "Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì."
  • Marco 3, 13-19 - "Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli - perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì."
  • Luca 6,12-16 - "In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda (fratello) di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Il Vangelo di Giovanni, infine, cita molti di questi apostoli, ma non ne fa un elenco completo, purtuttavia certifica che gli apostoli erano Dodici e che Giuda Iscariota fu il traditore e lo ripete in:
  • Giovanni 6,71 - "Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici."
  • Giovanni 12,4 - "Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo..."
  • Giovanni 13,2 - "Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo e..."
  • Giovanni 26,26 - "Rispose Gesù: È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota."
In definitiva dai dati del Nuovo Testamento si può dire succintamente che i "dodici" sono:
  • Simone, chiamato Pietro (nome romano) in greco Cefa e Andrea (nome greco), fratello di Pietro, pescatori di Cafarnao;
  • Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, fratello di Giacomo, pescatori di Cafarnao ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono uomini decisi iracondi e risoluti, pare che la moglie di Zebedeo fosse Salome (Matteo 27,56);
  • Filippo (nome greco) di Betzaida, città sul lago di Tiberiade, ove secondo Giovanni 1,43-46 sono nati anche Pietro e Andrea;
  • Bartolomeo (nome greco) chiamato Natanaele nel Vangelo di Giovanni, nativo di Cana di Galilea;
  • Matteo da "MattiYah" "dono di IHWH", già Levi, pubblicano di Cafarnao, probabilmente anche usuraio come del resto era Zaccheo;
  • Tommaso, negli Atti sta accanto a Filippo e il Vangelo di Giovanni parla di lui più degli altri, definendolo Didimo, cioè gemello;
  • Giacomo figlio di Alfeo di Maria di Cleopa detto anche Giacomo il Minore (mentre Giacomo di Zebedeo viene detto il Maggiore), identificabile (secondo Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe e da Egesippo citato in Storia Ecclesiastica di Eusebio da Cesarea) in Giacomo il Giusto primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme lapidato nel 62 d.C. e cugino di Gesù come precisa San Paolo in Galati 1,18-19 "Giacomo il fratello del Signore" (Vedi: introduzione alla Lettera di Giacomo);
  • Taddeo o Giuda di Giacomo o Giuda Taddeo Lebbeo fratello Giacomo identificato come Giacomo il Minore figlio di Maria di Cleofa e di Alfeo, che era fratello di Giuseppe, quindi Taddeo era anche lui cugino di Gesù;
  • Simone il Cananeo" o "lo Zelota" ove questi soprannomi hanno lo stesso significato, infatti cananeo viene dal "qan'" a ebraico "geloso, zelante" che indicava il movimento degli zeloti;
Giuda Iscariota. Su quest'ultimo mi dilungherò un poco.

I Vangeli canonici danno a pensare che Gesù sapesse in anticipo del tradimento di Giuda e che consentì che lo perpetrasse perché s'adempissero le scritture, che prevedevano l'evento; infatti, in Giovanni 13,18, nell'ultima cena durante l'episodio della lavanda dei piedi ebbe a dire: "deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno."

Di Giuda Iscariota si legge in Matteo 26,14-16 "Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni? E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo."

Come abbiamo visto Giovanni in 6,71 precisa: "Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici".

Un "diavolo" l'aveva definito nel versetto precedente, Giovanni 6,70: "Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo." Il Vangelo di Giovanni poi dice di lui in 12,6 "era ladro e siccome teneva la cassa prendeva quello che vi mettevano dentro."

Sulla fine di Giuda, vi sono due versioni:
  • il Vangelo di Matteo 27,3-10 che si impiccò: "Allora Giuda - colui che lo tradì - vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente. Ma quelli dissero: A noi che importa? Pensaci tu! Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi."
  • il libro degli Atti degli Apostoli in 1,18-20, dopo il tradimento, dice che morì sfracellato cadendo da un dirupo.
Molti, per evitare contraddizioni tra le due narrazioni, suggeriscono che si sia rotto il ramo a cui s'era appeso.
Giuda comunque si pentì di quanto aveva fatto come risulta dalla esplicita confessione: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente."
Considerando quanto sopra, nell'udienza generale di mercoledì 18 ottobre 2006, Papa Benedetto XVI su Giuda concluse che spetta solo a Dio, nella sua Infinita Misericordia, misurare il suo gesto.

Il nome Giuda Iscariota in ebraico si può pensare come "" "" "" ossia Giuda uomo di Qariyyot ed è possibile che il luogo di nascita sia Qeriot Chetzron ricordata in Giosuè 15,25, una delle città Qenita all'estremità del territorio della tribù dei figli di Giuda posta, verso il confine di Edom, nel Negheb.

Se si leggono con i significati grafici le lettere di "" si ha che è l'uomo:
  • per cui a Gesù "accadrà () che sarà portato alla croce ";
  • che allude a Caino su cui Dio "rovesciatagli la testa , fu a portargli un segno ".
A questo punto si apre anche la concreta possibilità secondo cui anche questo Giuda fosse uno zelota come risulta nominato in alcuni manoscritti antichi, vedi: S.G.F. Brandon, Gesù e gli Zeloti, Rizzoli Editore, 1983, Milano e Novum Testamentum Graece et latine, E. Nestle, Stuttgart, 1957 in cui l'apostolo è definito .

Giuda avrebbe creduto fermamente che Gesù fosse il salvatore che avrebbe liberato Israele dai Romani e, allora, ne provocò l'arresto onde indurre Gesù a scatenare la rivolta contro i romani per ottenere l'inizio della ribellione che avrebbe condotto il Messia alla vittoria finale, non pensando mai che la redenzione che Questi intendeva portare era ancora più profonda.
Del resto a quei tempi la fede in un Messia-Liberatore era di tutte le principali correnti spirituali giudaiche, tra cui gli Zeloti che ritenevano che occorresse in ogni modo favorire l'avvento del Messia, anche con il ricorso alla violenza.

A quei tempi i combattenti messianisti erano detti:
  • in ebraico: Qanana e Bariona,
  • in greco: Zelotes e Lestes,
  • in latino: Sicarii, Latrones e Galilaei (Sicari, Ladroni e Galilei).
Ecco che Giuda assieme a Simone il Cananeo da "qana'" geloso zelante o Zelota, è apostolo da annoverare tra i chiamati, già della cerchia dei messianismi violenti.
Questo spiega la particolare ostilità dei Romani verso i Galilei tre cui erano soliti trovare dei sediziosi.
Gesù proprio grazie al loro zelo vedeva in loro un pregio che intendeva trasformare in carisma per annunciare il Vangelo, infatti:
  • recita il Salmo 69,10 "mi divora lo zelo per la tua casa" ricordato in Giovanni 2,17;
  • dice San Paolo negli Atti 22,3: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi."
  • si trova in Efesini 6,15 "...avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace."
Secondo il Vangelo di Giovanni il primo segno che Gesù fece fu a Cana di Galilea ove in una festa di matrimonio su invito di sua madre trasformò acqua in vino e i suoi discepoli credettero in lui.
Cana di Galilea in effetti si dovrebbe scrivere traslitterata dall'ebraico come Qana come si trova in Giosuè 19,28 ove è ricordata una Cana che nel testo ebraico è in effetti è scritta .

Oggi "Cana di Galilea" è identificata con "Kafr Kanna", cittadina a 6,5 km a Nord Est di Nazaret, favorita dalla tradizione essendo raggiungibile dai pellegrini provenienti da Nazaret rispetto "Khirbet Qana", circa 13 km a Nord di Nazaret sito delle rovine di un antico villaggio su una collina situata al limitare della pianura di Asochis.

Questa in arabo è ancor oggi chiamata "Qana el-Jelil", cioè Cana di Galilea.
Giuseppe Flavio, storico ebreo del I secolo nel libro della sua Vita ricorda "un villaggio della Galilea chiamato Cana" e successivamente menziona "la grande pianura, detta pianura di Asochis, dove abitavo".

Strati archeologici la fanno risalire al tempo di re Salomone (X secolo a.C.) e si sono trovate antiche cisterne, frammenti di vasi di terracotta e monete che vengono fatte risalire al I secolo e mostrano l'improvviso abbandono del villaggio come se tutto finisse con la disfatta degli zeloti da parte dei Romani a seguito della rivolta giudaica del 66 d.C., che culminò con la resistenza degli zeloti stessi a Masada.

Pare poi che lo zelo nel pescare ovviamente gli uomini con la predicazione con la parola della 'risurrezione" lo suggerisca il Risorto stesso nell'episodio della pesca miracolosa sul lago di Tiberiade in Giovanni 21.
In quell'occasione gli attori dell'episodio sono 8: Gesù risorto, Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli.
I discepoli, nonostante che fossero stanchi, all'alba si rimisero a pescare su suggerimento del Signore che non avevano riconosciuto e che gridò loro dalla riva di gettare la reti a destra della barca, questi, allora agirono , ossia "con zelo" e pescarono 153 grossi pesci.

E per la gimatria accade che:

= ( = 2) + ( = 100) + ( = 50) + ( = 1) = 153.

Gesù, del resto, era denominato "nazareno", non perché di Nazaret o perché avesse fatto voto di nazireato, ma per il fatto che era un "netzoer" ossia "un virgulto" della casa di Davide, da cui doveva venire il Messia, uno su cui potenzialmente si poteva avverare la profezia di Isaia 11,1 "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici."
(Vedi: "Gesù il virgulto, il germoglio di Davide")

Attorno alla sua figura, visto che con la sua parola, miracoli, prodigi e segni aveva il carisma di attirare le folle, gli si avvicinarono anche focosi militanti attivi, tra cui forse anche dei parenti, che lo volevano utilizzare per poi agitare il popolo e creare una rivolta per scuotersi dalle spalle i Romani invasori.

Alcuni di tali attivisti entrarono addirittura tra gli apostoli e volevano farlo re... "Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo", alcuni passarono alla fede in Lui, ma fino all'ultimo erano ancora animati da sentimenti bellicosi.

In questo scenario purtroppo s'inquadra la figura di Giuda Iscariota che rimase stritolato dalla storia e interpretò la propria parte di guerrigliero fino alle estreme conseguenze, ritengo anche in buonafede.
Certo Gesù perdonò anche lui!
Sulla croce, infatti: "Gesù diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno." (Luca 23,34)

Accade, infatti, senz'altro è intercorso un rapporto unico e misterioso tra Gesù e Giuda, come pone in evidenza il Vangelo di Giovanni 13,26-30, quando dice: "E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: Quello che vuoi fare, fallo presto. Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: Compra quello che ci occorre per la festa, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. E era notte."

Nei Vangeli poi vi è la prova della familiarità nella cerchia degli apostoli dell'uso di armi, tanto che al momento dell'arresto di Gesù al Getsemani tutti i Vangeli parlano di spade in possesso degli apostoli Matteo 26,51; Marco 14,47; Giovanni 22,10-11 e in particolare Luca in 26,49-51 dice: "Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: Signore, dobbiamo colpire con la spada? E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: Lasciate! Basta così! E, toccandogli l'orecchio, lo guarì."

Lo stesso Vangelo di Luca in 22,35-38 dopo l'ultima in prossimità del suo combattimento finale ebbe a dire agli apostoli "...Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?" Essi risposero: Niente. Ed egli disse loro: Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico che in me dev'essere adempiuto ciò che è scritto: Egli è stato contato tra i malfattori. Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi. Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade! Ma egli disse loro: Basta!"

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