DIO NASCOSTO
di Alessandro Conti Puorger
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SI RIVELA CIÒ CHE È NASCOSTO
I vangeli sinottici, concordi, evidenziano che al momento della morte in croce di Gesù di Nazaret il velo del Tempio si squarciò.
Queste sono le tre testimonianze:
- Matteo 27,51 - "Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono..."
- Marco 15,38 - "Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo."
- Luca 23,45 - "...il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà."
La carne di Gesù è il Tempio di IHWH che ha sostituito il vecchio tempio.
Lo precisò, Lui stesso come riporta:
- Giovanni 2,18-22 - "Allora i Giudei presero la parola e gli dissero Quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e cedettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù."
- Matteo 12,5-6 - in una discussione con i farisei sul sabato: "O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio."
La carne di Gesù perciò è il velo che nasconde
la sua natura divina che era in pienezza
confinata
nel suo corpo
e trapelava dalle sue azioni.
Con la sua morte il velo si ruppe e la sua divinità fu manifesta al mondo.
Ancora una volta concordi i tre Vangeli - Matteo 27,54; Marco 15,39; Luca 23,47 - precisano che uno straniero, il centurione romano, ebbe a dire: "Davvero costui era Figlio di Dio", per cui veniva a finire la funzione del tempio di Gerusalemme: Dio non era più nel nascondiglio "setoer"
del Santo dei Santi, ma il "parroket" si era rotto e tutti gli uomini del mondo, ebrei e gentili, avrebbero potuto accedere alla santità di IHWH, creatore del cielo, della terra e di ogni uomo.
Il Vangelo di Giovanni 19,33s poi precisa il particolare della lancia di un soldato romano: "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua."
Quell'asta
aprì il nascondiglio
.
Questo atto, così "enigmisticamente" postato con i numeri associati alle lettere ebraiche, rivela un numero apocalittico:
=
(
= 6) +
(
= 60 ) +
(
= 400) +
(
= 200) = 666, il numero della "Bestia", dell'Anticristo di cui parla l'Apocalisse 13,16-18.
Quell'asta manovrata con mano abile era mossa dall'Anticristo che si fece un autogol; ci rivelò il segreto di Cristo!
Aprì la cella del vino!
Nel mio esordio in Internet nel luglio 2004 con l'articolo "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" parlai del "midrash" Numeri Rabbah XIII,15 che associa la Torah al vino: "Come il valore del vino è settanta, così la Torah ha settanta volti".
Secondo la gimateya o gimatria, regola omiletica che associa parole o frasi che hanno lo stesso valore numerico si ha che il vino è pari a 70:
= ( = 10) + ( = 10) + ( = 50) = 70
Mi chiesi il perché quel detto citasse il vino e lo spiegai con il fatto che il vino, come è noto, fa vedere doppio e viene in aiuto un detto evocato da una frase talmudica (b'Eruvin 65a) che dice: "
Quando entra il vino esce il segreto."
Questa frase, che al primo impatto sembra solo un proverbio sensato, perché a chi beve si scioglie la lingua, sottende che come il "vino" per la gimatria equivale a 70 anche la parola "segreto" equivale a 70:
= ( = 4) + ( = 6) + ( = 60) = 70
Avvicinando tra loro questi due detti, ed applicando la proprietà transitiva,
come il valore del vino è settanta, così la Torah ha settanta volti quando entra il vino esce il segreto, anche se si dà credibilità al criterio della gimatria ebraica, ne conseguirebbe che c'è una faccia nascosta, cioè la
Torah segreta, quando si parla di vino s'evoca questo concetto.
Dire 70 sottende così in questo campo una lettura segreta che è sempre riferita al Messia, esito cui mira tutta la storia della salvezza oggetto della Torah; cioè quando la Torah è letta in modo particolare - usando il vino cioè il metodo per cui si perviene alla lettura doppia - ne viene una illuminazione, esce il segreto, ne esce una luce e la Luce per antonomasia è il Cristo, il Messia e la risurrezione che reca e aggiungo la Chiesa che l'annuncia.
Il Vangelo di Giovanni 1,9 l'annuncia: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo."
C'è poi un altro detto ebraico:
quando entra la luce "'or"
esce il mistero "raz"
.
Per la gimatria anche "luce" e "mistero" hanno uno stesso valore:
-
= (
= 200) + (
= 6) + (
= 1) = 207
-
= (
= 7) + (
= 200) = 207
Riferendo tutte quelle lettere ebraiche alle vicende messianiche pare proprio potersi concludere sul mistero che, quando "il corpo sarà colpito l'Unigenito lo porterà dal corpo".
C'è insomma una tensione per un mistero che deve essere rivelato da Cristo e che è nel suo corpo.
Questo è associato alla Torah
o "insegnamento" che il "Crocifisso
porterà
dal - un corpo
ad uscire
".
Uscirà dal suo interno ove tiene chiuso il segreto "sod"
.
Sarà come il vino, uscirà dalla cella interna del Tempio del suo corpo.
E Gesù parla di vino nuovo, lo ripetono i sinottici, Matteo 9,17; Marco 2,22 e Luca 5,37-39: "E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è gradevole!"
È Lui che fornisce vino nuovo per i suoi discepoli definiti "otri nuovi".
Nel Vangelo di Giovanni il vino appare agli inizi col miracolo delle nozze di Cana in 2,1-11 e Gesù alla Madre che chiama Donna ricordò al versetto 4 "Non è ancora giunta la mia ora" vale a dire non era ancora il tempo di far uscire il vino dalla sua cella interna.
C'è poi un fatto che in modo criptico ricorda il "segreto" ed è dopo che agli apostoli apparve Gesù risorto quando: "Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo." (Giovanni 20,24s)
Gesù una settimana dopo riapparve a porte chiuse, stette in mezzo a loro, c'era anche Tommaso e gli disse: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi
la tua mano e
mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!" (Giovanni 20,26-28)
Nel "foro
portò
la mano
"
il segreto "sod"
era ormai uscito era stato rivelato e anche Tommaso porta la mano, l'aiuto alla rivelazione al mondo di quel grande segreto.
Quell'asta portata dal soldato romano aprì il nascondiglio
fu tale che "portò
un foro
del Crocefisso
nel corpo
"
e "portò
dal foro
del Crocefisso
un corpo
".
Cosa c'era dentro al corpo del Crocefisso e che uscì dal suo fianco?
Il Vangelo di Giovanni 19,33 mette in evidenza "vedendo che era già morto", per associare questo uomo nuovo ad Adamo addormentato dal Signore da cui uscì la Donna "'isha"
o "'ishet"
la nuova Eva, la sposa che stava nella cella del vino, definita "bait haiain"
.
Quello che "dentro
stava
nel Crocifisso
uscì
,
il vino
",
era proprio la "'ishet"
" dell'Unigenito
il bere
".
Il vino "iain"
era allegoria, "la forza
dell'Esistenza
Inviava
",
"furono
ad esistere
degli inviati
"
gli apostoli, gli otri nuovi, la Chiesa.
Del resto gli apostoli sono nati dal suo seno.
Il profeta Zaccaria 12,1-2 aveva pronunciato il seguente Oracolo del Signore: "Oracolo. Parola del Signore su Israele. Oracolo del Signore che ha dispiegato i cieli e fondato la terra, che ha formato
il soffio vitale nell'intimo dell'uomo: Ecco, io farò di Gerusalemme come una
coppa che dà le vertigini a tutti i popoli vicini..."
Parole profetiche che coinvolgono alla storia messianica tutti i popoli, infatti:
- uscì con l'acqua e il sangue dal Crocifisso "il soffio vitale nell'intimo dell'uomo" il "ruach 'adam"
che si trovava nel suo intimo "qirebo"
"versò
il corpo
che dentro
recava
".
- "coppa che dà le vertigini" è "saf ra'l"
"dal foro
del Verbo
nel corpo
Innalzato
()".
Aveva detto Gesù in Giovanni:
- Giovanni 4,14 - "...chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna."
- Giovanni 7,37s - "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" e seno è boetoen"
da dentro
del mio cuore
l'invierò
.
Quest'acqua viva uscì dal costato di Cristo con la Donna che è l'utero "rochoem"
di misericordia che ha lasciato per la nascita della nuova umanità.
Il bere
che propone è la risurrezione
dalla croce
che i suoi inviati, gli apostoli, annunciano assieme alla risurrezione
finale
.