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RICERCHE DI VERITÀ...

 
DAL TORCHIO DEL GETSEMANI A QUELLO DELLA CROCE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ANTICIPO DELLA PASSIONE »
IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMA »
IL GIARDINO E LA SIEPE »

LA VIGNA E IL TORCHIO
I Vangeli sinottici - Matteo 21,33-46; Marco 12,1-12; Luca 20,9-19 - riportano la parabola detta dei "vignaioli omicidi".

Questa è la traduzione C.E.I. 2008 del brano di Marco: "Si mise a parlare loro con parabole: Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote... poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei contadini dissero tra loro: Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra! Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri... E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro."

Beh! Di fatto quel Figlio lo catturarono proprio nel posto dove c'era un torchio nel giardino del Getsemani!
Ora quella parabola certamente che si rifà al "Canto della vigna" nel libro del profeta Isaia 5,1-7 di cui riporto il testo C.E.I. 2008:

Isaia 5,1 - Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.

Isaia 5,2 - Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi.

Isaia 5,3 - E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.

Isaia 5,4 - Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?

Isaia 5,5 - Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata.

Isaia 5,6 - La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.

Isaia 5,7 - Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.

Il primo versetto di quel cantico di Isaia dice, infatti, in ebraico che è per "ididi" "il mio diletto - il mio amato" , personaggio peraltro tante volte richiamato nel Cantico dei Cantici (vi si trova 33 volte "amato"), ma poi Isaia ripete "il mio diletto" "dodi" "il mio amato" e scrive come nel Cantico in cui le lettere possono anche indicare il nome di David.

Questo diletto di Isaia, allora, è multiforme, in quanto allude al diletto del Cantico di Salomone e a David come se veramente parlasse di una vigna di quel re.
Il Getsemani, peraltro, era proprio immediatamente a nord - est dell'Ofel (punto 7 della Mappa di Gerusalemme prima presentata) ove era la reggia di Davide.
Quel giardino del Getsemani forse era stato proprio del re Davide e ai tempi di Gesù ancora era il podere di persone che conosceva, forse anche loro di origine davidica!

Con "un fertile colle" traduce C.E.I. 2008 quanto Isaia scrive come "qoeroen boen shamoen" le cui lettere, senza le puntature vocaliche, possono anche leggersi "del figlio oliato - unto " quindi appare la parola olio "shoemoen" , perciò, il tutto pare proprio alludere sia al Messia, figlio di David, sia al Getsemani.

È chiaro che tutto ciò fa comprendere come sia calzante e poggiata sulla realtà la parabola di Gesù sui vignaioli omicida e getta luce sullo stesso episodio del Getsemani.

Al versetto Isaia 5,2 si parla di vino pregiato, il vino rosso "soreq" , usato da Gesù nell'ultima cena come si può concludere in base agli elementi portati con nell'articolo "La vite vera" e di un tino "ioeqoeb" i grado di definire anche torchio e frantoio similmente a "get" della parola Get-Semani.

Mi pare poi importante segnalare la parola siepe di Isaia 5,5. Sì, è proprio così, evidentemente quel giardino del Getsemani aveva una siepe, una "mesukat" come si trova appunto in Isaia 5,5, ma questa parola è tutto un programma se letta con i significati di icona delle lettere "per salvarli () si porterà pur retto in croce " e Gesù così fece!

Nell'articolo "Dal deserto al giardino" ho tra l'altro decriptato il capitolo 5 di Isaia e ne riporto i 7 versetti del Cantico della vigna" perfettamente intonati al tema che stiamo sviluppando.

Isaia 5,1 - La Donna - Chiesa fu dal corpo ad uscire. Inviata da Dio fu la diletta. Fu alla luce. Fu dal corpo in croce dell'amato. Fu in cammino dall'alto portata dall'Agnello Vivente. A uscire fu al mondo. Del Potente è aiuto forte, una protezione. Fu la rettitudine da dentro il corpo con gli apostoli; da dentro al soffio l'inviò. (Giovanni 19,30b-"E chinato il capo, spirò.")

Isaia 5,2 - Portatisi in azione, i ceppi si aprono e portatori sono della pienezza versata dal Potente al mondo e ne recano a esistere la carità nell'agire. Aprono luce alle menti - teste per sperare. Sono dentro inviati ai viventi nel cammino per aiutare. Nel cuore il Crocefisso recono, la rettitudine portano, e in cammino il Vivente è versato nelle assemblee. A scendere nell'intimo lo portano e ne sono la voce che si sente. Luce recono del Crocefisso agli afflitti che dentro sono alle acque portati. Sono nell'agire illuminati dentro. La moglie - Chiesa sono del Vivente.

Isaia 5,3 - E si sente indicare al mondo che è stata portata la risurrezione dentro Gerusalemme. Si è portato un primo che è stato risorto in Giudea. Al Risorto un soffio nel cuore ha recato energia; dal Padre è stata inviata. Fu a riportarsi a casa ove c'erano gli apostoli. Per la rettitudine nel corpo a rivivere fu.

Isaia 5,4 - Dalla madre rientrò, potente alla vista, risorto il portato in croce. Da testimoni camminare col corpo vivo fu a portarsi. Del Potente Unico si vide lampante essere il segno. Furono in casa il riportato ad interrogare. La speranza era finita. Furono (invece) la potenza a vedere del Risorto riportatosi dalla croce. Lo videro gli apostoli che in casa stavano con la madre che si recava forte, alla vista luminoso da dentro. L'Unigenito risorto è il Vivente!

Isaia 5,5 - E nel tempo esce la conoscenza al mondo inviata dall'Unico. Inizia l'indicazione che per la rettitudine in vita venne di quel primo risorto il corpo; dall'Unico inviato era stato. Con l'azione della risurrezione (appunto nel tempo) uscirà il serpente bruciato nei corpi dei viventi. Sarà a rientrare la pienezza per il rettile portato dalla rettitudine alla fine. E a portarsi fuori sarà il serpente. L'arderà la Parola che in un corpo scese in cammino per le generazioni (dai morti) riportare all'esistenza che il serpente i viventi con un verme riempì.

Isaia 5,6 - Portò con una donna a esistere l'indicazione al mondo. Recò da dentro il Crocifisso al mondo il rifiuto che sarà a colpire l'essere ribelle. Per recare al serpente guai è per l'Eterno un corpo - popolo - Chiesa a portare. L'innalzato, il Risorto, che vivo è, un corpo recò alla luce. Fu dalla croce a recarla, dall'innalzato si vide. Dentro fu con l'acqua originata. Su un'asta l'aprì, con l'acqua uscì la madre, nel cuore gli stava. Dal corpo la compagna il Potente fu a recare con acqua di rugiada.

Isaia 5,7 - Retto è l'Agnello Vivente, il Signore! Giù dentro dell'Unico ha portato l'indicazione. Dagli abitanti è stato crocefisso (ma) ne è stato risorto il corpo. Dio e Uomo fu al mondo. Portandosi, la porta ha aperto. Ha inviato il Cuore in azione; la preferita è stato a portare. Ed è stata versata per l'asta del serpente. Con l'acqua alla luce soffiò il Cuore e fuori gli apostoli uscirono ai viventi. Illuminarono le trappole del serpente. La rettitudine al mondo portarono. Usciti, ecco scese l'oppressione dal mondo.

Della vigna Isaia parla anche nella parte del libro definita come l'Apocalisse di Isaia che si sviluppa nei capitolo 24-27, precisamente in:

  • Isaia 24,7 - "Lugubre è il mosto, la vigna languisce..." e più avanti si parla in 24,10 della città del nulla" "qirat tohu" . Del resto grazie a quel "tohu" parola tradotta come "informe" in Genesi 1,1 per definire la terra in quel momento nasconde il senso di "segnata dalla perversità ()". (Vedi: "Il midrash della pesca gloriosa")
  • Isaia 27,2-5 - e il relativo decriptato, pure intonato all'epopea del Messia, si trova in "L'Arcangelo Michele lotta con Basilisco e Leviatano"; infatti prima di questi versetti della vigna c'è la profezia della vittoria sul Leviatano: "In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e forte, il Leviatan, serpente guizzante, il Leviatan, serpente tortuoso, e ucciderà il drago che sta nel mare. In quel giorno la vigna sarà deliziosa: cantatela! Io, il Signore, ne sono il guardiano"
Vedremo nel seguito del presente studio come quest'Apocalisse di Isaia troverà uno sviluppo al capitolo 63 dello stesso Isaia.
In effetti, il profeta che per primo parlò di Israele come una vigna fu Osea in 10,1-2a: "Vite rigogliosa era Israele, che dava sempre il suo frutto: ma più abbondante era il suo frutto, più moltiplicava gli altari; più ricca era la terra, più belle faceva le sue stele. Il loro cuore era falso..."

I riferimenti storici che si ricavano dal "libro del profeta Osea" intendono collocare lo scritto nel VIII secolo a.C., ai tempi di Geroboamo II e successivi re, prima comunque della vocazione del profeta Isaia Dal mio articolo "Sul libro del profeta Osea" in cui lo portato integralmente decriptato estraggo il risultato di quei due versetti:

Osea 10,1 - In cammino di persona alla desolazione si versò in Israele. Il Verbo nel corpo fu. Fu dai simili, la potenza recò della rettitudine alle moltitudini. Quella potenza il soffio nei corpi sarà a riportare. Il serpente quel vivente sacrificò portandolo in croce. La rettitudine dal cuore portò a casa del serpente. Dell'Unico dal corpo i precetti uscirono. Dal cuore sono stati da dentro portati ai viventi, giù da dentro li portò il crocefisso.

Osea 10,2 - Sul calvario il serpente dentro al seno lo segnò. Ad uscire fu la luce della vita. Un bastone un'aperturà portò nell'Unigenito. Si vide dal corpo soffiata - spirata la vita. Colpito, dentro dal chiuso portò dalla croce acqua che fu alla luce per aiutare col sangue. Giù`, da dentro portò il Crocefisso la vita.

Anche il profeta Geremia in più brani dice della vigna 2,21; 5,10; 6,9; 12,10, ma con termini analoghi a Isaia ne parlò 2,21:

"Io ti avevo piantato come vigna pregiata, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?"




La "vigna pregiata" anche qui è "soreq" genuina ossia "kullo zoere' aoemoet" "tutta aperta al seme della verità " si è mutata in "vigna bastarda" e per bastarda usa "nakeriiah" " uno straniero fu ad entrare " e questi fu "l'angelo (ribelle per cui la) rettitudine dai corpi fu ad uscire " o anche fu "guastato () il corpo di Iah ".

Di questo versetto ho parlato in "La vite vera".
Qui di seguito dò la decriptazione con dimostrazione di questo versetto; poi in Appendice presento la decriptazione dei 37 versetti di Geremia 2.

Geremia 2,21 - E l'Unigenito , ucciso () che fu , inviò dal cuore nel tempo a stare la rettitudine . Un fuoco dal corpo versò . La sposa uscì per colpire il male . L'Unico agli uomini portò l'Unigenito da cui fu della rettitudine l'energia a uscire , sgorgando () dalla croce . A guizzare fu dal foro per un'asta che al corpo fu a entrare . Scorse dalla persona (); per uno straniero fu a uscire .

In definitiva, Una Donna che gli era simile dal corpo versò; dal nuovo Adamo esce la nuova Eva, la comunità dei discepoli che Lui ama, la sposa!

Il che conferma in modo nascosto che il discepolo che amava era ancora nel cuore di Gesù nell'ultima cena e sgorgò dalla croce.
Un dire sulla "vigna Israele" di cui s'attende la restaurazione c'è anche nel Salmo 80,9-17 che nell'articolo "I Cherubini annunciano la venuta dell'Agnello" ho pure presentato decriptato.
Infine anche Ezechiele toccò questo tema in 15,1-8; 17,3-10; 19,10-14, ma parlarne sarebbe allungare troppo e darebbe luogo a ripetizioni.

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