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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
IL SIGNORE COSTRUISCE LA CASA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'IDEA DELLE "SEFIROT" E DELLA ROTTURA DEI VASI »
L'IDEA DEL PROGETTO »
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LA VERITÀ »
IL "GIUSTO" E LA GIUSTIZIA »
LA "DONNA" DELLA NUOVA CREAZIONE »

PARLIAMO DEL COSTRUIRE
Il libro dell'Esodo 26,30 narra che il Signore chiese l'aiuto di Mosè e gli fece vedere il modello di quanto doveva far costruire nel pellegrinaggio dall'Egitto alla terra promessa: "Costruirai la Dimora secondo la disposizione che ti è stata mostrata sul monte."



Quel "Costruirai" piuttosto è un "Innalzerai" dal radicale .

Quanto tradotto "Dimora" è "mishkkan" dal radicale di "dimorare", ma trattandosi di una tenda è ove Dio per stare col popolo si accamperebbe, poi col Tempio fisso di Gerusalemme fu inteso come luogo della Sua "presenza", definita appunto la "Shekinah".

La disposizione che hai visto sul monte fa poi capire che ci fu una visione in cui "dentro Mosè () il Verbo - la Parola per amore condusse ".

Quelle lettere si prestano a dare corpo al seguente pensiero.
Dio parla e dice: "mi porterò nel mondo , mi verserò tra gli uomini .
Verrò () a salvarli () con la rettitudine che invierò . Un casa tra i viventi sorgerà dal Verbo - Parola , per amore vi porterà la moglie () che un corpo - popolo - Chiesa partorirà (). L'Unico sarà a sceglierla da casa - famiglia per generare () (figli di Dio)."

Venne il Messia riconosciuto dai cristiani come il Verbo, la Parola incarnata in Gesù di Nazaret e a Pietro che aveva dichiarato: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" ebbe a dire "...tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa." (Matteo 16,18)
Questa pietra "'oeboen" è proprio che Lui, è l'Unigenito figlio dal Padre inviato .

Il Salmo 127, attribuito a Salomone, è uno "Shir hamma'lot" "Canto delle salite", uno dei 15 nell'intero libro dei Salmi dal 120 al 134 che cantavano i fedeli in pellegrinaggio verso il Tempio di Gerusalemme nelle feste di Pasqua, Pentecoste e delle Capanne.

Del resto dice il Salmo 48,2s: "Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. La tua santa montagna, altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re." e i pellegrini salivano a Sion cantando.

Il primo versetto del Salmo 127, dopo "Canto delle salite. Di Salomone", recita: "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella."

Questo testo mette in parallelo la casa "Bait" di IHWH, ossia il Tempio, e la Sua città, Gerusalemme, alla costruzione della casa di una famiglia con i figli.
Del resto le lettere ebraiche si prestano proprio, in quanto, quel "costruisce la casa" è "ibenoeh bait" dal radicale che vuol dire "costruire, edificare, fondare" mentre "ben" ove ( = ) è figlio "della casa energia ", ma anche mattoni "benim" e i "costruttori" poi sono i "bonai" .

Sapevano bene però che quelle costruzioni, il Tempio e Gerusalemme con le sue mura, erano opera del Signore, infatti, il profeta Isaia in 66,1s propone: "Così dice il Signore: Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora? Tutte queste cose ha fatto la mia mano ed esse sono mie - oracolo del Signore."

Altre parole importanti ebraiche che si trovano quando si parla di una costruzione di un edificio sono:

  • la pietra "'oeboen" che richiama il padre "'ab" e il figlio "ben" ;
  • le misure, in particolare il cubito "'ammah" , che richiama il concetto di madre "'em" ove = unità di misura lineare, quanto un bambino neonato, circa 50 cm, "uno in vita uscito ".
Quando Dio parla con Giobbe tra l'altro in 38,4-7, infatti, parla di misure e della pietra angolare e gli propone: "Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?"

Quella "pietra angolare" è "'oeboen pinnatah"
(Vedi: "L'anima del creato e la pietra angolare")

Seguendo il pensiero del creato come preparazione della casa per la sposa e per i figli di Dio che debbono nascere da questa, che come ho tratteggiato, è apparso come un sogno velato dalle prime parole del libro della Genesi, si ha che quanto è li apparso come "il fondamento" , la "shethiyah", è la roccia su cui giaceva in Sion il Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme.

Al riguardo si trova in Isaia 28,16 "...così dice il Signore Dio: Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non si turberà."

Questa pietra di fondamento fa pensare al Salmo 118 della liturgia della festa delle Capanne che al versetto 22 recita:

"La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo".



Quella pietra "'oeboen" collega il Padre "'ab" al figlio "ben" ed è anche profetica dell'incarnazione, infatti, da quel verdetto 22 del Salmo 118 si può lanche leggere: "Dell'Unico dentro l'energia della vita l'Unigenito in pienezza portò nel mondo ; dentro recò l'energia per cui fu da madre ad uscire . Fu a scegliere di entrare il Potente nel corpo di una donna () che il Verbo inviò nel mondo ."

"La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo" è versetto citato da Gesù, che l'applica alla sua missione di morte e di gloria, dopo aver narrato la parabola dei vignaioli omicidi (Matteo 21,42) ed è ricordata anche da San Pietro negli Atti degli Apostoli 4,11-12: "Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è, infatti, altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".

Cirillo di Gerusalemme nelle sue 'Catechesi" commenta: "Uno solo diciamo il Signore Gesù Cristo, affinché la filiazione sia unica; uno solo diciamo, perché tu non pensi che ve ne sia un altro... Infatti è chiamato pietra, non inanimata né tagliata da mani umane, ma pietra angolare, perché colui che avrà creduto in essa non rimarrà deluso."

La pietra scartata è ricordata anche da Matteo in 21,42 dopo la parabola dei vignaioli omicidi.
Anche il Talmud riferisce la pietra d'inciampo al Messia: "Il figlio di Davide non può apparire alle due case d'Israele prima che venga la fine... ed egli (Messia) sarà un santuario, una pietra d'inciampo e un sasso d'intoppo per entrambe le case d'Israele." (Sanhedrin 38a)

Il libro dello Zohar, citando il Salmo messianico 118 per il versetto 22, così commenta: "La pietra scartata - cioè quella che si è staccata dal trono di Dio ed è precipitata nell'abisso - dai costruttori - cioè dalle Sefirot dell'edificio cosmico - è diventata pietra d'angolo - cioè fondamento del mondo."

Ancora più esplicito è Rashi, acronimo di Rabbi Shalomon ben Isaac, di discendenza davidica che in Francia (1040-1105) scrisse commenti basilari sui testi ebraici, commentatore richiamato spesso nell'esegesi rabbinica, nel commento del versetto di Isaia 28,16 e di Michea 5,2 dopo la profezia su Betlemme conferma che la pietra scelta, rigettata del salmo 118, è il Messia, inizialmente rifiutato nonostante il suo essere la pietra angolare della storia della salvezza.

Questo commentatore cade però in contraddizione proprio sul servo di IHWH di cui in Isaia 43 che non riferisce al Messia, ma al popolo che aveva subito e stava subendo gravi sofferenze; pur tuttavia vari rabbini dopo Rashi hanno creduto che Isaia parlasse del Messia come Servo Sofferente:
  • "Ora procederò a spiegare questi versi del nostro Messia, che Dio volendo verrà presto ai nostri giorni. Io sono sorpreso che Rashi e Rabbi David Kimchi non hanno, con i Targum, applicato il passo al Messia" (Rabbi Naftali ben Asher Altshuler, ca. 1650).
  • "Ho il piacere d'interpretarlo in accordo con i nostri rabbini, al Re Messia, e avrò cura di aderire al senso letterale: così sarò libero dalle interpretazione di cui altri hanno preferito rendersi colpevoli." (Rabbi Moshe Kohen Ibn Crispin di Cordova e Toledo in Spagna, ca. 1350)
  • "I nostri rabbini di benedetta memoria con una sola voce hanno accettato e affermato che il profeta parla del Re Messia. Ed anche noi aderiremo alla stessa opinione." (Rabbi Moshe Le Sheich, seconda metà del XVI° secolo)
  • "Ma egli è stato fiaccato... significa che il Messia porta le nostre iniquità le quali sono causa delle sue lividure, questo significa che il Messia non solo soffre per le nostre iniquità, ma egli deve portarle su di sé e soffrire per esse." (Rabbi Elijah de Vidas)
Quel Salmo 118 era proprio cantato in occasione della festa di Succot, festa messianica per eccellenza.
(Vedi: "Le feste ebraiche della venuta del Messia").

A questo punto tutto è pronto per una lettura "cristiana" delle lettere di "'oeboen pinnatah" come "Il Padre ha inviato il Verbo , l'opprimeranno () in croce nel mondo " o "dell'Unico dal Figlio , il Verbo , sarà l'energia dalla Croce ad uscire ".

C'è poi il già citato versetto 54,12 di Isaia: "Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di berilli, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore..." relativo alla descrizione della futura Gerusalemme che è molto importante comparata a quella dell'Apocalisse nel Nuovo Testamento che tratterò più avanti.

In "Da discepoli della Parola ad apostoli del Verbo" questo versetto l'ho presentato decriptato e ora fornisco la dimostrazione del risultato.

Il testo in ebraico è:




Isaia 54,12 - Portata la resurrezione dai morti è stata così agli oppressi . L'aiuto della risurrezione per salvare () dal Crocifisso è stato così portato . A sorgere si vede un corpo ; sono tutti dell'Unico figli a essere . All'Unico la verserà per mano il Crocefisso , porterà la sposa () in alto (), la porterà dal Potente . Tutta unita con i figli sarà la diletta .

Tutto è pronto per la costruzione della casa di Dio in terra e questa volta deve compartecipare l'uomo che diviene pietra viva e mattone della sua casa, figlio della sua Famigli, la Chiesa.

Il testo de "Il Pastore" di Erma che il "Canone Muratoriano" (dell'VIII secolo la più antica lista conosciuta dei libri del Nuovo Testamento) afferma essere stato scritto nella città di Roma quando Pio, il fratello di Erma, era assiso sulla cattedra di Roma il che avvenne tra 142-155, coglie questa allegoria.
Fu scritto in greco e presto tradotto in latino nel III secolo "Il Pastore" risulta composto da tre parti: le Visioni, i Precetti, le Similitudini.
Interessa la terza visione quella della torre, la cui costruzione diversamente dalla torre di Babele avviene per decisione del "Cielo" e questa torre è la Chiesa del Signore che parla in figura di giovinetta ad Erma.
Tre donne la costruiscono e sono la Fede, la Speranza e la Carità.

"Ascolta, dunque, i simboli della torre. La torre, che vedi costruire, sono io, la Chiesa, che ti sono apparsa ora e prima. Domandami ciò che vuoi riguardo alla torre e te lo farò sapere, perché tu gioisca con i santi... Le domandai: Signora, per qual motivo la torre viene innalzata sulle acque? Essa mi rispose... la nostra vita fu salva e sarà salva mediante l'acqua. La torre è stata innalzata con la parola del nome onnipotente e glorioso ed è retta dalla potenza invisibile e infinita."

Quelle tre donne raccolgono pietre che lavano nel fiume - allegoria dei cristiani e del battesimo - e con esse costruiscono la torre - simbolo della Chiesa, formata dalla comunità dei credenti.

"Le pietre quadrate, bianche e che combaciano con le loro congiunture sono gli apostoli, i vescovi, i maestri e i diaconi, che camminando nella santità di Dio hanno governato, insegnato e servito con purezza e santità gli eletti di Dio, quelli che sono morti e quelli che sono ancora vivi. Vissero sempre in armonia tra loro, stando in pace e l'uno ascoltando l'altro. Per questo nella costruzione della torre le loro congiunture sono giuste. E quelle tratte dal fondo e poste nella costruzione, che combaciano con le connessure delle altre pietre già ordinate, chi sono?. Sono quelli che hanno patito per il nome del Signore... Quelle che si mettono nella costruzione, senza essere tagliate, le ha valutate il Signore perché camminarono nella sua rettitudine e ubbidirono ai suoi comandi... Quelle che venivano scartate e gettate, chi sono? Sono coloro che hanno peccato e vogliono pentirsi; non furono gettati lontano dalla torre, poiché saranno utili alla costruzione se si pentiranno. Quelli che stanno per pentirsi, se faranno penitenza, saranno forti nella fede, purché facciano penitenza, ora che la torre è in costruzione. Quando la costruzione è finita, non avranno più posto e resteranno tagliati fuori. Ottengono soltanto di rimanere vicino alla torre... Interrogandola sui tempi, se fossero compiuti, essa a gran voce mi gridò: Stolto, non vedi che la torre è ancora in costruzione? Quando la torre sarà terminata, si avrà la fine. Ma presto sarà compiuta. Non chiedermi più nulla."


parti seguenti:    

EZECHIELE 37,1-14 - DECRIPTAZIONE »

									

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