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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...
ABRAMO PONTE TRA IL PRIMO E L'ULTIMO ADAMO
di Alessandro Conti Puorger
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DALLE STELLE ALLE STALLE »
DIO SI RIVELA
Tutto quanto è nella Bibbia ha origine da una "rivelazione" da parte di un'entità metafisica, definibile come Dio, avvenuta circa XXXIV secoli orsono a quell'uomo, Mosè, ebreo - egiziano, cui seguì sia la rivelazione a un popolo che fu portato fuori dall'Egitto, sia il rotolo della Torah scritto dallo stesso Mosè, ispirato da Dio, cui seguirono tutti i libri delle Sacre Scritture giudeo - cristiane.
La rivelazione è narrata in Esodo 3 ove Mosè chiese quale fosse il nome alla voce che usciva da un roveto ardente che non si consumava e al versetto 3,14 questa "...disse a Mosè: Io sono colui che sono! E aggiunse: Così dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi".
Vediamo in ebraico le parole in grassetto:
- "Io sono colui che sono!" "'oehoe 'ashoe 'oehoe"
- "Io-Sono" "'oehoe"
.
Facendo astrazione dalla vocalizzazione delle lettere che a quei tempi non era stata ancora fissata, dal punto di vista grammaticale
è certamente il radicale del verbo "essere" e la lettera "'alef"
che precede un verbo di solito lo rende come futuro, quindi, invero è come se là fosse detto "sarò quello che sarò", ossia appunto, sono il vostro "futuro".
Le tre lettere
poi oltre quale che relativo sono anche capaci di sottendere il termine "beato e felicità" e la lettera "'alef"
esprime pure il valore numerico di 1, quindi, il significato di "origine", per cui quelle lettere
che Dio ha usato per definirsi, possono assumere anche l'intenzione di voler dire di se stesso, sono "l'origine
dell'esistenza
beata
del futuro esistere
".
Poi sul proprio nome concluse: "Dio disse ancora a Mosè: Dirai agli Israeliti: Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione." (Esodo 3,15)
In tal modo l'entità soprannaturale di cui Mosè riporta le parole è proprio qui che esplicita il proprio nome, IHWH, col dire "Questo è il mio nome per sempre" e aveva detto "Il Signore, Dio..." ossia IHWH "oelohei"
.
Il radicale
" "
è pure usato per "essere", ma esprime più il senso di "diventare" (esempio: Genesi 27,29) che di per sé appunto implica un futuro, un qualcosa che è in progress cioè in divenire per cui il Tetragramma
potrebbe voler dire "sono
il divenire
".
Del resto la lettera "iod" =
di per sé indica proprio l'essere e il radicale
sta allora a significare che tra due campi aperti
a destra e
a sinistra c'è solo lei la
ossia l'essere, mentre il radicale
con la "waw" =
che di per sé graficamente è un bastone e indica portare-collegamento c'è il senso di divenire, da un luogo portarsi in altro luogo, da una situazione ad un'altra.
Allora ecco che in questo senso IHWH
dice "sono colui che
da questo mondo
vi porterò
fuori
."
E nella fattispecie del momento vi porterò fuori dalla schiavitù d'Egitto, ma più in generale, vi porterò fuori dalla schiavitù che subite in questo mondo soggetto ormai all'istinto del male.
Dalla declinazione di
" "
viene
per dire "Lui, quello", come a dire "divenuto
()
uno
"
e porta a pensare al "Lui" per antonomasia il divenire assoluto, quindi Lui
per allusione chi "del mondo
ha portato
l'inizio
",
ma anche chi al "mondo porterà l'Unigenito
"
e questi era atteso in un nuovo Adamo.
Del resto è da ricordare quanto dice Genesi 49,10: "Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli", profezia messianica in cui l'atteso Messia egualmente viene menzionato con un pronome "colui al quale" "shilu"
che nell'ebraismo è divenuto uno dei Suoi nomi, cui è da aggiungere quel "Lui".
La prima volta che si trova
è in Genesi 4,26 che nella traduzione C.E.I. 2008 dice: "Anche a Set nacque un figlio che chiamò Enos. A quel tempo si cominciò a invocare il nome del Signore".
Se si guarda il testo in ebraico ci si rende conto che quel
potrebbe evitarsi senza cambiare il senso del versetto esterno, ma invece è essenziale per far comprendere che dai discendenti di Enos verrà Lui e quel "si cominciò a invocare il nome del Signore" è significativo e sta a rimarcare come prosegue il progetto del Signore.
Enos in ebraico "'Enosh"
è anche il nome con cui sono chiamati gli uomini, spesso in sostituzione della parola "'adam"; questo diverso termine ricorda la loro mortalità, infatti alla lettera è "uno
che viene meno
".
Ciò nonostante da questi verrà Lui per ripristinare il progetto.
Tutta la Bibbia in modo esplicito e implicito, sia nel testo esterno che si offre alla lettura con le usuali traduzioni, sia in quello nascosto, sigillato (Isaia 29,11-12), dai significati grafici delle lettere, parla sempre di Lui e quando lo si trova quel versetto è da esaminare attentamente.
Ecco che capiterà nel presente articolo che spesso si presenterà questo "Lui" e questo da vedere secondo la suddetta angolatura ci porterà al Messia.
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