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RICERCHE DI VERITÀ...

 
DALLA DESTRA DEL TEMPIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

GERUSALEMME - OROGRAFIA
I Vangeli nel proclamare la "buona notizia" di Gesù di Nazaret propongono all'attenzione vari luoghi di Gerusalemme, la città santa.
Ora, per assaporare a pieno i segni e i miracoli di Cristo compiuti in tale città e narrati in tali Sacre Scritture, oltre che farsi coinvolgere dai Vangeli ascoltandoli, leggendoli, meditandoli, è necessario interessarsi anche degli ambienti in cui si sono verificati per non perdere una parte del messaggio.
Dagli scenari dei luoghi dei Vangeli collocati nella loro realtà storica, infatti, si possono ricavare spunti che oggi sfuggono, ma che erano ovvi a quei tempi e che per la loro ovvietà ora non più cogliibile, erano appunto dati per scontati dagli stessi evangelisti.
A una conoscenza diretta dei posti si può supplire con viaggi e visite ai luoghi evangelici della Gerusalemme attuale, ma a ciò va unita anche la ricerca indirizzata alla conoscenza sotto i vari aspetti del territorio e dell'ambiente al momento delle vicende narrate nei Vangeli.

Grazie ai moderni motori di ricerca, social network e mappe si può attingere a risultati di ritrovamenti archeologici, a indagini storiche e ambientali, insomma a studi che forniscono informazioni, oltre sulla storia, in particolare dell'originaria orografia, idrografia e geologia del territorio su cui era insediata Gerusalemme.
Quel sito si riteneva fosse stato abitato dall'Età del Bronzo- 3.000 a.C., ma nel marzo 2016 gli archeologi hanno trovato alcuni antichi resti che risalgono a circa 7.000 anni fa, quindi, al 5000 a.C. e la scoperta è dovuta agli scavi effettuati dell'Autorità Israeliana delle Antichità prima della costruzione di una nuova strada nel quartiere di "Shuafat", a nord-est della città.
Nei 70 secoli in cui gli uomini certamente l'hanno abitata, ovviamente si sono adattati alla situazione originaria e l'hanno alterata adeguando l'insediamento allo stato dei fatti per sfruttare al meglio le condizioni dei luoghi.
Del resto, si è in presenza di una catena montuosa che raggiunge l'altezza di 1026 metri al Monte "Halhoul" a 7 km a nord di Hebron e a 30 km da Gerusalemme e lungo tali rilievi, che separano le pianure costiere a ovest e la Valle del Giordano a est, oltre la città di Gerusalemme - altitudine 756 metri, da nord a sud sono insediate: 18 km a nord Ramallah - altitudine 880 metri, a 10 km Betlemme - altitudine 765 metri e Ebron 30 km a sud - altitudine 930 metri.
Dal punto di vista geologico trattasi di un massiccio calcareo sedimentario ove è presente una serie di pieghe monoclinali con direzione nord-nord-ovest in cui c'è la dorsale del Monte Hebron, la cresta di Gerusalemme e le pendici della Giudea, con terre rosse e fenomeni carsici, inghiottitoi, grotte naturali pure con stalattiti, su antichi profondi basamenti di rocce intrusive di tipo granitico e falde idriche perenni sotterrane con alcune sorgenti di sfioro.
In particolare il sedime di Gerusalemme è un complesso di cime della cresta centrale di quella catena ove per la presenza di buona roccia da taglio fu relativamente facile la variazione morfologica e l'estrazione di pietra da costruzione per le abitazioni.
La Bibbia parla di pietra da taglio "'abeni machetseb" in Gerusalemme in 2Re 12,13 e 22,6 2Cronache 34,11 e in ebraico la pietra calcarea è "'aboen gir" e una roccia del genere è anche definita come "kochim" , ma non sono termini che si trovano nella Bibbia.

Questa situazione di rocce fratturate e "permeabili in grande", man mano che la città si ampliava, chiedeva di cercare di recuperare in ogni modo tutta la preziosa acqua piovana e salvare le poche sorgenti di sfioro del comprensorio.
L'orografia originaria della città di Gerusalemme del I secolo indica una serie di 5 colli su quel complesso calcareo con cime da 740 a 775 m, separati da valli e vallette con dislivello dei fondi valli modesti tra i 720 e i 700, salvo che per la valle del torrente Cedron che separa a est la città vecchia dal monte degli Ulivi.
Questa valle è detta anche di Giosafat (Gioele 4,2-12), luogo che la Bibbia propone per il futuro giudizio universale sulla cui sulla sponda occidentale dal lato del Tempio si distende un grande un cimitero che attesta la fede nell'attesa del Messia e della risurrezione.
La valle principale, appunto, è questa del Cedron, a est della città, il cui fondo dai 720 metri di quota a nord in corrispondenza dello spigolo nord-est delle antiche mura, scende alla quota 615 metri a sud, sotto l'estremità della città antica, ove s'incontra con la valle delle Geenna, perdendo quei 105 metri di quota in circa 2.000 m, quindi, con oltre il 5% di pendenza.
In questa valle s'innestano la valletta settentrionale che passava allo spigolo nord est del Tempio, la valle del Tyropeon in cui all'estremità sud-ovest del Tempio si riunivano e s'immettevano le vallette centrale e trasversale, infine, la valle a ovest detta della Geenna.

Più avanti ho riportato una carta fisica dei luoghi con la ricostruzione fatta da archeologi e storici dell'orografia originaria, utile per comprendere meglio quanto dicono l'Antico Testamento e i Vangeli su Gerusalemme.
In questa carta sono ben riconoscibili:
  • la Collina orientale con le cime 1 dell'Ophel, 2 del Moria e 3 di Bezetha;
  • la Collina occidentale con 4 Collina sud-ovest o Akra e 5 Collina nord-ovest.
Su questa carta fisica è stato riportato anche il tracciato delle mura e del piazzale del Tempio nel I secolo d.C. e l'ubicazione delle seguenti località:

a. Sorgente del Gihon, b. Muro di contro difesa, c. Piscina di Siloe, d. Ain Rogel, e. Scavi di Mazar, f. Arco di Wilson, g. Scavi degli Ebrei Ortodossi, h. Fortezza Antonia, i. Palazzo di Erode e k. Porta di Damasco.

La Collina orientale è unico rilievo a forma di clava con asse Nord Sud con tre rilievi, Ophel, spesso chiamato "Sion" per estensione del termine, è il nome del pendio che sale al monte Moriah su cui c'è la spianata del Tempio e prosegue con il colle Bezaeta: Sion è la parte più bassa il manico della clava su cui fu fondato il primo nucleo della città.

La spianata del Tempio fu realizzata spianando e livellando attorno alla cima del Moria a quota 743, la più bassa delle cinque cime, la cui rupe fu incorporata nel Santo dei Santi, mentre il piazzale fu impostato tra quota 730 e 735.
La costruzione del Tempio e delle mura della città, creando sbarramenti, ha modificato il corso degli originali impluvi e ognuno di questi poteva essere sede di una raccolta d'acqua piovana fattavi scorrere attraverso appositi, canali com'è evidente ad esempio a nord del Tempio e queste sono zone ove saranno poi creati dei depositi idrici, piscine e laghetti artificiali.
È stato anche supposto che da tempi antichi nella valletta a nord che poi sarà chiusa dalle mura del piazzale del Tempio fosse stato realizzato un argine di sbarramento ( diga) per creare un laghetto artificiale, poi, costruito il Tempio, quell'acqua in caso di siccità e d'insufficienza di piogge raccolte da quel piazzale, tramite condotti coperti veniva utile per le necessità del Tempio stesso il cui ampio spiazzo si trovava a quota leggermente inferiore.


Il libro del Siracide 50,1-3, notifica la formazione nel III secolo a.C. di un'altra grande vasca artificiale, la Piscina d'Israele, a sud di quella diga a ridosso del recinto nord del Tempio: "Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote, nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni fortificò il santuario. Da lui furono poste le fondamenta del doppio rialzo, l'alto contrafforte della cinta del tempio. Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, un serbatoio ampio come il mare."

Tra il 150 a.C. e il 70 d.C. questa piscina grande ebbe la funzione di cisterna per il Tempio collegata da condutture alla piscina a nord e al piazzale del Tempio stesso, sia sfiorava nella primitiva piscina nord che intanto era stata separata in due bacini e ove era consentito l'accesso agli invalidi, banditi dal Tempio, che speravano di essere curati dalle acque collegate al sacro recinto, e ove si potevano portare anche i pellegrini per la loro purificazione.

L'acqua piovana non era bastante per una città in crescita come Gerusalemme.


Prendendo spunto da Qoelet 2,4 ove si trova "Ho intrapreso grandi lavori e costruito per me vasche per innaffiare un bosco fecondo di piante" ove l'autore ignoto parla in prima persona come fosse proprio re Salomone, ed ecco la tradizione attribuisce a quel re tre grandi vasche d'acqua (profonda 8 metri e lunghe 120 m) che erano un deposito a Betlemme utile per Gerusalemme, distante qualche chilometro (8-10 km), ma gli archeologi collocano la loro prima costruzione solo nel II secolo a.C., in età ellenistica.

Giuseppe Flavio racconta appunto che a Betlemme vi erano quattro sorgenti che scorrevano anche per la valle.
Pilato da Ain Etan, tre chilometri a sud di Betlemme (775 metri sul livello del mare) fece costruire un acquedotto con i fondi del Tempio il che fu causa di opposizione, quindi di un "no", che portò a una sommossa da parte dei Giudei.
L'acquedotto di Pilato è rimasto in uso fino al 1918.
C'era poi fuori delle vecchie mura a 700 metri dalla Porta di Giaffa o Porta della Torre di Davide, antico passaggio nelle fortificazioni della Città vecchia di Gerusalemme, l'unica porta delle mura dal lato occidentale, una grande vasca detta "Mamilla" , un serbatoio romano dei tempi di Pilato approvvigionato da quell'acquedotto e le lettere paiono proprio dire che "acque furono di un " che in ebraico, appunto, corrisponde a un "no".
La situazione di Gerusalemme del I secolo risulta dalle due piante sottostanti in cui nella prima si vedono tra l'altro impostate sulle curve di livello originarie la posizione del Tempio, dove erano le piscine, l'acquedotto e altri monumenti importanti, alcuni nominati nei Vangeli.



Questa pianta indica la situazione attuale e la posizione dove era la vasca Mamilla.


Due sono le sorgenti di sfioro, almeno quelle principali, che si trovano a Gerusalemme, da cui dice il Salmo 87 sono nati tutti i viventi che sono scritti nel "Libro della Vita": "Sui monti santi egli l'ha fondata... Il Signore registrerà nel libro dei popoli: Là costui è nato. E danzando canteranno: Sono in te tutte le mie sorgenti"; infatti la citta è sede madre delle religioni abramitiche: ebraismo, cristianesimo e islamismo.



Muro del pianto - Chiesa del Santo Sepolcro - moschea di Omar

Le due sorgenti sono la:
  • Ghicon a circa 300 m, a sud dello spiazzo del Tempio, oltre le mura antiche della città, il cui nome da significa "sgorgare portandosi con energia" come si trova in Giobbe 38,8 e 40,23; Giudici 20,33; Ezechiele 32,3.
    Nell'Antico Testamento è ricordato in Genesi 2,13; 1Re 1,33.38.45; 2Cronache 32,30 e 33,14; e nel deuterocanonico Siracide 24,25.
    Il nome odierno è "A'in Sittī Maryam" o sorgente della Vergine.
    È una sorgente che scaturisce in una grotta naturale nella valle del Cedron con intermittenza fino a quattro-cinque volte al giorno in periodo piovoso.
    Nelle mappe sovrastanti è indicata dalla freccia che ho inserito per far vedere la sua posizione alla destra del Tempio.
    L'acqua del Ghicon alimentava i "giardini del Re" sotto la scarpata delle mura a sud est del tempo.
  • Roghel, o sorgente di piede, da "roegoel" piede, attuale Bir Ayyub, "pozzo di Giobbe", a sud delle mura della città ai piedi della scarpata orientale della valle del Cedron, 100 metri a sud della confluenza con la valle della Geenna Si trova citata in 2Samuele 17,17 e 1Re 1,9 ed era sul confine col territorio di Beniamino Giosuè 15,7 e 18,16 e pare fosse un pozzo che raggiungeva la falda sotterranea che diviene sorgente di superficie quando le piogge erano abbondanti.
In ebraico "Fonte o sorgente" è: "a'in" .

Al riguardo è da premettere che "sorgente", "fonte", ma anche "occhio" e "aspetto" in ebraico si dicono tutti in quello stesso modo.
La lettera N = viene dall'icona egizia che indica una emissione di energia, un'onda che richiama il movimento delle acque del mare mosse dall'energia del vento e la lettera richiama la "vista" e lo "agire", in egizio un braccio con una mano (Vedi: schede delle lettere cliccando sui relativi simboli a destra delle pagine di questo mio Sito) ed ecco spiegato i due sensi del vedere e di sorgente.

Capiterà in questo articolo di trovare un'interpretazione di parole ebraiche con l'uso dei significati grafici delle 22 lettere di quel alfabeto con cui sono scritte anche le parole dell'aramaico.
Tali lettere, infatti, sono anche icone in grado di trasmettere messaggi.
Al riguardo, si vedano:
Tenendo presente tale loro peculiarità si possono ottenere da quelle Scritture seconde facce d'interi versetti e capitoli, sempre relative al Messia, finalità nascosta di tutta la Sacra Scrittura giudaica come si può trovare nei miei numerosi articoli.

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